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  San Giovanni Bosco - Opere Edite.

LA NUVOLETTA DEL CARMELO

OSSIA LA DIVOZIONE A MARIA AUSILIATRICE PREMIATA DI NUOVE GRAZIE

per cura del sacerdote GIOVANNI BOSCO

 

S. PIER D’ARENA

TIPOGRAFIA E LIBRERIA SI S. VINCENZO De’PAOLI

 

TORINO                                                         N1ZZA MARITTIMA

LIBBERIA SALESIANA                                 PATRONATO DI S. PIETRO.

 

1877 { [449]}

 

 

 

 

INDEX

Prefazione  3

Protesta dell’autore  3

I. Guarigione di un vecchio più che ottuagenario. 4

II. Subitanea guarigione da bronchite e da suoi effetti. 5

III. Guarigione da un colpo di apoplessia. 6

IV. Una madre ottiene il latte per un bambino. 7

V. Una lite felicemente composta. 7

VI. Una donna consolata. 8

VII. Guarigione da lunga malattia e da forte emoraggìa. 8

VIII. Guarigione da malattia polmonare. 9

IX. Due fanciulli infermi restituiti a florida salute. 9

X. Guarigione di un fannullo da ostinata febbre. 10

XI. Guarigione da una forte indigestiotie. 10

XII. Tre persone cadute in un'acqua e salvate da certa morte. 10

XIII. Guarigione da grave malattia  11

XIV. Un giovinetto riceve il dono della memoria. 11

XV. Un giovane esentato dal servizio militare. 12

XVI. Guarigione da vomito e da mal di stomaco. 12

XVII. Guarigione da più mali. 12

XVIII. La concordia rientrata in famiglia. 13

XIX. Guarigione da sinoco mortale. 13

XX. Una scossa elettrica ossia una guarigione istantanea. 14

XXI. Guarigione di una moribonda. 15

XXII. Guarigione da respirazione impedita. 15

XXIII. Un fanciullo guarito da dolori intestini. 15

XXIV. Guarigione da mal caduco. 16

XXV. Liberazione da un dispiacere. 16

XXVI. Due guarigioni, ossia Maria potente e clemente. 16

XXVII. Guarigione da bronchite, reuma e polmonite. 17

XXVIII. Guarigione da tisi polmonare. 18

XXIX. Grazia di una buona morte. 18

XXX. Offerta per ima messa da celebrarsi nella Chiesa di Maria Ausiliatrice per guarigione ottenuta. 18

XXXI Una malata salva per miracolo. 19

XXXII. Liberazione dall' amputazione di una gamba. 19

XXXIII. Guarigione di una inferma in fin di vita per malattia polmonare. 20

XXXIV. Una faticiulla guarita nelle gambe e varie altre grazie. 20

XXXV. Maria Ausiliatrice nutrice degli orfani. 21

XXXVI. Maria Ausiliatrice e le locuste d'America. 21

XXXVII. La conversione di un eretico. 23

Sommario di grazie varie  26

Tre orazioni da recitarsi nella novena e nella festa di Maria Ausiliatrice  29

I. 29

II. 29

III. 30

Indice  30

 


Prefazione

            Da tre anni più non cadeva nè rugiada nè pioggia sulla terra d’lsraele. Ogni filo d’erba, ogni virgulto e pianta era intieramente bruciata dai roventi raggi del sole; la campagna presentava l’aspetto di un vasto deserto. Era questo un giusto castigo contro al popolo infedele, che aveva abbandonato il culto del vero Dio per darsi all’adorazione di false divinità.

            Un flagello così grande, e così prolungato, fece finalmente aprire gli occhi ai peccatori, che rientrati in se stessi cercarono di riconciliarsi col Cielo. Fu allora che il profeta Elia a nome di Dio si presentò ad Acabbo promettendo pioggia in abbondanza ed ogni bene, se egli e il [..] { [450]}

 

 

Protesta dell’autore

 

            Per ottemperare ai decreti del la felice Memoria di Papa Urbano VIII, protesto che a tutti i miracoli e grazie inserite in questa operetta non intendo di attribuire altra autorità che puramente umana, non volendo per nulla prevenire il giudizio della Santa Sede Apostolica, alla quale professo e mi glorio di essere figlio ubbidiectissimo.

 

PROPRIETÀ DELL’EDITORE. { [451]}

 

suo popolo ritornava ad amare e servire il Signore, rovesciando gli altari de'falsi Dei. Accettata la proposta, Elia sale sull'alta cima del monte Carmelo, e prega Dio che apra le cataratte del Cielo, e versi la benefica pioggia sull'arsa e desolata terra d'Israello. Ed ecco farsi tosto vedere dalla parte del mare una leggiera nuvoletta, che alzandosi gradatamente, e distendendosi ad ogni istante, in breve ora viene a coprire tutto il firmamento. Comincia a cadere acqua dirotta; ne beve la terra assetata, si riempiono i ruscelli, i fiumi e le fonti. In seguito a pochi giorni tutta la campagna rifiorisce a novella vita, e dà in tempo opportuno una raccolta abbondante[1].

            Alla nuvoletta veduta dal profeta Elia, è giustamente paragonata in questi ultimi tempi la divozione a Maria Ausiliatrice. Di fatto, non sono che pochi anni dacchè in Torino fu dedicata una Chiesa all'Augusta Madre del Salvatore sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, e che incominciossi ad onorarcela e farvi ricorso invocandola {4 [452]} con questo grazioso nome, eppure siffatta divozione si è già di tanto divulgata, che ormai non vi è più paese d'Italia, in cui non sia conosciuta. A Maria Ausiliatrice venerata in ispecial modo nella sua Chiesa di Torino si ricorre da ogni classe di persone, dai grandi e dai piccoli, dai ricchi e dai poveri, dai sani, e soppratutto dai malati e dagli afflitti; s'invoca dagli individui, dalle famiglie, dalle comunità e dalle parecchie e dalle intere città non solo nei nostri paesi, ma nelle più rimote contrade della terra. Giorno non passa che non arrivino o persone, o lettere e suppliche dei divoti per domandare grazie nel detto Santuario, come al trono della celeste e misericordiosa Regina. Siffatta divozione, vale a dire questo amore, questa fiducia, questo trasporto e ricorso a Maria Auxilium Christianorum si va aumentando ogni dì più tra il popolo fedele, e porge motivo a pronunziare che tempo verrà, in cui ogni buon cristiano insieme colla divozione al SS. Sacramento, e al Sacro Cuore di Gesù farassi un vanto di professare una divozione tenerissima a Maria Ausiliatrice. {5 [453]}

            Ci spronano poi a pensar così le grazie di ogni genere anche più strepitose, che il buon Dio comparte ogni giorno a coloro, che invocano Maria col bel titolo di Ausiliatrice, quasi che Ei voglia con ciò dimostrare tornargli questo graditissimo; grazie cosi numerose, che, se si pubblicassero tutte quelle di cui si fa relazione, se ne potrebbe comporre ogni anno un bel volume. Nè della loro veracità si può muovere dubbioveruno, sia perchè si conservano gelosamente gli originali manoscritti negli archivii del Santuario, sia perchè le relazioni di grazie siffatte sono quasi sempre accompagnate da offerte a benefizio di detta Chiesa, sia ancora perchè coll'offerta materiale va sempre congiunta la preghiera, la confessione e comunione di coloro, che furono beneficati. Ora ognun sa che specialmente ai tempi nostri una persona non s'induce a cotali sacrifizi, se non da un forte motivo, che nel caso nostro altro non può essere fuorchè la esperienza di essere stati favoriti da Dio ad intercessione di Maria Ausiliatrice. Nè dalle fedeli relazioni delle grazie ricevute puossi tuttavia fare una idea adequata in quanto gran {6 [454]} nomerò siano i favori che Maria Ausiliatrice ottiene tuttodì a suoi divoti; imperocchè la maggior parte di questi è nota a Dio solo, or perchè chi li riceve non sa scriverli, o non può recarsi, personalmente al Santuario per riferirli, or perchè sono grazie spirituali, e talora eziandio perchè non si ha piacere di far conoscere certi mali, e tribolazioni, da cui si fu liberati, per essere segreti di famiglia, e via dicendo. Ma intanto meglio che la nuvoletta vista dal profeta sul monte Carmelo questa divozione spande sulla terra una vera pioggia di benedizioni, le quali la faranno amare e dilatare vie maggiormente. E cosi mentre solleverà dai mali di spirito e di corpo i cristiani afflitti e tribolati farà pur fiorire in mezzo a loro le virtù più belle, e produrre ubertosi frutti di Paradiso, che è lo scopo principale di questa divozione.

            Quale saggio di quanto siasi ormai distesa la divozione a Maria Ausiliatrice, e in prova della bontà e della potenza con cui questa Madre celeste soccorre chi la invoca sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, noi publichiamo nel presente fascicolo varie {7 [455]} grazie, di cui ci venne fotta relazione. Serrano esse ad inspirare in tutti i nostri lettori la più viva fiducia in Maria Ausiliatrice: sieno loro di forte stimolo a fare pronto ricorso a Lei in tutti i loro bisogni, affinchè così, dopo aver provati i dolci effetti della valida sua protezióne in vita, possiamo, come ci fa pregare la Chiesa, sentirli assai più efficacemente in morte col riportare una compiuta vittoria oontro i nemici dell'anima nostra, e così entrare trionfanti nell'eterno gloria: ut talipraesidio muniti certantes in vita, victoriam de hoste maligno consegui valeamus in morte. {8 [456]}

 

 

I. Guarigione di un vecchio più che ottuagenario.

 

            Tra le molte grazie che si sono ottenute per intercessione di Maria Ausiliatrice credo che ultima non sia quella, che sto per narrare, fatta al mio buon padre nell'età di 82 anni. Essa mi pare cosi importante da meritare di essere pubblicata ad onore di Maria, e a gloria di chi la creò si buona, e la rese cosi potente.

            Era il mese di Maggio dell'anno 1876 quando il vecchio mio genitore venne colpito da una malattia, la cui guarigione, al dire del medico stesso, era impossibile ad ottenersi in una persona {9 [457]} còsi attempata. Anzi il dottore dopo maturo esame credette bene di dirmi queste parole: «Scusi, damigella, se le dico ciò che mi penso: ella non si faccia alcuna illusione: suo padre è troppo vecchio per poter guarire da malattia siffatta.» Queste parole gettarono me e tutta la famiglia in un mare di angoscie, e da tutti si prese a piangere dirottamente. In tanta afflizione mi venne il pensiero di recarmi alla Chiesa di Maria Ausiliatrice, raccomandare a questa pietosa Madre il mio caro malato, e domandare per lui una speciale benedizione al direttore del Santuario. Così feci. Giunta ai piedi della bella immagine io più colle lagrime che colle parole cosi la pregai «O dolcissima Maria, amica di Dio, gioia degli angeli, rosa delle vergini, luce del Paradiso, Madre del mio Gesù, Voi mi avete già tante altre volte aiutata e consolata. Deh! cara Madre, non mi abbandonate nella presente tribolazione; ascoltate la mia preghiera, asciugate le.mie lagrime, risanate il mio povero padre.» Dette queste {10 [458]} ed altre simili parole, io passai nella sacristia, mi presentai al direttore della Chiesa, gli narrai lo stato del mio genitore, gli domandai la bramata benedizione. Il ministro di Dio accondiscese di buon grado alla mia domanda, e licenziandomi mi disse: «Io ho benedetto lei e il padre suo. Ella da oggi sino alla festa del Corpus Domini reciti ogni giorno tre Pater, Ave e Gloria in onore del SS. Sacramento, e una Salve Regina alla Beatissima Vergine, e stia certa che la Madonna le otterrà la grazia.» Ringraziatolo, me ne ritornai dinanzi alla immagine dell' augusta Madre di Dio, e in quel momento mi sentii nascere in cuore una inesprimibile consolazione, presagio sicuro che sarei stata esaudita. Ma la Beata Vergine volle mettere alla prova la mia confidenza in Lei. Io tanto bramava di vedermi risanato il padre, che ogni giorno mi pareva un anno; quindi dopo alcun tempo non iscorgendo in lui il sospirato miglioramento me ne ritornai alla detta Chiesa, e mi ripresentai al direttore tutta dolente. Ascoltatami, {11 [459]} egli mi rispose: «Ma non è mica ancora terminato il tempo delle nostre preghiere: vi è ancora la novena del Corpus Domini, che incomincia oggi soltanto. Raddoppiamo dunque il fervore e la speranza; confidi, e poi lasci fare alla Madonna.» Così mi consolò. Intanto era venuta la vigilia della sempre dolcissima festa del SS. Sacramento, e il giulivo suono delle cam-ane che l'annunziavano destava nell'animo mio ognor più viva la speranza, che il domani io sarei stata esaudita. Con questa fiducia io me ne andai tranquilla a riposo. Al mattino appena svegliata mi portai con premura al letto del padre mio per domandargli cóme avesse passata la notte. Ed oh! quale non fu la mia gioia quando lo udii a rispondermi tutto contento e sereno: «Ho passata una notte buona; se va cosi, io sono guarito: oh! dunque io esclamai, la Madonna ci ha fatto la grazia! Cosi era di fatto, e in breve tempo mio padre fu perfettamente ristabilito. Questo segnalato favore mi eccitò nell'anima {12 [460]} sentimenti di tanta gratitudine, che io vorrei possedere mille lingue per esaltare come si conviene la potenza e la bontà di Maria Ausiliatrice, farla amare da tutti i cuori, e risuonare il suo bel nome per ogni confine.

 

                                                                                    MARCELLINA MAZZUCCO.

 

            Torino, Giugno 1876.

