Anno XXII
STRENNA OFFERTA
AGLI ASSORTI
Alle LETTURE
CATTOLICHE {1 [85]}
PROPRIETÀ
DELL'EDITORE {2 [86]}
[è
premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti
attribuiti o attribuibili a Don Bosco]
INDEX
Dialogo fra il Galantuomo e un suo abbuonato 2
Indice 4
Meo. - Toc, toc, toc.
Galantuomo. - Chi c' è?
Meo. - Io.
Gal. - Ne so come prima.
Meo. - Meo, uno dei vostri abbonati.
Gal. - Oh allora entrate pure (apre).
Meo. (levandosi il cappello e facendo tre inchini). - Son venuto da
voi per un affare di somma importanza.
Gal. (porgendogli una sedia). – Dite pur su', io son tutto orecchi
per ascoltarvi.
Meo. - L'affare riguarda voi ed il genere umano.
Gal. (impallidisce di commozione). - Oh! {3 [87]}
Meo. Avete già combinato l'almanacco pel 1874?
Gal. - Si, manca solo il proemio.
Meo. - Del proemio i lettori non san che fare; l'importante é il lunario.
Gal. - E il lunario é già dal proto.
Meo. - Rassomiglierà a quello dell'altr'anno?
Gal. - Come due ciriegie si rassomigliano, senza perciò esser eguali.
Meo. - Allora siete fritto.
Gal. - E perché?
Meo. - Perchò tutti sono stufi de' vostri lunari. Ei ci vuol altro al
giorno d'oggi per contentar la gente.
Gal. - E che ci vorrebbe?
Meo. - Veniva appunto a dirvelo, ma poiché il vostro almanacco è già dallo
stampatore, non vo' lavar le gambe all'asino, epperò vi saluto e....
Gal. - Ih! non abbiate furia. In questo mondo v' è rimedio a tutto, meno
alla morte. Dite pur su i vostri progetti e se mi quadrano, si farà presto a
comporre un nuovo lunario. {4 [88]}
Meo. - Allora se mi permettete (piglia una presa di tabacco) eccovi
il mio suggerimento. Anzitutto voi dovreste segnare sull'almanacco, giorno per
giorno, il tempo che si avrà, cioè: sole, caldo, freddo, ghiaccio, vento,
pioggia, neve, ecc.
Gal. (inarcando le ciglia). - Nientemeno?!
Meo. - Più, dovreste indicare i luoghi, i giorni, e, se è possibile, anche
l'ora in cui avverranno temporali, burrasche in mare, scoppi di fulmine,
terremoti e simili.
Gal. - Una bagatella i e poi?
Meo. - Poi dovreste aggiungere se nell'anno si avrà la crittogama, se vi
sarà buon raccolto di grano, di meliga, di patate, fagiuoli, noci, castagne,
olive, ecc.
Gal. - Nient' altro?
Meo. - Direi ancora che per contentare i possessori di cedole ed i lettori
di giornali, deste un cenno delle cose principali che avverranno nel 1874. Nè
ci vorrebbe molto, capite? basterebbe diceste se vi sarà guerra e con chi, se
vi saranno battaglie, micidiali o non, dove e quando;... {5 [89]} se
succederanno rivoluzioni e cataclismi;... come finirà la questione di Roma, e
quella di Spagna;.... se l'Internazionale ne farà ancor delle suo, ecc. ecc.
Gal. - Eccetera, eccetera. Ma e chi volete mai si occupi di simili
bagatelle?
Meo. - Bagatelle? provatevi mo' a comporre l'almanacco nel modo che vi dissi
e se tutti nol compreranno, vo' lasciarmi friggere come s. Lorenzo o pelare
come s. Bartolomeo.
Gal. - Ma dove volete voi ch'io attinga tante notizie e predizioni?
Meo. (ammiccando degli occhi). - Oh non mi fate lo gnorri! Chi non
sa che voi, Galantuomo, da 22 anni studiate la scienza degli astri, che tutte
sto cose le sapete sulla punta delle dita, e che se vorreste, sapreste fin
dirmi quanti capelli io m'ho in testa?
Gal. - Sicuro, ne avete 8888 e se nol credete contateli. - Ma ammettiamo
pure ch'io sappia tutto ciò che voi dite....
Meo. - Ebbene - non vi resta che a comunicarlo agli altri. {6 [90]}
Gal. - Lo farei se vi scorgessi qualche vantaggio.
Meo. -Vantaggio? altro che vantaggio. Vantaggioni! vi rendereste più
celebre di Mathieu de la Dròme, di Casamia, del Pescatore di Chiaravalle, della
Sibilla celeste - tutti comprerebbero il vostro almanacco - vi farebbero
cavaliere - ricevereste medaglie e diplomi da tutte le Accademie.
