TORINO
TIP. DELL'ORATORIO
DI S. FRANC. DI SALES
1862. {81 [289]}
[è
premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso alle opere dubbie]
INDEX
Varietà.
Fatti contemporanei. 2
Fatto
strepitoso del varamento di una nave. 2
Punizione
toccata ad uno sprezzatore dei ministri di Dio. 2
Terribile
esempio. 3
Indice 4
[…]
sarà per sempre
scomparsa dalla scena del mondo: pregherà per voi acciocchè possa ritrovarvi
tutti in quel giorno che non avrà fine. Addio.
La vostra GIANNETTA.
Il giorno seguente prese la via del monastero, e quivi finalmente quel cuore potè godere intiera pace.
Nel mese di agosto dell'anno 1861 in uno dei Cantieri del Napoletano avvenne un fatto così straordinario ed imprevidibile che lasciò profonda sensazione in tutti quelli che ne furono spettatori. Dovevasi varare, cioè mettere in mare, un bastimento nuovo della {82 [290]} portata di 200 tonnellate vale a dire 20000 Miriagrammi che era proprietà di certo Alessandro Accetta. Una gran moltitudine era accorsa ad assistere a questa operazione per cui si faceva una festa. La discesa per cui il bastimento doveva entrare in mare era molto inclinata e tutto era preparato in modo da doverne ottenere il varamento senza difficoltà. Tutti i lavoranti erano pronti al loro posto per dare il tratto ad una gran fune da cui dipendeva il varamento, solo attendevano il segnale del loro proto per agire di comune accordo e tutti in una volla. Con quel loro capo sciagurato avevan convenuto per segnale il motto nefando: Morte al Papa!
Era giunto il tempo di comandare il varamento e l'empio proto gridò: Morte al Papa! ed i lavoranti con forza e d'accordo giù diedero il tratto alla grossa e nuova fune. Ma che! Questa si troncò per metà; i lavoranti andarono in un fascio a dar delle reni e del capo in terra, e la nave punto non si mosse. Il proto arrabbiato cominciò {83 [291]} a bestemmiare e parecchi lavoranti lo imitarono. Intanto fra le imprecazioni sostituirono alla prima un'altra grossa fune, e l'empio ripetè: Morte al Papa! Ma da quale sdegno furono presi. La fune anche questa volta si lacerò ed i lavoranti stramazzando a terra rimasero assai malconci. Le bestemmie non avevan più fine e gli spettatori inorriditi se ne partivano. Allora fu attaccata al bastimento una fune doppia e si tornò alla prova, ma sempre col motto nefando: Morte al Papa. Qual meraviglia! Questa volta non solo si ruppe la doppia fune, non solo i lavoranti andarono capovolti a terra, ma un vento improvviso e gagliardo si sollevò e scosse per modo il bastimento che fu ad un pelo per rovesciarsi e schiacciare un centinaio di persone che erano più appresso. In tutte queste operazioni sei ore,di tempo si erano perdute; i lavoranti erano stanchi e più d'ogni cosa il fatto straordinario li aveva persuasi che quel motto sacrilego e le bestemmie provocavano lo sdegno di Dio. Non vollero più avere {84 [292]} quel proto empio e bestemmiatore: lo cambiarono; cambiarono pure il segnale in una invocazione a Maria SS. ed a s. Antonio. Si tornò alla prova e con agevole speditezza la nave calò per la discesa e fu tosto varata felicemente.
Il fatto è strepitoso e pubblico e sebbene non si voglia subito chiamar miracoloso, egli è però certo che per tale fu tenuto da quelli che ne furono testimonii di presenza, i quali ritornando alle loro case andavan ripetendo che Iddio vuol rispettato il Papa suo Vicario in terra e che le bestemmie provocano l'ira di Dio.
In una città del Veneto da non molto tempo sparlavasi in un pubblico convegno di un ottimo ed intrepido vescovo che molto onora quelle provincie colla sua scienza e pietà. Quei meschini condannavano la fortezza del vescovo nel difendere le ragioni del capo augusto della chiesa, quando un cotale {85 [293]} che più degli altri stimavasi di spirito forte si levò ed infiammato d'ira e di bile alzò il destro braccio gridando: Oh! io, io stesso con questa mano, con questo pugno vorrei avere il piacere di configgere un coltello nel seno di quel papista, di quel nemico e traditore della patria. Lo sciagurato dall'enfasi con cui parlava ben dava a vedere l'interna compiacenza dell'animo ed il maligno desiderio del cuore. Ma la mano di Dio che non si è ancora abbreviata lo colpì terribilmente dimostrando che non andrà impunito colui che osa innalzar la voce o la mano contro gli unti del Signore. Quel miserabile nella sera medesima in una caduta si ruppe e sfracellò quello stesso braccio destro che voleva vibrare contro il vescovo. A spalle, d'uomini fu portato alla desolata moglie e la famiglia atterrita dovette con dolore chiamare i chirurghi perchè venissero all'amputazione del braccio offeso, per salvare almeno la persona dalla morte. Molti furono testimoni di questo fatto; {86 [294]} altri andavano ripetendo: è un caso orribile, ed altri esclamavano: per quoe peccaverit homo, per hoec et torquetur; nella stessa guisa che peccherai sarai tormentato.
