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  San Giovanni Bosco - Opere Edite.

ASSOCIAZIONE DE' DIVOTI DI MARIA AUSILIATRICE CANONICAMENTE ERETTA NELLA CHIESA A LEI DEDICATA IN TORINO

 

Con ragguaglio storico su questo titolo pel sacerdote GIOVANNI BOSCO

 

Maria Auxilium christianorum, ora pro nobis.

Maria Aiuto dei cristiani, pregate per noi. (Indulg. di 300 giorni, Pio IX, 14 feb. 1869).

 

TORINO.

TIP. DELL'ORAT. DI S. FRANC. DI SALES.

1869. {1 [339]}

 

 

 

 

INDEX

Protesta dell'Autore. 3

Al lettore  3

I. Maria Ausiliatrice. 3

II. Battaglia di Lepanto. 4

III. La liberazione di Vienna. 5

IV. Instituzione della festa di Maria Aiuto dei Cristiani. 6

V. Divozione a Maria Ausiliatrice in Monaco ed in Torino. 7

VI. Favori del sommo Pontefice per questa chiesa. 8

Supplica all'Arcivescovo di Torino  9

[Decreto della Curia di Torino] 10

[Decreto della Curia Romana] 11

Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice. 13

Preghiere e pratiche divote  15

Atto di figliazione con cui si prende per madre Maria Vergine. 16

Preghiera di SS. Pio IX. 16

Serie di preghiere e giaculatorie a cui sono annesse le sante indulgenze  16

Alla SS. Trinità. 16

Trisagio Angelico. 16

Sette Gloria Patri in unione di tre persone. 17

Triduo o novena alla SS. Trinità. 17

Tre Gloria Patri in ringraziamento alla SS. Trinità delle grazie e privilegi concessi a Maria SS. 17

Atti di Fede, Speranza e Carità. 17

Lode al Santo Nome di Dio. 17

Preghiere e dimande. 18

Allo Spirito Santo. 18

A Gesù. 19

Gesù mio misericordia. 19

Tre giaculatorie. 19

Giaculatoria. 19

A Gesù Bambino. 19

A Gesù Crocifisso. 20

Orazione a Gesù Crocifisso. 20

Offerta. 21

Altra offerta  21

Festa ed ottava del Corpus Domini. 22

Invocazione. 22

Accompagnare il SS. Sacramento agli infermi. 23

Visitarlo esposto alle Quarant'Ore. 23

Pange lingua etc. ovvero il Tantum ergo Sacramentum. 23

Giaculatoria. 23

A chi la recita al tocco delle ore, quando si fa l'elevazione nella Messa, e al segno della {74 [412]} benedizione si concede l'Indulgenza di cento giorni. 24

Giaculatorie. 24

Fare spesso la santa Comunione. 24

Offerta. 24

Il rosario. 24

Litanie Lauretane. 25

L'angelus Domini o la Regina Coeli. 25

Giaculatoria all'Immacolata Concezione. 25

La Salve Regina ed il sub tuum praesidium. 25

Satificare il mese di Maggio. 26

Orazione. 26

Giaculatoria al Ss. Cuore di Maria. 26

Orazione alla Beata Vergine ed a s. Anna. 26

Orazione. 26

Stabat Mater. 27

Giaculatoria di rassegnazione alla volontà di Dio. 27

Angele Dei, etc. 27

Un'ora di orazione fra l'anno. 27

Antifona ed orazione per implorare la pace. 28

In onore di Gesù, Maria e Giuseppe. 28

Orazione mentale. 28

Assistere alla spiegazion del vangelo. 28

Insegnare od apprendere la Dottrina Cristiana. 29

Il de profundis ad un'ora di notte. 29

Laudi spirituali. 29

Delle Indulgenze  29

Acquisto delle Indulgenze. 31

Decreto di S. S. pp. Pio Nono con cui accorda l'Indul. plenaria nella festa di M. Ausiliatrice. 32

Indice  33

 


Protesta dell'Autore.

 

            Per ubbidire ai decreti di Urbano VIII mi protesto, che a quanto si dirà nel libro di miracoli, rivelazioni, o di altri fatti, non intendo dare altra autorità che umana; e dando ad alcuno titolo di Santo o Beato, non intendo darlo se non secondo l'opinione; eccettuate quelle cose e persone, che sono state approvate dalla s. Sede Apostolica.

 

PROPRIETÀ DELL’EDITORE. {2 [340]}

 

 

Al lettore

 

            Era appena in costruzione la chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice in Torino, e già si facevano ripetute dimande perchè venisse iniziata una pia associazione di divoti, i quali uniti nel medesimo spirito di preghiera e di pietà facessero ossequio alla gran Madre del Salvatore invocata col bel titolo di Aiuto dei Cristiani.

            Compiuta poi la consacrazione del sacro edifizio, si moltiplicarono tali richieste da tutte parti e da persone di ogni età e di ogni condizione. Egli è per secondare questo pio e generale desiderio che venne formulata l'Associazione, le cui regole saranno qui brevemente esposte.

            Precederà un ragguaglio storico sul titolo di Maria Auxilium Christianorum, {3 [341]} di poi seguirà il Decreto della canonica erezione della Associazione; quindi il Breve con cui il sommo Pontefice con grande bontà degnavasi concedere speciali Indulgenze agli aggregati, cogli statuti della pia Associazione e colle analoghe Indulgenze ed alcune preghiere a comodo di chi volesse servirsene per indirizzare gli affetti del suo cuore a questa grande benefattrice de' miseri mortali.

            La santa Vergine Maria, che in cotante guise ha benedetto e favorito quelli che l'hanno supplicata col prezioso titolo di Ausiliatrice, continui a spandere copiosi i celesti tesori, non solo sopra gli aggregati a questa pia Associazione, ma sopra tutti quelli che la invocheranno nelle loro necessità spirituali o temporali, a segno che tutti abbiano motivi di benedirla sopra la terra per andare poi un giorno a lodarla e ringraziarla eternamente in cielo. Così sia. {4 [342]}

 

 

I. Maria Ausiliatrice.

 

            Il titolo di Ausiliatrice, attribuito all'augusta Madre del Salvatore, non è cosa nuova. Negli stessi libri santi Maria è chiamata Regina che sta alla destra del suo Divin Figliuolo, vestita in oro e circondata di varietà. Adstitit Regina a dextris tuis in vestitu deaurato, circumdata varietate (Sal. 44). Questo manto indorato e circondato di varietà, secondo lo spirito della Chiesa, sono altrettante gemme e diamanti, ovvero titoli, con cui si suole {5 [343]} appellare Maria. Quando pertanto chiamiamo la santa Vergine Aiuto dei Cristiani, non è altro che nominare un titolo speciale, che a Lei conviene, come diamante sopra i suoi abiti indorati. In questo senso Maria fu salutata Aiuto del genere umano fino dai primi tempi del mondo, quando, Adamo cadendo nella colpa, fu promesso un liberatore, che dovea nascere da una donna, la quale coll'immacolato suo piede avrebbe schiacciato il Capo del serpente insidiatore.

            Difatto questa gran Donna è simboleggiata nell'albero della vita, che esisteva nel paradiso terrestre; nell'arca di Noè, che salva dall'universale diluvio gli adoratori del vero Dio; nella scala di Giacobbe, che si solleva fino al cielo; nel roveto di Mosè, che arde e non si consuma, e che allude a Maria vergine dopo il parto; nell'arca dell'alleanza; nella torre di Davide, che difende da ogni assalto; nella rosa di Gerico; nella fontana sigillata; nell'orto ben coltivato e custodito di Salomone; è figurata in un {6 [344]} acquedotto di benedizione: nel vello di Gedeone. Altrove è chiamata stella di Giacobbe, bella come la luna, eletta come il sole, iride di pace, pupilla dell'occhio di Dio, aurora portatrice di consolazioni, Vergine e Madre e Genitrice del suo Signore. Questi simboli ed espressioni, che la Chiesa applica a Maria, fanno manifesti i disegni provvidenziali di Dio, che voleva farcela conoscere prima della sua nascita, come la primogenita fra tutte le creature, la più eccellente protettrice, aiuto e sostegno, anzi riparatrice dei mali, cui soggiacque il genere umano.

            Nel Nuovo Testamento non è solo con simboli e profezie appellata aiuto degli uomini in genere, ma aiuto, sostegno, e difesa dei Cristiani. Non più figure, non più espressioni simboliche; nel Vangelo tutto è realtà e avveramento del passato. Maria è salutata dall'Arcangelo Gabriele che la chiama piena di grazia; rimira Iddio la grande umiltà di Maria e la solleva alla dignità di Madre del Verbo Eterno. {7 [345]} Gesù, Dio immenso, diventa figliuolo di Maria. Da Lei nasce, è educato, assistito, e il Verbo Eterno fatto carne sottomettesi in tutto all'ubbidienza dell'augusta sua Genitrice. A richiesta di Lei Gesù opera il primo de' suoi miracoli in Cana di Galilea; sul Calvario è costituita di fatto Madre comune dei Cristiani. Gli Apostoli se La fanno guida e maestra di virtù. Con Lei si raccolgono a pregare nel Cenacolo; con Lei attendono all'orazione, e in fine ricevono lo Spirito Santo. Agli Apostoli dirige le sue ultime parole e se ne vola gloriosa al cielo.

            Dall'altissimo suo seggio di gloria volge i suoi materni sguardi e va dicendo: Ego in altissimis habito, ut ditem diligentes me et thesauros eorum repleam. Io abito il più alto trono di gloria per arricchire di benedizioni quelli che mi amano e per riempiere i loro tesori di celesti favori. Onde dalla sua Assunzione al cielo cominciò il costante e non mai interrotto concorso dei Cristiani a Maria, nè mai si udì, dice s. Bernardo, che alcuno abbia con {8 [346]} fiducia fatto ricorso a questa pietosissima Vergine, e non sia stato esaudito. Di qui si ha la ragione per cui ogni secolo, ogni anno, ogni giorno e, possiamo dire, ogni momento è segnalato nella storia da qualche gran favore concesso a chi con fede l'ha invocata. Di qui pure la ragione per cui ogni regno, ogni città, ogni paese, ogni famiglia ha una chiesa, una cappella, un altare, una imagine, un dipinto o qualche segno che rammenta la venerazione universale prestata a Maria e nel tempo stesso ricorda alcuna delle molte grazie concesse a chi fece a Lei ricorso nelle necessità della vita. Noi potremmo esporre una lunga serie di fatti raccontati nell'istoria ecclesiastica, da cui verrebbe abbondantemente confermato quanto diciamo. Ma noi ci limitiamo ad esporre solamente alcuni di quelli che hanno dato motivo ai sommi Pontefici di propagare il culto di Maria invocata sotto il glorioso titolo di Aiuto dei Cristiani. {9 [347]}

 

 

II. Battaglia di Lepanto.

 

            Esposti così di volo alcuni motivi che fecero ognor chiamare Maria ajuto e sostegno dei Cristiani, passiamo ad alcuni fatti particolari che diedero motivo alla Chiesa di appellarla Auxilium Christianorum. Il primo è la battaglia di Lepanto.

            Alla metà del secolo XVI la nostra Penisola godette alquanto di pace, quando una nuova insurrezione dalla parte di Oriente venne a mettere lo scompiglio fra i Cristiani.

            I Turchi, che da oltre cento anni si erano stabiliti a Costantinopoli, vedevano con rincrescimento che i popoli d'Italia, e segnatamente i Veneziani, possedessero isole e città in mezzo al vasto loro impero. Cominciarono pertanto a chiedere ai Veneziani l'isola di Cipro.

            La qual cosa essendo loro rifiutata, diedero mano alle armi e con un esercito {10 [348]} di ottanta mila fanti, e di tre mila cavalli e con formidabile artiglieria, guidati dallo stesso loro imperatore Selimo II, assediarono Nicosia e Famagosta che erano le città più forti dell'isola. Queste città dopo eroica difesa caddero ambedue in potere dei nemici.

            I Veneziani allora ricorsero al Papa affinchè volesse venire in loro soccorso per combattere ed abbassare l'orgoglio de' nemici del Cristianesimo. Il Romano Pontefice, che allora era s. Pio V, nel timore che i Turchi, se fossero riusciti vittoriosi, avrebbero portato fra i Cristiani desolazione e rovina, pensò di impegnare la potente intercessione di Colei che santa Chiesa proclama terribile come un esercito ordinato a battaglia: Terribilis ut castrorum acies ordinata. Ordinò pertanto pubbliche preghiere per tutta la Cristianità: ricorse al re di Spagna Filippo II, e al duca Emanuele Filiberto di Savoia.

