ANNO XXI
Strenna offerta agli Associati alle
LETTURE CATTOLICHE {1 [1]}
PROPRIETA' DELL'EDITORE {2 [2]}
[è premesso alle opere
ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili
a Don Bosco]
INDEX
I. Li riverisce ed espone loro un progetto. 2
II. Li invita a pregare. 3
III. Da dei consigli ai suoi amici, e li saluta. 3
Indice 4
Il Galantuomo ai suoi amici
Cereia! Cereia!! Cereia!!! Ringraziando Iddio anche in quest'anno vi posso fare Tive9enza, o preziosissimi amici miei, e se cortesi e graziosi come per lo passato voi presterete orecchio alle mie parole, io mi fo animo a farvi un progetto che spero contrassegnerà in modo speciale il 1873, 21 della mia vita pubblica, e del principio della mia fortuna nello avere contratto amicizia con Voi. Lo sapete elle il GALANTUOMO fa tutto ciò che può per far del bene ai suoi amici, e studia giorno e notte per alleggerire le loro pene, ebbene in quest'anno vorrebbe che voi foste contenti che al caro e dolcissimo titolo {3 [3]} d'amico, col quale per lo passato ci siamo chiamati, noi aggiungessimo per l'avvenire quello consolantissimo di fratello, e come tali considerandoci sempre ci trattassimo. Come avrete esperimentato io e voi siamo sempre andati d'accordo nelle nostre idee. Vogliamo stare allegramente e contenti per quanto si può in questa valle di lacrime, e siamo pienamente persuasi che l'unico mezzo per ottenere la vera pace e contentezza del cuore, si è di vivere da schietti e sinceri cristiani, beneficando i nostri simili, amando tutti, invidiando nessuno. Per mala sorte ai nostri tempi i cattivi si sono associati per fare il male, e fra questi vediamo anche con dolore tanti poveri disgraziati, già senza denti in bocca, coi capelli bianchi, già col bastone in mano, chini sull'orlo del sepolcro; che invece di procurarsi una, corona, recitare il Rosario, e prepararsi a fare una buona morte, essi vanno dietro a quelli che perseguitano la Chiesa, applaudiscono ai giovani scapestrati, e coloro che dovrebbero piangere, gioiscono al sentire {4 [4]} sparlare del Papa, dei preti, e delle cose di Dio! Per porre un argine a tanto male, al Galantuomo è venuto il pensiero, essere cosa ottima che anche noi ci associassimo, e che vecchi e giovani, ricchi e poveri, negozianti ed artigiani, pescatori e contadini, musici e poeti, tutti senza distinzione ci unissimo di mente e di cuore, e chiamandoci col dolcissimo nome di fratelli ci aiutassimo a vicenda ad allontanare dal peccato l'incauta ed instabile gioventù, incoraggiarla al bene con maniere dolci e caritatevoli, promuovere in tutti l' onore di Dio col consiglio, ma specialmente col buon esempio, pregando ancora per i medesimi nostri persecutori, onde potere più facilmente salvare le nostre e le loro anime. Questo nuovo patto di fratellanza noi lo sanciremo nel modo il più solenne; lo scolpiremo su tavole di bronzo e sui nostri cuori, perché mai più si cancelli, e passi senza interruzione ai nepoti dei nepoti dei nostri figli fino alla centesima generazione.
In quanto al quando ed al come sentite: {5 [5]} Appena il 1872 fra i gemiti e fra i pianti universali darà l'ultimo respiro, e lascierà cadere le redini del suo governo nelle mani ancora tenere del 1873, chiunque di noi avrà dei fastidi corra immantinenti a gettarli nel pozzo; ciascuno si lucidi bene le scarpe, e si indossi le vesti più belle; ognuno stia preparato, e appena spunterà il sole nel nuovo anno 1873, tutti d'accordo facciamo un gran salto e valicando il mare portiamoci tutti mentalmente in quel luogo ove nacque il nostro Redentore, e ove gli Angeli del Cielo cantarono pace in terra agli uomini di buona volontà. Colà giunti disponiamoci in due file, formando un semicircolo: stiamo tutti colla testa alta, colla fronte serena, collo sguardo franco e sicuro, col cuore contento simbolo, di chi è generoso e caritatevole, e che ha una fede non finta; ed io vestito brillantemente, col mio codino inghirlandato di gemme e di fiori, col mio cappello bianco in mano, mi presenterò giubilante e tutto rispettoso innanzi a voi, e facendovi profondo inchino {6 [6]} ed umile e cordiale riverenza, augurerò, a voi ed alle vostre famiglie, tutte le felicità possibili nel nuovo anno, ed in tutti quelli che verranno (spero in gran numero) della vostra vita. Ci stringeremo poscia tutti la piano destra, ci chiameremo fratelli, e datici a vicenda il bacio di pace, ciascuno volerà di nuovo al suo proprio focolare a raccontare l'accaduto; ed io prima che termini l'anno, uno per volta, vi andrò a trovare tutti alle vostre case, e secondo il solito vi narrerò gli incontri più curiosi accaduti a me o ad altri, affinché vi servano nel medesimo tempo e di sollievo, e di istruzione.
