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  San Giovanni Bosco - Opere Edite.

CHI È D. AMBROGIO?! DIALOGO TRA UN BARBIERE ED UN TEOLOGO

 

 

TORINO

TIP. DELL'ORAT. DI S. FRANC. DI SALES.

1866. {1 [245]} {2 [246]}

 

 

[è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]

 

 

 

 

 


Chi è D. Ambrogio?!

 

            Stavano alcuni amici ridendo nella bottega di un barbiere, mentre aspettavano per essere serviti. - Dopo varie chiacchere il loro discorso cadde su D. Ambrogio, ed a questo proposito chi ne diceva una, e chi un'altra. - Parlò il barbiere, parlarono i signori, il discorso era animatissimo. - In questo mentre ecco entrare un prete nella bottega. - Riverito, sig. abbate, gli disse il barbiere si accomodi un momento, - ed il prete: Addio, caro amico, non mi conosci più? A queste parole il barbiere fissandolo meglio, oh caro teologo rispose, non ti conosceva proprio più, hai fatto buon viaggio? stai bene? - e qui mille complimenti. Questo teologo era un amico del barbiere, si erano allevati insieme, ed avevano imparato a leggere da fanciulli alla stessa scuola. - Il barbiere allora ritornando sul discorso di prima, si fa ad interrogarlo. {3 [247]}

            Barbiere. - Teologo, tu che vieni da Mondovi, nostra patria, dimmi un po' chi sia D. Ambrogio: tu lo conoscerai bene. - Io sono venuto via, lo sai, ancor giovine, non ho potuto conoscerlo - ma tu che ci stai ancora, saprai darmi notizie precise.

            Teologo. - D. Ambrogio non è nato a Mondovi, ma a Villanova.

            Barb. - Ma è ben prete?

            Teol. - Sì, ma aggiungi pure un prete disgraziato.

            Barb. - È vero che è stato paroco?

            Teol. - Falsissimo, ed io tel posso dire con certezza, giacchè l' ho conosciuto che era ancor chierico.

            Barb. - Dunque qual impiego aveva D. Ambrogio?

            Teol. - Dapprima ha fatto il maestro in Villanova sua patria, e poi ha fatto il capellano nell'ospedale di Mondovi-Breo.

            Barb. - È vero che fu sospeso, e non può dire messa?

            Teol. - Si è vero... oh se sapessi la storia!...

            Barb. - Ma raccontala.

            Teol. - Il vescovo gli ha usato ogni bontà. - Sappi che non è la prima volta che sia stato sospeso. - Questo prete non viveva da prete, ed il vescovo lo sospese, e poi tornò a riabilitarlo, cioè a dargli la messa, ma poi vedendo che non si convertiva, lo sospese di nuovo, ed egli povero uomo invece di ravvedersi... {4 [248]}

            Barb. - Ma è vero che fu sospeso per aver cantato il Te Deum?

            Teol. - Oibò! fu sospeso per la sua condotta scandalosa; la questione del Te Deum nacque quando egli era già sospeso: del resto lo fu non una, ma più volte sospeso e per vari motivi.

            Barb. - Nel mondo però vi sono tante opinioni di D. Ambrogio, non è vero?

            Teol. - Certuni dicono che è un vero predicatore, un buon sacerdote, molti altri poi, cioè la maggior parte, dice che è un falso profeta, un Giuda traditore.

            Barb. - Chi sono quelli che chiamano D. Ambrogio un vero predicatore, e lo lodano?

            Teol. - Si è osservato, che generalmente parlando, tutti quelli a cui piace D. Ambrogio, non sono i migliori cristiani.

            Barb. - Possibile?

            Teol. - Sì, e così accadde in tutti i paesi in cui egli è andato. Se in quel paese vi era un ubbriacone, uno che non andasse a messa, un altro che non facesse pasqua, oppure mangiasse grasso nei giorni proibiti; in una parola se nel paese vi era un cattivo cattolico, costui era tosto quello cui piaceva questo predicatore, che lo lodava, lo applaudiva.