            Il re di Spagna, messo in piedi un poderoso esercito, lo affidò ad un fratello minore detto D. Giovanni d'Austria. {11 [349]} Il Duca di Savoia mandò di buon grado un numero scelto di prodi, i quali unitisi al rimanente delle forze italiane andarono a congiungersi cogli Spagnuoli presso a Messina.

            Lo scontro dell'esercito nemico ebbe luogo vicino a Lepanto città della Grecia. I Cristiani assalgono ferocemente i Turchi; questi fanno gagliardissima resistenza. Ma dopo lungo, accannito e sanguinoso combattimento d'ambe le parti la vittoria rimane completamente ai Cristiani.

            Le navi Turche fuggono verso terra, i Veneziani le inseguono e le fracassano. Il mare è sparso di vesti, di tele, di frantumi di navi, di sangue e di corpi sbranati; trenta mila Turchi sono morti; dugento delle loro galere vengono in potere dei Cristiani.

            La notizia di quella vittoria recò nei paesi cristiani una gioia universale.

            Il Senato di Genova e di Venezia decretarono che il 7 Ottobre fosse giorno solenne e festivo in perpetuo perchè in cotal giorno, nell'anno 1571, erasi compiuto quel grande avvenimento. {12 [350]}

            Fra le preghiere che il santo Pontefice aveva ordinato pel buon esito di quella grande battaglia fu il Rosario, e nell'ora del combattimento lo recitava egli stesso con una schiera di fedeli seco lui raccolti. In quel momento gli apparve la santa Vergine rivelandogli il trionfo delle navi cristiane, il quale trionfo s. Pio V annunziò tosto per la città di Roma prima che alcuno avesse in altra guisa potuto portare quella notizia. Allora il santo Pontefice in riconoscenza a Maria, al cui patrocinio attribuiva la gloria di quella giornata, ordinò che nelle Litanie Lauretane si aggiugnesse la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis. Maria aiuto dei Cristiani, pregate per noi.

            Il medesimo Pontefice, affinchè fosse perpetua la memoria di quel prodigio, instituì la Solennità del SS. Rosario da celebrarsi ogni anno la prima domenica di Ottobre. {13 [351]}

 

 

III. La liberazione di Vienna.

 

            L'anno 1683 i Turchi per vendicare la sconfiitta di Lepanto formarono il disegno di portare le loro armi al di là del Danubio e del Reno, minacciando così tutta la Cristianità. Con un esercito di dugento mila uomini, avanzandosi a marcie forzate, vennero a porre l'assedio davanti alle mura di Vienna. Il sommo Pontefice, che allora era Innocenzo XI, pensò di fare ricorso ai principi cristiani eccitandoli a venire in soccorso della Cristianità minacciata. Pochi per altro risposero all'invito del Pontefice: per la qual cosa egli ad esempio del suo antecessore Pio V deliberò di porsi sotto alla protezione dell'augusta Regina del cielo. Pregava egli, ed aveva invitati i fedeli di tutto mondo a pregare con lui.

            Già la città di Vienna era ridotta ad un mucchio di rovine quando, il giorno della Natività di Maria, i Cristiani {14 [352]} raddoppiando le loro preghiere come per miracolo ricevettero avviso di vicino soccorso. Era Giovanni Sobiescki re di Polonia, che quasi solo fra i principi cristiani, cedendo all'invito del Pontefice, veniva co'  suoi prodi in aiuto degli assediati. Persuaso che col piccolo numero dei suoi soldati gli sarebbe stata impossibile la vittoria, ricorse egli pure a Colei che è formidabile in mezzo ai più ordinati ed agguerriti eserciti.

            Il 12 di settembre si portò in chiesa col principe Carlo di Lorena, ed ivi udirono la santa Messa, che egli stesso volle servire colle braccia distese in forma di croce. Dopo essersi comunicato, ed aver ricevuto la santa benedizione per sè e per tutto il suo esercito, quel principe si levò e disse ad alta voce: Soldati, per la gloria della Polonia, per la liberazione di Vienna, per la salute di tutta la Cristianità, sotto alla protezione di Maria noi possiamo con sicurezza marciare contro ai nemici e nostra sarà la vittoria. {15 [353]}

            L'esercito cristiano discendendo allora dalle montagne avanzossi verso il campo dei Turchi, i quali dopo aver combattuto per qualche tempo si ritirarono dall'altra parte del Danubio. La ritirata succedette con tanta precipitazione e confusione, che lasciarono nel campo lo stendardo ottomano, circa cento mila uomini, la maggior parte dei loro equipaggi, tutte le loro munizioni da guerra con cento ottanta pezzi di artiglieria. Non fuvvi mai vittoria più gloriosa e che abbia costato tanto poco sangue ai vincitori. Si vedevano i soldati carichi di bottino entrare nella città, cacciandosi davanti molte gregge di buoi, che i nemici avevano abbandonato.

            L'imperatore Leopoldo, udita la disfatta dei Turchi, tornò a Vienna in quello stesso giorno, e fece cantare un Te Deum colla più grande solennità. Essendo poi persuaso che una vittoria così inaspettata era totalmente dovuta alla protezione di Maria, fece portare nella chiesa maggiore lo stendardo che si era trovato nella tenda del Gran Visir. {16 [354]} Quello di Maometto, più ricco ancora e che si inalberava in mezzo del campo fu mandato a Roma e presentato al Papa. Quel santo Pontefice, egli pure persuaso che la gloria di quel tronfo fosse tutta dovuta alla grande Madre di Dio, e desideroso di perpetuare la memoria del benefìzio ordinò che la festa del ss. Nome di Maria, già da qualche tempo praticata in alcuni paesi, fosse per l’avvenire celebrata in tutta la Chiesa nella domenica che si trova fra l'ottava della sua Natività.

 

 

IV. Instituzione della festa di Maria Aiuto dei Cristiani.

 

            Questi e molti altri fatti cotanto gloriosi alla santa Vergine facevano desiderare l'intervento espresso della Chiesa a dare il limite e il modo con cui Maria potesse invocarsi col titolo di Aiuto dei Cristiani. La Chiesa era {17 [355]} già in certo modo intervenuta coll'approvazione delle confraternite, delle preghiere e di molte pratiche di pietà cui sono annesse le sante Indulgenze, e che per tutto il mondo proclamano Maria Auxilium Christianorum.

            Una cosa mancava ancora ed era un giorno dell'anno stabilito per onorare il titolo di Maria Ausiliatrice, che è quanto dire, una festa con rito, Messa, Officio dalla Chiesa approvalo, e si fissasse il giorno di tale solennità. Affinchè i Pontefici si determinassero a questa importante istituzione ci voleva qualche fatto straordinario che non tardò molto a farsi manifesto agli uomini.

            Il modo maraviglioso con cui Pio VII fu liberato dalla sua prigionia è il grande avvenimento che ha dato occasione alla istituzione della festa di Maria Aiuto dei Cristiani.

            L'imperatore Napoleone I aveva già in più guise oppresso il sommo Pontefice, spogliandolo de' suoi beni, disperdendo Cardinali, Vescovi, Preti e Frati, privandoli parimenti de' loro {18 [356]} beni. Dopo ciò Napoleone chiedeva al Papa cose che egli non poteva Concedere. Al rifiuto di Pio VII l'Imperatore rispose colla violenza e col sacrilegio. Il Papa venne arrestato nel proprio palazzo e col Cardinal Pacca suo segretario tradotto in viaggio forzato a Savona dove il perseguitato ma sempre glorioso Pontefice passò oltre a cinque anni in severa prigionia. Ma siccome dove c'è il Papa là vi è il Capo della religione e quindi il concorso di tutti i veri cattolici, così Savona divenne in certo modo un'altra Roma. Tante dimostrazioni di affetto mossero ad invidia l'Imperatore, che voleva umiliato il Vicario di Gesù Cristo; e perciò comandò che il Pontefice fosse traslocato a Fontainebleau, che è un castello non molto distante da Parigi.

            Mentre il Capo della Chiesa gemeva prigioniero, separato da' suoi consiglieri ed amici, ai Cristiani altro più non rimaneva che imitar i fedeli della Chiesa primitiva, quando s. Pietro era in prigione, pregare. Pregava il venerando {19 [357]} Pontefice e con lui pregavano tutti i Cattolici implorando l'aiuto di Colei che è detta: Magnum in Ecclesia praesidium: Grande presidio nella Chiesa. Si crede comunemente che il Pontefice abbia promesso alla santa Vergine di instituire una festa per onorare l'angusto titolo di Maria Aiuto dei Cristiani, qualora egli avesse potuto ritornare a Roma sul trono pontificio. Intanto tutto sorrideva al terribile conquistatore. Dopo aver fatto risuonare il temuto suo nome in tutta la terra, camminando di vittoria in vittoria aveva portate le sue armi nelle regioni più fredde della Russia, credendo trovare colà nuovi trionfi; ma la divina Provvidenza invece gli preparava disastri e sconfitte.

            Maria mossa a pietà dai gemiti del Vicario di Gesù Cristo e dalle preghiere dei suoi figliuoli cangiò in un momento le sorti d'Europa e di tutto il mondo.

            Il rigor dell'inverno nella Russia e l'infedeltà di molti generali francesi delusero tutte le speranze di Napoleone. {20 [358]} La maggior parte di quel formidabile esercito perì assiderato dal gelo o sepolto nella neve. Le poche truppe risparmiate dai rigori del freddo abbandonarono l'Imperatore ed egli dovette fuggire, ritirarsi a Parigi e consegnarsi nelle mani degli Inglesi, che lo tradussero prigioniero nell'isola d'Elba. Allora la giustizia potè fare di nuovo il suo corso; il Pontefice venne subito messo in libertà; Roma l'accolse col massimo entusiasmo, e il Capo della cristianità fatto libero e indipendente potè ripigliare l'amministrazione della Chiesa universale. Fatto così libero Pio VII, volle tosto dare un pubblico segno di gratitudine alla beata Vergine, dalla cui intercessione tutto il mondo riconosceva la inaspettata sua libertà. Accompagnato da alcuni Cardinali andò a Savona dove incoronò la prodigiosa immagine detta della Misericordia che si venera in quella città; e con inaudito concorso di popolo in presenza del re Vittorio Emanuele I e di altri Principi fu fatta la maestosa funzione in cui {21 [359]} il Papa pose una corona di gemme e di diamanti sul Capo della veneranda effigie di Mafia.

            Ritornato di poi a Roma volle compiere la seconda parte della sua promessa instituendo nella Chiesa una festa speciale, che attestasse alla posterità il gran prodigio.

            Considerando egli adunque come in ogni tempo la santa Vergine fu sempre proclamata aiuto dei Cristiani, appoggiato a quanto s. Pio V aveva fatto dopo la vittoria di Lepanto, ordinando d'inserire nelle Litanie Lauretane le parole: Auxilium Christianorum, ora pro nobis; spiegando e dilatando ognor più quanto aveva decretato il pontefice Innocenzo XI quando instituì la festa del nome di Maria; Pio VII per rendere perpetua la memoria della prodigiosa liberazione sua, dei Cardinali, dei Vescovi e della libertà ridonata alla Chiesa, e perchè ne esistesse perpetuo monumento fra tutti i popoli cristiani, instituì la festa di Maria Auxilium Christianorum da celebrarsi ogni anno al giorno 24 {22 [360]} maggio. Fu scelto quel giorno perchè appunto in esso l’anno 1814 egli era stato fatto libero e potè ritornare a Roma fra i più vivi applausi dei Romani.

            Il glorioso pontefice Pio VII finchè visse promosse il culto verso Maria; approvò associazioni e confraternite a Lei dedicate, concedette molte Indulgenze alle pratiche di pietà che a onore di Lei si fossero fatte. Valga per tutti un solo fatto per dimostrare a grande venerazione di questo Pontefice verso Maria Ausiliatrice.

            L'anno 1817 era compiuto un dipinto che doveva essere collocato in Roma nella Chiesa di s. Maria in Monticelli, diretta dai Sacerdoti della Dottrina Cristiana. Alli 11 maggio quel dipinto fu portato al Pontefice in Vaticano affinchè lo benedicesse e gli imponesse un titolo. Appena egli vide la divota immagine, provò si grande emozione di cuore, che senza prevenzione alcuna proruppe all'istante nel magnifico preconio: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis. A queste {23 [361]} voci del santo Padre fecero eco i figliuoli divoti di Maria e nel primo scoprimento di quello (15 dello stesso mese) vi fu un vero trasporto di popolo, di gioia e di divozione. Le offerte, i voti e le fervorose preghiere hanno continuato fino al giorno presente. Così che si può dire che quella immagine è continuamente circondata dai divoti che dimandano ed ottengono grazie per intercessione di Maria aiuto dei Cristiani.