Io sono vecchio, o amici miei, ma cose come ai nostri tempi le ho mai vedute. Il mondo va tutto sottosopra, e gli uomini pare abbiano perduto il cervello! Iddio chè è nostro buon Padre ci vorrebbe benedire, e noi lo costringiamo a castigarci! Vi è già stata la guerra, abbiamo veduta {7 [7]} la Babilonia dei nostri tempi, la città più corrotta, ove per fare dispetto a Gesù Cristo si mangiò carne il venerdì santo, circondata da nemici, priva di pane, in preda alle fiamme. Fummo spaventati da numerosi e terribili incendi. Il Vesuvio vomitò fuoco, il cielo aperse le sue cateratte, e la terra traballò sotto ai nostri piedi! Sopra cento persone, se ne trovano due volte cinquanta che si lamentano, che non si può più continuare di questo passo, che tutto è caro, che hanno troppe spese, e pochi danari. I poveri contadini sono nell'afflizione; hanno lavorato tutto l'anno nei loro campi, e non hanno raccolte che spighe superbe, vuote di grano! E la mano di Dio che ci ha percossi, e non si imitò il re profeta nel confessare i peccati e nel far penitenza, si continuò a vivere come prima, lontani dalla Chiesa e dai Sacramenti! Iella ingratitudine degli uomini si indispettirono i fiumi, e gonfiandosi per le continue e straordinario piogge, senza alcuna pietà, ruppero ponti, guastarono {8 [8]} strade, rovinarono case, e uscendo rabbiosamente dai loro letti, allagarono le, campagne, portando in moltissimi luoghi desolazione e spavento, con minaccia di far peggio, se non si cessa di fare oltraggio al Creatore.
Lo so che vi sono ancora molti che non riconoscono queste disgrazie come veri castigi di Dio; ma essi sono ciechi, simili a quell'ostinato ed insensato Faraone che credeva essere cose naturali le piaghe d'Egitto!
Fratelli miei, abbiamo gravi delitti da scontare al cospetto di Dio! La Società è colpita da una febbre maligna che la conduce fino al delirio! Nessun nomo ha il rimedio per guarirla, se non quel Vicario di Gesù Cristo, che è addolorato da chi dovrebbe rispettarlo ed amarlo. Non si avrà più la vera pace fra gli uomini, nè l'abbondanza, se non allora che i re alla testa dei loro popoli piegheranno il capo alle decisioni del Concilio Ecumenico e riconosceranno che l'unica regola sicura di condotta, è la parola infallibile del Sommo Pontefice.
Umiliamoci davanti a Dio, o amici miei, {9 [9]} ed allontaneremo dai nostri capi i gravi castighi che ci sovrastano. La preghiera è il mezzo più efficace. Essa ci pone sotto l' immediata protezione di Dio, e quando Colui che tutto può ciò che vuole è con noi, chi sarà contro di noi? E per questo che il Papa ed i vescovi ci raccomandano di pregare assai, e con molto fervore. La nostra fede vincerà il mondo, e la nostra preghiera sarà la pietra di Davidde che schiaccerà il capo al gigante Golia, cioè ai nemici del Papa, epperciò di Gesù Cristo.
Iddio ha promesso che i cattivi non vinceranno la sua Chiesa; passerà il cielo e la terra, ma non passerà la parola di Dio. La Chiesa può essere perseguitata, combattuta, ma non mai sommersa; e quando gli empi si crederanno sicuri della vittoria, allora stiamo attenti, sarà quello il segnale essere assai vicino il giorno, in cui la Chiesa vestita a festa, canterà l'alleluja del suo trionfo, ed il De profundis ai suoi nemici. S. Pietro era in prigione in Gerusalemme, e Iddio mandò un Angelo a {10 [10]} liberarlo miracolosamente dalle mani dei suoi nemici. Ai nostri tempi Iddio vuol far un gran miracolo, preghiamo, e quando meno ce lo penseremo udiremo un gran fracasso, e sarà la torre di Babele che cadrà a terra, come un di al suono delle trombe caddero le mura di Gerico.
Quando era giovane, o amici miei, io aveva una agilità straordinaria; prendeva le lepri al corso, e faceva dei salti come i caprioli, ora che sono vecchio le gambe mi servono più poco, ma ho la testa piena di esperienza e di cognizioni, e voglio impiegare il restante della vita che Dio mi concede nel fare del bene a tutti voi, e nel darvi buoni consigli.
Consiglio I. Ogni giorno pregate per coloro che sono fuori dalla vera Chiesa, e che non vogliono saperne dei preti e dei frati. Il loro stato vi muova a compassione assai più, che se li vedeste carichi di piaghe! Che Iddio illumini la loro mente, ammollisca i loro {11 [11]} cuori; da lupi al mattino ne faccia agnelli alla sera, e da persecutori della Chiesa, li converta in suo appoggio e sostegno.