 

 

II. Subitanea guarigione da bronchite e da suoi effetti.

 

            A gloria di Dio, e ad onore di Maria Ausiliatrice mi sento in dovere di narrare quanto segue. Io ebbi un forte sbocco di sangue il venerdì di Passione del corrente anno 1876, in seguito ad una tosse ostinata, che da qualche tempo mi molestava. Mandai tosto pel medico, il quale benchè molto perito e malgrado le più assidue cure non potè fermare il progresso della {13 [461]} malattia, che fini per ispiegarsi in vera etisia. Dopo alcuni mesi si consultò il medico del nostro Istituto di Vercelli, che giudicò quanto il primo. Finalmente dalla materna premura dell'ottima mia Provinciale fui inviata a Torino nel mese di Agosto per isperimentare nuovi medici, i quali pienamente d'accordo coi primi giudicarono la mia malattia già molto avanzata, trovando il polmone sinistro e il fegato gravemente interessati. Io soffrivo in oltre una invincibile inappetenza, ed un si forte male alle gambe, che non solo mi rendeva malagevole il camminare, ma tormentavami pur anche sedendo. A questo punto era ridotta la mia salute, e la fine dei giorni miei si avanzava a gran passi. Or ecco le maraviglie della Madre di Dio, e gli effetti della sua pietà verso di me. Scorgendo che i ritrovati dell'arte non avrebbero ormai più potuto salvarmi la vita, io risolvetti di far ricorso a Colei, che viene giustamente chiamata Aiuto dei Cristiani. Adunque il mattino del giorno undici agosto p. p. {14 [462]} dopo subita la visita medica fattami da due periti nell'ospedale di s. Luigi in Torino, io mi recai alla Chiesa di Maria Ausiliatrice, piena di speranza di ottenere la guarigione per intercessione di questa Madre potente. Ivi ricevetti la cosi detta benedizione di Maria Ausiliatrice e mi venne assegnata in pari tempo una pratica di divozione, e regalata una medaglia. Dopo ciò, licenziatami dal R. sacerdote, io entrai colle Suore, che mi accompagnavano, nella sontuosa Chiesa di Maria Ausiliatrice, ove celebravasi la santa messa già pervenuta al primo Vangelo. Non ostante il mio gravissimo male di gambe, e l'affanno che mi opprimevano, m'inginocchiai; e risoluta, a costo pur anche di uno svenimento, di abbandonarmi alla protezione della cara Vergine Ausiliatrice, vi durai nella stessa posizione sino alla fine della Messa. Terminato il santo Sacrifizio me ne uscii di Chiesa; ma nel discenderne la gradinata con mia grande sorpresa io mi avvidi di essere perfettamente guarita. Affatto scomparso era il mio mal di {15 [463]} gambe, libero il respiro, e un appetito, anzi una fame tale mi si faceva sentire, quale da parecchi mesi più non aveva provato. Nè fittizia o di pochi giorni fu questa mia guarigione, poichè senza aver più bisogno nè di medici, nè di medicine io mi trovo tuttora con una salute non più goduta da parecchi anni, e cosi florida da essere in grado di fare la mia scuola infantile colla massima facilità. In somma io fui instantaneamente guarita per intercessione di Maria Ausiliatrice. Di ciò io sono così convinta, che se non mi fossi già consacrata a Dio, lo farei ora in riconoscenza e per gratitudine verso questa dolce e pietosa Madre.

 

                                                                                                Suor PAOLINA GENTINA

                                                                                                            Sorella della Carità.

 

            Cerano, 9 Novembre 1876.

 

            Il sottoscritto dichiara di aver avuto in sua cura nella primavera del corrente anno la nominata Suor Paolina Gentina, affetta già da tempo da lenta {16 [464]} bronchite con localizzazione tubercolosa all'apice del polmone sinistro; e che ora trovasi in condizione di salute cotanto favorevole, da poter attendere liberamente all'occupazione di Maestra direttrice presso l'asilo infantile di questo borgo. In fede

 

            Cerano, addi 9 Novembre 1876

 

                                                                                                Dottore DRISALDI.

 

            Io parroco arciprete di Cerano, e sovramtendente a queste scuole municipali, riconosco la firma e la pura verità dell'esposto da suor Paolina Gentina maestra direttrice di queste scuole infantili. Fondatamente essa attribuisce a straordinaria grazia di Maria Ausiliatrice la subitanea sua guarigione. Come di persona a me pienamente nota rilevo in oltre la suesposta firma del sig. medico condotto locale Drisaldi Camillo, di cui puossi facilmente intendere la riservatezza impostagli dalla sua professione. In fede

 

            Arciprete MARCHETTI GIACOMO.

            Cerano, 9 Novembre 1876. {17 [465]}

 

 

III. Guarigione da un colpo di apoplessia.

 

            Molto Reverendo signor Direttore. Avendo intèso che tra poco saranno pubblicate nuove grazie ottenute coll'invocarc Maria Aiuto dei Cristiani, venerata in modo speciale in cotesta Chiesa di Torino, mi fo premura di raccontargliene una assai grande, che questa i Madre benigna fece alla mia moglie Carolina, perciò a me stesso e a tutta la famiglia.

            Era la sera del quattro di Agosto 1875, e la mia consorte, terminati i lavori della giornata, erasi posta a riposo, quand'ecco sentirsi improvvisamente male. Chiamato, balzo di Ietto in un subito, e cerco di portarle soccorso; ma essa con voce fioca e stentata mi dice: Caro Vittorio, mi sento a mancare; io muoio. Ciò detto, posa il capo, e pareva che volesse allora allora spirare. Atterrito, domando gente, e mando tosto pel prete e pel medico. {18 [466]}

            Giunto il dottore, e visitata l'inferma dichiarò essere assalita da un colpo apopletico, contro cui nulla possono i ritrovati dell'arte umana. Sopraggiunto in pari tempo il sacerdote, non potendo far altro, le amministrò l'Olio Santo, e prese a recitare le preghiere dei moribondi. S'immagini chi può la mia costernazione, e le angoscie del mio povero cuore. Per buona ventura al doloroso caso si trovava presente una persona mia parente, la quale avendo già altre volte sperimentata la protezione di Maria Ausiliatrice mi consigliò di raccomandare la povera agonizzante a questa Madre potente, e promettere qualche offerta alla sua Chiesa in Torino, se mia moglie guariva. Colgo di buon grado questo consiglio, fo il mio voto, metto al collo della malata una medaglia di Maria Ausiliatrice, e incomincio tosto una novena. La pietosa Vergine accolse i miei voti, e non tardò ad infondere nel cuor di tutti la gioia più soave, e la più certa speranza, che ci avrebbe pienamente esauditi. Imperocchè allo spuntare dell'alba del {19 [467]} giorno seguente la moribonda comincia a migliorare, riprende la parola, si confessa, e riceve il SS. Viatico. Che più? Alla sera di quel giorno stesso ella già si divertiva, ed accarezzava i suoi teneri bimbi, ed era mori da ogni pericolo di vita. Ritornato il medico, ed esaminato il fatto ne fu altamente maravigliato e disse: di tanti casi simili, che mi sono accaduti, questo è il solo, che io vegga sfuggire alla morte. Il giorno poi che finiva la novena, mia moglie si trovava sana e salva, e fu in grado di andare in persona a ringraziare la gran Madre di Dio, adempiere il nostro voto coll'offerta promessa, unendo quella eziandio di tutta se stessa. Valga questo fatto ad eccitare tutti i cristiani a collocare in Maria Ausiliatrice la più grande fiducia, e ad invocarla in ogni loro bisogno.

 

                                                                                                ROTA VITTORIO.

            Lu, 13 Gennaio 1877. {20 [468]}

 

 

IV. Una madre ottiene il latte per un bambino.

 

            Da un mio amico associato alle Letture Cattoliche avendo varie volte udito a parlare di Maria Ausiliatrice, e delle grazie che Ella ottiene da Dio a chi la invoca nei suoi bisogni, io e mia moglie abbiamo concepita una grande speranza di ricevere da questa augusta Regina un sospiratissimo favore. Aveva già mia consorte avuti tre figli, ma senza aver mai potuto nutrirli essa medesima per mancanza di latte. Pieni pertanto di fiducia noi abbiamo fatto voto che, se Maria le faceva la grazia di avere il latte necessario per allevare la nuova creaturina che ci aspettavamo, noi avremmo offerto due mesi di baliatico per la sua chiesa in Torino, e fattavi celebrare una novena in ringraziamento. Ed ecco venuto il tempo di adempiere la nostra promessa; poichè la grazia fu ottenuta compiutamente. {21 [469]} Desidero che questa grazia sia pur anche pubblicata, affinchè sempre meglio si conosca quanto si mostri buona e potente Maria invocata sotto il titolo di Auxilmm Christianonim, e vie più si propaghi la sua divozione.

                        FROLA GIOVANNI.

                        ENRIU' GIUSEPPE testimonio.

 

            Montanaro, 10 Aprile 1870.

 

 

V. Una lite felicemente composta.

 

            Sia ringraziata Maria Ausiliatrice, che ini liberò dall' ostile conlegno di un mio creditore, e più dalla pessima influenza del suo procuratore, il quale pareva, che avesse giurala una fiera persecuzione contro di me e della mia famiglia. Il giorno dopo che io mi era raccomandato a questa Regina di pace ogni cosa veniva terminata con {22 [470]} soddisfazione di ambe le parti. Il più mirabile si è che lo strumento di questa felice composizione si fu un individuo stesso già stato cagione del mio disgusto. Da questo fatto io mi convinsi più che mai, che Maria è padrona dei cuori, ed è cosi potente da cangiarli a suo piacimento, e ben disporli in vantaggio di coloro, che a Lei si raccomandano con vera fiducia. Mi auguro di poter tra poco rendere grazie personalmente alla gran Vergine Maria recandomi alla sua Chiesa in Torino, e farvi quella piccola offerta, che le mie forze mi permetteranno.

 

                                                                                                BONICATTI notaio.

            Maggio 1870.

 

 

VI. Una donna consolata.

 

            Le mando per la posta due anelli d'oro, che una persona divota offre a {23 [471]} Maria Ausiliatrice per grazia ricevuta. La grazia, secondo che racconta ella medesima in una lettera, con cui mi accompagnava il regalo, sarebbe questa. «Da parecchi anni, ella scrive, dacchè io era sposa mi mancava tuttavia la consolazione di essere madre, e n'era molto dolente. Nell'anno passato 1875 mi capitò in mano il fascicolo delle Letture Cattoliche intitolato: Maria Ausiliatrice col racconto di alcune grazie ricevute. Lessi il libro, e gettatami innanzi alla Madonna domandai la grazia di avere un figliuolo. Conoscendo oggi di essere stata esaudita, e confidando per l'intercessione di sì buona Madre di giungere al conseguimento dei miei voli, offro i due anelli d'oro, che ella manderà a Torino, senza pubblicare per ora il mio nome e patria». Eccole, sig. direttore quanto io le doveva mandare e notificare. Ommettendo il nome della consolata oblatrice pubblichi pure la grazia da lei ricevuta a gloria di Maria Ausiliatrice, la cui celeste bontà viene in questi giorni cosi efficacemente sperimentata da ogni sorta di afflitti e {24 [472]} tribolati. In ogni modo Viva Maria Ausiliatrice! Viva le Letture Cattoliche!

 

                                                                                                D. PAOLO TARONI.

            Faenza, 1876.

 

 

VII. Guarigione da lunga malattia e da forte emoraggìa.

 

            Assai consolante mi torna, M. R. Signor Direttore, il farle conoscere una grazia singolare ottenuta per intercessione di Maria, Aiuto dei Cristiani. Già fin dall'anno 1871 mio fratello era molestato da gravi malanni in seguito ad una costipazione negligentata, quando il 10 Marzo 1876 agli antichi aggiungendosi nuovi malori fummo costretti a tenerlo in letto per alienazione di mente. Dopo alcun tempo riacquistò bensì le usate idee, ma non già la sospirata salute, che anzi venne sorpreso da una forte emoraggia, per la quale {25 [473]} gettava in quantità sangue dalla bocca e dal naso. I medici non sapevano che dirsi, e tutto faceva temere che il povero malato andasse incontro ad una certa morte. Allora fu che ci siamo risoluti di condurlo nella Chiesa di Maria Ausiliatrice, dove gli venne data la benedizione, e ci fu suggerito di fare alcune preghiere sino alla festa dell'Assunzione di Maria in Cielo. Ricondotto a casa il malato fu molto più tranquillo. Da quel giorno cominciò il suo miglioramento, il quale andava facendosi ogni di più sensibile di mano in mano che si avvicinava il termine prefisso alle nostre preghiere, finchè nel mese di Agosto intorno alla festa dell'Assunta raggiunse la perfetta salute. Presentemente detto mio fratello  fa l'anno di volontariato. Egli non si scorderà giammai della grazia, che Maria gli fece, e pur da soldato le si mostrerà devotissimo figlio.

 

                                                                                                                        T. G.

            Torino, 14 Novembre 4876. {26 [474]}

 

            P. S. In caso che si dovesse pubblicare questa grazia si prega di mettere solo le iniziali del mio nome per un motivo speciale.

 

 

VIII. Guarigione da malattia polmonare.

 

            Associato per diverse copie alle Letture Cattoliche ricevetti l'anno scorso nella novena di Maria Ausiliatrice il fascicolo del mese di Maggio, dove leggonsi le innumerevoli grazie operate da Maria a favore dei suoi divoti. Ravvivato da queste nella confidenza verso questa dolcissima Madre nostra, io volli far prova di sua potenza a prò di una certa Casivola Catterina, d'anni ventidue. Tocca ai polmoni, ed inferma da più di due anni, fin dal mese di Marzo dell'anno corrente ella più non alzavasi di letto, anzi ricevuti già i conforti della Religione, e ridotta agli estremi aspettavasi la morte da un momento all'altro. In tale stato rammentandosi i portenti {27 [475]} della grotta di Lourdes mi manifestò il desiderio di avere di quell'acqua prodigiosa. Non credei per allora il caso di dargliene; ma in quella vece la consigliai di fare piuttosto una novena a Maria Ausiliatrice, di cui era imminente la festa. Da lei e da quei di famiglia si accettò il mio consiglio. Si cominciò la novena nel giorno stesso della festa 24 Maggio, con promessa di venire a ringraziare Maria nella sua Chiesa in Torino, se ottenevasi la guarigione. Grande potenza e bontà di Maria! Non era ancora terminata la novena, che l'inferma aveva già incominciato a migliorare, ed ora colei, che già spedita ed abbandonata dai medici stava per mandare l'ultimo sospiro, trovasi perfettamente guarita. Nel giorno 14 dello scorso ottobre ella venne a Torino in compagnia della madre a sciogliere il suo voto ai piedi di Maria, e a ringraziarla di una grazia così segnalata.

