TORINO, 1852
TIPOGRAFIA DIR. DA PAOLO DE-AGOSTINI
Via della Zecca,N° I, casa Birago. {I [145]} {II [146]}
Agli illustri e benemeriti signori alle gentili e caritatevoli dame che nella loro pietà generosamente concorsero a rendere ricca e copiosa in oggetti la lotteria per ultimare la chiesa dell'oratorio maschile di s. Francesco di Sales in Valdocco.
In attestato della più viva gratitudine i promotori e le promotrici
D. D. D. {III [147]} {IV [148]}
[è premesso alle opere anonime; è premesso alle opere ristampate solo parzialmente]
INDEX
in data del 16 gennaio 1852
ILLUSTRISSIMO SIGNORE,
Una modesta opera di beneficenza fu intrapresa, or fa dieci anni, nel distretto di questa Città sotto il titolo di Oratorio di S. Francesco di Sales, diretta unicamente al bene intellettuale e morale di quella parte di gioventù, che per incuria de' genitori, per consuetudine di amici perversi, o per mancanza di mezzi di fortuna trovali esposta a continuo pericolo di corruzione. Alcune persone amanti della buona educazione del popolo videro con dolore farsi ogni giorno maggiore il numero dei giovani oziosi, {V [149]} e malconsigliati che, vivendo di accatto o di frode sul trivio e sulla piazza, sono di peso alla società e spesso strumento d'ogni misfare. Videro pure con sentimento di profonda tristezza molti di coloro, che si sono per tempo dedicati all' esercizio delle arti e delle industrie cittadine, andar nei giorni festivi consumando nel gioco e nelle intemperanze la sottile mercede guadagnata nel corso della settimana, e desiose di portare rimedio ad un male da cui sono a temersi funestissime conseguenze, divisarono eli aprire una casa di domenicale adunanza, in cui potessero gli uni e gli altri aver tutto l'agio di soddisfare a' religiosi doveri, e ricevere ad un tempo una istruzione, un indirizzo, un consiglio per governare cristianamente, e onestamente la vita. Fu perciò instituito un Oratorio dedicato a San Francesco di Sales coi mezzi che somministrò la carità di quei generosi, che sogliono largheggiare in lutto ciò che al pubblico bene riguarda; si apprestò quant'era d uopo per celebrare le jìtnzioni religiose, e per dare al giovani una educazione morale e civile; vari,giocherelli atti a sviluppare le forze fisiche e a ricreare onestamente lo spirito furono pure adottati, e cosi si studiò di rendere utile ed insieme gradita. la loro dimora in quel luogo.
È difficile a dire con quale favore sia stato accolto l'invito, che si fece a' giovanetti senza veruna pubblicità, e in quella guisa soltanto che si vuole {VI [150]} tra i famigliari, di convenire ogni dr festivo nello Oratorio; il che diè animo ad ingrandire il recinto, e ad introdurvi in progresso di tempo quei miglioramenti, che una carità ingegnosa e prudente potè suggerire; quindi si incominciò ad insegnare prima nelle domeniche, e poi ogni sera nell'invernale stagione la lettura, la scrittura, gli elementi dell'aritmelica e della lingua italiana, ed uno studio particolare si pose per rendere a quei giovanetti volenterosi famigliare l'uso delle misure legali, di cui. essendo la più parte addetti a mestieri, sentivano il maggior bisogno.
Instillare nei loro cuori l'affetto ai parenti, la fraterna benevolenza, il rispetto alle autorità, la riconoscenzaai benefattori, l'amor della fatica, e più d'ogni altra cosa istruire le loro menti nelle dottrine cattoliche e morali, ritrarli dalla mala via, loro infondere il santo timore di Dio, e avvezzarli per tempo all'osservanza dei religiosi precetti, sono queste le cose, a cui per due lustri da zelanti sacerdoti e laici si dà opera assidua e si consacrano le cure maggiori. Così mentre vi ha chi lodevolmente si adopera per diffondere gli scientifici lumi, per far progredire le arti, per prosperare le industrie e per educare i giovani agiati nei collegi e ne' licei, nel modesto Oratorio di San Francesco di Sales si compartisce largamente l'istruzione religiosa e civile a coloro, che, quantunque siano stati meno favoriti dalla fortuna, hanno pure la forza ed il desiderio {VII [151]} d'essere utili a se medesimi, alle loro famiglie ed al paese.
