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  San Giovanni Bosco - Opere Edite.

CATECHISMO CATTOLICO SULLE RIVOLUZIONI

 

QUINTA EDIZIONE

 

TORINO, 1854

 

 

TIPOGRAFIA DIR. DA P. DE-AGOSTINI

Via della Zecca , N. 25. {1 [243]} {2 [244]}

 

 

[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]

 

 

 

 

 


Al lettore

 

            I tempi difficili, in cui viviamo, le calunnie, con cui i nemici della luce si adoperano per coprir la verità, persuadono la necessità di un catechismo, in cui si esponga la dottrina cattolica sulle rivoluzioni. La qual cosa certamente servirà di norma al cattolico, se mai tali tristi casi avvenissero, e servirà pure a far comprender a tutti gli uomini di senno, che il cattolicismo non deve, e non ha mai promosse, né promuoverà giammai le rivoluzioni.

            La ragione fondamentale, per cui il cattolicismo non verrà mai a favorire le rivoluzioni, consiste in ciò, che tutti i cattolici sono vincolati ad un'autorità certa, che è la Chiesa, e questa Chiesa, appoggiata alle Sacre Scritture, dice a lutti i fedeli: ubbidite alle legittime autorità; chi resiste all'autorità, resiste a Dio, da cui ogni autorità dipende. E poiché i fedeli devono uniformarsi a questa sentenza, ne segue che niun buon cattolico sarà partigiano delle rivoluzioni. È appunto per questo motivo che un dotto pretestante d'oggidì, considerando l'uniformità di dottrina nella Chiesa Cattolica, giunse a dire: La sola Chiesa Cattolica è la scuola del rispetto (Guizot). Al contrario il protestantismo lasciando libero {3 [245]} ciascuno d'interpretare la Bibbia come vuole, in esso l'uomo non ha più alcona autorità che la propria ragione. Il protestante, se vuole essere conseguente a se stesso, deve dire: L'UNICA MIA AUTORITÀ È LA MIA RAGIONE.

            Quindi via ogni dipendenza religiosa, via ogni convenzione sociale, via ogni ordine, ogni legge, via ogni autorità: la mia ragione e non altro: la sola forza mi farà ubbidire[1]. Che anzi: se venisse a capriccio di uno o più protestanti di fare una congiura, di uccidere un loro superiore, fosse lo stesso sovrano, potrebbero farlo, purché loro sembri cosa buona. (V. Letture Catt., fasc. 12.)

            Noi intanto, mentre raccomandiamo ai cattolici di leggere attentamente questo catechismo, e di praticarne le massime ivi contenute, vorremmo altresì che servisse a far aprire gli occhi a tanti miseri sconsigliati, i quali o per malizia o per ignoranza si fanno promotori di una setta, il protestantismo, la quale, proponendo all'uomo di credere quel che vuole, e di fare quel che crede[2], apre uno spaventoso abisso alla società, e fa lecito ogni disordine, ogni misfatto. Ce ne scampi Iddio. {4 [246]} {5 [247]} {6 [248]}

 

 



[1]Annales Catholiques de Genève, dècem. 1853.

[2]Gli Inglesi definiscono il protestantismo: un atto con cui ciascuno crede quel che vuole, e professa quel che crede. (V. Vatson presso Milner, Cont. Rel., p. 5.)




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