            Sia dunque eterna lode a Maria vero aiuto dei Cristiani, e salute degli infermi.

            La stessa giovane mi disse averle in quell'occasione la S. V. parlato di {28 [476]} certo nuovo Instituto di figlie di Maria Ausiliatrice fondato da D. Bosco in Mornese con casa aperta anche in Torino. Io la prego a volermi informare intorno a questo Instituto indicandomene lo scopo, e le condizioni per esservi ammessa. Questa giovane riconoscendo, che deve la sua vita a Maria Ausiliatrice, desidera di consacrarsi intieramente al servizio di lei e del suo divin Figliuolo Gesù, abbracciando il detto Istituto.

                                                                        Canonico CATTANEO MICHELE.

            Pontecurone, 10 Novembre 1876.

 

 

IX. Due fanciulli infermi restituiti a florida salute.

 

            Una pia madre di famiglia nativa ed abitante in Camogli, trovandosi sommamente afflitta per la grave infermità di due suoi bimbi, faceva ricorso alla {29 [477]} Vergine Ausiliatrice promèttendo che, se avesse ottenuta la grazia della loro guarigione, avrebbe mandato un'offerta pel nuovo santuario a Lei innalzato in Torino. E la grazia non si fece molto aspettare. Maria gradiva la supplica e la promessa, e consolava l'afflitta madre risanandole perfettamente i bambini, anzi restituendoli ad una più florida sanità. Laonde riconoscente per tanto benefizio questa pia signora le spedisce per mezzo mio l'offerta, che qui le accludo, pel nuovo Santuario, con preghiera, che venga celebrata  una  messa con benedizione all'altare della Madonna. Possa pertanto questa novella prova di beneficenza e di amore data dall'augusta Regina del Cielo muovere altre persone a fare pronto ricorso a Lei nei loro bisogni, onde così porgerle propizie occasioni per dimostrarsi ogni di più la Consolatrice degli afflitti, l'Aiuto potente dei Cristiani.

                                                                        Prete GIOVANNI BATTISTA COSTA.

            Camogli, 10 Settembre 1876. {30 [478]}

 

 

X. Guarigione di un fannullo da ostinata febbre.

 

            Maria Ausiliatrice fa sentire da per tutto i dolci effetti della sua potenza, e del suo materno amore. Io stesso lo ebbi testè a provare a tutta evidenza.

            Mio figlio Pietro, dell' età di anni tre, da diciotto mesi era travagliato da ostinata febbre, che lo andava consumando irreparabilmente. Tutte leprove, che l'arte medica potesse suggerire io le ho fatte, ma indarno; sicchè io aveva già perduta la speranza di salvargli la vita. Per buona ventura aveva io letto poc'anzi il fascicolo delle Letture Cattoliche, in cui si narrano le innumerevoli grazie ottenute da Maria, invocata sotto il nome di Aiuto dei Cristiani. Memore di questi celesti favori, una sera che commosso sino alle lagrime io contemplava il mio povero bimbo a consumarsi {31 [479]} nel suo male, mi balenò il felice pensiero di fare ancor io ricorso a questa Vergine benigna e potente. Laonde presa fiducia da ciò che aveva letto, io raccomandai a Maria Ausiliatrice il mio piccolo malato, gli misi al collo una sua medaglia, promisi una piccola oblazione, se otteneva la grazia, e incominciai a questo fine una novena recitando ogni giorno tre Pater Ave e Gloria al SS. Sacramento, colla giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ognimomettio il SS. e divinissimo Sacramento, e tre Salve Regina coll'invocazione: Maria Auxilium Christianorum, ora prò nobis. Debbo dirlo? si, a gloria di Maria mia insigne Benefattrice. Là novena non era ancora giunta al quarto giorno, che mio figlio era perfettamente guarito, e continua ancora oggidì a godere ottima salute. La mia penna non è capace ad esprimere la gioia, da cui fu ed è tuttora ripieno il mio cuore per tanto favore. Quindi è che a sfogo della mia gratitudine, nel mandare la promessa offerta, prego V. S. che voglia pubblicare questa grazia, affinchè sempre più sia {32 [480]} glorificata ed invocata Maria Ausiliatrice.

                                                                                                ZAVATTARO GIUSEPPE.

            Lazzarone Monferrato, il 16 Luglio 1876.

 

 

XI. Guarigione da una forte indigestiotie.

 

            Maria Ausiliatrice si mostrò testè assai propizia ad una madre di famiglia. Per forte indigestione essa da sei giorni stava in pericolo di vita, quando temendo di soccombere si raccomandò a questa Madre celeste; promise di far celebrar una messa in cotesta Chiesa, dando a me stesso l'incarico di spedirne la qui unita limosina di L. 5. Appena ebbe presa questa risoluzione e incaricommi di ciò, la povera inferma contro l'aspettazione di tutti cominciò a star meglio, ed uscì da ogni pericolo. Voglia la pietosissima Vergine continuare il conforto della invocata sua protezione {33 [481]} a questa povera madre e a tutta la sua famiglia, onde stringerla a sè ognor più fortemente coi vincoli di una eterna gratitudine.

                                                                                    D. ROBBA GIUSEPPE.

            Canelli, 28 Giugno 1876.

 

 

XII. Tre persone cadute in un'acqua e salvate da certa morte.

 

            Più volte io e parecchi miei parenti abbiamo sperimentato la materna bontà di Maria Ausiliatrice; motivo per cui con figliale fiducia bene spesso Le ci raccomandiamo, affinchè non solo ci liberi dai mali presenti, ma ancora ci preservi dai futuri. E la buona madre finora ci ha sempre protetti. Un nuovo fatto venne testè a ravvivare la nostra speranza che Ella continuerà per l'avvenire a vegliare sopra di noi.

            La sera stessa che io scrissi alla {34 [482]} S. V., 20 corrente, sulla via di Alba sotto S. Vittoria, circa la mezzanotte, Maria segnalava la sua celeste bontà con una specialissima grazia. Un mio nipote di nome Franco Matteo e due suoi compagni, Morino Giovanni, e un certo Morra conducente, facevano viaggio sopra un carro di meloni, quando essendosi tutti e tre addormentati caddero col peso e colla bestia in un canale d'acqua alto circa due metri. S'immagini il pericolo di tale caduta per sì fatali circostanze! Esso fu si grande, che, umanamente parlando, i poverini avrebbero dovuto o annegare od essere schiacciati sotto il peso del carro. Ma nulla fu di questo. Maria vi pose la sua mano potente, e tanto mio nipote quanto i suoi compagni furono tratti fuori sani e salvi senza alcun male soffrire, eccettuato lo spavento, una buona bagnatina, e il danno dei meloni trascinati nel Tanaro. Queste ed altri molti favori inaspettati, che ad ogni tratto riceviamo non possono non eccitare nel nostro cuore i sentimenti più vivi di sincera gratitudine verso {35 [483]} Maria Àusiliatrice, che in quei terribili frangenti era stata invocata e che noi non cesseremo giammai di amare ed invocare, affinchè continui a coprirci col materno suo manto, e a far piovere sopra di noi le sue grazie e le sue benedizioni.

                                                                                                FRANCO D. MATTEO.

            Bra, 26 Agosto 1876.

 

 

XIII. Guarigione da grave malattia

 

            Pieno il cuore d'immensa gioia sciolgo, un voto a Maria Àusiliatrice, e narro alla S. V. una bellissima grazia che questa pietosa Madre mi ottenne dal suo divin Figlio. Era stata colta da grave malattia la cara mia consorte Francesca, resasi ostinata ad ogni rimedio. Il male infierendo ognora più, una notte tra le altre io temetti che ella ne dovesse soccombere. Spaventato dall'imminente {36 [484]} pericolo, mi venne in pensiero di esortarla a ricorrere alla gran Madre di Dio, Maria Àusiliatrice, venerata nella nuova chiesa in Torino nella regione di Valdocco. Le dissi pertanto: Poichè gli uomini non ti possono ormai più aiutare, raccomandati alla Madonna, e facciamo voto, se guarisci, di fare un'offerta alla sua Chiesa di Torino. La malata acconsentì di buon grado al mio avviso, e cosi abbiam fatto. Ed oh! quanto è buona Maria, e quanto pronta ad aiutare chi la invoca! Da quel momento mia moglie prese a migliorare, ed in breve tempo ritornò allo stato di primiera sanità. Prego pertanto la S. V. M. R. ad accettare questa piccola offerta essendo ancor noi poverini, e a volerla applicare ad onore della grande e pietosa nostra benefattrice.

                                                                                                ALESSIO FRANCESCO.

            Montemagno, 7 Maggio 1876. {37 [485]}

 

 

XIV. Un giovinetto riceve il dono della memoria.

 

            Nel registro delle grazie ricevute, che conservasi nella sacristia della Chiesa di Maria Ausiliatrice, trovasi tra le altre pur la seguente, degna di speciale menzione. — Nicola Giovanni, mio fratello fin dai sei ai sette anni si mostrò di sì scarso ingegno, e labile memoria, che, malgrado le diligenti cure dei maestri e la sua buona volontà, all' età di dodici anni non aveva ancora imparato l'alfabeto. Avvilito tra i suoi compagni, e coll'animo afflitto venne un giorno consigliato di far ricorso a Maria Ausiliatrice, ed incominciò una novena pieno di fiducia. La Sede della Sapienza non tardò a consolare il divoto giovanetto; imperocchè nel mezzo della novena egli per favore di Maria senti come mutarsi la testa. La sua mente si fece più perspicace, più felice e tenace la sua memoria, cosi che in {38 [486]} poche settimane apprese tutto quello, che non aveva potuto imparare in parecchi anni. Il mutamento fu si evidente, che il maestro e condiscepoli ne furono e ne sono tuttavia altamente maravigliati. Il favorito giovinetto pieno di riconoscenza promette di servirsi ognora in bene del talento ricevuto, e non dimenticherà giammai, che il timor di Dio, congiunto colla divozione alla Regina del Cielo, è fonte copiosa di vera sapienza.

                                                                                                NICOLA ANTONIO.

            Torino, Gennaio 4876.

 

 

XV. Un giovane esentato dal servizio militare.

 

            Chiunque conosca il vuoto, che lascia in una famiglia la partenza di un figlio per la milizia, e la grave spesa da farsi per redimerlo anche solo in parte, non istenta a persuadersi essere uno dei più {39 [487]} grandi favori quello di andare esente da un cotanto aggravio. Or bene simile favore mi fece Maria, da me fiduciosamente invocata. Io doveva presentarmi al distretto militare per essere arruolato al contingente di prima categoria. Privo affatto di speranza di essere riformato mi rivolsi a Maria, la cui materna bontà, durante i mici studi costi aveva assai bene conosciuta ed esperimentata, e caldamente la pregai, che col potente suo aiuto mi salvasse dal temuto servizio, il quale, oltre al riuscire dannoso alla mia professione, sarebbe altresi tornato fatale agli interessi dell'anima mia. Nel mentre stesso che io domandava questa grazia faceva voto altresì di provvedere sei belle candele per l'altare maggiore di sua Chiesa in Torino. Maria Ausiliatrice accolse la mia preghiera; e io, presentatomi alla visita militare fui contro ogni aspettazione, di chi mi conosceva, dichiarato inabile. Mi faccio quindi un dovere di rendere fin d'ora a lei palese questa grazia sì bella, e il voto mio, che spero di venire a sciogliere io stesso {40 [488]} in persona ai piedi di Maria Ausiliatrice, e a rivedere ancora una volta cotesti carissimi luoghi, che non si scancelleranno giammai dalla mia mente e dal mio cuore.

                                                                                                            G. EUGENIO.

            Piacenza, 7 Novembre 1876.

 

 

XVI. Guarigione da vomito e da mal di stomaco.

 

            Apostolo Vittorio mio figlio da vari anni pativa fortemente di vomito, il cui frequente assalto cagionavagli inoltre un terribile mal di stomaco. Tutti i possibili mezzi suggeriti dall'arte, e dall' amore furono adoperati, ma senza prò. Finalmente avendo letto il libro dei miracoli di Maria Ausiliatrice risolsi di fare a Lei ricorso con buona speranza di ottenerne qualche sollievo all'afflitto mio figlio. Non fu delusa la {41 [489]} mia speranza, anzi le mie preghiere furono esaudite oltre la mia aspettazione; imperocchè mio figlio ottenne la guarigione in un subito e così perfetta, che da un anno non fu più travagliato dal rio malore. Per ringraziamento fo una piccola offerta in danaro a Maria Ausiliatrice, così possente e cosi benigna.

                                                                                    APOSTOLO FRANCESCO.

            Belinzago, 1876.

 

 

XVII. Guarigione da più mali.

 

            Pare che Maria in Cielo Ad altro non pensi che a sollevare le miserie dei suoi divoti, ancor pellegrini, sofferenti in questa valle di pianto. Ed oh! perchè non tutti i tribolati le espongono i loro bisogni con figliale fiducia? Oh! perchè se c'incolgono pene, prove, sofferenze {42 [490] di anima o di corpo, non ci rifugiamo tosto al suo materno seno, e non imploriamo il suo validissimo aiuto? Dubitiamo forse ancora del suo potere e della sua bontà? Deh! non facciamole questo torto. Ecco un altro fatto che ce la mostra Madre ognora pietosa, la quale per esaudirci altro non aspetta, che una preghiera fiduciosa, ed un sospiro del cuore.

            Periglia Maria da Carignano era nell'anno 1874 da quindici giorni gravemente inferma con forti dolori di capo, cieca, sorda, e per istrazianti contrattivi spasimante. Siffatta colluvie di mali l'aveva naturalmente portata sull'orlo della tomba; quindi era già stata munita dei conforti di nostra SS. Religione. I medici raccolti a consulta non sapevano spiegare la sua malattia, e tanto meno prescriverle rimedii opportuni. In si deplorabile stato la povera inferma si sente inspirata di raccomandarsi a Maria Aiuto dei Cristiani. Coglie il pensiero che le veniva dal Cielo, si afida a questa Madre dolcissima, e come meglio può incomincia una novena ad {43 [491]} onore di Lei. Questo fu il rimedio, che la salvò dalla morte; poichè ogni giorno della novena prese a segnare un grado di miglioramento, e nell' ultimo di ella trovossi così bene in salute, che alzossi di letto, e licenziò i suoi medici. Oh! viva Maria Ausiliatrice, vera salute degli infermi!