 

 

V. Divozione a Maria Ausiliatrice in Monaco ed in Torino.

 

            Allora che le truppe cristiane combattevano a Vienna, un padre cappuccino, che con zelo predicava nella chiesa di s. Pietro a Monaco in Baviera, con fervorose espressioni esortava i fedeli a mettersi sotto alla protezione di Maria Ausiliatrice. Dopo quella vittoria la divozione alla santa Vergine gi accrebbe talmente, che in quella {24 [362]} città venne costituita una celebratissima confraternita sotto al titolo di Maria Ausiliatrice. Il duca di Baviera, che aveva guidato un corpo di truppe nella famosa giornata di Vienna, volle egli stesso dimandare al sommo Pontefice Innocenzo XI l'approvazione della novella associazione. Di buon grado il Papa accondiscese e accordò l'implorata approvazione ed analoghe Indulgenze con una Bolla in data 18 agosto 1684.

            Ma fra le città che si segnalarono per divozione verso a Maria Ausiliatrice, devesi certamente annoverare Torino. - Il cardinale Maurizio principe di Savoia ha grandemente promossa questa divozione fra i Torinesi fin dal principio del secolo decimosettimo. Fra le altre cose fece costrurre nella chiesa di san Francesco di Paola una cappella con altare e statua dedicata alla Vergine Ausiliatrice. Quel celebre porporato era assai divoto di Maria, e morendo lasciò per testamento che il cuore, qual pegno più caro di sè stesso, fosse deposto in una cassa {25 [363]} e collocato nel muro a destra dell'altare[1].

            Il tempo avendo logorato e resa abbietta quella cappella, Vittorio Emanuele II ordinò che ogni cosa fosse a sue spese ristorata e rinnovata.

            Fatti certi i Torinesi che il ricorso a Maria Ausiliatrice era un mezzo efficacissimo per ottenere grazie dal Signore, cominciarono ad aggregarsi alla confraternita di Monaco che annoverava già confratelli di ogni età e condizione per tutta Europa. Ma pel numero stragrande ed ognora crescente degli aggregati venne instituita nella medesima chiesa una confraternita ch'ebbe l'apostolica approvazione dal sommo Pontefice Pio VI con rescritto del 9 febbraio 1798.

            Così fra i Torinesi cresceva e dilatavasi la divozione a Maria Ausiliatrice quando fu ideato il progetto di una chiesa da dedicarsi appunto alla santa Vergine in Valdocco, quartiere popolatissimo della città di Torino. - I mezzi {26 [364]} con cui doveva condarsi avanti l'impresa si abbandonò intieramente alla protezione di colei che la chiesa chiama costantemente Virgo potens, Vergine potente.

            Mentre poi si stava deliberando intorno al titolo, sotto cui innalzare il novello edifizio, un incidente sciolse ogni dubbio. Il sommo Pontefice, il regnante Pio IX, cui nulla sfugge di quanto può tornare a gloria della Religione, informato della necessità di una chiesa nel luogo sopra indicato, mandò la sua prima graziosa offerta in L. 500, facendo intendere che Maria Ausiliatrice gli sembrava titolo certamente gradito alla gran Vergine Maria. Accompagnava poi la caritatevole oblazione con queste parole: Questa tenue offerta abbia più potenti e generosi oblatori, che cooperino a promuovere le glorie dell'augusta Madre di Dio in terra, e così accrescasi il numero di quelli che un giorno le andranno a fare gloriosa corona in cielo.

            L'augurio e la benedizione del supremo {27 [365]} Gerarca conseguirono il loro effetto e proteggendo la santa Vergine l'opera sua, nello spazio di circa tre anni fu condotta a termine e nel giorno 7 di giugno 1868 con grande solennità era consacrata al divin culto dal nostro veneratissimo arcivescovo di Torino monsignor Alessandro Riccardi.

 

 

VI. Favori del sommo Pontefice per questa chiesa.

 

            Il sommo Pontefice venne più volte in aiuto del cominciato edifizio e con offerte materiali e ancora più con favori spirituali. Nel 12 gennaio 1867 concedette le seguenti indulgenze a tutti quelli che avevano concorso alla costruzione di questa chiesa.

 

            1. Apostolica benedizione con indulgenza plenaria in articolo di morte;

 

            2. Indulgenza plenaria, tutte le volte {28 [366]} che eglino si fossero degnamente accostati alla santa comunione;

 

            3. Queste indulgenze per modo di suffragio sono applicabili alle anime del purgatorio.

            Per animare poi tutti i fedeli cristiani a prendere parte alla consacrazione di questa chiesa, con apposito breve del 22 maggio 1868, concedeva Indulgenza plenaria a tutti quelli che confessati e comunicati avessero visitata questa chiesa di Maria Ausiliatrice nel giorno della consacrazione od in altro giorno dell'ottavario.

            Terminata la solennità della consacrazione con un concorso che ci sembra poter chiamar piuttosto unico che raro, l'amorevole Pontefice si degnava di esprimere la sua soddisfazione colla seguente lettera che nella sua grande bontà compiacevasi di indirizzarci.

 

            «Salute ed apostolica benedizione.

 

            «Noi abbiamo provata quasi la medesima gioia che tu e gli imitatori del tuo zelo avete provato, quando ci fu {29 [367]} dato di conoscere che era stato condotto a termine in cotesta nobilissima città, e che era già stato a Dio consacrato il nuovo tempio dedicato al nome della beatissima Vergine Aiuto dei Cristiani. Imperocchè, sebbene non abbiamo noi potuto trovarci presenti a quel giocondo spettacolo, tuttavia l’industria tua ci fece quasi avere sotto agli occhi la fronte esterna della Chiesa, per le medaglie che ci mandasti egregiamente cesellate, e contemplare la stessa immagine della Madre di Dio. Gioverà poi moltissimo ad accrescere la nostra fiducia la vista di cotesta Ancona, imperocchè noi siamo d'avviso che non avvenne senza un divino consiglio, che si celebrasse con nuovi onori la celeste Patrona col titolo di Aiuto dei Cristiani. Di fatto Noi, sotto alla sua protezione, nutriamo fiducia, che protetti dalla divina provvidenza, saremo liberati dai mali soprastanti, e che incolumi riusciremo da' nostri nemici. Intanto per attestare tutta la nostra gratitudine e benevolenza impartiamo di tutto cuore {30 [368]} a te ed ai pii sacerdoti che lavorano teco, ed ai giovani affidati alla tua cura l'apostolica benedizione, siccome pegno della grande nostra affezione.

 

            Dato a Roma ad dì 23 settembre 1868.

 

            Del nostro pontificato anno vigesimo terzo.

 

            PIO PP. IX.» {31 [369]}

 

 

Supplica all'Arcivescovo di Torino

 

            Per la canonica erezione di una Associazione dei Divoti di MARIA AUSILIATRICE.

 

            Eccellenza Reverendissima,

 

            Il sottoscritto espone umilmente a V. E. Rev.ma che pel solo desiderio di promuovere la gloria di Dio e il bene delle anime avrebbe in animo che nella Chiesa di Maria Ausiliatrice, or fa un anno da V. E. consacrata al Divin culto, si iniziasse una pia unione di fedeli sotto il nome di Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice; scopo principale sarebbe di promuovere la venerazione al SS.mo Sacramento e la divozione a Maria Auxilium Christianorum: titolo che sembra tornare di vivo gradimento all'augusta Regina del Cielo, {32 [370]}

            A tale effetto si compilarono alcune Regole che furono modellate e quasi copiate sopra gli statuti della celebre Confraternita di Maria Ausiliatrice eretta in Monaco di Baviera, affinchè questi esercizi di pietà abbiano una forma stabile e tutta secondo lo spirito di santa Chiesa.

            L'umile esponente supplica V. E. a voler prendere in benigna considerazione questo pio progetto, facendole umile preghiera di esaminare tali statuti, aggiugnere, togliere, cangiare quanto giudica opportuno, e poi, come umilmente La supplica, approvarla con tutte quelle clausole che V. E. giudicasse più opportune a promuovere le glorie dell'augusta Regina del cielo e il bene delle anime.

            L'altare dell'Associazione sarebbe l'altare maggiore di detta chiesa, come quello che è privilegiato, e presso cui già si fanno la maggior parte dagli esercizi di pietà che formano lo scopo di questa Associazione.

            Pieno di speranza di conseguire il {33 [371]} favore, colla più profonda gratitudine implora la Sua santa Benedizione e si professa.

 

Umilissimo supplicante

            Sacerdote GIOVANNI Bosco. {34 [372]} {35 [373]}

 

 

[Decreto della Curia di Torino]

 

ALEXANDER OCTAVIANUS RICCARDI

 

            EX COMITIBUS A NETRO

 

            SUPREMI ORDINIS SS. ANNUNTIATIONIS

            EQUES TORQUATUS ETC. ETC.

            DEI ET SANCTAE SEDIS APOSTOLICAE GRATIA

            ARCHIEPISCOPUS TAURINENSIS

            SS. D. N. D. PII PAPAE IX PRAELATUS DOMESTICUS

            AC PONTIFICIO SOLIO ADSISTENS

 

            Viso memoriali nobis exhibito ab ad. Rev. Dom. Ioanne Bosco ecclesiae sub invocatione Immaculatae Virginis Auxiliatricis nuper erectae in hac civitate rectore, eiusque tenore considerato, piis oratoris votis libenter annuentes ad fovendam augendamque fidelium erga s. Dei Matrem augustumque Eucharistiae Sacramentum religionem, piam sodalilatem cui nomen erit: Associazione de' divoti di Maria Ausiliatrice ad altare maius praedictae ecclesiae praesentium tenore erigimus ac canonice erectam declaramus pro utriusque status fidelibus, ut omnes eidem adscribendi {36 [374]} de Ecclessiae thesauris, praescripta opera ademplendo, participare valeant; quoniam vero statuta nobis pariter exhibita, ac per nos firmata, piae societatis regimini et incremento accommodata novimus, eadem approbamus, reservata nobis facultate ea addendi vel variandi, quae magis pro dictae piae sodalitatis utilitate expedire iudicabimus. Hoc nostrum decretum una cum memoratis precibus ac statutis in registris Curiae nostrae referri iubemus ac per authenticum exemplar D. Oratori exhiberi.

 

            Datum Taurini die decima octava aprilis anno millesimo octingentesimo sexagesimo nono.

 

            Firmatus ┼ ALEXANDER Archiepiscopus et manualiter subscriptus TH. GAUDI pro Cancell.

 

            Ita in originali cum quo coll. concordat.

 

            Datum Taurini die, mense etanno praemissis.

 

            Th. GAUDI pro Cancell. {38 [376}

 

 

ALESSANDRO OTTAVIANO RICCARDI

 

            DEI CONTI DI NETRO

 

            CAV. DELL'ORD. SUP DELLA SS. ANNUNZIATA, ECC. ECC.

            PER GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICA

            ARCIVESCOVO DI TORINO

            PRELATO DOMESTICO DI S. S. PAPA PIO IX

            E ASSISTENTE AL SOGLIO PONTIFICIO

 

            Visto il memoriale a noi presentato dal M. Rev. sacerdote Giovanni Bosco Rettore della Chiesa da poco tempo in questa città eretta sotto l'invocazione dell'Immacolata Vergine Ausiliatrice, e consideratone il tenore, ben volentieri acconsentendo ai pii voti dell'Oratore, per alimentare ed accrescere la divozione dei fedeli verso la santa Madre di Dio e l'augusto Sacramento dell'Eucaristia, col tenore del presente decreto erigiamo e dichiariamo canonicamente eretta per i fedeli dell'uno e dell'altro sesso all'altare {37 [375]}maggiore della predetta Chiesa la pia società che avrà nome di Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice, in modo che tutti quelli che ad essa si ascriveranno, adempiendo le prescritte opere, possano partecipare dei Tesori della Chiesa. È poichè gli statuti a noi parimenti presentati e da noi firmati abbiam conosciuto essere addatti al governo ed all'incremento della pia Associazione, questi medesimi noi approviamo, riservandoci la facoltà di aggiungere o di variare quelle cose che giudicheremo essere di maggiore utilità per detta pia Associazione. Questo nostro decreto col sopradetto ricorso e cogli statuti vogliamo siano riportati nei registri della nostra Curia ed un autentico esemplare ne sia rilasciato all'Oratore.

 

            Dato in Torino il giorno 18 aprile 1869.

 

┼ ALESSANDRO Arcivescovo.