            Barb. - Che vuoi tu dire con ciò?

            Teol. - Voglio che tu capisca che sorta di prete, che sorta di predicatore sia costui che piace tanto ai cattivi.

            Barb. - Vuoi dunque arguire che egli è cattivo {5 [249]} predicatore appuntò perchè piace solo ai cattivi cristiani?

            Teol. - Sicuramente, perchè ognuno ama il suo simile[1], e nella stessa maniera che l'ubbriacone ama un altro ubbriacone, un giuocatore è compagnone di un altro anche giuocatore, così i cattivi cristiani, i cattivi cattolici amano e lodano i cattivi predicatori.

            Barb. - Ma chi sa perchè vanno a sentirlo, e l'applaudono anche quelli che non vanno mai in chiesa?

            Teol. - Perchè parla a seconda dei loro capricci, delle loro idee, delle loro passioni; e ognuno di essi può dire: questa volta finalmente ho trovato il mio.

            Barb. - Ah l' ho capita; ma e chi sono quelli che lo schivano e lo fuggono come falso profeta?

            Teol. - Fa attenzione, sono tutti i migliori cattolici, e non vedrai un bravo padre di famiglia, od un bravo figlio ad applaudirlo: se lo sentono, lo fanno per pura curiosità, ma lo tengono per un falso profeta.

            Barb. - Vorrei un po' sapere perchè così facilmente lo disprezzano e ne fanno sì poco conto?

            Teol. - Perchè un uomo di spirito non può stimare una persona, la quale come D. Ambrogio non fa altro che andar da un paese all'altro {6 [250]}  a leggere la vita, come si dice al terzo, al quarto: una persona come si deve non farebbe questo mestiere per tutto l'oro del mondo.

            Barb. - Su questo punto hai ragione: ma bramerei sapere perchè lo chiamano un falso profeta?

            Teol. - Lo chiamano cosi perchè tale è veramente.

            Barb. - Ma e perchè D. Ambrogio è un falso profeta?

            Teol. - Per due motivi.

            Barb. - E quali sono?

            Teol. - Il primo si è perchè non è mandato da Dio per mezzo di santa Chiesa ad insegnare, a predicare.

            Barb. - Da chi è mandato?

            Teol. - Io non so da chi sia stato mandato, ma ciò che so di certo, si è che non è nè il Papa, nè alcun vescovo che gli abbia data tale missione.

            Barb. - Ma dunque per un vero predicatore cattolico, un buon profeta, è necessario esser mandato dal Papa, od essere approvato dal vescovo?

            Teol.- Sicuramente[2], perchè questi gradi formano la gerarchia della Chiesa insegnante, a cui Gesù Cristo ha lasciata la custodia della sua dottrina, e l'autorità d'insegnare[3], e che { [7 [251]} egli assiste affinchè non possa sbagliare in ciò che insegna[4].

            Barb. - Ma non capisco bene questo ragionamento.

            Teol. - Senti, mio caro, il Papa è capo della Chiesa e padre di tutti i fedeli; i vescovi sono dipendenti ed uniti al Papa, i sacerdoti sono dipendenti ed uniti ai loro vescovi, i fedeli poi sono dipendenti ed uniti ai loro paroci, e così ne viene quel corpo mistico di cui parla S. Paolo nella sua lettera agli Efesini[5], che vive d'una sola vita con una sola dottrina, come una sola è la vera Chiesa: e chi non dipende e non è unito al suo superiore, non può essere buon cattolico, tanto meno buon predicatore.

            Barb. - Non capisco abbastanza bene.

            Teol. - Mi spiegherò con una similitudine: prendiamo a modo di esempio un albero. Esso ha, 1° la radice, 2° il fusto, 3° i branchi maggiori, 4° i branchi minori, 5° i ramoscelli: cosi è di S. Chiesa; essa ha 1° la radice che {8 [252]} è Gesù Cristo capo invisibile, 2° il fusto che è il Papa, 3° i branchi maggiori attaccati al fusto, cioè i vescovi uniti al Papa, 4° i branchi minori, cioè i sacerdoti e specialmente i paroci, 5° i ramoscelli cioè i fedeli cristiani.