                                                (Dal registro delle grazie.)

 

 

XVIII. La concordia rientrata in famiglia.

 

            La Vergine Ausiliatrice mostrossi poc'anzi una valente paciera. Una persona dei dintorni di Busca fece non ha guari a Lei ricorso per ottenere la buona armonia in una famiglia, ove tra marito e moglie era penetrato il genio della discordia. Gli animi di costoro erano talmente inaspriti, che facevano temere ad ogni istante scandali e guai; tanto più dopo di essere già tornate {44 [492]} inutili tutte le industrie di parecchie caritatevoli persone, per rappacificarli. Ma vano non tornò il ricorso a Maria, la quale, accoltolo benignamente, alla fìenssima guerra fece ben tosto succedere in quella famiglia una inalterabile pace. I due conjugi si domandarono a vicenda perdono, ed ora si amano cordialmente. La pia ricorrente piena di riconoscenza a Maria spedisce per mezzo mio l'offerta di L. cinque a decoro della sua Chiesa.

                                                                                                D. Rossi LORENZO.

            Passatore, M Agosto 1876.

 

 

XIX. Guarigione da sinoco mortale.

 

            Per quanto una madre ami i propri figliuoli, assai più li ama la migliore delle madri Maria Santissima, la quale all'amore congiungendo il potere, li soccorre {45 [493]} eziandio, e li solleva dai più gravi malori. Felici quelle madri di famiglia, che, persuase di questa verità^affidano la loro figliuolanza alla protezione di Maria Ausiliatrice! Uno dei miei figli, scrive una signora, trovavasi gravemente infermo per sinoco o febbre tifoidea, ed era già spedito dai medici. Io non faceva che piangere, e al pensare che avrei fra poco perduto un figlio cosi caro mi sentiva straziare il cuore. Adunque non avendo più speranza nei soccorsi dell'arte, e per altra parte non potendo risolvermi a fare il duro sacrifizio, mi rivolsi a Maria Ausiliatrice, e promisi di fare un'offerta alla sua Chiesa, se Ella guariva mio figlio. La Vergine pietosa mi ha pienamente esaudita; e perciò col più grande trasporto di gioia ora soddisfo al mio voto, inviandole la qui unita somma di L. sette, con preghiera di celebrare una messa all'altare di Maria Ausiliatrice, e fare accendere una candela in suo onore. Le do piena facoltà di pubblicare questo fatto; anzi il desidero grandemente nella speranza che altre madri, imitando il mio esempio {46 [494]} col ricorrere a Maria, abbiano a provare lo stesso conforto.

                                                                                                TERESA MERCATELLI.

            Alfonsine, 1 Ottobre 1876.

 

 

XX. Una scossa elettrica ossia una guarigione istantanea.

 

            La lettura delle grazie straordinarie, ricevute da Maria SS, invocata col caro titolo di Aiuto dei Cristiani, e state testè pubblicate nel fascicolo delle Letture Cattoliche del mese corrente, mi fece riflettere ad un dovere di riconoscenza, che m'incombe verso questa gran Madre d'amore, a cui debbo la vita. Quantunque io l'abbia già ringraziata in privato, e me le serbi tuttora grato in cuor mio, tuttavia vedendo come tanti altri al pari di me da Lei beneficati le tributarono pubbliche lodi col manifestare altamente i tratti {47 [495]} di sua celeste misericordia loro usati, mi sento eccitato a fare ancor io altrettanto. Eccole pertanto, M. R. sig. Direttore, la fedele relazione di un insigne favore fatto da Maria Ausiliatrice all'indegno sottoscritto. La S. V. ne faccia quel conto che crederà meglio a gloria i Dio, e dell'augusta Madre sua.

            Nel mese di Marzo del 1868 io fui assalito da tosse violenta, la quale, lungi da lenirsi sotto gli ordinati rimedi, facevasi ogni di più continua ed ostinata. Dopo un mese di prostrazione di forze alla tosse sopraggiunse la febbre, e fui obbligato a tenere il letto. Il medico non tardò ad accorgersi dove il mio male sarebbe andato a finire, e quindi nulla risparmiò per fermarlo nel suo corso. Vani sforzi. Il pericolo facendosi ognor più serio il dottore domandò l'appoggio di un suo collega per farmi una cura più energica, e con più prudente consiglio. Ambidue mi visitano, consultano, ordinano: ma inutili visite, inutili consulti ed ordinamenti; imperocchè il male a loro dispetto ingigantiva ogni giorno, e {48 [496]} spingevano alla tomba. Passato così alcun tempo, e vedendo la cosa ormai disperata, i due dottori dubbiosi ed incerti più non sapevano che dirsi. Perciò mi consigliarono che mandassi a prendere in qualche vicina città un altro perito dell'arte; tanto a loro stesso parere erasi fatto grave il mio caso. Difatto dopo una inutile cura di più mesi io trovavami debole e sfinito, e in tale misero stato, da non poter sopportare una coperta sui piedi, non una tazza di brodo sullo stomaco. Io pareva un' ombra. Al sopra riferito consiglio dei dottori mia moglie ben tosto si avvide che pocoo nulla avevasi ancora a sperare dagli uomini; perciò mi disse: Se non valgono due distinti medici a guarirti, il varranno neppure tre. Da quanto vedo, qui non vi è altra via di salute, fuorchè il ricorrere a Maria Ausiliatrice. Dunque mettiamo la nostra fiducia in Lei, facciamo voto di recarci ambidue a' suoi piedi in Torino, e portarle una offerta, se ti guarisce. Così disse, e cosi abbiamo promesso; ed incominciossi {49 [497]} una novena per me. Ed oh! quale portento stava mai per operare Maria a mio favore! ah! ne fossi stato almeno più degno! Era il secondo giorno djella novena, quand' ecco in un istante mi sento nel corpo come una scossa elettrica, che ad un tempo mi infonde la forza, e la volontà di alzarmi. Quasi non credendo a me stesso, provo a muovermi, e riesco; mi seggo nel letto e mi reggo. Allora domando i miei panni da lungo tempo riposti, mi calzo, mi vesto, discendo dal letto, e fuori di me per la gioia mi metto, quale un ragazzo, a saltellare per la camera. La gente di casa mi guardava stupefatta, e senza parola. In somma colui, al quale parecchi mesi di malattia mortale non avevano lasciato che un filo di vita; colui, che pochi minuti prima pareva uno scheletro, ed un'ombra di morte, era stato da Maria subitamente e perfettamente guarito. In quel momento una persona amica entrò in mia casa per assistermi negli estremi, e al vedermi invece giubilante a camminare pieno di sanità {50 [498]} e di forza fu invasa da un sacro terrore, come se avesse veduto un morto risorto, ed esclamò: «Dio mio, questo è un vero miracolo.» E un miracolo era difatto. Dopo questa guarigione io non trovo più difficoltà alcuna nel credere che ancora oggidì si facciano dei miracoli: perchè li ho veduti, anzi li ho provati in me stesso. Poco dopo ricevuta grazia siffatta io e mia moglie ci portammo alla Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino, e vi deponemmo ai suoi piedi la offerta promessa, dolenti di non possedere tutte le ricchezze del mondo, che vorremmo tutte consacrate alla gloria di Lei.

            Intanto Dio sia benedetto, e benedetta sia pur anche Maria Ausiliatrice ora ed in eterno.

                                                                                                GIOVANNI RIBALDONE

            Lu, 24 Maggio 1875. {51 [499]}

 

 

XXI. Guarigione di una moribonda.

 

            Mi scuserà, sig. Direttore, se ardisco scriverle questa mia per darle notizia di una maravigliosa guarigione ottenuta per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice dei Cristiani.

            Una giovine sposa dell'età di circa vent'anni, della parochia di Trescorre Gremasco, venne colta da gravissimo malore, che in breve la ridusse agli estremi della vita senza poter ricevere i Santi Sacramenti. In questo frangente l'afflittissima sua madre avendo perduta, per dichiarazione degli stessi medici, ogni speranza nei mezzi umani, dietro consiglio dello scrivente si raccomandò con gran fervore e fiducia a Maria, potentissima Ausiliatrice dei Cristiani, ond'Ella si degnasse d'intercedere dal Signore la grazia o della guarigione della figlia moribonda, o almeno quella ben più importante di poter ricevere i {52 [500]} SS. Sacramenti prima di morire. Mirabile a dirsi! Poco dopo di siffatta invocazione l'ammalata incomincia a migliorare, abbandona il letto, e va a compiere le sue divozioni nella chiesa parochiale con maraviglia di tutti gli abitanti del paese, che la chiamavano la morta risuscitata.

            Laonde madre e figlia, ringraziato prontamente il Signore e la SS. Vergine per così segnalato favore, mandano ora nell'umile loro condizione, ma colla più grande riconoscenza e col più vivo affetto, una tenue offerta a cotesto sacro tempio, dedicato a Maria Ausiliatrice, desiderose che si dia al fatto tutta la possibile pubblicità per la maggior gloria di Dio, e della SS. Vergine, la più dolce, la più tenera di di tutte le madri.

                                                                                                D. COTI AGOSTINO.

            Crema, anno del Signore 1870 {53 [501]}

 

 

XXII. Guarigione da respirazione impedita.

 

            Uno degli associati alle Letture Cattoliche trovavasi ammalato da circa otto mesi per respirazione impedita, che fa-cevagli passare assai miseramente i momenti e le ore, minacciando in un accesso troncare eziandio la vita. Sperimentando a nulla giovargli gli umani rimedi, ripose sua fiducia in Maria Ausiliatrice, e a Lei ricorse, promettendo qualche offerta a cotesta sua Chiesa, se ne otteneva la guarigione. Maria lo esaudì, ed egli offre di buon cuore la qui unita somma che V. S. si compiacerà d'impiegare in quel modo, che sa tornare più gradita alla gran Madre di Dio.

                                                                                                            CANE ANTONIO.

                                                                                    Isola Bona, 20 Gennaio 1876. {54 [502]}

 

 

XXIII. Un fanciullo guarito da dolori intestini.

 

            Il fanciullo Stardero Francesco del vivente Michele, da Vinovo, travagliato da acuti dolori intestini, era ridotto a grave pericolo della vita. Dopo otto mesi di sofferenze, provati inutilmente i rimedi dell'arte medica, i suoi parenti si rivolsero a Maria Aiuto dei Cristiani con preghiere e con qualche offerta, invocando la celeste sua benedizione. Dio esaudì le umili preghiere: il male diminuì istantaneamente, e dentro a brevissimo tempo il giovinetto riacquistò la perfetta sua sanità, nella quale continua tuttora. Questa relazione è slata fatta dalla zia Anna Stardero, la quale, perchè illetterata, se la fece redigere dal sottoscritto, e vi appose il segno di croce.

                                                                        Sac. GIOVANNI BOSCO.

                                                (Segno † di ANNA STARDERO illetterata)

                                                            Torino, 26 Giugno 1875. {55 [503]}

 

 

XXIV. Guarigione da mal caduco.

 

            Uno dei mali, che maggiormente affliggono la povera umanità, si è la epilessia, o il cosi detto mal caduco. Chi lo ha provato, o ne conosce anche solo gli effetti, non pena a persuadersi quanto debba sentirsi disgraziato colui, che ne vada soggetto. Le convulzioni che lo accompagnano, l'uso dei sensi che toglie, l'assalire che fa all'improvviso, e in qualunque tempo e luogo, quindi il pericolo che ne conseguita di cadere o nel fuoco, o nell'acqua, o in un precipizio per trovarvi la morte, il terrore che incute negli astanti, la difficoltà, e direi meglio, l'impossibilità di guarirne, sono tutte cose, che danno abbastanza a vedere come egli sia formidabile. Or bene Maria Au-siliatrice liberò eziandio da un male siffatto chi la invocò con fiducia. Eccone una prova nella seguente relazione.

            «Io sottoscritto, nativo di Vinovo, {56 [504]} ebbi la disgrazia di essere colpito da epilessia, o mal caduco. Nella mia povera condizione dovendo servire altrui per guadagnarmi il pane della vita, avvenne che oltre ai mali corporali mi vidi ridotto alla estrema miseria, non potendo più trovare alcun collocamento o padrone. Allora mi ricordai di altri miei amici e compatriotti, che avevano già ottenuti segnalatissimi favori dall'Augusta Regina del Cielo, e mosso dalla propria sventura chiesi la benedizione, pregai, mi accostai ai santi Sacramenti con promessa di vita veramente esemplare, se io,fossi guarito.

            Vi fu chi mi disse: È inutile ogni rimedio, ogni prova; questo male è incurabile. — Questo male, risposi, è incurabile presso gli uomini, ma non presso la SS. Vergine Maria. Quindi raddoppiai le mie preghiere e la mia fede. Dio misericordioso mi esaudi. Il mio male cessò interamente senza far uso di alcun rimedio. Ora io sono pienamente libero, lavoro presso un onesto padrone, e mi guadagno onoratamente il pane colla mia fatica. {57 [505]}

            Ritornato così ad essere uomo come prima io rendo grazie al Creatore, che in certo qual modo mi ridonò la vita ad intercessione di Maria Ausiliatrice, e gliene sarò grato sino all'ultimo dei miei giorni.

                                                                                                BARTOLOMEO MELANO.

                                                            Torino, 26 Giugno 1875.

 

 

XXV. Liberazione da un dispiacere.

 

            Oh! quanto è mai pronta e potente Maria a consolare gli afflitti!

            Un giorno, scrive un cotale, trovandomi afflitto per un grande dispiacere avuto per parte di mio figlio, mi venne l'inspirazione di far ricorso a Maina Ausiliatrice, dalle molte grazie già da altri ottenute con questo mezzo. Feci eziandio promessa di offrire una limosina per una novena di benedizioni col SS. Sacramento da farsi in {58 [506]} cotesta sua Chiesa. Aveva appena colta la santa idea, e fatta la promessa, che l'affare, il quale mi teneva in angustia, si cangiò in un subito, e alla causa del grave disgusto succedettero motivi di grande consolazione per me. Perciò le spedisco la mia offerta, senza però obbligare la S. V. a celebrare la detta novena, perchè non so se questa somma sia sufficiente. Lascio quindi in sua libertà di fare quello che meglio crederà in onore e gloria di Maria Ausiliatrice, contento di aver adempiuta la mia parola.