Riconoscendo però in brev ora angusto, pel numero sempre crescente dei giovani, il locale che era stato destinato ad uso di cappella, e non volendo lasciare a mezzo un'impresa così bene avviata, i Promotori, pieni di confidenza nella generosità dei loro concittadini, deliberarono di mettere mano ad un edifizio più ampio e meglio acconcio all'uopo, e di assicurare in tal guisa la durata di un cosi utile instituto educativo. Fu troncato ogni ritardo, si superarono le incertezze, e con coraggio si gettarono le fondamenta del nuovo Oratorio.
Le oblazioni, i regali, gli incoraggiamenti d'ogni fatta non vennero meno sinora, e tanto si progredì nel lavoro, che nel volgere di pochi mesi si potè giugnere alla formazione del tetto.
Ma per condurre a compimento l'edifizio, i mezzi ordinarii più non bastano, ed è necessario che l'inesausta carità del pubblico venga in soccorso della privata beneficenza. Egli è a tal fine, che i sottoscritti Promotori della pia opera si rivolgono alla S. V. IIIma invocando il di lei concorso, e proponendole un mezzo, che essendo già stato adoperato con buon successo in altre benemerite instituzioni non fallirà certamente all'Oratorio di S. Francesco di Sales. Consiste questo mezzo in una lotteria d'oggetti, che i sottoscritti vennero in pensiero d'intraprendere per sopperire alle spese di ultimazione {VIII [152]} della nuova cappella, ed a cui la S. V. vorrà, non vi ha dubbio, prestare il suo concorso, riflettendo all'eccellenza dell'opera cui è diretta.
Qualunque oggetto piaccia alla S. V. offerire o di seta, o di lana, o di metallo, o di legno, ossia lavoro di riputato artista, o di modesto operaio, o di laborioso artigiano, o di caritatevole gentildonna, tutto sarà accettato con gratitudine, perchè in fallo di beneficenza ogni piccolo aiuto è gran cosa, e perchè le offerte anche tenui di molti insieme riunite possono bastare a compir l'opera desiderata.
I sottoscritti confidano nella bontà della S. V., sicuri che il pensiero di concorrere alla buona educazione della gioventù abbandonata non potrà a meno di non piegare il di lei animo ad una qualche sovvenzione. Valga del resto a raccomandare presso di Lei il pio instituto la singolare benevolenza con cui persone d'ogni ordine e d'ogni grado ne hanno promosso lo stabilimento e favorito la estensione. Valga sopratutto il voto emesso dal primo Corpo legislativo dello Stato, che, dopo averlo preso in benigna considerazione, nominava una commissione apposita per averne precisi ragguagli, e conosciutane l'utilità raccomandavalo caldamente al Governo del Re. Valga eziandio il generoso sussidio decretatogli per due anni continui con voto unanime dal Municipio torinese; la singolare larghezza, con cui S.M.. il Re e S. M. la Regina si degnarono di venirgli in aiuto, e la speciale benignità, con cui venerandi {IX [153]} Prelati, e distintissimi Personaggi si compiacquero di raccomandarlo alla pubblica carità.
I sottoscritti rendono alla S. V Ill.m1a anticipati ringraziamenti per la cortese cooperazione che vorrà prestare pel buon esito della progettata lotteria, e le pregano dal Cielo ogni benedizione.
Di V. S. M. III.ma
Obbl.mi Servitori
I PROMOTORI E LE PROMOTRICI. {X [154]}
Approvata dall'Intendenza Generale di Torino, con Decreto del 9 dicembre 1851.