            Teol. GAUDI pro Canc. {39 [377]}

 

 

[Decreto della Curia Romana]

 

PIUS PP. IX

 

            AD FUTURAM REI MEMORIAM.

 

            Exponendum curavit Nobis dileCtus filius Ioannes Bosco, Presbyter Taurinensis, sibi, ad fovendam augendamque fidelium erga sanctam Dei Matrem, augustumque Eucharistiae Sacramentum religionem, in animo esse, piam sodalitatem in Ecclesia sub invocatione Irnmaculatae Virginis Auxiliatricis Civitatis Taurinensis de Ordinarii licentia instituere, cui vulgo. - Associazione de' Divoti di Maria Ausiliatrice - nomen sit, et cujus sodales praecipue in promovendum Deiparae Immaculatae angustiaque Sacramenti cultum intendant animum.

            Quo vero, propositis uberioribus ad coelestem beatitatem potiundam praesidiis, {40 [378]} maiori studio fideles sodalitati isti nomen dent, atque in praescripta pietatis opera incumbant, enixas Nobis preces adhibuit humiliter, ut Ecclesiae thesauros, quorum dispensationem Nobis commisti Altissimus, idcirco reserare de benignitate Nostra dignaremur.

            Nos igitur salubres has frugiferasque memorati dilecti filli curas plurimum commendantes, quo sodalitas ista maiora in dies, Deo iuvante, suscipiat incrementa, de Omnipotentis Dei misericordia, ac BB. Petri et Pauli App. ejus auctoritate confisi, omnibus et singulis utriusque sexus Christifidelibus e pia sodalitate vulgo. - Associazione de' Divoti di Maria Ausiliatrice - in cognomine Ecclesiae Civitatis Taurinensis canonice instituta nunc et pro tempore existentibus, vere poenitentibus et confessis, ac sacra Communione refectis, qui eandem Ecclesiam, et sodalitatis Oratorium vel Altare, Nativitatis, Circumcisionis, Epiphaniae et Ascensionis D. N. I. C. festivitatibus, Dominica Pentecostes, sollemnitate SS. {42 [380]} Corporis Christi, itemque septem potìoribus Immaculatae Virginis Deiparae festis, a primis vesperis usque ad occasum solis dierum hujusmodi, singulis annis devote visitaverint, ibique pro Christianorum Principum concordia, haeresum extirpatione ac s. Matris Ecclesiae exaltatione pias ad Deum preces effuderint, quo die ex recensitis id egerint, Plenariam omnium peccatorum suorum Indulgentiam et remissionem misericorditer in Domino concedimus.

            Praeterea eisdem sodalibus, qui quolibet die sollemnium supplicationum, quae in honorem sanctae Dei Matris dicta in Ecclesia per tres aut novem dies continuos fieri solent, ea, quae descripsimus, pietatis opera corde saltem contriti peregerint, septem annos totidemque quadragenas: quotiescumque vero rite devoto interfuerint Exercitio cujusvis diei mane de Ordinarii licentia praefata in Ecclesia habendo, et corde pariter contriti consuetas preces ut supra pro Christianorum Principum concordia, haeresum extirpatione, {44 [382]} ac s. Matris Ecclesiae exaltatione recitaverint, centum dies de injunctis eis, seu alias quomodolibet debitis poenitentiis in forma Ecclesiae consueta relaxamus.

            Quae omnes et singulae Indulgentiae, peccatorum remissiones, ac poenitentiarum relaxationes ut etiam Animabus Christifidelium, quae Deo in charitate conjunctae ab hac luce migraverint, per modum suffragii applicari possint, misericorditer in Domino elargimur.

            Praesentibus ad Decennium tantum valituris.

 

            Datum Romae apud S. Petrum sub annulo Piscatoris die XVI Martii MDCCCLXIX.

 

            Pontificatus Nostri anno vigesimotertio.

 

            N. Card. PARACCIANI CLARELLI. {46 [384]}

 

PIO PP. IX

 

            A FUTURA MEMORIA DEL FATTO.

 

            Il nostro diletto figlio Giovanni Bosco, sacerdote torinese, ci espose aver egli in animo, per eccitare ed accrescere la divozione dei fedeli verso la santa Madre di Dio e l'augusto Sacramento dell'Eucarestia, d'instituire colla licenza dell'Ordinario nella chiesa dedicata a Maria SS. Ausiliatrice nella città di Torino, una pia società col nome di Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice, i cui soci abbiano per iscopo principale di promuovere il culto della Immacolata Madre di Dio e dell'augusto Sacramento.

            Affinchè poi, proponendo loro maggiori aiuti per arrivare alla celeste {41 [379]} beatitudine, con maggiore impegno diano i fedeli il nome a questa Associazione e attendano a compiere le prescritte opere di pietà, ci porse umile preghiera che volessimo a questo fine per nostra benignità schiudere i tesori della chiesa, la dispensazione dei quali a noi commise l'altissimo Iddio.

            Noi adunque molto commendando le salutari e proficue cure del predetto nostro amato figliuolo, affinchè col divino aiuto vie maggiore incremento di giorno in giorno prenda questa Associazione, appoggiati alla misericordia di Dio ed all'autorità de' suoi beati Apostoli Pietro e Paolo a tutti e singoli i fedeli cristiani dell'uno e dell'altro sesso che ora e per l'avvenire verranno inscritti nella pia società che ha nome di Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice, canonicamente eretta nella chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice nella città di Torino, veramente pentiti e confessati e comunicati e che avranno divotamente visitato questa medesima chiesa, {43 [381]} l'oratorio o l'altare della Società, dai primi vespri fino al tramonto del sole, nelle feste della Natività, Circoncisione, Epifania ed Ascensione di N. S. G. C., nella domenica di Pentecoste, nella solennità del SS. Corpo del Signore, e similmente nelle sette principali feste della Immacolata Vergine Madre di Dio, e quivi avranno pregato per la concordia dei Principi cristiani, per l'estirpazione delle eresie, e per l'esaltazione di s. Madre Chiesa, in qualunque dei sopradetti giorni ciò avranno fatto, misericordiosamente concediamo nel Signore plenaria Indulgenza e remissione di tutti i loro peccati.

            Inoltre ai medesimi soci i quali almeno di cuore pentiti adempieranno le sopradette opere di pietà in ciascun giorno di novene o tridui che solennemente in detta chiesa si soglion fare in onore della Madre di Dio concediamo sette anni d'Indulgenza ed altrettante quarantene: ogniqualvolta poi interverranno al divoto esercizio che con licenza dell'Ordinario {45 [383]} ogni mattina si celebra in dettachiesa e parimente di cuore pentiti, reciteranno le consuete preghiere per la concordia fra i principi cristiani, l'estirpazione delle eresie e l'esaltazione di s. Madre Chiesa, concediamo cento giorni di Indulgenza.

            Le quali e singole Indulgenze, perdono dei peccati e remissioni di pene, misericordiosamente concediamo nel Signore che per modo di suffragio si possano anche applicare alle anime dei fedeli cristiani che a Dio congiunte in carità passarono da questa vita.

            Valevoli le presenti per dieci anni solamente.

 

            Dato in Roma presso S. Pietro sotto l'anello del Pescatore il giorno 16 marzo 1869, l'anno 23 del nostro pontificato.

 

            N. Cardinale PARACCIANI CLABELLI. {47 [385]}

 

 

Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice.

 

            1. Nella Chiesa dedicata in Torino a Maria Ausiliatrice con autorizzazione di S. Ecc. Rev. l'Arcivescovo di Torino è canonicamente instituita una Associazione di suoi Divoti che si propongono di promuovere le glorie della divina Madre del Salvatore per meritarsi la protezione di Lei in vita e particolarmente in punto di morte.

            2. Due mezzi speciali si propongono: Dilatare la divozione alla Beata Vergine e la venerazione a Gesù Sacramentato.

            3. A tale uopo si adopereranno colle parole, col consiglio, colle opere e coll'autorità di promuovere il decoro e la divozione nelle novene, feste e solennità che nel corso dell'anno si compiono ad onore della B. V. Maria e del SS. Sacramento.

La diffusione di buoni libri, imagini, medaglie, pagelle, intervenire {48 [386]} e raccomandare l'intervento alle Processioni in onore di Maria SS. e del SS. Sacramento, la frequente Comunione, l’assistenza alla santa Messa, l'accompagnamento al Viatico sono le cose che gli Aggregati si propongono di promuovere con tutti i mezzi compatibili al loro stato.

            4. Gli Associati si daranno massima cura per sè e presso alle persone da loro dipendenti d'impedire la bestemmia e qualunque discorso contrario alla religione e per quanto sta in loro togliere qualunque ostacolo che possa impedire la santificazione dei giorni festivi.

            5. Ogni Associato secondo i consigli dei catechismi e dei maestri di spirito è caldamente esortato di accostarsi alla santa Confessione e Comunione ogni quindici giorni od una volta al mese e di ascoltare ogni giorno la santa Messa purchè le obbligazioni del proprio stato lo permettano.

            In onore di Gesù Sacramentato gli Associati ogni giorno dopo le ordinarie {49 [387]} preghiere del mattino e della sera reciteranno la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il SS. e Divinissimo Sacramento. Ed in onore della B. V.: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis. Pei sacerdoti basta che nella santa Messa mettano l'intenzione di pregare per tutti gli Aggregati a questa pia Associazione. Queste preghiere serviranno come di vincolo ad unire tutti gli Associati in un cuor solo ed un'anima sola per rendere il dovuto onore a Gesù nascosto nella santa Eucaristia ed all'augusta sua Genitrice, a partecipare di tutte le opere di pietà che si compieranno da ogni Associato.

 

            VANTAGGI SPIRITUALI DEGLI ASSOCIATI.

 

            Tutti gli Aggregati per darsi vicendevole aiuto a camminare per la strada della salvezza intendono di fare comunione di tutte le opere {50 [388]} buone che fa ciascuno in privato o nella Chiesa di Maria Ausiliatrice oppure altrove.

            1. Parteciperanno eziandio delle pratiche di pietà che si compiono all'altare dell'Associazione che è l'altare Maggiore di questa Chiesa: altare privilegiato quotidiano secondo il Decreto della sacra Congregazione in data 22 Maggio 1868. A questo Altare fra le altre cose ogni mattino circa le sei nei giorni feriali, e circa alle sette nei dì festivi si celebrerà una Messa, colla recita della terza parte del SS. Rosario, con particolari preghiere e colla comunione di tutti quelli che vi possono intervenire.

            Il regnante Pio IX benignamente concede 100 giorni d'Indulgenza a tutti e per ogni volta che si prende parte a questo esercizio di pietà.

            Ogni sera avrà luogo canto di laudi sacre, lettura spirituale, preghiere, benedizione col SS. Sacramento, cui terrà dietro là recita del SS. Rosario come al mattino.

Ogni Aggregato può lucrare l'Indulgenza {51 [389]} plenaria nelle solennità del SS. Natale, della Circoncisione, dell'Epifania, e dell'Ascensione di N. S. G. C.; nella Domenica di Pentecoste, nel giorno del Corpus Domini.

               2. Indulgenza parimenti plenaria nella Festa dell'immacolata Concezione della B. V.; della sua Natività, Presentazione al Tempio, Annunziazione, Purificazione, Visitazione, sua Assunzione al Cielo.

               3. La medesima Indulgenza plenaria potranno lucrare in qualunque giorno della novena o nella festa di Maria, Auxilium Christianorum; nella Festa di s. Francesco di Sales, di s. Luigi Gonzaga, e in quel giorno di ciascun mese che sceglieranno per fare l'Esercizio della Buona Morte. - Le Indulgenze notate in questo numero si possono anche lucrare da quelli che non fossero inscritti nella pia Associazione.

Ogni Aggregato intervenendo alle pratiche di pietà che in questa chiesa compionsi nel corso dell'anno in occasione di tridui o novene può una {52 [390]} volta al giorno lucrare l'Indulgenza di sette anni e di altrettante quarantene. - È bene qui di notare che per l'acquisto delle suddette Indulgenze plenarie è prescritta la Sacramentale Confessione e Comunione a meno che l'Aggregato abbia la lodevole pratica di accostarsi ogni settimana alla Confessione. In questo caso si cerca soltanto lo stato di grazia.

            4. Ogni anno nel primo giorno non impedito dopo la festa, di Maria Ausiliatrice si canta una Messa da Requiem con altri particolari suffragi per le anime dei Confratelli defunti in generale e particolarmente per coloro che fossero stati da Dio chiamati alla vita eterna nel corso di quell'anno.

Qualora un Confratello od una Consorella cadessero ammalati, oppure a Dio piacesse di chiamarli a miglior vita saranno in modo speciale raccomandati alle preghiere che ogni giorno si fanno all'altare di Maria Ausiliatrice, purchè se ne dia avviso al Direttore della chiesa. {53 [391]}

 

 

ACCETTAZIONE.