                                                                                                                        G. N.

                                                            Vercelli, 3 Maggio 1876.

 

 

XXVI. Due guarigioni, ossia Maria potente e clemente.

 

            Il fatto seguente, mentre c'insegna essere cosa pericolosa il trascurare l'adempimento delle fatte promesse, ci è {59 [507]} pure una bella conferma del grande potere e clemenza di Maria, che appena ci vede pentiti, e ancor in Lei fidenti, ci perdona, continuandoci la sua materna protezione.

            «Eravamo al principio del mese di Luglio 4875, quando mia moglie venne assalita da panereccio al dito medio della mano destra. Il male fu si forte, che, dopo sette od otto giorni di dolori e convulsioni, comparvero i segni dell'imminente necrosi o cancrena, e ad onta di tutti i rimedi dell'arte il dito si aprerse alla sua estremità anteriore, e ben tre pezzi di osso ne furono levati via. Allora pratici medici dichiararono il suo stato pericoloso, e che fors'anche il dito doveva restare monco, od anche storpio, con quanto disgusto nostro non posso esprimerlo. In quel tempo dal paroco mi venne dato a leggere il libretto delle Letture Cattoliche, che parla delle grazie ricevute per mezzo di Maria Ausiliatrice. Mosso da viva fiducia ricorsi anch'io alla Beata Vergine con novena, promettendo di offrire qualche cosa per la sua Chiesa, {60 [508]} se guariva mia moglie. Maria accolse con bontà la mia supplica, nè lasciossi atterrire dal parere dei dottori, che avevano dichiarata impossibile la perfetta guarigione. Difatto dopo lunga convalescenza il dito guarì senza restare nè monco nè storpio, anzi senza perdere neppure l'unghia.

            La grazia era stata dunque ottenuta, e io avrei dovuto sciogliere la fatta promessa mandando tosto la mia offerta a cotesta Chiesa. Ma ohimè! Quanto facilmente gli uomini si scordano dei benefizi ricevuti dal Cielo! Per altro la SS. Vergine non tardò a farmi riflettere sulla mia ingratitudine. Ed ecco alli 14 Novembre dell'anno stesso io feci una grave caduta, per cui ricevetti una forte lesione ai polmoni, che in seguito diede luogo a manifestazione di catarro. Dopo tutte le prescrizioni di tre dottori, che mi curarono, eravamo giunti al 20 Gennaio, e la mia infermità non faceva che andare di male in peggio, nè v'era per me speranza di un prossimo miglioramento. Allora fu che mi ricordai del {61 [509]} dito di mia moglie, e della sua guarigione perfetta contro, tutte le umane previsioni, come pure della mia promessa non mantenuta. Mi pentii della mia trascuraggine, mi raccomandai nuovamente a Maria pieno di speranza che non mi avrebbe abbandonato, come pur troppo io meritava. Pertanto incominciai una novena con mia moglie. Passarono otto giorni senza che io sentissi alcun miglioramento. Pareva che Maria non mi volesse più ascoltare, ma noil era così. Il nono giorno cominciò a farsi un poco sereno per me, e mi sentii infondere più viva fiducia. Demmo principio ad una seconda novena, e il miglioramento aumentava di giorno in giorno. Alla fine di febbraio io era perfettamente guarito. Dopo questo io sono più che mai convinto essere Maria Ausiliatrice non solamente potente Aiuto dei Cristiani, ma una Madre sempre Clemente e Pia. Ora compio il mio dovere, facendo la promessa offerta pel decoro di codesta Chiesa. Do pure facoltà di pubblicare la presente reflazione, pronto a dare maggiori schiarimenti, {62 [510]} se fossero necessari. Conchiudo col domandare umilmente una benedizione di Maria SS. per me e per mia famiglia.

                                                                                                FORLINI STEFANO.

                                                            Sorbano, 4 Marzo 1876.

 

 

XXVII. Guarigione da bronchite, reuma e polmonite.

 

            Io sottoscritta mi trovava gravemente ammalata per bronchite, reuma e polmonite, e da cinque mesi andava ogni di peggiorando. Non sapendo più che rimedio adoperare, mio marito si recò a Torino per avere la benedizione di Maria Ausiliatrice, e l'aiuto delle preghiere, che si fanno nella sua Chiesa di Valdocco. Le preghiere s'incominciarono, e mio marito mi portò una medaglia di questa pietosa Vergine, che per me fu un farmaco potentissimo. {63 [511]} Guarita da ogni male oggi rendo grazie a Maria Ausiliatrice nella sua Chiesa, e vorrei che altri molti a Lei pure ricorressero nelle loro necessità, affinchè ogni di più si provasse quanto meritamente Ella sia proclamata Aiuto dei Cristiani.

                                                                        CANTÙ EUGENIA da Racconigi.

                                                            Torino, 23 Maggio 1876.

 

 

XXVIII. Guarigione da tisi polmonare.

 

            Reverendissimo sig. Direttore, ho fatto una novena a Maria Ausiliatrice per ottenere la guarigione ad un mio fratello, già padre di due figli, minacciato da una tisi polmonare molto avanzata. Promisi ad un tempo di fare una piccola limosina alla Chiesa, a Lei dedicata costi in Torino. Ed ecco che con grande mia consolazione dopo pochi giorni sento, che detto, mio fratello è {64 [512]} fuori di pericolo. Gradisca intanto questa piccola mia offerta non potendo farla maggiore, come sarebbe mio desiderio, e in segno di averla ricevuta, per mia tranquillità, faccia grazia di spedire un biglietto di visita al buon curato di questo luogo. Inoltre gradisca i miei rispetti; e pregandola di raccomandare me e la mia povera famiglia alle orazioni, che si fanno in cotesta Chiesa, dedicata a Maria Ausiliatrice, mi protesto colla più alta stima e considerazione.

                                                                                                                        N. N.

            Morselli, frazione di Vigevano, 28 Ottobre 1876.

 

 

XXIX. Grazia di una buona morte.

 

            Se a Maria Ausiliatrice sta a cuore la salute del corpo dei Cristiani, e la liberazione loro dai mali di questa vita, assai più Ella desidera la salute; {65 [513]} dell'anima loro, e la loro preservazione dagli eterni guai. Laonde, vero Rifugio dei peccatori, Ella non abbandona giammai specialmente al punto di morte quelli, che o di per sè Le si raccomandano, oppure le vengano da altri raccomandati: eccone una prova.

            N. N. della città d'Asti aveva passato tutta la vita sua lontano dalle pratiche della Religione. Essendo caduto gravemente malato, eravi tutta la probabilità che egli morisse come era vissuto; e diffatto sebbene stesse assai male, egli non dava alcun indizio di volersi riconciliare con Dio, ed aggiustare le partite dell'anima. Di ciò oltremodo angustiata la moglie, anzi spaventata del pericolo, in cui trovavasi il povero marito, di fare una mala morte, lo raccomandò a Maria Ausiliatrice, gli pose al collo una medaglia, e si diede a l'are una novena. Appena incominciata, l'infermo senza essere da alcuno invitato chiese con premura di confessarsi, ricevette esemplarmente tutti i conforti della Religione, e spirò l'anima nella consolazione sua, della moglie, e di {66 [514]} tutti quelli, che si trovavano presenti. Ognuno diceva: Maria Ausiliatrice lo ha salvato.

                                                                        Relazione di CERATO MARIANNA.

                                                            Torino, 3 Agosto 1876.

 

 

XXX. Offerta per ima messa da celebrarsi nella Chiesa di Maria Ausiliatrice per guarigione ottenuta.

 

SONETTO.

 

O Vergine, cui nome augusto e pio

            D'Ausiliatrice de' Cristiani onora,

            Ed a cui gloria un gran tempio s' aprìo

            Là, dove il Po s'unisce con la Dora;

Te sol del guarir mio autor vegg'io,

            Ohe ciò, di cui se' chiesta, a chi t'implora

            Madre benigna, lo chiedendo a Dio,

            Non può venir che non l'ottenga ognora.

A te pertanto reiterate voci

            Alzai, e il tuo soccorso fu ben chiaro,

            Che i miei mali a fuggir festi precoci.

Pertanto a Dio, che tal grazia ha concessa

            Per tua preghiera, offro il Figliuol caro

            Ostia in quel tempio, e sciolgo la promessa.

                                                                                                G. B. {67 [515]}

 

 

XXXI Una malata salva per miracolo.

 

            Se è dovere di qualunque cristiano il predicare le glorie di Dio mirabile nei suoi Santi, è tanto più doveroso per un sacerdote il glorificarlo nella Regina di tutti i Santi, nella quale sempre ed oggi più che mai mostrasi Egli mirabilissimo, col farla larga dispensatrice dei suoi tesori celesti a prò di quelli, che a Lei si raccomandano. Ad un dovere siffatto soddisfa la relazione seguente.

            Era la mattina del 22 Marzo 1874, quando mia madre colpita da gravissima infermità si trovava all'estremo. Essa davasi perduta; i segni della morte già apparivano sulla sua faccia, e tutti i circostanti dolenti e mesti andavano ripetendo, che non le rimanevano che poche ore di vita. La famiglia tutta era in costernazione ed in pianto, perchè la perdita della madre era per noi una grande sventura. In mezzo a questa {68 [516]} desolazione vedendo che le cure umane più non bastavano a porre un freno alla morte, che si avanzava a gran passi, io mi ricordai che in Cielo abbiamo una Madre Consolatrice degli afflitti, Salute degli infermi, Aiuto dei Cristiani. Adunque avendo più volte letto nelle Letture Cattoliche, come molti, che con fede erano per qualche grazia ricorsi a Maria Ausiliatrice, l'avevano ottenuta, ritiratomi in camera, ricorsi ancor io a questa Madre di Misericordia, e la pregai della guarigione di mia genitrice, facendo nello stesso tempo voto di appendere un cuore d'argento nella Chiesa a Lei dedicata in Torino. Fatta la preghiera ed il voto, ritornai a vedere la malata. Ed oh! qual maraviglia non fu la mia! La febbre mortale l'aveva quasi del tutto abbandonata. A poco a poco svanirono i sintomi della morte e cessarono i dolori, e sul far della sera mia madre era fuori di ogni pericolo. Appena tre giorni dopo ella abbandonò il letto dicendo: Io sono salva per miracolo. Ora si trova sana e più robusta, che non fosse prima {69 [517]} della malattia. Sia dunque sempre lodata ed esaltata Maria Ausiliatrice, e beali tutti coloro che a Lei ricorrono con fiducia.

                                                                                    Sac. RILLA NICOLA.

                                                            Feglino, 27 Maggio 1874.

 

 

XXXII. Liberazione dall' amputazione di una gamba.

 

            La vita nostra quaggiù è seminata di pericoli. Oh! quanto è utile, anzi necessario avere una persona amica, una madre potente, che dal Cielo ci assista e ci aiuti nel tempo opportuno! Anni sono scrivevasi al direttore della Chiesa di Maria Ausiliatrice quanto segue: «in seguito ad una lesione riportata per una caduta dal convoglio, che il giorno 18 ottobre io toccava presso Serravalle, venni portato moribondo all'ospedale di Gavi. Qui fui sottoposto {70 [518]} ad un consulto medico, che deliberò l'amputazione della gamba destra. Malgrado il mio coraggio, un tale parere mi atterri. Non potendo neppur reggere al pensiero di dover essere infelice per tutta la vita, intanto che i dottori stavano aspettando il tempo più propizio alla dolorosa e pur pericolosa operazione, io mi volsi alla Santissima Vergine Ausiliatrice, pregandola che volesse avere pietà di me, risparmiarmi una tanta sventura. Questa buona Madre non rigettò la preghiera di un figlio indegno, e facendo prendere al mio male un inatteso miglioramento fece pur mutar consiglio ai medici, ed impedì che mi fosse tagliata la gamba. Oggi mediante il suo materno aiuto io sono in perfetta salute. Per lo che mi sento in dovere di renderne consapevole la S. V. M. R., e pregarla a volerne far parola a cotesti giovani, affinchè si raffermino vie più nella divozione a Maria Ausiliatrice, e sempre la invochino nei loro bisogni. Fra breve spero di recarmi io stesso costì, per confermare il fatto colla mia presenza, {71 [519]} facendo contemporaneamente in cotesta Chiesa le mie divozioni; giacchè se per una parte debbo a Maria la mia guarigione, per altra parte riconosco che la disgrazia accadutami sul convoglio me la meritai colla mia vita da cattivo cristiano. Ma viva Maria! Ella che già mi guarì nel corpo, sarà pure la salvezza dell'anima mia.

                                                                                                                        T. S.

                                                            Cavi, 4 dicembre 1868.

 

 

XXXIII. Guarigione di una inferma in fin di vita per malattia polmonare.

 

            Talvolta la SS. Vergine non esaudisce subitamente le preghiere dei suoi divoti, o perchè non ben fatte, od anche perchè la grazia più lungamente sospirata e domandata riesca più gradita a chi la riceve, e di maggior gloria a chi la concede. Bisogna quindi osservare {72 [520]} il precetto del Vangelo che dice: «Domandate e vi sarà dato, cercate e troverete, battete la porta e vi sarà aperta:  Fa d'uopo  di pregare sempre, e non mai stancarsi.» Ecco una prova di questa assersione in una giovane sposa. L'anno 1876, ella scrive, io fui presa da malattia polmonare, che mi veniva di giorno in giorno consumando. Dopo un anno mi si aggiunse un forte e frequente sbocco di sangue, il quale mi ridusse a tale sfinimento, che i medici diedero per disperato il caso, e non mi presagivano che pochi giorni di vita. In questo deplorabile stato io mi raccomandai a Maria Aiuto dei Cristiani, facendo una novena; ma senza alcun miglioramento, sicchè la morte non mi era più lontana che di pochi passi. Io credo che ciò avvenisse per la poca fiducia che io aveva di guarire, essendo stata la mia malattia dichiarata incurabile. Allora il mio buon marito a mia insaputa si gettò in ginocchio, e messa una fiducia straordinaria in Maria Ausiliatrice la pregò nuovamente che mi guarisse, promettendo {73 [521]} un' offerta alla sua Chiesa in Torino. Ed oh! bontà di Maria, ed efficacia di una preghiera confidente e perseverante! Dopo appena tre giorni io mi trovava già così bene in forze, che fui in grado di preparare il pranzo al mio marito, al pan di me ripieno di una inesprimibile gioia. Nè il mio miglioramento fu di poco tempo; ma continuando di giorno in giorno io mi trovo ora cosi bene ristabilita da disimpegnare comodamente tutte le faccende di casa. Tutto il paese è testimonio di questo fatto, ed ognuno ammira e loda la bontà e la potenza di Maria Ausiliatrice. Mio manto sciolse il suo voto coll'offerta di L. 25.