1. Sarà ricevuto con riconoscenza qualunque oggetto d'arte o d'industria, cioè lavori di ricamo e di maglia, quadri, libri, drappi, tele e simili.
2. Nell'atto di consegna dell' oggetto verrà rilasciata una carta di ricevuta, ove sarà descritta la qualità del dono ed il nome del donatore, a meno che questi ami conservare l'anonimo.
3. I biglietti della lotteria saranno emessi in numero proporzionato al valore degli oggetti, e nei limiti segnati dalla legge, cioè col benefizio del quarto.
4. I biglietti saranno spiccati da un foglio a madre, e saranno muniti della firma di due membri della Commissione. Il loro valore è di centesimi 50.
5. Si farà pubblica esposizione di tutti gli oggetti nel prossimo mese di marzo, e durerà per lo spazio di un mese almeno. Sarà dato avviso nella Gazzetta Officiale del Regno del tempo e del luogo in cui si farà questa esposizione. Verrà pure notificato il giorno che sarà fissato per la pubblica estrazione dei numeri vincenti.
6. I numeri saranno estratti uno per volta. Occorrendo che per isbaglio se ne estraessero due, non si leggeranno, ma saranno rimessi nell'urna. {XI [155]}
7. Si estrarranno tanti numeri quanti sono i premi da vincersi. Il primo numero estratto vincerà l'oggetto corrispondente segnato col numera I; così il secondo, e successivamente finchè siansi estratti tanti numeri quanti sono i premi.
8. Nel Giornale Officiale del Regno saranno pubblicati i numeri vincitori, e tre giorni dopo si comincerà la distribuzione de' premi.
9. I premi non ritirati dopo tre mesi si terranno per ceduti a benefizio dell'Oratorio. {XII [156]}
Arnaud di S. Salvatore conte Cesare.
Baricco T. Pietro, vice sind., segretario.
Bellingeri avv. Gaetano.
Blachier cav. Federico, ingegnere.
Bocca Federico, impresaro.
Borrelli T. Giovanni, rettore del Rifugio.
Bosco D. Giovanni, direttore dell'Oratorio.
Bossi Amedeo, negoziante.
Cappello cav. Gabriele, detto Moncalvo, cons. com.
Cotta cav. Giuseppe, senatore del Regno, cons. com., tesoriere.
Cottin Giacinto intend., cons. com.
D'Agliano di Caravonica cav. Lorenzo.
Duprè cav. Giuseppe, cons. com.
Gagliardi Giuseppe, chincagliere.
Murialdo T. Roberto, capp. di corte.
Ortalda T. Gius. can., direttore della pia opera della Prop. della Fede.
Ritner Vittorio, orefice estimatore.
Rocca avv. Luigi, cons. com.
Ropolo Pietro, fabbr. serr., cons. com.
Scanagatti Michele.
Anglesio cav. T., direttore della Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Baglione T. Michele.
Beglia Antonio, impresaro. {XIII [157]}
Bellingeri dottore Celso.
Belmondo Filippo, studente.
Bianchi Gius., maestro di musica.
Blengino avv. Federico.
Carpano T. Giacinto, rettore della cappella del SS. Crocifisso.
Chiaves T. Felice, professore.
Cinzano T. Antonio, prev. e vie. for. di Castelnuovo d'Asti.
Chiotti Carlo, negoziante.
Coppasso Giuseppe, impresaro.
Coriasso Gio. Batt., minusiere.
Cusa, prof, segr. dell'Accademia Albertina, estim. d'oggetti di belle arti.
Debernardi T. Pietro.
Debernardi dottore Giuseppe.
Degaudenzi T. Pietro can., arciprete dell'insigne collegiata di Vercelli.
Demonte abate Ignazio, capp. dell'Oratorio di S. Luigi.
Derege-Donato conte Francesco.
Faletti conte Gaetano.
Fino Luigi, negoziante.
Garberoglio Eugenio.
Gattino D. Agostino, curato di S. Simone e Giuda (Borgo Dora).
Goggia D. Giac., superiore della Casa di San Filippo a Biella.