 

            1. Chiunque desidera di far parte di questa pia Associazione farà scrivere il suo nome e cognome, luogo di dimora, sopra apposito registro che si conserva nella sacrestia della chiesa di Maria Ausiliatrice. In quella occasione, se la desidera, gli sarà data una immagine, una medaglia col libretto dell'Associazione.

            2. I Paroci ed ogni altro che abbia cura d'anime, i Direttori di collegi o delle case di educazione o di istituti di beneficenza possono aggregare qualunque loro dipendente; purchè mandino i nomi degli Aggregati al Direttore della chiesa che è pure il Direttore della pia Associazione.

Non vi è alcuna annualità pecuniaria; ciascuno se vuole farà ogni anno qualche oblazione per sostenere le spese che occorrono nella Novena e festa di Maria Ausiliatrice, e per tutte le altre sacre funzioni che si compiono {54 [392]} nelle varie occorrenze dell'anno nella chiesa dell'Associazione.

 

            Visa supra scripta statuta seu capitula a nobis firmata tamquam praedictae piae societati ac fidelium pietati consona approbamus, reservata nobis facilitate eadem variandi, iuxta rerum ac temporum circumstantias.

 

            Datum Taurini die 18 aprilis 1869.

 

            Firmatus ┼ ALEXANDER Archiepisc.

 

            Manual. TH. GAUDI pro Cancellarius.

 

            Ita in originali cum quo etc.

 

TH. GAUDI pro Cancellarius.

 

 

Preghiere e pratiche divote

 

            Convenienti allo spirito della Compagnia, e che ognuno è in libertà di fare secondo la sua divozione, per il giorno, in cui si ascrive nell'Associazione.

 

            Gloriosa Vergine Maria, Regina del cielo e della terra, in cui dopo Dio ho posto tutta la mia confidenza, mi getto umilmente ai vostri piedi, come {55 [393]} l'ultimo de' vostri servi, per consacrarmi al vostro servizio in questa pia Associazione eretta sotto la Vostra Protezione, e prometto con tutto il mio cuore di praticare tutte le cose che le regole di essa prescrivono colla maggior possibile divozione[2], affinchè pei meriti di Gesù Cristo vostro caro Figliuolo, e per la vostra potente intercessione tutti gli Associati siano preservati da ogni male spirituale e corporale nella loro vita; che siano benedetti dal Signore in tutte le loro azioni, e che finalmente ottengano la grazia di morire della morte de' giusti. Siccome il solo desiderio di piacervi è quello che mi porta ad abbracciare questa divota Associazione; così umilmente vi supplico, o santa Vergine, di volermi ricevere nel novero dei vostri figli, e ottenermi la grazia di corrispondere {56 [394]} colla bontà dei costumi, e colla santità delle opere all'eccelso carattere di vostro servo.

            O gloriosa Vergine Maria, degnatevi dall'alto vostro Trono di guardarmi con quel benigno occhio, che è sempre aperto, per chi si è consacrato al vostro servizio; e poichè oggi faccio notare il mio nome nel libro di questa pia Associazione, così degnatevi di scriverlo nel vostro materno cuore; pregate il vostro Divin Figliuolo, affinchè si compiaccia annoverarmi fra coloro, che sono scritti nel libro dell'eterna vita. Così sia.

 

 

Atto di figliazione con cui si prende per madre Maria Vergine.

 

            Signor mio Gesù Cristo, vero Dio, e vero uomo, figliuolo unico di Dio e della santa Vergine, io vi riconosco, e vi adoro come mio primo principio ed ultimo fine. Vi supplico di {57 [395]} rinnovare in favor mio quel misterioso amorevole Testamento, che avete fatto sulla Croce, dando al prediletto Apostolo s. Giovanni la qualità ed il titolo di figliuolo della vostra Madre Maria. Ditele anche per me queste parole: Donna, ecco il tuo Figlio. Fatemi grazia di poter appartenere a Lei come figliuolo, e di averla per Madre in tutto il tempo della mia vita mortale su questa terra.

            Beatissima Vergine Maria, mia principale Avvocata, e Mediatrice, io N. N. peccator miserabile, il più indegno, e l'infimo de' vostri servi, umilmente prostrato dinanzi a Voi, affidato alla vostra bontà, e misericordia, ed animato da un vivo desiderio d'imitare le vostre belle virtù, vi eleggo quest'oggi per mia Madre, supplicandovi, che mi riceviate nel numero fortunato de' vostri cari figliuoli. Vi faccio una donazione intiera ed irrevocabile di tutto me stesso. Ricevete di grazia la mia protesta; gradite la confidenza, con cui mi abbandono nelle vostre braccia. Accordatemi la vostra materna {58 [396]} protezione in tutto il corso della mia vita, e particolarmente nell'ora della morte, onde l'anima mia sciolta dai lacci del corpo, passi da questa valle di pianto a godere con Voi l'eterna gloria nel Regno de' Cieli. Così sia.

 

 

Preghiera di SS. Pio IX.

 

            Signore, Dio onnipotente, che permettete il male per ricavarne il bene, ascoltate le nostre umili preghiere, colle quali Vi domandiamo di restarvi fedeli in mezzo a tanti assalti, e perseverare fedeli fino alla morte. Nel resto dateci forza colla mediazione di Maria santissima, di poter sempre uniformarci alla Vostra santissima Volontà.

 

            Il s. Padre il 15giugno 1862 concesse 100 giorni d'Indulgenza da lucrarsi una volta al giorno. {59 [397]}

 

 

Serie di preghiere e giaculatorie a cui sono annesse le sante indulgenze

 

Alla SS. Trinità.

 

Trisagio Angelico.

 

            Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus exercituum! Plena est terra gloria tua! Gloria Patri, gloria filio, gloria Spiritui Sancto.

 

            Indulgenza di giorni 100 a chiunque reciterà questo Trisagio per una volta al giorno. Indulgenza plenaria una volta al mese in un giorno ad arbitrio.

 

CLEMENTE PP. XIV, con decreto del 1770.

 

Sette Gloria Patri in unione di tre persone.

 

            Si concede l'Indulgenza quotidiana di cento giorni a tre persone che si uniscano insieme a recitare sette Gloria Patri ed un'Ave Maria {60 [398]} al mattino, dopo mezzo giorno ed alla sera in onore della SS. Trinità, oppure anche ciascuna per sè: e in tutte le domeniche l'Indulgenza di sette anni e sette quarantene. Quelli poi che li reciteranno ogni giorno acquistano in perpetuo l'Indulgenza plenaria due volte al mese, cioè in due domeniche ad arbitrio.

 

Pio PP. VI, Decreto del 1784.

 

Triduo o novena alla SS. Trinità.

 

            Indulgenza di 7 anni e di 7 quarantene da lucrarsi in ogni giorno: e Indulgenza plenaria al fine del triduo o novena in onore della SS. Trinità.

 

Pio PP. IX, 1847.

 

Tre Gloria Patri in ringraziamento alla SS. Trinità delle grazie e privilegi concessi a Maria SS.

 

            Trecento giorni d'Indulgenza a tutti quelli che reciteranno i sopradetti tre Gloria Patri al mattino, a mezzo giorno, alla sera; cento giorni per ciascuna delle dette volte; e plenaria una volta al mese.

 

Pio PP. VII, Rescritto del 1815.

 

Atti di Fede, Speranza e Carità.

 

            Chi recita gli atti di Fede, Speranza e Carità ogni giorno acquista indulgenza plenaria in {61 [399]} articulo mortis ed una volta al mese; di più l'Indulgenza di 7 anni e di 7 quarantene ogni qual volta li reciterà.

 

BENEDETTO PP. XIV, decreto del 1756.

 

Lode al Santo Nome di Dio.

 

            Dio sia benedetto.

            Benedetto il suo santo nome.

            Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.

            Benedetto il nome di Gesù.

            Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare.

            Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima.

            Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre.

            Benedetto Iddio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.

 

            Si lucra per ogni volta Indulgenza di un anno. Chi la recita per un mese Indulgenza plenaria in quel giorno che farà la santa Confessione e Comunione.

 

Pio PP. IX, decreto del 1847. {62 [400]}

 

 

Preghiere e dimande.

 

            O Padre, o Figlio, o Spirito Santo!

            O SS. Trinità! o Gesù! o Maria!

            Angeli benedetti, Santi e Sante tutte del paradiso, ottenetemi queste grazie che dimando per il sangue preziosissimo di Gesù Gristo:

 

            1. Di far sempre la volontà di Dio.

            2. Di star sempre unito con Dio.

            3. Di non pensare altro, che a Dio.

            4. Di amare solo Iddio.

            5. Di far tutto per Iddio.

            6. Di cercare solo la gloria di Dio.

            7. Di farmi santo solo per Iddio.

            8. Di conoscere bene il mio nulla.

            9. Di conoscere sempre più la volontà del mio Dio.

 

            Maria SS., offerite all'Eterno Padre il sangue preziosissimo di Gesù Cristo per l'anima mia, per le anime sante del purgatorio, per i bisogni di santa Chiesa, per la conversione de' peccatori, e per tutto il mondo.

 

            Quindi si reciteranno tre Gloria Patri al sangue preziosissimo di Gesù Cristo, un'Ave {63 [401]} Maria a Maria SS.Addolorata ed un Requiem aeternam alle anime sante del Purgatorio.

 

            Indulgenza di 300 giorni ogni volta che si recitano le suddette Giaculatorie, e plenaria a chi le recita per un mese.

 

LEONB PP. XII, con Rescritto del 1827.

 

 

Allo Spirito Santo.

 

            Veni, Creator Spiritus, e la sequenza Veni, Sancte Spiritus.

 

            Chi recita il Veni Creator Spiritus, o la sequenza, Veni, Sancte Spiritus, per tutti i giorni, acquista l'Indulgenza plenaria una volta al mese; e nella domenica di Pentecoste e sua ottava giorni 300; in tutti gli altri giorni dell'anno acquista per ogni volta giorni 100 recitandosi il solo Veni Creator, o solo la sequenza.

 

Pio PP VI, con Breve del 1796.

 

 

A Gesù.

 

            Invocare il SS. Nome di Gesù.

            Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

 

            Ogni volta che uno salutando un altro dica la sopradetta Giaculatoria e si risponda dall'altro come sopra, si acquistan 100 giorni di Indulgenza: {64 [402]} Indulgenza plenaria in articolo di morte se allora s'invoca il SS. Nome di Gesù almeno col cuore.

 

SISTO PP. V, con Bolla del 1587.

 

Gesù mio misericordia.

 

            Si lucrano per ogni volta che si recita questa giaculatoria 100 giorni d'Indulgenza.

 

Pio PP. IX, Decreto del 1846.

 

 

Tre giaculatorie.

 

            Gesù, Giuseppe e Maria vi dono col mio cuore l'anima mia.

            Gesù, Giuseppe e Maria assistetemi nell'ultima agonia.

            Gesù, Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l'anima mia.

 

            Trecento giorni d'Indulgenza a chi le recita tutte e tre insieme per ciascuna volta, e 100 giorni a chi ne recitasse una sola delle tre.

 

Pio PP. VII, Decreto del 1807.

 

 

Giaculatoria.

 

            Dolcissimo Gesù, non vogliate essermi Giudice, ma Salvatore.

 

            Cinquanta giorni d'Indulgenza da lucrarsi per ogni volta che si reciti, e se si recita almeno {65 [403]} una volta al giorno, Indulgenza plenaria nella festa di s. Girolamo Emiliani, e nell'ottava della medesima.

 

PIO PP. IX, Decreto del 1853.

 

A Gesù Bambino.

 

            Novena precedente la nascita di Gesù Bambino.

 

            Indulgenza di 300 giorni da lucrarsi da tutti coloro che premetteranno una novena a questa solennità, per ciascun giorno della medesima; ed avendola praticata interamente Indulgenza plenaria nella solennità del SS. Natale, o in un giorno dell'ottava. Dette Indulgenze si possono parimenti lucrare da chiunque voglia fra l'anno fare tal novena ad onore di Gesù Bambino.

 

Pio PP. VII, Rescritto del 1815.

 

 

            Assistere o recitare i Divini Ufficii nel di del SS. Natale.

 

            A chiunque confessato e comunicato dirà o assisterà ai divini uffizi in questo giorno si concede l'Indulgenza di anni 100 pel mattutino colle laudi; similmente anni cento sì per la Messa, si per li primi, e si per li secondi vespri; per ciascuna poi delle ore di Prima, Terza, Sesta, Nona e Compieta, Indulgenza di anni 40.