                                                                                                            MARIA CAPRA.

                                                Lu, 13 Gennaio 4877. {74 [522]}

 

 

XXXIV. Una faticiulla guarita nelle gambe e varie altre grazie.

 

            La divozione a Maria Ausiliatrice entrata in certe famiglie vi portò le più grandi benedizioni. Oh! Maria è sempre la Madre d'amore, la dispensatrice dei tesori di Dio. Essa tuttor mortale visitando la casa di s. Elisabetta vi arrecò ogni sorta di beni; ed oggi fa ancor altrettanto, purchè sia invocata, onorata ed amata di vero cuore.

            Filippo Ponzio da Carmagnola aveva una fìghuolina di nome Cecilia, la quale, sebbene già pervenuta all'età di quattro anni, non poteva minimamente poggiarsi, nò camminare. Le articolazioni delle ginocchia, e dei piedi sembravano morte, cosicchè la fanciullina non poteva reggersi, nè fare un passo. Il povero padre e tutta la famiglia erano estremamente addolorati per cosi trista sorte riserbata alla povera bimba, e talora ne piangevano a calde lagrime. {75 [523]} Essendo capitato loro tra mani un libro contenente alcune grazie ricevute ad intercessione di Maria Ausiliatrice si sentirono mossi a raccomandare la loro figlia a questa gran Madre di Dio, e diedero principio aparticolari preghiere. La preghiera non rimase senza frutto; imperocchè la ragazzina cominciò ad acquistare le forze, e contro all'aspettazione dei periti dell'arte in breve migliorò a segno, che attualmente si serve appieno della sua personcina, e cammina liberamente con grande consolazione dei suoi genitori, e di tutta la famiglia.

            Nè a questo si limitò la benevolenza di Maria; ma continuò a spandere in quella casa altri favori. La zia Maddalena andava soggetta a grave ed ostinato mal di capo: si raccomanda a Maria Ausiliatrice con alcune preghiere, e ne viene liberata. Il nonno aveva male ad un ginocchio, che da sei mesi lo tormentava ed impedivagli di camminare: si volse a Maria per la guarigione, e svanisce il suo malore. Per tante grazie tutta la famiglia venne {76 [524]} oggi da Carmagnola a Torino per ringraziare la SS. Vergine nel tempio a Lei dedicato, facendo una offerta proporzionata alla loro condizione. Il capo di famiglia asserisce vero quanto ha sopra esposto, ed è ben contento che si pubblichi, se verrà giudicato tornare a maggior gloria di Dio.

                                                                                    PONZIO LORENZO.

 

 

XXXV. Maria Ausiliatrice nutrice degli orfani.

 

            Non vi ha bisogno, a cui Maria non soccorra, se pregata fiduciosamente, ed invocata sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani. Ben lo provò, non è guari, un istituto di poveri orfanelli, ficco come accadde la cosa.

            Avvi in Cagliari città di Sardegna un Istituto sotto il nome di orfanotrofio di S. Vincenzo, nel quale stanno raccolti poveri fanciulli, che vivono di sola provvidenza quotidiana, e di quel {77 [525]} lavoro che loro casualmente è inviato. Or nell'anno 1876 avvenne una grande disgrazia; la totale cessazione di lavoro, la quale aumentò di tanto la miseria dei poverelli da ridurli a patir la fame. Si fece ricorso a Dio mettendo parecchi santi mediatori, ed invocando la SS. Vergine sotto vari titoli; ma invano. Intanto mi cadde tra le mani il libretto, che conteneva la moltitudine delle grazie ottenute ad intercessione di Maria invocata sotto il titolo di Auxilium Christianorum. Animata da viva fiducia io feci incominciare una novena, recitando una preghiera con tre Ave Maria e la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora prò nobis, promettendo un cuore d'argento alla sua Chiesa di Torino, se ci veniva in soccorso. La nostra speranza non fu delusa. Finita la novena cominciò ad essere portato agli orfanelli lavoro in abbondanza, clic da cinque mesi va tuttora aumentando. Fu questa Una vera sorgente di benedizioni del Cielo, una grazia sensibilissima che ci ottenne l'Augusta Madie del Salvatore. {78 [526]} In riconoscenza di tanto benefizio, ed affinchè la grazia continuasse si è connuato a recitare le suddette preghiere. Oggi, quale maestra dell'orfanotrofio, io offro nella Chiesa a Maria, dedicata in Torino, il cuore d'argento promesso a nome di tutta la mia comunità, pregandola che voglia continuare a fare da Madre pietosa ai miei cari orfanelli.

                                                                                                Suor LUIGIA SPROLTI

                                                                                                            Figlia della Carità.

                                                            Torino, 21 Novembre 1876.

 

 

XXXVI. Maria Ausiliatrice e le locuste d'America.

 

            Nel mese di Novembre dell'anno 1875 da Torino partivano per alla volta dell'America del Sud alcuni sacerdoti e laici della Congregazione Salesiana, per fondare un collegio a S. Nicolas, città della repubblica Argentina. Quei buoni religiosi colla carità e zelo portarono {79 [527]} pure in quei lontani paesi la divozione a Maria Aiuto dei Cristiani, ed insegnarono agli abitanti a riporre in lei la loro fiducia. La celeste e potente Regina non tardò a consolarli con un singolare benefizio. Ecco quanto scrivono di là al loro superiore in Torino:

            «Nei passati giorni avvenne in questi lontanissimi paesi un fatto assai ma-raviglioso, eh' io credo non debba tornar discaro a V. S. Rev. Esso ha molta relazione colle maraviglie che ogni giorno si raccontano relativamente al santuario di Maria Ausiliatrice, innalzato nella nostra Torino. I paesi meridionali dell'America vanno soggetti ad un flagello terribile, alle locuste. Esse vengono in numero sterminato, e quando per disgrazia si fermano un po' di giorni distruggono per intiero il raccolto dell'annata, e rovinano quello degli anni seguenti. Da tre anni in modo spaventevole si ripete questo flagello che immiserisce proprio al sommo gli abitanti. Sparsa ora la notìzia che vari siti a noi vicini ne e-rano già infestati, e osservando il panico {80 [528]} che regnava in tutta la desolata popolazione; noi memori dei favori che in Torino udivamo raccontare ottenuti ad intercessione di Maria invocata sotto il titolo di Auxilium Christianorum; meraviglie di cui fummo più volte testimoni oculari e leggemmo pubblicate in vari libri appositamente scritti; memori, dico, di tutto questo pensammo d'invitare questi popoli a porsi sotto la protezione di questa potentissima Regina del Cielo a fine di esserne liberati.

            A ciò tanto più ci sentivamo incoraggiati perchè nel nostro partire da Torino, tra i ricordi che Ella ci lasciò, principalissimo fu questo: «In qualunque grave bisogno vi troviate, ricorrete a Gesù Sacramentato ed a Maria Ausiliatrice; e state certi che le vostre speranze non saranno mai delluse.»

            Pubblicammo adunque un triduo solenne, si fecero speciali preghiere nella nostra Chiesa. Più messe vennero celebrate con questa intenzione; si cantarono le litanie dei Santi, ed un discorso {81 [529]} apposito invitava a porre fiducia in si grande protettrice. Si finiva il tutto con impartire la benedizione del SS. Sacramento.

            Sebbene, come sogliono i cattivi, vari si ridessero della nostra buona fede, il concorso era numerosissimo specialmente per parte degli Italiani clic qui formano la maggioranza della popolazione.

            Ora che ne avvenne? Tre giorni dopo, la Langosta, come qui la chiamano, arrivò in si gran quantità che in mezz'ora citta e campagna per un'estensione immensa ne fu coperta per modo da non più vedersi nè alberi, nè prati, nè strade, nè case, nè pareti, ma un solo colore, il rosso castagno delle locuste.

            Che desolazione, amatissimo Padre, che desolazione! Noi non avevamo mai veduto cosa simile!

            Quelli che si erano burlati degli estranieros pel triduo, se ne ridevano anche maggiormente per l'invasione delle locuste e quasi accagionavano noi della quantità straordinaria, enormemente {82 [530]} superiore a quella, che si era veduta negli anni antecedenti. Ed in vero la cosa era al punto che, se le locuste si fossero anche solo fermate un paio di giorni, non si sarebbe più trovata foglia d'albero o filo d'erba in tutto il territorio della città.

            La nostra fede non si smarrì, ed anzichè cessare, le preghiere si moltiplicarono. E quello che ci fece sommo piacere si fu il vedere la fiducia grande che il popolo aveva messo in Maria Ausiliatrice, e lo slancio con cui a gara si moltiplicavano le preghiere, e si facevano promesse alla Madonna, se si allontanava il malanno. Si arrivò al punto che molti promisero delle grandi offerte da mandarsi al Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino a grazia ricevuta; ed altri offerivano a questo scopo chi la metà, chi il terzo del raccolto che avrebbero ancora potuto fare in quest'annata. Non le pare questa la fede viva del Centurione o dei primitivi cristiani?

            Tanta fede non rimase senza frutto. Il giorno dopo, quando meno era da {83 [531]} aspettarselo, la funesta compagnia in gran parte riprese il volo e lasciò le nostre terre. Rimaneva tuttavia una quantità sufficiente a rovinare le campagne, se durava a lungo; ma della stessa notte una burrasca di pioggia e vento con freddo eccessivo la fece scomparire affatto. Il danno, che sarebbe stato incalcolabile, se le locuste si fossero fermate anche solo un giorno di più, è piccolissimo, ed anzi ora le campagne presero a prosperare così mirabilmente che ha del prodigioso; mentre a dieci o a dodici leghe da noi la vegetazione, ogni frutto è lettèramente divorato da questa ottava piaga d'Egitto.

            Qui ad una sola voce si grida: «Viva Maria Ausiìiatrice», e tutti riconoscono che l'avvenuto è prodigio grandissimo; ed ora si va gara a fare offerte per la chiesa di Maria Ausiìiatrice. La colletta fatta verrà a dare un 45, oppure 50 mila pesos, che equivarrebbero a circa L. 10,000. È un bel esempio questo, atto a far capire che il Signore ascolta le preghiere fatte con fede e che, come fu sempre, così è vero ancor {84 [532]} adesso, che nessuno mai invano ricorre alla potente protezione dell'Augusta Madre del Salvatore.

                                                                        Sac. GIUSEPPE FAGNANO Rettore.

                                                                                    Sac. TOMATIS DOMENICO prof.

                                                San Nicolas de los Arroyos, 5 Ottobre 1876.

 

 

XXXVII. La conversione di un eretico.

 

            La santa Chiesa proclama Maria quale una potente distruggitrice delle eresie: cunctas haereses sola interemisti in universo mundo. E meritamente; imperciocchè Maria distrugge le eresie or coll'aiutare i suoi divoti a combatterle con grande coraggio e zelo, or con suggerire i mezzi più adatti per far conoscere e trionfare la verità; ed or richiamando amorosamente sul retto sentiero della salute innumerevoli anime traviate. Troppo lungo sarebbe il solo accennare i principali personaggi, {85 [533]} che per mezzo di Maria in questi ultimi, tempi passarono dall'ombra di morte alla luce della verità, e ritornarono quali erranti pecorelle all'ovile di Gesù Cristo, al seno amoroso della Chiesa Cattolica. Fra tanti scegliamo il fatto seguente, il quale ci porge oggi stesso una prova irrefragabile quanto ragionevolmente la Chiesa paragoni la SS. Vergine ad una schiera ben ordinata di combattenti, e la chiami debellatrice di tutte le eresie. Eccone la relazione:

            Carissimo e Molto Reverendo padre in Gesù Cristo. Un singolare favore abbiamo testò ottenuto da Dio per intercessione di Maria Ausiliatrice. Ella ce lo fece sospirare assai; ma in fine ci consolò. Senza ulteriori preamboli espongo una bella grazia di conversione.

            Un certo C S. (di cui per degni riguardi si tace qui il nome e la patria), soldato di non comune abilità, era giunto sino al grado di tenente d'artiglieria. Ma per quanto veri fossero i suoi meriti militari, per certo egli non dispiegò gran valore contro i nemici dell'anima {86 [534]} sua, e della sua Fede Cattolica; imperciocchè durante la sua carriera incontratosi in alcuni ministri protestanti si lasciò da loro abbindolare e pervertire. Regalato di libri eretici, invitato alle congreghe ei non tardò a bere gli errori della setta, abbandonò la Chiesa Cattolica e le sue pratiche, si fece cosi detto evangelico e cotanto ardente da farne stupire gli stessi ministri, che lo riputarono siccome una delle loro più gloriose conquiste.

            Il tempo che egli passava a casa in permesso erano giorni di afflizione pei suoi buoni parenti e di spavento per ozelante paroco del paese; perchè ilmisero da ingannato fattosi ingannatore cercava di fare proseliti. Il paroco a fine di salvargli l'anima, ed impedire che egli facesse strage nel suo gregge, lo sfidò a varie dispute, nelle quali gli fece toccar con mano che egli si trovava nell'errore, e lo ridusse a non saper più che dire; ma l'ostinato uscito fuori vantavasi invece di aver costretto al silenzio il paroco stesso. Più altri sacerdoti dotti e pii {87 [535]} vennero a contesa con lui; ma non riuscirono che a far getto del tempo e del fiato; poichè quando il settario non sapeva più che rispondere, lungi dal darsi per vinto, prorompeva in ingiurie e calunnie contro la Chiesa Cattolica e contro il Papa, e costringeva a terminare la disputa coll'animo amareggiato.