Consiglio II. Cessi la maldicenza! Non parlate mai male di nessuno. Aveste anche molte belle qualità di spirito, se voi parlate male degli altri, ecclissate tutti i vostri meriti. Il maldicente, per quanto si sforzi, non sarà mai stimato nè amato sinceramente; potrà avere degli adulatori, pronti a tradirlo ad ogni momento, ma non mai per amici persone probe ed onorate. La mala lingua rovina più il suo padrone, di quello che rechi danno una forte brina ai fiori di un giardino. Il lupo si riconosce dai denti, l'uomo dalla sua lingua. Il non saper aprir bocca, intavolare un discorso, o terminarlo, senza sparlare del terzo o del quarto assente, è segno, dice l'Abate Goussault, di un cuore maligno, vile, traditore ed assassino, di testa sventata e leggi era, di carattere incostante, di superbia e di grande invidia, doti tali che disonorano chi le possiede. S. Agostino considerava i maldicenti come una vera {12 [12]} peste, e li paragonava ai corvi ed agli avoltoi, che si dilettano, e si pascono di carogne. Abborriva talmente tale genia, che non voleva assistere a nessun pranzo o brigata ove vi fosse stato un maldicente; alla porta della stanza ove esso mangiava, aveva fatto scrivere a grossi caratteri su di un cartellone, che il pane della sua tavola non era fatto pei denti dei mormoratori. La medesima regola la tenne poscia s. Giovanni Canzio, come si legge nella sua vita. Amici miei, non fidatevi dei maldicenti, fuggite quanto potete la loro compagnia, e farete sì gran guadagno di cui avrete a trovarvi contenti per molto tempo.
Consiglio III. Non comperate libri che non abbiano, o in principio o sul fine, l'approvazione ecclesiastica. Non leggete mai nessun giornale, o libro cattivo; e se ne avete in casa vostra gittateli sul fuoco dicendo: Briccone d'un libro o d'un giornale va tu in fiamme, ma non vada l'anima mia all'inferno. Promovete per quanto sta in voi i libri ed i giornali buoni. {13 [13]}
Non dite, non fate mai cose, di cui dobbiate pentirvi dopo; all'opposto dite, fate, pensate ciò che vi renderà per sempre contenti. E questo un principio di alta, soda, e pratica filosofia a cui niuno può contraddire.
Per ultimo vi raccomando che non attacchiate troppo i vostri cuori alle cose di questo mondo, che tardi o tosto dovrete lasciare per sempre, ma procurate di acquistarvi dei tesori nel Cielo, ove la ruggine non li consuma, ed i ladri non ve li possono carpire. Se metterete in pratica i miei consigli, vivrete una vita lunga, e scevra d'affanni.
Io vi lascio o amici miei, colla speranza di rivedervi tutti l'anno venturo. Iddio vi conservi per tutto l'anno in buona sanità, mantenga la buona armonia e la pace in vostra casa, vi dia servi fedeli, e vi conceda una grande abbondanza di raccolti della campagna. Ogni giorno al levar del sole vi prometto di pregare per voi, e voi dal canto vostro non dimenticatevi del povero.
GALANTUOMO.
{14 [14]} {15 [15]}
Il Galantuomo ai
suoi amici.
|
pag. 3
|
I. Li riverisce
ed espone loro un progetto
|
ivi
|
II. Li invita a
pregare.
|
7
|
III. Dà dei
consigli ai suoi amici, e li saluta
|
11
|
Calendario per
l'anno 1873
|
15
|
Delle quattro
stagioni .
|
ivi
|
Ecclissi
|
ivi
|
I quattro tempi
dell’anno
|
16
|
Computi
ecclesiastici
|
ivi
|
Tempo proibito
per celebrare le nozze solenni giusta le disposizioni del sacro Concilio di
Trento
|
ivi
|
Feste mobili
|
ivi
|
Feste fisse
assegnate in ciascun giorno e mese dell'anno
|
17
|
Profezie di Maria
Lataste
|
31
|
Rivelazioni sulla
Francia
|
35
|
Coraggio d'un
Lupo
|
42
|
Fede e bontà di Pio
IX .
|
44
|
Agli amatori del
vino
|
45
|
Il Pastorello
|
48
|
Incontro
singolare
|
49
|
L'Ebreo errante
|
54
|
Curiosità. I.
Lezione d'un vecchio Padre
|
59
|
Curiosità II.
Cassetta magica.
|
60
|
Curiosità III. Un
Padron matto
|
62
|
Curiosità IV. Una
bruta bestia
|
ivi
|
Mangiate pure
aringhe e merluzzi
|
63
|
Rimedii
|
64
|
Pensieri da
meditarsi per ciascun mese dell’anno
|
65
|
Torino 1872 – Tip.
dell’ Orat. Di s. Franc. di Sales. {16 [16]} {17 [17]} {18 [18]}