 

SISTO PP. V, con Breve del 1586. {66 [404]}

 

A Gesù Crocifisso.

 

            Cinque Pater ed Ave nel venerdì alle ore 21 italiane, ossia alle ore tre dopo mezzo giorno.

 

            Chi in detta ora reciterà genuflesso cinque Pater ed Ave in memoria della passione di N. S. Gesù Cristo, al segno della campana, lucrerà 100 giorni d'Indulgenza.

 

BENEDETTO XIV, con Decreto del 1838.

 

            Le tre ore di agonia nel venerdì santo e negli altri venerdì.

 

            Chi nel venerdì santo cominciando da dopo mezzo giorno sta in orazione per tre ore di seguito lucra l'Indulgenza plenaria, e in ciascun altro venerdì 200 giorni e la plenaria in ciascun mese.

 

Pio PP. VII, con Decreto del 1815.

 

            Chi nei sette venerdì di quaresima farà qualche esercizio di pietà ad onore della passione e morte di N. S. G. C., acquista per ciascun venerdì Indulgenza di 300 giorni; e in uno di essi Indulgenza plenaria. La medesima Indulgenza acquista chi visita in ciascun venerdì una chiesa o pubblico Oratorio, e recita sette Pater, Ave e Gloria avanti un'immagine del Crocifisso.

 

GREGORIO PP. XVI, con Rescritto del 1837. {67 [405]}

 

 

Orazione a Gesù Crocifisso.

 

            Innanzi a qualunque sua immagine.

 

            Eccomi, o mio amato buon Gesù, che alla santissima vostra presenza prostrato vi prego col fervore più vivo a stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, e di dolore dei miei peccati, e di proponimento di non più offendervi; mentre io con tutto l'amore, e con tutta la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, cominciando da ciò, che disse di Voi, o Gesù mio, il santo profeta David: Trapassarono i miei piedi e le mie mani, e numerarono le mie ossa.

 

            Indulgenza plenaria a chiunque confessato e comunicato recita la sopraddetta orazione innanzi a qualunque immagine di Gesù Crocifisso.

 

Pio PP. VII, con Decreto dei 1821. {68 [406]}

 

 

            Orazioni e divote aspirazioni.

 

            Viva, viva Gesù, che per mio bene

            Tutto il sangue versò dalle sue vene.

            Il sangue di Gesù fu la mia vita;

            Benedetta la sua bontà infinita.

            Questo sangue in eterno sia lodato

            Che dall'inferno il mondo ha riscattato.

            Questo sangue si fe' nostra bevanda

            E delle anime nostre la lavanda.

            Il sangue di Gesù placa lo sdegno

            Del Genitore e ci conduce al Regno.

            D'Abele il sangue gridava vendetta,

            Quel di Gesù per noi perdono aspetta.

            Se di tal sangue asperso è il nostro cuore.

            Fugge il ministro del divin furore.

            Se di Gesù si esalta il divin sangue,

            Tripudia il Ciel, trema l'abisso e langue.

            Diciamo dunque insiem con energia:

            Al sangue di Gesù gloria si dia.

 

            Chi reciterà queste aspirazioni acquista 100 giorni d'Indulgenza per ciascun giorno.

 

Pio PP. VII, con rescritto del 1815. {69 [407]}

 

 

Offerta.

 

            Eterno Padre, io vi offro il sangue preziosissimo di Gesù Cristo in isconto de' miei peccati e pei bisogni di santa Chiesa.

 

            Indulgenza di 100 giorni per ogni volta.

 

PAPA PIO VII, Rescritto del 1817.

 

Altra offerta

 

            Con un Pater, Ave, Gloria.

 

            Eterno Padre, vi offeriamo il sangue preziosissimo di Gesù sparso per noi con tanto amore e dolore dalla piaga della sua mano destra, e per li meriti e virtù di Esso, supplichiamo la divina vostra Maestà di concederci la santa benedizione, affinchè in virtù di essa possiamo essere difesi dai nostri nemici, ed essere liberati da tutti i mali, dicendo: Benedictio Dei Omnipotentis, Patris, et Filii, et Spiritus Sancti descendat super nos, et maneat semper. Amen.

 

            Pater, Ave, e Gloria. {70 [408]}

 

            Cento giorni d'Indulgenza ogni volta che si recita; se per un mese Indulgenza plenaria in un giorno ad arbitrio.

 

LEONE PP. XII, Rescritto del 1823.

 

Festa ed ottava del Corpus Domini.

 

            Eugenio PP. IV concedette 200 giorni d'Indulgenza a chi digiuna o fa qualche altra opera pia secondo il consiglio del confessore nella vigilia del Corpus Domini; nella festa a quei che confessati e comunicati assisteranno o reciteranno divotamente il primo e il secondo Vespro, Mattutino e Messa, Indulgenza di giorni 400 per ciascuna di dette funzioni; e di giorni 160 per ciascuna delle Ore minori, Prima, Terza, Sesta, Nona e Compieta. Nei giorni dell'ottava, Indulgenza di giorni 200 per ciascun Vespro, Mattutino e Messa, assistendovi come sopra; e Indulgenza di giorni 80 per ciascuna delle ore minori. Indulgenza di giorni 200 a qualunque sacerdote che abbia celebrato la santa Messa, ed a qualunque persona secolare che abbia fatta la santa Comunione, accompagnerà il SS. Sacramento nella Processione, che si fa in quella festa o fra l'ottava. Indulgenza di 200 giorni accompagnando la processione che suol farsi del SS. Sacramento nella terza Domenica di ciascun mese, e nel giovedì santo.

 

Costituzione del 1433.

 

            L'ora santificata nel giovedì santo, {71 [409]} nella festa del Corpus Domini e negli altri giovedì.

 

            Pio PP. VII concesse l'Indulgenza plenaria a chi in pubblico o in privato nel giovedì santo facesse un'ora di qualche divoto esercizio in memoria dell'istituzione del SS. Sacramento; Indulgenza plenaria nella festa del Corpus Domini, e di 300 giorni negli altri giovedì dell'anno, praticando detto pio esercizio.

 

Rescritto del 1815.

 

Invocazione.

 

            Da recitarsi dopo la Messa, o dopo la santa Comunione, o in qualunque tempo.

 

            Anima di Cristo, santificatemi!

            Corpo di Gesù Cristo, salvatemi!

            Cuore di Gesù Cristo, vivificatemi.

            Sangue di Gesù Cristo, inebriatemi.

            Acqua del costato di Gesù Cristo, purificatemi.

            Passione di Gesù Cristo, avvaloratemi.

            O buon Gesù, esauditemi.

            Dentro le vostre piaghe nascondetemi. {72 [410]}

            Dal maligno nemico difendetemi.

            Non permettete che io mai mi separi da voi.

            Nell'ora di mia morte chiamatemi,

            Affinchè venga a lodarvi in compagnia dei vostri Santi,

            Nei secoli dei secoli. Così sia.

 

            Indulgenza di 7 anni per chi recita quest'orazione dopo la Comunione; Indulgenza di giorni 300 per ogni volta, e Indulgenza plenaria per chi la recita tutti i giorni una volta al mese.

 

Pio PP. IX, con Decreto del 1854.

 

Accompagnare il SS. Sacramento agli infermi.

 

            Indulgenza di 7 anni e di 7 quarantene a chi accompagna con lume il SS. Viatico agli infermi per ogni volta; senza lume, di 5 anni e di 5 quarantene; se si manda qualcuno con lume acceso Indulgenza di 3 anni e di tre quarantene. Se poi ne fosse impedito, purchè si reciti un Pater ed Ave si acquista l'Indulgenza di giorni 100.

 

INNOCENZO PP. XII, Cost. del 1695.

 

Visitarlo esposto alle Quarant'Ore.

 

            Indulgenza plenaria a chi sarà confessato e {73 [411]} comunicato; e di dieci anni ed altrettante quarantene per ogni visita.

 

PAOLO PP. V, con Breve del 1606.

 

Pange lingua etc. ovvero il Tantum ergo Sacramentum.

 

            Trecento giorni d'Indulgenza una volta al giorno a chi recita il Pange col Tantum ergo; e 100 giorni a chi recita il solo Tantum ergo. Chi recitasse o l'uno o l'altro solo almeno per 10 volte al mese, acquista Indulgenza plenaria nel giovedì santo, e nella festa del Corpus Domini, e in un giorno di detta Ottava ad arbitrio.

 

Pio PP. VII, con Decreto del 1818.

 

Giaculatoria.

 

            Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.

 

            Indulgenza di giorni 100 per una volta al giorno; se per un mese, Indulgenza plenaria in un giorno ad arbitrio. Recitandola tre volte in tutti i giovedì dell'anno come nell'Ottava del Corpus Domini si acquistano 300 giorni.

 

Pio PP. VI, con Rescritto del 1776.

 

A chi la recita al tocco delle ore, quando si fa l'elevazione nella Messa, e al segno della {74 [412]} benedizione si concede l'Indulgenza di cento giorni.

 

Pio PP. VII, con Decreto del 1818.

 

 

Giaculatorie.

 

            Vi adoro ogni momento,

            O vivo Pan del ciel, gran Sacramento.

            Gesù, Cuor di Maria,

            Vi prego a benedir l'anima mia.

            A voi dono il mio cuore,

            Santissimo Gesù, mio Salvatore.

 

            Cento giorni d'Indulgenza ogni volta che si recita alcuna delle suddette giaculatorie.

 

LEONE PP. XII, con Rescritto del 1828.

 

Fare spesso la santa Comunione.

 

            Chi si comunica una volta in tutti i mesi, e nelle solennità di N. S. G. C., della Beata Vergine, di tutti i Santi e Nascita di s. Giovanni Battista, come anche in tutti i giorni festivi acquista 10 anni d'Indulgenza nel primo caso, e 5 nel secondo, cioè se si comunica tutti i giorni festivi. Indulgenza plenaria poi quando si celebra la festa principale del paese dove abita.

 

GREGORIO PP. XIII, Cost. del 1580. {75 [413]}

 

 

Offerta.

 

            Da farsi davanti ad un'immagine del sacro Cuore di Gesù.

 

            Io N. N. per esservi grato, e per riparare alle mie infedeltà vi dono il cuore, ed interamente mi consacro a Voi, amabile mio Gesù, e col vostro aiuto propongo di non più peccare.

 

            Indulgenza plenaria a chi reciterà ogni giorno di tutto un mese la suddetta offerta; e giorni 100 per una volta.

 

Pio PP. VII, Resc. del 1807.

 

Il rosario.

 

            Chi recita il Rosario intiero, cioè dì quindici poste, o la terza parte, cioè di 5, guadagna 100 giorni d'Indulgenza per ogni Pater noster ed Ave Maria.

 

BENEDETTO PP. XIII, con Breve del 1726.

 

            Indulgenza di 10 anni a chi recita la terza parte del Rosario con altri fedeli per ciascuna volta. Chi lo recitasse tre volte alla settimana acquista l'Indulgenza plenaria nell'ultima domenica di ogni mese.

 

Pio PP. IX, con Decreto del 1851. {76 [414]}

 

 

Litanie Lauretane.

 

            A chi recita le Litanie Lauretane, 300 giorni d'indulgenza ogni volta. Chi le recita ogni giorno acquista Indulgenza plenaria nelle feste della Concezione, Nascita, Annunziazione, Purificazione ed Assunzione di M. SS.

 

Pio PP. VII, Decreto del 1817.

 

L'angelus Domini o la Regina Coeli.

 

            Indulgenza di giorni 100 ogni volta che si recita l'Angelus al segno della campana. Chi lo recitasse ogni giorno lucra l'Indulgenza plenaria una volta al mese; le medesime Indulgenze si acquistano pure nel recitare la Regina Coeli nel tempo pasquale.

 

 

Giaculatoria all'Immacolata Concezione.

 

            O Maria concepita senza peccato, pregate per noi, che ricorriamo a voi.

 

            Si lucrano 100 giorni d'Indulgenza ogni volta che recitandosi si bacia la medaglia.

 

Pio PP. IX, 1852.

 

La Salve Regina ed il sub tuum praesidium.

 

            A chi recita la Salve Regina 100 giorni di Indulgenza per ogni giorno, Indulgenza di 7 {77 [415]} anni e di 7 quarantene a tutti quelli che reciteranno al mattino la Salve Regina con li Dignare me etc. La stessa Indulgenza lucra chi alla sera dirà il Sub tuum praesidium. Si concede infine Indulgenza plenaria a chi la recita tutti i giorni nel modo suddetto due volte al mese, cioè in due domeniche ad arbitrio; e Indulgenza plenaria in ciascheduna festività della B. Vergine Maria, e solennità di tutti i Santi ed in articolo di morte.