Gal. - Ma questi non son mica vantaggi.
Meo. (mettendo le mani sull'anche). - E che saran dunque?
Gal. - Fumo, nient'altro che fumo.
Meo. - E il vantaggio elle ne ricaverebbero i contadini, i commercianti, i
politici, insomma tutti gli uomini del mondo e d'altri siti - nol calcolate per
nulla
Gal. - Eli qui vi voglio, Meo mio. Credete voi che tutti costoro ne
ricaverebbero vantaggio? Io vi so dire che col sapere le cose future non ne
avrebbono che danno e sarebbero più infelici e disgraziati d' ora.
Meo. - Uh! quella l'è pii troppo grossa. {7 [91]}
Gal. - Eppure è così. State a sentire. Ponete per es. che nel mio lunario
io indicassi, come voi mi suggerite, il tempo che avremo giorno per giorno, chi
credete voi se ne avvantaggerebbe?
Meo. - Eh per bacco! prima di tutti il contadino.
Gal. - Il contadino? Vediamo. Eccone li uno che vorrebbe uscire per
seminare il grano, ma preso il lunario in mano, studia e ristudia se il giorno
è propizio per seminare, se la cresciuta non avverrà in tempo di brina, e la
mietitura in tempo di pioggia, se non gli toccherà poi di mieter prima o dopo gli
altri con pericolo o di raccogliere la spica immatura, o di vedersi tagliar la
messe dai ladri.... Intanto ch'egli si tormenta il capo in pensieri, calcoli e
combinazioni; il suo vicino prende bravamente i suoi buoi, va al campo, semina,
raccomanda a Dio il suo lavoro, torna tranquillo e casa fidato alla Provvidenza
e in fin d'anno trova il suo granaio più ripieno, che non sel trovi l'altro che
ha perso il tempo almanaccando le sue combinazioni. {8 [92]}
Meo. - Magari ciò che dite del contadino è vero. Ma per lo meno se notaste
sull'almanacco i giorni di tempesta o di burrasca, ciascuno prenderebbe le sue
misure.
Gal. - E che misure vorreste prender contro la tempesta? stendere un
parapioggia sui vostri poderi? Contro la burrasca poi il navigante si premunirebbe
colla speranza' di non incontrarla sul suo cammino... il mare è così vasto!
L'indicazione dell'almanacco non servirebbe che a farlo vivere maggiormente in
apprensione. Cheppiù, ponete il caso di due bastimenti pronti a partire p. es.
da Genova per l'America. L'uno, senza badare all'almanacco, parte, incontra la
burrasca, si raccomanda a Maria Stella del mare, scampa e giunge felicemente in
porto, spaccia la sua merce e sen ritorna ricco di guadagno. L'altro
bastimento, basandosi all'almanacco, indugia di alcuni giorni a partire per
evitare la burrasca, e l'evita di fatto, ma giunto in America, trova sparita
l'occasione di spacciar con frutto il suo carico, fa magri affari e ritorna in
patria colle pive nel sacco. A {9 [93]} che gli hanno servito le indicazioni
sebben giuste e precise dell'almanacco?
Meo. - Dite bene, non gli han servito che a fargli perdere i suoi denari.
Tuttavia ammetterete che se l'almanacco prenunziasse almeno quali saranno i
migliori raccolti dell'annata - se grano o uva o frutta od olive ecc. il
commerciante potrebbe combinar affari d'oro.
Gal. - Peggio che andar di notte. Siccome l'almanacco sarebbe pubblico e
tutti sel potrebbero procurare, tutti parimenti potrebbei o fare gli stessi
calcoli; non vi sarebbe più luogo a speculazione e quindi neppure a commercio.
Meo. - Non capisco.
Gal. - Mi spiegherò. Se per es. uno sapesse che un altr'anno si farà poca
uva, ma molto grano, da vero furbo spaccerebbe subito il grano che ha e
comprerebbe gran quantità di vino finchè è a buon prezzo. Ma se invece d' esser
egli solo a preveder questo, la cosa si potesse preveder da tutti mediante
l'almanacco - gioverebbe ancora la speculazione? {10 [94]}
Meo. - Oh no mai pigi, perché tutti
farebbero lo stesso
calcolo che. fa lui e il grano fin d'ora diminuirebbe di prezzo, aumenterebbe
invece il prezzo del vino.
Gal. - Sicché voi vedete che il commercio avrebbe danno non vantaggio dalle
indicazioni dell'almanacco, e il commerciante non farebbe che torturarsi invano
il cervello.
