Grossi Cristina, nata Arnò.

 Marechallà damigella Cristina.

 Beria di Argentina contessa Cristina, n.

 Baudi di Vesme contessa Cristina, n.

 Grosso Cristina, n.

 Pittatore donna Cristina, n.

 - Ah! sei tu, o Cristina, le disse il moribondo porgendole la mano.

 A Filippo, sovrano d'Assia, per indurlo ad accordargli protezione, permise di avere ad un tempo due mogli, Cristina, principessa di Sassonia, che era la prima legittima, e Margarita di Saal, che era stata damigella d'onore della medesima.

 Santa Cristina.

 Questa città apparteneva al duca di Savoia, il quale essendo ancora in tenera età, ne reggeva gli Stati sua madre chiamata Maria Cristina.

 Questa apparteneva al duca di Savoia Carlo Emanuele II, i cui stati, essendo egli ancora in tenera età, erano governati da sua madre, chiamata Maria Cristina.

 Loca Cristina di S. Secondo di Pinerolo, travagliata da bronchite cancrenosa, era ridotta a non poter più inghiottire alimento o bibita di sorta alcuna.

 La signora Cristina Davino di Cigliano, travagliata da febbri ostinate, che resistevano ad ogni rimedio, fece novena a Maria Ausiliatrice; il male cessò, ed ora spedisce stia offerta.

 Nel 1653 Cristina di Francia, madre del Duca Carlo Emmanuele II, d'accordo con Monsig.

 In ogni monastero, e specialmente in questo di s. Cristina, si vede la santità come domestica e famigliare.

 Rispose il padre che veramente eravi in Torino un monastero di Carmelitane scalze sotto il titolo di s. Cristina, eretto con regale magnificenza dai principi di Savoia.

 Disposta ogni cosa la santa giovane entrò nel monastero di s. Cristina, e vestì l'abito delle carmelitane ai 19 di novembre l'anno 1676, in età di anni quindici e dieci mesi.

 Ritornata in città la contessa andò a trattare dell'accettazione colle monache di s. {36 [310]} Cristina.

 Imperocché sparsosi l' odore di sua santità molti non solo dalla città di Torino, ma da lontani paesi correvano al monastero di s. Cristina, avidi di parlare {86 [360]} con Maria degli Angeli, e udire da lei parole di vita.

 Appena un anno dopo già poterono passare ad abitarvi tre delle più specchiate monache di s. Cristina, con grande giubilo di tutta la popolazione.

 Tuttavia si può dire che ella da s. Cristina reggeva e governava il monastero di s. Giuseppe in Moncalieri, e nel temporale, e nello spirituale.

 Un anno solennizzandosi con grande pompa nella chiesa di santa Cristina la festa della Serafica s. Teresa, essendo entrata in monastero la Corte, e portatasi all' adorazione del SS. Sacramento, ecco presentarsi allo spirito della nostra Beata sopra una bara morto il Principe di Piemonte Vittorio Amedeo Filippo, figlio dell' allora regnante Vittorio Amedeo II, giovane di quattordici anni.

 Di ciò addolorata oltremodo la contessa portò il bambino al monastero di Santa Cristina pregando la sorella di volerlo benedire.

 Dal lugubre suono delle campane pubblicatasi in un subito per tutta la città la deplorabile perdita che ognuno aveva fatto, in ogni angolo, in ogni casa, in ogni contrada udivasi questa {164 [438]} voce: «La santa è morta! andiamo a vedere la santa.» Vedevansi perciò da ogni luogo tramischiati insieme nobili, plebei, cavalieri, religiosi, che in folla venivano a santa Cristina; sicchè in breve quella chiesa non fu più bastante a contenere la divota moltitudine, che vi accorreva.

 In questa circostanza fu posto in luogo separato nel medesimo sotterraneo, d' onde venne poi traslocato nella {167 [441]} chiesa di santa Cristina allorchè se ne fece la seconda ricognizione dai giudici apostolici ai 19 di giugno del 1723.

 Sotto Napoleone I essendo poi stato chiuso e ridotto ad uso profano il monastero di s. Cristina, il corpo della Beata ai 20 settembre 1802 fu per ordine dell' Arcivescovo di Torino trasferito nella Chiesa di s. Teresa, e quivi collocato nel coretto a destra dell' altare maggiore.

 Molte persone memori dell' alta sua perfezione e delle eroiche sue virtù venivano di continuo a santa Cristina per venerarne il merito e implorarne la prolezione.

 La regina di Sardegna, Cristina di Francia, soleva recarsi a questo santuario con suo figlio Carlo Emanuele e coi principali signori di corte, ed assicurò che tutte le grazie che dimandò a Dio per intercessione di quel santo tutte le ottenne.