 

            Sia benedetta la santa ed immacolata Concezione della B. Vergine Maria.

 

            Indulgenza di 100 giorni ogni volta.

 

Pio PP. VI, Rescritto del 1793.

 

 

Satificare il mese di Maggio.

 

            Indulgenza di 300 giorni a chi onora la B. Vergine con particolari ossequii per ciascun giorno di questo mese, e indulgenza plenaria nel giorno della chiusa o anche per una volta sola in qualsiasi giorno del mese in cui si faccia la confessione e la comunione.

 

Pio PP. VII, con Rescritto del 1815.

 

Orazione.

 

            Dio vi salvi, augustissima Regina di pace, Madre di Dio, per il sacratissimo Cuore del vostro Figlio Gesù, principe della pace, fate sì che l'ira {78 [416]} di lui si plachi, e che regni sopra di noi in pace. Rammentatevi, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito, dacchè il mondo è mondo, che da voi sia stato rigettato ed abbandonato alcuno, il quale implora i vostri favori. Io animato da questa fiducia mi presento a Voi. Non vogliate, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, uditele favorevolmente, ed esauditele, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

 

            Indulgenza di 300 giorni ogni volta, e plenaria a chi la recita per un mese.

 

 

Giaculatoria al Ss. Cuore di Maria.

 

            Dolce cuore di Maria, siate la salvezza mia.

 

            Indulgenza di giorni 300 per ogni volta, e plenaria a chi la recita una volta al mese.

 

Pio PP. IX, decreto del 1852.

 

 

Orazione alla Beata Vergine ed a s. Anna.

 

            Dio vi salvi, piena di grazia, il Signore è con voi, e la grazia vostra {79 [417]} sia con me, benedetta siete fra le donne, e benedetta sia s. Anna vostra madre, dalla quale siete nata, o Vergine Maria, senza macchia e peccato; e poi da voi è nato Gesù Cristo Figliuolo di Dio vivo. Così sia.

 

            Si acquista l'Indulgenza di 100 giorni ogni volta che si recita. E per 10 volte al mese Indulgenza plenaria nella festa di s. Anna.

 

Pio PP. VII, Rescritto del 1815.

 

 

Orazione.

 

            da recitarsi nel tempo della s. Messa.

 

            Eterno Padre, vi offro col mio cuore il SS. Sacrifizio del corpo e del sangue di nostro Signor Gesù Cristo, a gloria vostra e di tutta la Chiesa trionfante, pei bisogni dell'anima mia e di tutta a Chiesa militante, in suffragio dei miei parenti defunti e di tutta la Chiesa purgante.

 

            Chi la recita, per ogni volta acquista l’Indulgenza di 100 giorni.

 

Pio PP. IX, 1848.

 

 

Stabat Mater.

 

            Cento giorni d'Indulgenza per ciascuna volta che si recita.

 

INNOCENZO XI con Breve del 1681. {80 [418]}

 

 

Giaculatoria di rassegnazione alla volontà di Dio.

 

            Sia fatta, lodata, ed in eterno esaltata la giustissima, altissima, ed amabilissima volontà di Dio in tutte le cose.

 

            Indulgenza di 100 giorni a chi la recita una volta al giorno. A chi la recita tutti i giorni, Indulgenza plenaria ogni anno: in articolo di morte a chi l'avrà recitata soventi volte in vita.

 

Pio PP. VII, con Decreto del 1818.

 

 

Angele Dei, etc.

 

            Indulgenza di 100 giorni per ogni volta. Chi lo recita al mattino e alla sera per tutto l’anno lucrerebbe Indulgenza plenaria nella festa dei ss. Angeli Custodi ed in articolo di morte.

 

Pio PP. VI, Breve del 1795 e Breve del 1796.

 

            Chi lo recitasse per un mese acquista l'indulgenza plenaria in un giorno ad arbitrio.

 

Pio PP. VII con Decreto del 1821.

 

 

Un'ora di orazione fra l'anno.

 

            Chi farà fra l'anno in un giorno ad arbitrio un'ora di orazione in onore di Maria SS. Addolorata lucrerà l'Indulgenza plenaria.

 

CLEMENTE XII, con Decreto del 1736, BENEDETTO XIV, del 1757 {81 [419]}

 

 

Antifona ed orazione per implorare la pace.

 

            Date, o Signore, la pace ai nostri giorni, perchè non vi è altri che per noi combatta se non voi, nostro Dio.

 

            Abbiasi la pace nella vostra virtù.

            E l'abbondanza dei vostri aiuti ne' vostri difensori.

 

            Signore, mio Dio, da cui vengono a noi i santi desiderii, i retti consigli, e le giuste operazioni : date ai vostri servi quella pace, che non può dare il mondo, acciocchè i nostri cuori siano tutti dediti ai vostri comandamenti, e tolto il timor dei nemici, i nostri giorni siano per vostra protezione quieti e tranquilli. Per i meriti di Gesù Cristo, Signore nostro. Così sia.

 

            Indulgenza di 100 giorni ogni volta. E chi l'avrà recitata ogni giorno per un mese, acquista l'indulgenza plenaria.

 

Pio PP. IX, Decreto del 1848. {82 [420]}

 

 

In onore di Gesù, Maria e Giuseppe.

 

            A chi dà mangiare a tre poverelli ad onore di Gesù, Maria e Giuseppe con cuor pentito, si concedono 7 anni e7 quarantene d'Indulgenza; se si accosta ai SS. Sacramenti nello stesso giorno Indulgenza plenaria. Di più si acquistano 100 giorni d'indulgenza per quei della famiglia o domestici di chi fa questa opera di misericordia.

 

Pio PP. VII, con Rescritto del 1815.

 

 

Orazione mentale.

 

            A chi farà tutti i giorni una mezz'ora od un quarto d'ora di orazione mentale si concede Indulgenza plenaria alla fine del mese. Similmente Indulgenza plenaria a chi avrà insegnato od appreso a farlo una volta al mese; inoltre Indulgenza di 7 anni e di 7 quarantene a chi avrà avuta la medesima diligenza nell'interrenire alla spiegazione della maniera di meditare.

 

BENEDETTO PP. XIV, con Bolla del 1746.

 

 

Assistere alla spiegazion del vangelo.

 

            Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene a tutti coloro che assistono alla spiegazione del Vangelo nelle domeniche e maggiori solennità. Indulgenza plenaria alla Nascita di Gesù Cristo, {83 [421]} alla Pasqua di Risurrezione e alla festa degli apostoli Pietro e Paolo, all'Epifania e alla domenica di Pentecoste.

 

BENEDETTO PP. XIV con Decreto del 1756.

Pio PP. VI con Rescritto del 1784.

 

 

Insegnare od apprendere la Dottrina Cristiana.

 

            1. Ai padri e alle madri che insegneranno ai loro figliuoli la Dottrina Cristiana o alla gente di servizio, per ogni volta 100 giorni d'Indulgenza.

            2. A tutti quelli che per mezz'ora studieranno il Catechismo o Dottrina Cristiana per impararlo o per insegnarlo, per ogni volta 100 giorni d'Indulgenza.

            3. A tutti i fedeli che si portano nelle scuole o nelle chiese per imparare la Dottrina Cristiana, Indulgenza di tre anni in ciascuna festa della beata Vergine Maria, accostandosi alla santa Comunione quelli che sono ammessi.

 

PAOLO PP. V, colla Costituzione del 1607.

 

            Di più indulgenza di 7 anni e di 7 quarantene a tutti i fedeli che confessati e comunicati assisteranno al Catechismo, o lo insegneranno. Finalmente Indulgenza plenaria a Natale, Pasqua e alle solennità dei ss. apostoli Pietro e Paolo.

 

CLEMENTE PP. XII, con Breve del 1735.

 

 

Il de profundis ad un'ora di notte.

 

            Chi lo recita ad un'ora di notte alla sera al suono della campana lucra 100 giorni d'Indulgenza {84 [422]} ogni volta. Chi per un intero anno, acquisterà l'Indulgenza plenaria in un giorno ad arbitrio. Chi non sapesse il De profundis basta che dica un Pater, Ave col Requiem.

 

PAPA CLEMENTE XII, con Breve del 1736.

Pio PP. VI con Rescritto del 1781.

 

 

Laudi spirituali.

 

            Indulgenza di un anno a chi insegna gratuitamente lodi sacre. Indulgenza di 100 giorni a chi le canta. Indulgenza plenaria una volta al mese a chi le canta nei giorni festivi. Tutte applicabili alle anime del Purgatorio.

 

 

Delle Indulgenze

 

            Per comprendere ciò che voglia dire Indulgenza è bene che riteniamo come il peccato produca due amarissimi effetti nell'anima nostra: la colpa che ci priva della grazia e dell'amicizia di Dio, e la pena che ne consegue, e che impedisce l'ingresso al Paradiso. Questa pena è di due sorta; una eterna, l'altra temporale. La colpa insieme colla pena eterna ci viene totalmente rimessa, mediante i meriti infiniti di Gesù Cristo, nel sacramento della Penitenza, purchè ci accostiamo a riceverlo colle debite disposizioni. Siccome poi la pena {85 [423]} temporale non ci viene sempre tutta rimessa nel detto Sacramento, così rimane in grande parte a soddisfare in questa vita per mezzo delle opere buone, e della penitenza; ovvero nell'altra per mezzo del fuoco del Purgatorio. Egli è su questa verità che erano fondate le penitenze canoniche così severe, che la Chiesa nei primi secoli faceva imporre ai peccatori pentiti. Tre, sette, dieci, sino a quindici e vent'anni di digiuni in pane ed acqua, di privazioni e di umiliazioni, talvolta per tutta intiera la vita, ecco ciò che la Chiesa imponeva per un solo peccato; ed essa non credeva che quelle soddisfazioni sorpassassero la misura di cui il peccatore era debitore alla giustizia di Dio. E chi può mai misurare l'ingiuria che la colpa fa al Sommo Iddio, e la malizia del peccato? Chi può mai penetrare i profondissimi eterni segreti, e sapere quanto la giustizia divina esiga da noi in questa vita per soddisfare i nostri debiti; oppure ci tocchi rimanere nelle pene del Purgatorio? Ad abbreviare il tempo che ci toccherebbe a rimanere nel Purgatorio, e ad abbreviare la penitenza che dovremmo fare nella vita presente, tendono i tesori delle sante Indulgenze.

            Le Indulgenze adunque sono la remissione della pena temporale dovuta pei nostri peccati, il che si fa per mezzo dei tesori spirituali da Dio affidati alla Chiesa. Questi tesori spirituali poi sono i meriti infiniti di Nostro Signor Gesù Cristo, quelli della SS. Vergine Maria e dei Santi, come appunto professiamo nel Simbolo degli Apostoli allorchè diciamo: {86 [424]} Io credo la Comunione dei Santi. Posciachè i meriti di Gesù Cristo essendo infiniti, sovrabbondanti quelli di Maria SS., che, concepita senza macchia, e vissuta senza peccato, nulla perciò pe' suoi peccati doveva alla divina giustizia; e i Martiri, ed altri Santi avendovi coi loro patimenti in unione di quelli di Gesù Cristo soddisfatto più di quanto bisognava per proprio conto; tutte queste soddisfazioni, al cospetto di Dio, sono quale un tesoro inesauribile, che il Romano Pontefice dispensa secondo l'opportunità de' tempi, e secondo i bisogni de' fedeli cristiani.

            La facoltà di dispensare le sante Indulgenze risiede nel sommo Pontefice. Imperocchè in ogni società, in ogni governo, una delle più nobili prerogative del Capo dello Stato è il diritto di far grazie, e di commutare le pene. Ora il sommo Pontefice, rappresentante di Gesù Cristo in terra, Capo della grande società cristiana, senza dubbio ha diritto di far grazia, di commutare, di rimettere in tutto o in parte le pene incorse pel peccato, in favore di quelli, che di cuore fanno ritorno a Dio. Questo potere, ossia autorità del sommo Pontefice nel dispensare le Indulgenze, è appoggiato sopra le medesime parole di Gesù Cristo. Nell'atto che egli deputava s. Pietro a governare la Chiesa, gli disse queste parole: «Ti darò le chiavi del regno de' Cieli, tutto ciò che tu scioglierai sopra la terra, sarà pure sciolto in Cielo, e ciò che tu legherai in terra, sarà similmente legato in Cielo.» La quale facoltà abbraccia senza dubbio un diritto di poter {87 [425]} concedere ai fedeli cristiani tutto ciò che può contribuire al bene delle anime loro.