            L'anno scorso fu colto da malattia di cuore. Venuto a casa per farsi curare in seno alla famiglia, egli mostrossi vie più indurito nei suoi errori; anzi nel giorno del Corpus Domini ebbe l'empia baldanza di deridere la sontuosa processione del SS. Sacramento. Tutti i buoni n' erano scandolezzati e costernati, e la sua famiglia restò immersa nel più profondo dolore.

            Intanto egli, che sperava potersi presto ristabilire, andava invece ogni dì peggiorando. Iddio per altro nella sua infinita misericordia lo veniva eccitando a penitenza. Il padre suo, i fratelli, la moglie ed altri veri amici di tratto in tratto lo esortavano a rigettare i suoi errori, a far ritorno nel {88 [536]} seno della Chiesa, e riceverne i Sacramenti; ma egli rispondeva con ostinato rifiuto. Fu allora che mi venne il desiderio di salvare quell'anima, e mi risolsi di tentarne la prova. Adunque raccomandato l'affare alle preghiere delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e dei giovani del Collegio, il domani della Natività di Maria mi portai al letto del povero malato. Ricevuto da principio abbastanza freddamente, punto non mi smarii. Dopo avergli fatte alcune interrogazioni sullo stato di sua malattia gettai una parola che mirasse al mio scopo, e lo esortai a confidare in Dio e in Maria Santissima. All'udirsi la parola di confidenza in Maria Vergine egli tosto mi rispose: «Mi scusi, ma Lei mi consiglia male: noi dobbiamo bensì confidare in Gesù Cristo, ma non già nei Santi.» Altro io non aspettava, ed entrammo tosto in disputa sulla invocazione dei Santi, e specialmente sulla intercessione dell'Augusta Madre del divin Salvatore. Fin da principio io mi proposi di usare con lui la dolcezza e la mansuetudine, che adoperava coi Calvinisti il {89 [537]} nostro s. Francesco, e sebbene ne calore della disputa io mi sentiss talvolta ferire sul vivo dalle ingiurie e calunnie di lui contro la Chiesa, tuttavia conservai sempre tanto di calma da non lasciarmi uscir di bocca parola alcuna, che lo potesse offendere. Stante il mio naturale focoso questa non fu piccola grazia. Qui io non intendo di riferire la intiera conversazione, che troppo lunga sarebbe, e potrebbe formare un volumetto a parte. Mi limito a dirle che dopo due ore di disputa io ebbi il conforto di far accettare dall'eretico una medaglia di Maria Ausiliatrice, cosa che poco prima egli abborriva siccome un atto d'idolatria. Durante la disputa, in Collegio si raccomandava a Maria l'anima di quell'ammalato.

            Nè creda che con ciò fosse già a buon punto la sua conversione. Io dovetti ritornare a lui più volte, nelle quali gli provai che per conoscere quanto dobbiamo credere ed operare a fine di salvarci non è necessario, nè basta il leggere la Sacra Scrittura come egli pretendeva, ma è d'uopo ammettere un {90 [538]} Magistero vivente, anteriore agli stessi scritti del Vangelo; Magistero composto primieramente dagli Apostoli con s. Pietro a capo, e poscia dai loro successori vescovi e papi. Gli feci leggere le parole di Gesù Cristo a suoi Apostoli: Chi ascolta voi, ascolta me; chi non ascolta la Chiesa tienilo come un pagano ed uno scomunicato; e quelle altre di s. Paolo: La fede viene dall'udito: fides ex auditu, e non già dalla lettura, come pretendono gli eretici. Corroborai tutto questo con fatti scritturali, principalmente col concilio di Gerusalemme tenuto da s. Pietro cogli altri seniori per decidere la questione, se dovesse tuttora imporsi ai Cristiani la Circoncisione oppure no, osservandogli come per isciogliere questione siffatta non già alla lettura della Bibbia erano ricorsi i fedeli, ma bensi alla Chiesa insegnante, cioè agli Apostoli, i quali, malgrado che la Circoncisione venisse inculcata nella Sacra Scrittura, tuttavia dichiararono che per l'avvenire più non obbligava, e il loro ordine fu proclamato quale oracolo dello {91 [539]} Spirito Santo con queste parole: Parve allo Sparito Santo e a Noi; dimostrando cosi che la Bibbia non è la prima nè la sola regola di Fede, e che a loro soltanto, cioè ai pastori della Chiesa, spetta il diritto di interpretarla, e non già ai singoli fedeli.

            Passando poi ad alcuni altri punti principali mi fermai a provare la reale presenza di Gesù Cristo nella divina Eucaristia colle parole del Vangelo prese nel loro senso naturale. Gesù disse: Questo è il mio corpo, e non già questo è una immagine, una figura del mio corpo. Il tenente ricorse allora alle parole con cui Gesù Cristo aveva promesso la Eucaristia, ed osservò che ivi si parla di pane. Ma io colla stessa sua Bibbia alla mano gli feci notare che Gesù aveva già poco prima spiegato che pane fosse quello, che prometteva di darci, dicendolo Pane vivo, disceso dal Cielo; dunque non è pane comune. E poi esprimendosi ognor più chiaramente non disse Egli forse che quel pane era appunto la sua carne? Il Pane, che io vi darò, è la mia carne. {92 [540]}

            Servendomi poi anche della ragione gli soggiunsi: quando Gesù Cristo nell'ultima cena, preso del pane, disse agli Apostoli: prendete e mangiate: questo è il mio corpo; Egli fece il suo testamento. Ma qual'è la prima dote di un buon testamento? Quella si è di essere preciso, chiaro da non suscitare dei dubbii, da non dar luogo a liti tra gli eredi. Ora il sig. tenente non vorrà negare che Gesù Cristo fosse un buon testatore; ma se fosse vero che le parole questo è il mio corpo non vogliono già indicare il vero e reale corpo di Cesù Cristo, ma bensì un'immagine,  una figura del medesimo, come lei pretende, avrebbe egli parlato chiaro Gesù Cristo? Tutt'altro;che anzi avrebbe fatto il testamento più oscuro che si possa immaginare — Vi è di più: un padre buono e ricco morendo che cosa lascia in dono ai suoi figli? L'esperienza quotidiana, anzi il cuore istesso ci dice che un tal padre in morte lascia in dono a' suoi figliuoli la cosa più cara e preziosa che egli possegga. Or non si può dubitare {93 [541]} che Gesù Cristo fosse un padre buono e ricco; ma, di grazia, se invece di lasciarci il suo corpo vero e reale ci avesse lasciato soltanto un pezzo di pane non ci avrebbe egli fatto il dono più ridicolo al mondo? E questo regalo non sarebbe egli stato preso per una burla indegna di un padre siffatto? Sarebbe stato come se un principe ricco e potente prima di spirare, chiamati a se i suoi figli, avesse loro parlato cosi «Figliuoli miei, io vi ho amati finora eccessivamente, e sono pronto tuttavia a morire per amor vostro; ma prima di partirmi da voi io voglio darvi una prova ancor più grande dell'amor mio. Adunque prendete, e mangiate questa pagnotta» Si può egli credere che Gesù Cristo Re dei re abbia fatto così? Ripugna al buon senso.

            Questa ragione colpì il mio avversario, che chinò il capo e stette in silenzio. Colsi allora il momento propizio, e raccomandatomi internamente a Maria Ausiliatrice gli tirai un colpo al cuore, terminando il mio dire con {94 [542]} una perorazione riuscitami così acconcia, che stupii di me stesso: piangeva io, e feci piangere lui pure. Volendomi da lui licenziare lo assicurai che per salvargli l'anima io era disposto a qualsiasi sacrifizio; che perciò in qualunque momento egli avesse creduto di servirsi del mio ministero per riconciliarsi con Dio non esitasse punto di farmi chiamare, che sarei volato alla sua voce.

            Io mi aspettava che egli mi dicesse essere pronto ad aggiustare le partite dell'anima sua fin da quel momento, o almeno pel dì seguente; ma fui deluso. Restituendomi in Collegio io diceva quindi meco stesso: e D'ora innanzi, quando mi si domanderà qual sia la cosa più diffìcile ad ottenersi in questo mondo, risponderò: La conversione di chi ha fatto naufragio nella fede.

            Intanto passa un mese, passan due, passano tre, e non mai nulla di nuovo. In Collegio si continuavano speciali preghiere per quella povera anima, e dopo un tempo sì lungo d'inutile a-spettazione io stava per farle cessare, {95 [543]} quand'ecco il giorno 23 dicembre dell'anno testè passato mi si annunzia che il sig. tenente mi chiamava. Corsi tosto al suo letto, ed ebbi finalmente la dolce consolazione di udirmi a dire: «Le parole, con cui lei mi lasciò l'ultima volta, mi rimasero incancellabili: io sono deciso di riconciliarmi colla Chiosa e con Dio.» Dopo poche parole per iscogliere alcuni dubbii, che ancor gli rimanevano, egli fece e sottoscrisse di proprio pugno la seguente ritrattazione:

            Io sottoscritto, figlio di.... nativo di.... ed abitante in.... tenente di artiglieria, dichiaro spontaneamente, liberamente, e con piena cognizione di me stesso, di aver professato errori contrari alla Religione Cattolica; e perciò pentito li ritratto, e protesto di credere a tutte e singole le verità insegnate dalla Santa Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, e di voler vivere e morire nel suo seno.

                                                                                                                                    C S.

                                                23 Dicembre 1876. {96 [544]}

 

            Dopo questo atto importante egli fece la sua confessione, e al domani vigilia del Santo Natale ricevette il SS. Viatico con vivo trasporto di fede e di divozione, con inesprimibile gioia dei parenti, e con singolare edificazione del popolo. Come si vede, Maria Ausiliatrice fece la grazia compiutamente. Il malato visse ancora 15 giorni, e in tutto questo tempo diede prova di tanta pazienza e rassegnazione nel suo male, che meglio non avrebbe fatto un uomo di virtù consumata. Sentendosi a mancare domandò egli stesso l'Olio Santo, e la benedizione papale, e spirava dolcemente l'anima sua nel giorno dell'Epifania dell'anno corrente.

            È sentimento unanime che siffatta conversione è dovuta alla intercessione di Maria Ausiliatrice, e io più che ogni altro, per motivi da non pubblicarsi, ne sono cosi convinto, che potrei attestarlo con giuramento. Viva adunque Maria! Oh! continui questa pietosa Madre a liberare i cristiani non solo dai mali del corpo, ma dai mali {97 [545]} dell'anima assai più terrìbili, quali sono il peccato, la mala morte, l'inferno.

                                                                                                            Sac. Gio. BONETTI.

                                                Borgo S. Martino, 20 Gennaio 1877.

 

 

Sommario di grazie varie

 

            Onde il presente fascicolo non oltrepassi i limiti registriamo solo per sommi capi le grazie seguenti, serbandone altre per la compilazione di un nuovo volumetto a tempo opportuno.

 

            Frabosa Miroglio, Giugno 1875. — Io sottoscritto da 20 giorni soffriva un forte mal di stomaco. Dopo di aver adoperato tutti i mezzi per guarire, vedendo che a nulla riuscivano, mi raccomandai a Maria Ausiliatrice facendo una novena. La sera cominciai la novena, e alla mattina mi sentii guarito perfettamente.

                                                                                                CASONE COSTANZO.

                                                                                                                        {98 [546]}

 

            Castel Rosso, Maggio 1872.—Attesto di aver ricevuto la seguente grazia da Maria Ausiliatrice. Mio figlio Giuseppe in età di 18 mesi una sera fu messo a letto sano e robusto, e al mattino fu trovato come morto dai fianchi in giù. Pieno di costernazione chiamo tosto i medici, e per ben tre mesi si adoperarono tutti i rimedii, ma senza alcun giovamento. Allora lo portai nella Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino, e gli feci dare la benedizione incominciando una novena per lui. Ricevuta la benedizione, il figliuolino si addormentò, epassò 24 ore in placido sonno. Il giorno dopo svegliandosi si sentì meglio, e al finire della novena era perfettamente guarito. Pieno di riconoscenza per sì caro favore io rendo infinite grazie a Maria, e prometto di venirla a ringraziare ogni anno nella sua Chiesa di Torino.

                                                                                                            ACTIS VITTORIO.

 

            Torino, 13 Giugno 1875. — D. G. fu colpito da tali vertigini al capo, che lo ridussero al pericolo di vita senza potersi {99 [547]} confessare. In tanto frangente la madre sua lo raccomanda a Maria Ausiliatrice, e Le promette un'offerta non tanto per ottenere la guarigione del figlio, quanto perchè egli fosse in grado di poter ricevere almeno i conforti della religione prima di morire. La clemente Regina del Paradiso premiò la fiducia.di questa madre, e le ottenne da Gesù la sospirata grazia. Oggi la madre compie la sua promessa offrendo nella Chiesa di Maria Ausiliatrice Lire 10, di cui 5 in argento.

 

            Ciriè, 24 Giugno 1875. — La signora Baima Giovanna aveva una ragazzina molto malata. La raccomandò a Maria Ausiliatrice promettendo di regalare al suo santuario una medaglia d'argento, e far celebrare una messa al suo altare. Maria esaudì la preghiera, e le guarì la figlia. La madre scioglie oggi il voto piena di riconoscenza verso la sua Celeste Benefattrice.

 

            Torino, 17 Luglio 1875. — Coppa Paolo essendo malato si raccomandò {100 [548]} a Maria Ausiliatrice, ed ottenne la bramata guarigione. Oggi stesso compie la sua obbligazione col fare l'offerta di Lire 10 che aveva promesso.

 

            Torino, 14 Luglio 1875. — Sup. Maria pativa da un mese grande male d'occhi. L'arte medica a nulla avendo giovato ella temeva fortemente di perdere la vista. Essendole capitato tra mano il libretto di Maria Ausiliatrice, il racconto e lettura delle grazie ottenute da questa Madre le inspirò grande fiducia. Raccomandatasi ottenne in breve la desiderata guarigione. Oggi riconoscente alla Vergine SS. non potendo fare di più compie la tenue, ma cordiale offerta di L. 1 nella Chiesa di Maria Ausiliatrice.

 

            Torino, 14 Luglio 1875. — Sup. Chiara da molti anni non faceva più raccolta di bozzoli. Avendo letto nel libro delle grazie di Maria Ausiliatrice il buon esito che n'ebbero coloro, i quali erano ricorsi a questa Madre pietosa, a Lei si raccomandò, ed ottenne {101 [549]} di farne un buon raccolto. Oggi in ringraziamento compie una sua offerta, e fa celebrare due messe all'altare di Maria Ausiliatrice.