Meo. - Pure mi sembra che se l'almanacco prenunziasse almeno i terremoti,
il colera, la guerra, tutti ne risentirebbero utilità, potrebbero ripararsi per
tempo, spatriare....
Gal. - Bella utilità, bella consolazione vivere nell' apprensione del danno
prima che questo ci giunga fra capo e collo! No, mio caro, il Signore non ci
vuole così infelici, egli la sa più lunga; e siccome, vede che la più grande
infelicità negli uomini consiste nel tormentarsi l' imaginazione, Egli ha
tirato un velo sul futuro affinché non vedano più in là del giorno che vivono,
ma nello stesso tempo porge loro mano per camminar passo passo verso la patria
{11 [95]} che è il Cielo. Se noi stringiamo la sua mano, vale a dire ci
abbandoniamo alla Provvidenza, non abbiamo a temer nulla, Ei ci guiderà sani e salvi
alla beata eternità; ma se invece di appoggiarci a Lui, non vogliamo
appoggiarci che ai nostri calcoli, agli almanacchi, finiremo per vivere una
vitti piena d' irrequietudine, di affanni e di fastidi e fors'anco smarriremo
la retta via.
Meo. - Adesso capisco quel che ci diceva il Parroco domenica. Ei diceva
che i buoni portano sulle spalle due fardelli e i cattivi ne portano tee,
epperciò marcian più carichi e melanconici. Chi è buono porta il fardello dei
fastidi passati e quello dei fastidi presenti; ma il malvagio elio non fida
nella Provvidenza porta anche il fardello dei fastidi futuri....
Gal. - Che ò il più pesante e tormentoso - perché niente più tormenta
l'uomo che il pensiero di ciò che avverrà poi.
Meo. - Alle corte, finisco anch'io per darvi ragione, mio Galantuomo, e vi
concedo essere affatto inutile che voi notiate {12 [96]} sull'almanacco so
avremo sole o pioggia o tempesta, buon raccolto, terremoto, guerra ecc. e che
il meglio ancor sempre è che vi notiate semplicemente i nomi dei Santi, le fasi
della Luna, la levata e il tramonto del Sole, le feste sopra settimana e le
quattro Tempora.
Gal. - Sicuro: i nomi dei Santi perchè ogni giorno si sappia a quale Santo
raccomandarci per sopportare le croci del giorno; le fasi della Luna per
ricordarci sempre di Maria pulchra ut Luna; la levata e il tramonto del Sole per rammentarci
ogni giorno il nostro viaggio dalla culla alla tomba; le feste sopra
settimana e i giorni di digiuno per predisporci a fare una perpetua
festa in Paradiso, dove cessato il bisogno degli almanacchi, cessata la
lontananza degli associati, il Galantuomo cesserà dalle sue
pubblicazioni per omnia saecula saeculorum. Amen. {13 [97]} {14 [98]}
Dialogo fra il
Galantuomo e un suo abbonato
|
pag 3
|
Calendario per
l’anno 1874
|
15
|
Le quattro
stagioni.
|
ivi
|
Ecclissi
|
ivi
|
I quattro temi
|
16
|
Epoche diverse
|
ivi
|
Computi
ecclesiastici
|
ivi
|
Feste mobili
|
ivi
|
Suor Marta
|
29
|
Centenario di s.
Tommaso d'Aquino nel l874
|
32
|
Centenario di s.
Bonaventura nel 1874
|
35
|
Nobile gara tra
due santi
|
37
|
Le tigri
nell'India
|
38
|
Popolazione di
Londra
|
40
|
Farina del
diavolo va tutta in crusea
|
ivi
|
Gli effetti della
preghiera
|
42
|
I profanatori
delle feste
|
43 {75 [99]}
|
Cristiani e
Turchi in chiesa pag. 48
|
|
La Cuffia' da notte di s. Luigi.
|
49
|
Prodigi di
memoria
|
50
|
Le storielle di
Taddeo
|
53
|
Le distrazioni
degli uomini grandi
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60
|
S. Bernardino a
Gattinara
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61
|
La tassa dei
poveri in Inghilterra
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62
|
La confessione
presso i Protestanti
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63
|
La Regina del Wallis
|
64
|
Botta e risposta
|
67
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Proverbi
|
ivi
|
Il canto dei
fanciulli.
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68
|
Vantaggi delle
Letture Cattoliche
|
69
|
Giudizio di Pio
IX sui Piemontesi
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72
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Nuova legge sulle
poste dal 1° gennaio 1874
|
73 {76 [100]} {77
[101]} {78 [102]}
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