            Barb. - Benissimo mi piace questo esempio, ma che cosa vuoi tu da ciò dedurre?

            Teol. - Voglio dedurre che se tu o l'aria, od altra causa stacca un ramo dall' albero, questo ramo non gode più il sugo dell'albero, non vive più della vita di esso, e non fa più i suoi fruiti.

            Barb. - Ciò è vero.

            Teol. - E così è se un fedele od un sacerdote si stacca dalla dipendenza e dall'essere unito all'albero di S. Chiesa, esso non può più godere del sugo di santa Chiesa che vien da Gesù Cristo radice e capo invisibile, non può più viverne la vita, e fare i suoi frutti.

            Barb. - Anche questo lo capisco.

            Teol. - Dunque il signor D. Ambrogio essendosi staccato dalla dipendenza della Chiesa, non può più aver il sugo nè la vita di essa S. Chiesa, cioè la sua autorità, la sua dottrina: e un'cristiano deve farne quel conto che farebbe di un gentile, ossia idolatra, secondo quelle parole di G. C.: Se non ascolta la Chiesa, abbilo per gentile, o per pubblicano[6]. Epperò è un falso profeta, un ramo staccato dall'albero. {9 [253]}

            Barb. - Ma si è D. Ambrogio veramente staccato dalla dipendenza della S. Chiesa?

            Teol. - Sì, 1° perchè è legge di S. Chiesa, che nessuno predichi senza la licenza, senza l'approvazione del Papa o del vescovo; e D. Ambrogio oltre al non avere una tale autorizzazione, predica a dispetto e contro la proibizione del Papa e dei vescovi. E poi la dottrina che insegna fa veder che esso ha smessa questa necessaria dipendenza: e questo è il 2° motivo per cui i buoni cristiani lo chiamano un falso profeta.

            Barb. - Tu dici che D. Ambrogio insegna una cattiva dottrina?

            Teol. - Sì.

            Barb. - E perchè?

            Teol. - Perchè la sua dottrina è contraria a quella della Chiesa, la quale è infallibile per la promessa che le ha fatta Gesù Cristo di essere con lei per tutti i giorni sino alla consumazione dei secoli[7]; e la quale viene perciò dallo Spirito Santo chiamata colonna e sostegno della verità[8]. Inoltre D. Ambrogio ritrae i fedeli dalle pratiche religiose, e calunnia il Papa, i vescovi, i paroci[9]. {10 [254]}

            Barb. - Ma dunque è male il parlar male del Papa?

            Teol. - Un figlio che parla male di suo padre è sempre un cattivo figlio, e noi tutti siamo figli spirituali del Papa successore di S. Pietro e vicario di Gesù Cristo.

            Barb. - Io non so che gran male sia parlar male del Papa, dei vescovi, dei paroci?

            Teol. - Ebbene io te lo spiego; se tu per esempio avessi un figlio, al quale uno dicesse: tuo padre è cattivo, tuo padre è avaro, tuo padre vuole solo farti lavorare, tu non devi ascoltarlo tuo padre...

            Barb. - Costui farebbe male certamente.

            Teol. - A momenti, se alcuno dunque parlasse, come ho detto, a tuo figlio, tu vedresti che tuo figlio più non t'ascolterebbe, ti disubbidirebbe, ti sprezzerebbe ed invece di ascoltar te, ascolterebbe piuttosto i cattivi compagni.

            Barb. - Ciò è vero, ma e con questo?

            Teol. - E con questo esempio voglio farti intendere che, siccome il Papa è padre spirituale di tutti i cristiani, i vescovi sono padri spirituali dei loro diocesani ed i paroci dei loro rispettivi parrocchiani, così D. Ambrogio fa male, ed insinua una falsa dottrina, insegnando il disprezzo ai propri padri spirituali, nella stessa maniera che farebbe male, e sarebbe un falso amico colui che sparlasse di te col tuo figlio[10]. {11 [255]}

            Barb. - Ma il male sarebbe in ciò che il mio figlio sentendo parlar male di me, mi perderebbe stima, e mi disubbidirebbe ed ascolterebbe più i cattivi compagni, che me suo padre.