 

            Costigliole d'Asti, 24 Luglio 1875 — Risso Maddalena essendo da un mese cieca, il medico non le assicurava più la guarigione. Essa si raccomandò a Maria Ausiliatrice quindici giorni sono, ed ora vede bene, ed è presso che guarita perfettamente. Fa dare una benedizione col SS. Sacramento in rendimento di grazie.

 

            Crava, 30 Giugno 1876 - Una povera persona della parochia di Crava, comune di Rocca di Baldi, trovandosi oppressa da una pericolosa malattia, ricorse con viva fede a Maria Ausiliatrice, e in breve tempo si trovò ristabilita. In riconoscenza della grazia ricevuta, ella spedisce per mezzo mio la tenue offerta di L. 2 a benefizio di codesta Chiesa.

                                                                        Sac. MATTEO FRAGLIO v. curato. {102 [550]}

 

            Bagnaria, 25 Giugno 1876. — A nome di una certa Rosa Panigazzi spedisco la somma di L. 20 in benefìzio di codesta Chiesa in ringraziamento di un favore speciale ottenuto ad intercessione di Maria Ausiliatrice con preghiera di celebrare una messa.

                                                                                    Sac. GIORGIO GIORGIETTI v. curato.

 

            Cervasca, 20 Novembre 1876. — Un certo Tardivo di Cervasca infermo si raccomandò a Maria SS. Ausiliatrice, ottenne la guarigione, ed ora fa l'offerta di L. 3 alla Chiesa a Lei dedicata in Torino. — Parimente Cerutti Carolina del Passatore per una grazia ottenuta ad intercessione di Maria Vergine Ausiliatrice spedisce alla medesima Chiesa la limosina di L. 7.

                                                                                                            Sac. ROSSI LORENZO.

 

            Torino, 10 Luglio 1876. — Il signor Giacardi Biagio di Narzole d'Alba e sua moglie gravemente infermi fecero preghiera a Maria Ausiliatrice. Guarirono ambidue, ed oggi contenti si recarono {103 [551]} nel suo Santuario in Torino, fecero le loro divozioni, e fecero la promessa oblazione.

 

            Pontedassio, 18 Novembre 1870. — Invio alla S. V. un vaglia postale di L. 70, dono di mia cognata e di me, che favorite da Maria Ausiliatrice sentiamo il dovere di dimostrarle la nostra riconoscenza.

                                                                                                            ANGELA AGNESI.

 

            Castelfranco di sotto Toscana, 16 novembre 1876. — Torno a fare una piccola offerta per la Chiesa di Maria Ausiliatrice. Questa buona Mamma cominciò a farmi la grazia implorata, e a Lei tutto mi affido come figlio nel seno della Madre.

                                                                                    Can. D. GIULIO MATTEOLI arcipr.

 

            Moasca, 12 novembre 1870. — Maria Ausiliatrice mi ottenne una segnalata grazia guarendomi di un incomodo al fegato, che io soffriva sin dal 1828. Fra breve verrò in persona a ringraziarla, {104 [552]} e intanto manderò del vino per le messe nella sua Chiesa.

                                                                                                SIZIA D. MATTEO arcip.

 

            Cagliari, 14 Agosto 1876. — Per una grazia ottenuta dalla gran Madre di Dio, invocata sotto il bel titolo di Maria Ausiliatrice, ad un ragazzo dodicenne, molestato da una spaventosa ernia, la famiglia riconoscente spedisce per mezzo mio L. 10 a benefizio di cotesto Santuario.

                                                                                    BENEDETTO RAFAELLO CONTINI.

 

            Villanova Solaro, 20 Agosto 1876. — Mando la tenue offerta di L. 3 in riconoscenza di una grazia ottenuta da Maria Aiuto dei Cristiani. Essendo inchiodato in letto da un grave male, la pregai di potermi alzare, e dopo otto giorni mi levai, ed ora godo perfetta salute.

                                                                                    GALLO GIOVANNI BATTISTA.

 

            Passatore, 24 Agosto 1876. — Una vedova inferma fece ricorso a Maria Vergine Ausiliatrice ed ottenne la grazia {105 [553]} della guarigione. Fa l'offerta di L. 10 alla Chiesa a Lei dedicata in Torino, che le unisco in questa mia.

                                                                                    D. Rossi LORENZO v. curato

 

            Ghemme, 1875. — Certo Fubini Carlo mio parochiano ha fatto una novena a Maria Ausiliatrice. Trovandosi ora esaudito e consolato le spedisce per mezzo mio un vaglia postale affinchè la S. V. si compiaccia di adoperarle in onore della SS. Vergine.

                                                                                    Teol. ROSSARI FELICE arcipr.

 

            Ventimiglia, 21 Luglio 1875. — Quella persona, per cui le scrissi un mese fa, ricevette da Maria Ausiliatrice la grazia domandata. Grata perciò alla celeste sua Benefattrice sciolse una pia promessa coll'acchiuso vaglia di L. 100. Essa aveva promesso un dono di tal valore, ma invece pensa meglio di mandarne la somma, affinchè sia impiegata alla maggior gloria di Maria. In oltre si raccomanda alle orazioni che si faranno in codesto Santuario, affinchè la celeste Madre spanda sovr'essa {106 [554]} le sue misericordie e lo sue benedizioni.

                                                                                                Can. FILIPPI BOREA.

 

            Belinzano Novarese, 4 Marzo 1876. - A nome di una giovane sposa mando alla S. V. M. R. L. 7 come offerta a Maria Ausiliatrice, in ringraziamento della guarigione da lei ottenuta di una penosa e lunga malattia.

                                                                                                Sac. SERENO APOSTOLO.

 

            Passatore, 8 Marzo 1870. — Siliano Margherita, caduta in una grave malattia, che a giudizio dei medici sarebbe stata lunga e pericolosa, fece una novena ad onore di Maria Ausiliatrice con promessa di una offerta alla sua Chiesa. Terminata la novena essa si trovò in salute, ed ora ben riconoscente alla Vergine SS. fa l'offerta di L. 10. — Una certa Anna Maria d'anni 18 travagliata da dolori reumatici, fatta ancor essa una novena a Maria Aiuto dei Cristiani, ottenne subito la grazia della guarigione, ed ora offre L. 7 alla sua Benefattrice Santissima.

                                                                                    D. Rossi LORENZO v. Curato {107 [555]}

 

            Milano, 15 Maggio 1876. — Tempo fa io ottenni da Maria Ausiliatrice una grande grazia, la quale fu di far cambiare sistema di vita al mio figlio maggiore, che per verità, da lupo cangiatosi in agnello, ora è il modello dei giovani.

                                                                                                            ELISA F.

 

            Dorno, 6 Maggio 1876. — Le trasmetto le qui accluse L. 5 offerta di una mia parochiana Bossi Giuseppa, che ottenne una grazia dopo una novena fatta in onore di Maria Ausiliatrice

                                                                                                D. GALASSI LUICI prevosto.

 

            Roveredo Cantori Grigioni, 1 Maggio 1876. — In adempimento di un mio voto per grazia ricevuta da Maria Ausiliatrice le spedisco L. 12 a favore della Chiesa a Lei innalzata costì, nuovamente raccomandandomi a si cara e pietosa Madre, onde mi ottenga da Dio lumi e mezzi per ben educare nel santo timore di Dio la numerosa mia famiglia.

                                                                                                PIETRO AGOSTI. {108 [556]}

 

            Mornese, 16 Maggio 1876. — Da Mornese, ove accompagnai una mia terrazzana a monacarsi nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, spedisco alla S. V. L. 20 promesse a Maria Ausiliatrice, se mi preservava l'anno scorso dalla grandine; grazia che Ella mi fece compiutamente.

                                                                                                GAROZZI D. VINCENZO.

 

            Borgo S. Martino, mese di Febbraio 1877. — In questi giorni Maria Ausiliatrice da me ripetutamente e con fiducia invocata mi ottenne dal Sacro Cuor di Gesù una grazia cosi delicata ed importante, che solo nel dì del giudizio la si potrà sapere. In riconoscenza di un favore sì grande io a Lei consacro la mente, il cuore, le labbra, la penna, la vita tutta, e più non cesserò di pubblicare e cantare le sue glorie sino all'ultimo mio respiro.

                                                                                                Sacerdote G. B. {109 [557]}

 

 

Tre orazioni da recitarsi nella novena e nella festa di Maria Ausiliatrice

 

            v. Deus, in adiutorinm meum intende. n. Domine, ad adiuvandum me festina. Gloria Patri, et Filio, Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.

 

 

I.

 

            O Maria Ausiliatrice, Figlia prediletta del divin Padre, Voi foste da Dio stesso costituita quale Aiuto potente dei Cristiani in ogni pubblica e privata necessità. Quindi a Voi ricorrono continuamente gli infermi nelle loro malattie, i poveri nelle loro strettezze, i tribolati nelle loro afflizioni, i nocchieri nelle procelle, i combattenti nelle battaglie, i viaggiatori nei pericoli, i moribondi nei travagli dell'agonia, e tutti ricevono da Voi soccorso e conforto. Accogliete dunque benigna anche le mie preghiere, {110 [558]} o Madre pietosissima, e raccogliendomi all'ombra del vostro patrocinio, assistetemi sempre amorosa in tutti i miei bisogni, liberatemi da tutti i mali, impetratemi tutti i beni in vita ed in morte.

            Tre Ave Maria, poscia la giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

 

 

II.

 

            O Maria Ausiliatrice, Madre augusta del divin Salvatore, validissimo è il vostro aiuto a prò dei Cristiani. Per Voi si dispersero le eresie, e dalle battaglie più pericolose usci trionfante la Chiesa. Per Voi le persone, le famiglie furono non solo liberate, ma tante volte ancor preservate dalle più gravi calamità; imperocchè i nemici si disperdono; i morbi si mettono in fuga, e la morte è costretta a cedere la sua preda appena s'invoca il vostro aiuto. Deh! sia sempre viva la mia fiducia in Voi, o Maria, affinchè in ogni mio bisogno possa sperimentare ancor io che Voi siete veramente il soccorso {111 [559]} degli indigenti, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi, la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori, e la perseveranza dei giusti. Tre Ave Maria, e la giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

 

 

III.

 

            O Maria Ausiliatrice, Sposa amabilissima dello Spirito Santo, Madre amorosissima dei Cristiani, eccomi ad implorare il vostro aiuto. Deh! liberatemi dal peccato e dalle insidie dei miei nemici spirituali e temporali; allontanate da me i castighi, che mi sono meritato colle mie colpe; fatemi in ogni mio bisogno provare gli effetti del vostro amore, e del vostro potere. O cara Madre! Quanto desidero di andare a contemplare la vostra faccia nel beato soggiorno del Paradiso! Se non che un funesto pensiero mi dice che per causa de' miei peccati forse io non mi merito più sorte si bella! Ah! non permettetemi una si grande sventura, o dolcissima Madre. Pregate {112 [560]} per me; intercedete per me; ottenetemi dal vostro Gesù un gran pentimento delle mie iniquità, e la grazia di fare una buona confessione, affinchè io possa vivere in pace tutti i giorni di mia vita, terminarli con una santa morte, e così giungere in Cielo a godere con Voi le eterne delizie del mio Dio.

            Tre Ave Maria, e la giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

            NB. Ogni volta che con cuore contrito si recitano le tre surriferite oraziani colle tre invocazioni Maria, Auxilium Christianorum, ora prò nobis, si acquistano 900 giorni d'indulgenza.

 

FINE. {113 [561]}

 

Con licenza dell'Autorità Ecclesiastica. {114 [562]}

 

 

Indice

 

PREFAZIONE

 pag. 3

I. Guarigione di un vecchio più che ottuagenario

 9

II. Subitanea guarigione da bronchite e da suoi effetti

 13

III. Guarigione da un colpo di apoplessia

 18

IV. Una madre ottiene il latte per un bambino

 21

V. Una lite felicemente composta

 22

VI. Una donna consolata

 23

VII. Guarigione da lunga malattia e da forte emoraggia

 25

VIII. Guarigione da malattia polmonare

 27

IX. Due fanciulli infermi restituiti a florida salute

 29

X. Guarigione di un fanciullo da ostinata febbre

 31

XI. Guarigione da una forte indigestione

 33

 

 {115 [563]}

XII. Tre persone cadute in un' acqua e salvate da certa morte.

 pag. 34

XIII. Guarigione da grave malattia

 36

XIV. Un giovinetto riceve il dono della memoria

 38

XV. Un giovane esentato dal servizio militare

 39

XVI. Guarigione da vomito e da mal di stomaco

 41

XVII. Guarigione da più mali

 42

XVIII. La concordia rientrata in famiglia

 44

XIX. Guarigione da sinoco mortale

 45

XX. Una scossa elettrica ossia una guarigione istantanea

 47

XXI. Guarigione di una moribonda

 52

XXII. Guarigione da respirazione impedita

 54

XXIII. Un fanciullo guarito da dolori intestini

 55

XXIV. Guarigione da mal caduco

 56

XXV. Liberazione da un dispiacere

 58

XXVI. Due guarigioni ossia Maria potente e clemente

 59

XXVII. Guarigione da bronchite, reuma e polmonite

 63

XXVIII. Guarigione da tisi polmonare

 64

XXIX. Grazia di una buona morte

 65

XXX. Offerta per una messa da celebrarsi nella Chiesa di Maria {116 [564]} Ausiliatrice per guarigione ottenuta. Sonetto

 pag. 67

XXXI. Una malata salva per miracolo .

 68

XXXII. Liberazione dall' amputazione di una gamba

 70

XXXIII. Guarigione di una inferma in fin di vita per malattia polmonare

 72

XXXIV. Una fanciulla guarita nelle gambe e varie altre grazie

 75

XXXV. Maria Ausiliatrice nutrice degli orfani

 77

XXXVI. Maria Ausiliatrice e le locuste d'America

 79

XXXVII. La conversione di un eretico

 85

Sommario di grazie varie

 98

Tre orazioni da recitarsi nella novena e nella festa di Maria Ausiliatrice .

 110 {117 [565]}

 



[1] III. Reg. XVIII.




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