            Le parole dette da Gesù Cristo a s. Pietro conferiscono un pieno ed assoluto potere, e questo pieno ed assoluto potere costituisce a Pietro Capo della Chiesa, Vicario di Gesù Cristo, dispensatore di tutti i favori celesti, perciò anche delle sante Indulgenze. Ciò apparisce dacchè il Signore gli diede le chiavi del regno de' Cieli: Tibi dabo claves regni Coelorum; e dalle parole con cui comandò a s. Pietro di pascolare, cioè di dispensare ai Cristiani ciò che le persone e i tempi avrebbero richiesto da lui pel bene spirituale ed eterno.

            Quelle parole sono state intese in questo senso dagli Apostoli, e a provare il medesimo si potrebbero addurre più fatti notati nella Bibbia, ma noi ci limitiamo ad accennarne un solo. Questo è di s. Paolo, e riguarda ai fedeli di Corinto. Fra quei fervorosi Cristiani un giovine aveva commesso un peccato gravissimo, per cui meritò di essere scomunicato. Egli tosto si dimostrò molto pentito, esternando vivissimo desiderio di farne la dovuta penitenza. Allora i Corinti pregarono s. Paolo che lo volesse assolvere. Quest'Apostolo usò indulgenza, vale a dire lo liberò dalla scomunica, e lo restituì in grembo alla Chiesa, sebbene per la gravezza del peccato, e secondo la disciplina in quel tempo in vigore, avesse dovuto rimanere ancora per molto tempo separato dalla Chiesa. Dalle quali parole, e da altre del medesimo s. Paolo, apparisce che {88 [426]} egli stesso legava ed assolveva, cioè usava rigore ed indulgenza, secondochè giudicava tornare a maggior vantaggio delle anime. E qui è anche bene di notare l'errore di quelli i quali dicono che nei primi tempi non si parlava d'Indulgenze: poichè la storia ecclesiastica è piena di fatti che dimostrano la divina istituzione delle Indulgenze e l'uso costante delle medesime sin dai primi tempi della Chiesa. Nel primo secolo dell'era volgare abbiamo il fatto accennato; nel secondo secolo leggiamo che nel tempo della persecuzione, quando qualche peccatore faceva ritorno alla Chiesa, prima era obbligato a confessare i suoi peccati, quindi gli si imponeva un tempo fra cui, se esercitavasi con fervore in opere di penitenza, avrebbe ottenuto indulgenza, vale a dire gli sarebbe abbreviato il tempo della penitenza. Per ottenere ciò con maggior facilità si raccomandava a quelli che erano condotti al martirio affinchè pregassero il Vescovo o gli scrivessero un biglietto, supplicandolo a volergli usare Indulgenza in vista de' patimenti dei martiri e così concedergli pace con Dio e colla Chiesa[3].

            Nel secolo terzo s. Cipriano, scrivendo ai fedeli detenuti in carcere, li avvisa di non intercedere troppo facilmente l'Indulgenza per quelli che la dimandano, ma di aspettare che essi diano sufficienti segni di dolore e di pentimento delle proprie colpe. Dalle quali parole apparisce che nei tempi di s. Cipriano {89 [427]} erano in uso le Indulgenze, e che il Santo raccomandava ai martiri di non interporre la loro mediazione presso i Vescovi se non per quelli che si mostrassero sinceramente pentiti[4].

            Nel secolo quarto, nell'anno 325, fu radunato un Concilio generale nella città di Nicea, in cui si trattarono più cose riguardanti al bene universale della Chiesa. Venendosi poi a parlare delle Indulgenze, si stabilisce, che coloro i quali fanno penitenza possano ottenere Indulgenza dal Vescovo: e che i più negligenti debbano fare la loro penitenza pel tempo stabilito. Il che non è altro se non concedere l'Indulgenza a quelli e negarla a questi[5].

            Nei tempi posteriori i fatti sono senza numero. S. Gregorio Magno in una lettera scritta al Re de' Visigoti mandò una piccola chiave che aveva toccato il corpo di s. Pietro ed aveva entro di sè un po'  di limatura delle catene del s. Apostolo affinchè, dice il Papa, ciò che ha servito a legare il collo dell'Apostolo quando andava al martirio, vi assolva da tutti i vostri peccati. Il che i santi Padri interpretano l'Indulgenza plenaria, che il Papa mandava insieme con quella chiave benedetta.

            San Leone Papa, nell'anno ottocentotre, essendosi con gran comitiva di Cardinali, di Arcivescovi e Prelati recato dall'Imperatore Carlo Magno; fu dal pio Sovrano ricevuto colla massima pompa. Quel monarca dimandò ed ottenne {90 [428]} come favore particolare che dedicasse il palazzo reale di Aquisgrana (Aix-la-Chapelle) alla Beata Vergine, e che lo arricchisse di molte Indulgenze da lucrarsi da coloro che fossero andati a visitarlo. Se volessimo raccontare ancora altri fatti, si potrebbe recitare quasi tutta la storia ecclesiastica e segnatamente la storia delle Crociate, nelle quali circostanze i Papi concedevano l'Indulgenza plenaria a quelli che si arruolavano per andare in Palestina a liberare i Luoghi Santi.

            Per conclusione e conferma di quanto si è detto finora, esponiamo qui la dottrina della Chiesa Cattolica intorno alle Indulgenze.

            «La facoltà di dispensare le Indulgenze essendo stata da Cristo concessa alla Chiesa; di questa facoltà da Dio concessa la Chiesa e se ne è fin da remotissimi tempi servita; perciò il sacrosanto Concilio comanda ed insegna doversi ritenere che le Indulgenze sono utili alla salute del Cristiano, come è provato dall'autorità de' Concilii. Chi poi dice che le Indulgenze sono inutili, o nega che nella Chiesa vi sia la facoltà di dispensarle, sia anatema, sia scomunicato»[6].

 

 

Acquisto delle Indulgenze.

 

            Mentre noi ammiriamo la bontà di Dio nel dispensare le sante Indulgenze ai fedeli Cristiani, nel concedere celesti tesori che non diminuiscono, nè diminuiranno mai, tuttochè {91 [429]} se ne spandano, come un Immenso oceano che non soffre diminuzione per quanta acqua si attinga, dobbiamo tuttavia adempire alcune obbligazioni per l'acquisto delle medesime. Primieramente vuolsi notare non essere in libertà di ciascun Cristiano di servirsi di questi divini tesori a suo piacimento. Ne godrà solamente quando, come, ed in quella maggiore o minore quantità, che la santa Chiesa ed il sommo Pontefice determinano. Quindi le Indulgenze si distinguono comunemente in due classi; le parziali, ovvero di alcuni giorni, mesi, od anni, e plenarie. Per esempio, dicendo: Gesù mio misericordia, si guadagnano cento giorni di Indulgenza; vale a dire si acquista il merito che corrisponde a cento giorni della rigorosa penitenza canonica che anticamente era inflitta ai peccatori. Ogni volta che si accompagna il Viatico a qualche infermo, si possono guadagnare sette anni d'Indulgenza, corrispondenti al merito di sette anni della penitenza canonica. Queste Indulgenze sono parziali.

            L'Indulgenza plenaria è quella, per la quale ci viene rimessa tutta la pena di cui pei nostri peccati siamo debitori con Dio. Tale appunto è quella, che il Papa concede a tutti quelli che nell'occorrenza della solennità di Maria Ausiliatrice o nella novena precedente la medesima, visiteranno la chiesa a Lei dedicata. Lucrandosi questa Indulgenza, si torna ad essere d'innanzi a Dio, come eravamo quando siamo stati battezzati: a segno che, se uno morisse dopo aver lucrato questa Indulgenza, {92 [430]} andrebbe al Paradiso senza toccare le pene del Purgatorio.

            Per lucrare questa come ogni altra Indulgenza, si ricerca anzitutto che uno sia in grazia di Dio, perchè colui il quale dinanzi a Dio per grave colpa è reo di pena eterna, certamente non è, nè può essere capace di ricevere la remissione della pena temporale. Pertanto sarà ottimo consiglio a ciascun Cristiano, il quale desideri di acquistar Indulgenze quando e come sono concesse, che si accosti al sacramento della Confessione, procurando di eccitarsi ad un vero dolore e fare un fermo proponimento di non più offendere Dio in avvenire.

            La seconda condizione è l'adempimento di quanto il Romano Pontefice prescrive. Imperochè la Santa chiesa nel l'aprire il tesoro delle sante Indulgenze obbliga sempre i fedeli a qualche opera buona da farsi in tempo e luogo determinato. E ciò per preparare il nostro cuore ad accogliere quei favori straordinarii, che la misericordia di Dio ci tiene preparati. Così per acquistare l'Indulgenza di questa solennità di M. Aus. si ricerca la Sacramentale Confessione e Comunione. Questo non basta ancora; si ricerca di più che si detestino tutti i peccati anche veniali e di più ancora si deponga l'affetto a tutti, ed a ciascuno dei medesimi. E ciò noi faremo certamente, se ci disporremo a praticare quelle cose, che il confessore c'imporrà, ma soprattutto se faremo una ferma ed-efficace risoluzione di non voler mai più commettere alcun peccato, se ne eviteremo {93 [431]} le occasioni e praticheremo i mezzi per non più ricadere.

            Il sommo Pontefice Clemente VI per eccitare tutti i Cristiani all'acquisto della plenaria Indulgenza del Giubileo diceva: «Gesù Cristo, colla sua grazia e colla sovrabbondanza de' meriti di sua passione lasciò alla Chiesa militante qui in terra un infinito tesoro, non nascosto entro un lenzuolo, nè sotterrato in un campo, ma lo commise da dispensarsi salutevolmente ai fedeli, lo commise al beato Pietro, che porta le chiavi del Cielo, ed a' suoi successori vicarii di Gesù Cristo in terra; al quale tesoro somministrano amminicolo i meriti della Beate Madre di Dio e di tutti gli eletti».[7].

 

 

Decreto di S. S. pp. Pio Nono con cui accorda l'Indul. plenaria nella festa di M. Ausiliatrice.

 

            PIO PAPA IX.

 

            A tutti quei Fedeli Cristiani, che leggeranno la presente, Salute ed Apostolica Benedizione.

 

            Intenti con pio zelo a promuovere la religione nei fedeli e il bene delle anime coi celesti tesori della Chiesa, a tutti quei fedeli dell'uno e dell'altro sesso, che veramente pentiti e confessati e nutriti della santa Comunione, {94 [432]} religiosamente visiteranno la chiesa dedicata in Torino a Maria Vergine Immacolata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice, nella festa titolare della medesima chiesa o in uno dei nove giorni precedenti da eleggersi a piacimento di ciascuno, e che quivi pregheranno Dio per la concordia dei principi cristiani, per la estirpazione delle eresie e per l'esaltazione di Santa Madre Chiesa, in quel giorno dei predetti che ciò faranno, concediamo per la misericordia di Dio la plenaria Indulgenza e remissione di tutti i loro peccati, la quale potranno applicare per modo di suffragio alle anime dei fedeli, che congiunte a Dio nella carità passarono da questa vita.

 

            Dato in Roma presso S. Pietro sotto l'anello Pescatorio addì 22 maggio 1868.

 

            Del Nostro Pontificato anno vigesimo secondo.

 

            Con approvazione ecclesiastica. {95 [433]}

 

 

Indice

Protesta dell'autore

pag 2

Al lettore

3

Maria Ausiliatrice

5

Battaglia di Lepanto

10

La liberazione di Vienna

14

Istituzione della festa di Maria Aiuto dei cristiani

17

Divozione a Maria Ausiliatrice in Monaco ed in Torino

24

Favori del sommo Pontefice per questa chiesa

28

Supplica all'arcivescovo di Torino

32

Decreto della Curia arciv di Torino

36

Traduzione

37

Decreto della Curia Romana

40

Traduzione

41

Associazione

48

Vantaggi spirituali

50

Accettazione

54

Preghiere e pratiche divote

55

Atto di figliazione

57

Preghiera di S S Pio IX

59

Serie di preghiere e giaculatorie a cui sono annesse le sante indulgenze

60

Delle Indulgenze

85

Decreto di Pio Papa IX

94 {96 [434]}

 



[1]V. Maraviglie della Madre di Dio, pag. 163.

[2]Queste parole, come pure altre di consacrazione, dedicazione, offerta, donazione, e promessa non debbono già prendersi per un voto, ma sibbene per un proponimento, una risoluzione ecc.

[3]Tertulliano, ad Mal. I, 1.

[4]Ep. 21, 22, 23.

[5]Conc. Nic., canone 11, 12.

[6]Sess. 25, cap. 21.

[7]Clem. VI, DD. Eut.




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