            Teol. - Questo è appunto anche il male che fa D. Ambrogio, perchè gettando il disprezzo sui padri spirituali dei popoli, fa che le popolazioni loro perdono la confidenza in essi, ed invece poi di ascoltarli, ascolteranno i cattivi compagni, i cattivi libri, i cattivi predicatori. E poi questa non è cosa nuova, imperocchè hanno sempre fatto così.

            Barb. - Chi ha sempre fatto così?

            Teol. - I cattivi, cioè quelli che volevano ingannare le popolazioni.

            Barb. - Portami un po' un esempio.

            Teol. - Te lo porto subito, ed è l'esempio dei protestanti.

            Barb. - Ebbene che cosa hanno fatto?

            Teol. - I capi dei protestanti[11] dapprima cominciarono a predicare in piazza come D. Ambrogio, e col metodo di D. Ambrogio. {12 [256]}

            Barb. - Davvero?

            Teol. - Sicuramente; non andarono subito a dire alle popolazioni: « fatevi protestanti », ma cominciarono a gridare contro il Papa, i vescovi, il clero; e poi a poco a poco, quando le popolazioni ebbero perduta la stima ai loro legittimi pastori, fecero il resto.

            Barb. - E che così fecero?

            Teol. - Cominciarono negare una verità, e poi un'altra, e poi una terza; così cominciarono a ripudiare un sacramento, e poi un altro, e poi tutti, ma sempre poco per volta; ed ora crede ciascuno quello che gli pare e piace; ma tutto cominciò dallo staccare le popolazioni dai loro pastori, dal Papa, dai vescovi, e fare che il clero perdesse la stima.

            Barb. - Io capito tutto, son contento ed ora conosco anch'io che D. Ambrogio è un falso profeta. Quello che più mi persuase sono gli esempi dell'albero e del mio figlio. Ma e come regolarci se venisse nel nostro paese?

            Teol. - Ce lo dice S. Giovanni: schivarlo, fuggirlo[12].

            Barb. - E se andassi un po' a sentirlo per sola curiosità senza dar credito a quel che dice, anzi riderne ora che lo conosco per quel che è?

            Teol. - No, schivarlo per più ragioni.

            Barb. - Quali sono queste ragioni? {13 [257]}

            Teol. - La prima è il tuo stesso buon senso, perchè un uomo di spirito non va a sentire un predicatore di piazza che grida: « tutti gli altri son cattivi, io solo son buono. »       Barb. - E le altre ragioni?

            Teol. - La seconda si è per ubbidire a S. Giovanni che ci comanda di starne lontani. La terza ragione si è, che un cattivo discorso non può mai far bene ad alcuno.

            Barb. - Ciò è vero.

            Teol. - La quarta ragione si è: affinchè D. Ambrogio la finisca una volta, imperocchè se nessuno stesse ad udirlo, esso non potrebbe spandere le sue false massime

            Barb. - Ciò è anche vero.

            Teol. - La quinta ragione si è lo scandalo, perchè se un cattivo vede te, che sei buono, star ad udirlo, si conferma sempre più nella sua falsa idea.

            Barb. - Oh sta certo, caro teologo, che non andrò ad udirlo, io ho sempre da star in mia bottega, e non ho quasi tempo ad andare ad udire i buoni predicatori: pensa se voglio andar ad udir quelli del genere di D. Ambrogio.

            Teol. - Caro amico, ti compatisco, hai sempre molto da fare, lo so, ma pure devi procurare di andare in chiesa ad ascoltare la parola di Dio che è come il necessario pane dell'anima.

            Barb. - Dunque fuggirlo D. Ambrogio e non far niente!