In una conosciutissima città d'Italia di cui si tace il nome per degni motivi, avvenne un fatto tremendo e deplorabilissimo. Dettavansi con molto frutto gli esercizi spirituali in una numerosa casa di donne e ragazze ricoverate. I direttori spirituali ed i superiori erano consolati e vedevano con gioia che la pasqua di quest'anno 1862 in cui preparazione davansi gli esercizii fosse un vero passaggio del Dio delle misericordie fra quelle mura dove per lo più teneva sede il maligno spirito. Parecchie donne e ragazze tocche dalla divina grazia spontaneamente chiesero di accostarsi ai SS. Sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia. Esse bramose di mandare ad esecuzione il loro proponimento andavansi con sollecitudine {87 [295]} preparando e le compagne invitavano ad associarsi seco loro onde aver la pace del cuore e recar consolazioni maggiori ai pii direttori. Un gran numero tenne l'invito amorevole, ma una giovanetta nei 16 anni, alta di persona e robusta, d'aspetto avvenente, d'indole altera ed assai istrutta vedeva di mal occhio quel pio divisamento. Essa per distoglier le compagne dall'eseguirlo prese a beffeggiarle e deriderle in ogni maniera; ma per fortuna le maligne arti furono inutili. Venne il giorno di pasqua in cui dovevano quelle donne accostarsi alla mensa Eucaristica, ed una che si trovava male in arnesi chiese a quella sciagurata giovanetta una veste ad imprestito; ma essa rispose con maligno e beffardo riso: Volentieri te la impresterei se si trattasse di qualunque altra cosa, ma per accostarti alla Comunione nol farò giammai; io non voglio che la mia roba sia in questo modo contaminata. Ciò nondimeno quella accostossi alla Comunione, e se la sua persona non era ben ornata {88 [296]} al di fuori, la sua anima fu assai più abbellita ed onorata dal celeste sposo che la venne a visitare. Nel medesimo mattino si portò il SS. Viatico ad alcune donne che non poterono colle altre far la Comunione. Tutte le ricoverate passando il SS. Sacramento s'inginocchiarono e pregarono, solo quell'infelice giovanetta rimase in piedi in atto di disprezzo, burlandosi anche ad alta voce di Dio e dei Sacramenti e la sua empietà andò tant'oltre che le compagne ne furono scandolezzate e profondamente commosse. Da quel punto essa parea che operasse a bello studio quanto di male poteva dettarle il maligno spirito. Spergiuri, bestemmie, sconcie parole ed atti non avevan termine, e visto che sopra il suo letto stava appeso il crocifisso, sdegnosamente lo staccò. Infelice! I buoni consigli e le ragioni delle compagne più a nulla giovano ed in questo medesimo giorno in terribile guisa debbono aver fine per sempre gl'insensati tuoi scandali! ...
In sulla sera datosi il segno di recarsi {89 [297]} in cappella per la benedizione col SS. Sacramento, tutte le altre donne e ragazze ricoverate vi andarono con molta divozione, solo quella sciagurata giovine non volle saperne; anzi pazzamente alterandosi gridò: E quando avranno termine queste sciocchezze? E quando verrà il tempo che non saremo più tenute a portarci in chiesa? Quindi più forte gridando: no, non voglio andarvi, e a preferenza di prendere la benedizione mi pigri un accidente! ... Miserabile creatura! L'accidente invocato non si fece attendere; poichè mentre ancora voleva parlare cadde morta in terra. Un venti minuti dopo quel cadavere si fece nero come di un moro, ed un'ora appena di poi era già così fetente che nessuno poteva sopportare la vicinanza.
Più di cento persone furono testimoni di questo terribile fatto, e più di cento andavano ripetendo: Povera figlia, a sedici anni già tanto cattiva! Quanto inaspettatamente l'ira di Dio colpisce i dileggiatori della religione!
L'infelice giovinetta fu rovinata dalle {90 [298]} cattive letture e dalle perverse compagnie, le quali ognuno che ami la propria salvezza deve studiosamente fuggire.
Pia Società
delle Comunioni Mensili pei presenti bisogni di S. Chiesa eretta canonicamente
in Roma nella parocchia di S. Lorenzo in Damaso
1° Lo scopo di questa pia Società si è avere in ciascun giorno dell'anno il numero maggiore che sia possibile di fedeli che si accostino alla santissima Eucaristia, per ottenere dall'amorosissimo Signore nostro Gesù Cristo tutte le grazie che il sommo Pontefice {91 [299]} {92 [300]}
Capo I Giannetta
perde i genitori - Va in Francia, mena vita dissipata
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pag 3
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Capo II Sposa il
capitano Martin - La zia ritorna in Inghilterra
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8
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Capo III Partenza
- Malanni domestici - Incontro d'una pia giovanetta
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10
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Capo IV Il
giuocatore - Estrema rovina - Forza d'animo
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18
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Capo V La suora
di s Vincenzo de' Paoli
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22
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Capo VI Frutti
d'una buona amicizia - Elezione d'una santa protettrice - La verità respinta
dalle passioni
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29
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Capo VII Viaggio
ad Algeri - Carattere degli Arabi
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36
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Capo VIII I
Beduini - Funeste conseguenze d'una falsa filosofia
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44
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Capo IX Ritorno a
Parigi - Trionfo della preghiera
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49
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Capo X Carità
cattolica – Pazienza nella malattia
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pag 58 {93 [301]}
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Capo XI Gli
ultimi sacramenti – Rassegnazione
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64
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Capo XII
Intolleranza protestante - Pace nel dolore
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68
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Capo XIII Abiura
- Ritiro - Addio al mondo
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72
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Varietà. Fatti
contemporanei.
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Fatto strepitoso
del varamento di una nave
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82
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Punizione toccata
ad uno sprezzatore dei ministri di Dio
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Terribile esempio
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87
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Pia Società delle
Comunioni mensili pei presenti bisogni di S Chiesa
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91
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Con approvaz della Revisione Ecclesiastica
{96 [302]} {97 [303]} {98 [304]}
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