            Teol. - Fuggirlo, schivarlo e pregare per lui, affinchè voglia rimettersi sulla buona strada, e Dio gli usi misericordia. {14 [258]}

            Barb. - E se ce ne venisse un'altro?

            Teol. - Da quanto abbiamo detto, tu puoi discernere e capire se sia un vero o falso profeta: e se ce ne venissero cento altri se non sono in dipendenza della Chiesa, del Papa e dei vescovi, cioè da essi autorizzati e ad essi uniti, noi tutti dobbiamo fuggirli.

           

            Nel decorso del dialogo il barbiere andava lavorando come meglio poteva, e quei quattro o cinque che furono serviti non vollero andar via, ma se ne stettero li a sentire, tanto più volentieri perchè questo teologo conosceva D. Ambrogio, e ne parlava con chiarezza. Finito il discorso, tutti insieme gli batterono le mani, e bravo signor teologo, gli dissero, ci ha dette e spiegate tante cose, delle quali noi avevamo si un' idea ma solo in confuso: ora siamo convinti che questo povero D. Ambrogio è un predicatore da fuggirsi. E tutti dissero che giunti a casa, avrebbero fatte le dovute raccomandazioni alla figliuolanza perchè non si fermasse mai ad udirlo: che anzi uno di questi soggiunse: ed io vo a scrivere questo dialogo che ho sentito qui, e che m' ha piaciuto tanto, e poi voglio darlo alle stampe, affinchè dopo aver fatto del bene a me, ne faccia anche ad altri.

 

Con permissione Ecclesiastica. {15 [259]} {16 [260]} {17 [261]} {18 [262]}



[1] Ogni uomo si unirà con chi gli somiglia. (Eccl. XIII, 20).

[2] Come predicheranno, se non sono mandati? (S. Paolo ai Romani c. X, v. 15).

[3] Badate a voi stessi ed a tutto il gregge di cui lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi per pascere la Chiesa di Dio (Atti degli Apostoli c. XX v. 28).

[4]Insegnando loro di osservare tutto quello che io vi ho comandato ed ecco che io sono con voi per tutti i giorni sino alla consumazione dei secoli. (Vangelo di S. Matteo c. XXVIII, v. 20).

[5] Che è il capo (cioè) Cristo, da cui tutto il corpo compaginato e commesso per via di tutte le giunture di comunicazione in virtù della proporzionata operazione sopra di ciascun membro, l'aumento prende proprio del corpo per sua perfezione, mediante la carità. (c. IV, 15,16).

[6] Si autem Ecclesiam non audierit, sit tibi sicut ethnicus et publicanus. (Matt. XVIII, 18).

[7] Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saeculi. (Matth. XXVIII, 20).

[8] Ecclesia Dei vivi columna, et firmamentum veritatis (1° Timoth. IlI, 15).

[9] Siate ubbidienti ai vostri prelati, e siate ad essi soggetti, imperocchè vegliano essi come dovendo render conto delle anime vostre (S. Paolo agli Ebrei, c. XIII, 17). Nissuno faccia poco conto di te. (Tito c. II. v. 15).

[10] Dove è tale zelo e dissensione, ivi scompiglio ed ogni opera prava. Ma la sapienza di lassù primieramente è pura, di poi pacifica, modesta, arrendevole, fa a modo dei buoni, è piena di misericordia e di buoni fruiti, aliena dal criticare, e dalla ipocrisia. Or il frutto della giustizia si semina nella pace da coloro che han cura della pace. (S. Giacomo nella sua lettera cattolica, c. III, v. 16, 17, 18).

[11] L'inventore della religione dei protestanti fu Martin Lutero ex-frate agostiniano tedesco, fuggito dal suo convento, e poi ammogliatosi con la exmonaca Catterina Bore, malgrado il loro voto di castità. Il protestantesimo ebbe questo bel principio circa 350 anni fa, cioè più di 1500 anni dopo la venuta di Gesù Cristo.

[12] Se alcuno viene da voi, e non porta questa dottrina, noi ricevete in casa e nol salutate. (S. Giovanni, epist. II, v. 10.




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