Grassino D. Giovanni, vice curato di San Simone e Giuda.
Guglielmotti Giuseppe, chierico.
Marietti Pietro, libraio. {XIV [158]}
Merla Giovanni
Morozzo della Rocca abate Carlo.
Olivero Angelo, estimatore degli oggetti della Lotteria.
Pianca e Serra, librai.
Raimondo.
Rayteri Alessandro, estimatore giurato.
Reffatti Lorenzo, mercante.
Reffo Pietro, tornitore.
Rocca avv.
Rossi teol., dirett. dell'Oratorio di S. Luigi.
Testa avv., cons. d'appeno.
Toia T. Angelo.
Tortone Francesco, tipografo-libraio.
Triulzi fratelli.
Trivero D. Giuseppe, sacrista alla R. cappella della SS. Sindone.
Valinotti T. C. Francesco.
Vallauri, dottore, priore della Compagnia di S. Luigi.
Vola T. Giovanni.
Volpato, prof. den'Accademia Albertina.
Allemandi Anna, nata Bertetti.
Almonte Carolina, nata Moretti.
Anselmi Metilde, nata Moizzio.
Arborio di Gattinara contessa Luigia.
Arnaud di S. Salvatore contessa Camilla, nata Belletruti di S. Biagio.
Beglia Teresa.
Bellardi Giacinta, nata Lumello.
Belletruti di S. Biagio nobil donna Metilde, v. Borghese. {XV [159]}
Bellingeri damigelle.
Belmondo Maddalena, nata Grossi.
Berruto Luigia, nata Marini.
Blengino Carlotta, nata Michelacci.
Bocca Felicita, nata Galimberti.
Beglia Maddalena.
Boschis Felicita, vedova Martinolo.
Bosco di Ruffino contessa, nata Riccardi di Netro.
Brachet damigella Carlotta.
Buglione di Monale contesso Giuliana.
Carosa Melania, nata Murialdo.
Cassini damigella Catterina.
Castagna Carolina, nata Serra.
Chiotti, nata Rossi.
Comba Antonietta, nata Bonier.
Comune del Piazzo contessa Teresa
D'Agliano di Caravonica contessa Beatrice, nata di Rovasenda.
Daneo Luigia, nata Como.
Debernardi, nata Defilippi.
Demichelis Domitilla, nata Murialdo.
Della Chiesa di Benevello contessa Polissena.
Doria di Cirié marchesa Emma, nata della Chiesa di Benevello.
Duprè Laura, nata Fontana.
Faletti contessa Felicita, nata di Benevello.
Fassati marchesa Maria, nata De Maistre, dama di S. M. la Regina Maria Adelaide.
Fava Carolina, nata Barone.
Filippi Lucia, nata Ganna.
Fiorio Teresa. {XVI [160]}
Florio Cornelia, nata Detua.
Gamba Emma, nata Pellechet.
Garberoglio.
Castaldi Margherita, nata Volpato.
Castaldi Angelo, nata Testa.
Genè Paolina.
Gloria contessa Amalia, nata Ravicchio del Vallo
Gloria damigella Angela.
Gonella Teresa, nata Anselmetti.
Griffa Teresa. nata Serratrice.
Grossi Cristina, nata Arnò.
Hayd Vittoria, nata Rachetti.
Instradi Demetrio, nata Gastaldi.
Luciano Alessandra, nata Testa.
Sogliano Clemenza, nata Gonella.
Marechallà damigella Cristina.
Marini Fanny, nata Biglione.
Massimino marchesa Costanza, nata di S. Tommaso.
Mathieu contessa.
Mò.
Mollardi Edvige, nata Rebuffo.
Molines Giuseppina, nata Dupre.
Murialdo Margherita, nata Cravosio.
Occhiena Maria.
Pansa Carlotta, nata Gallenga.
Paravia Maddalena, nata Villiardi.
Piccono Della Valle contessa Bianca, nata Della Chiesa di Benevello, danna di S. A. R. la Duchessa di Genova.
Pinchia Luigia, nata Olivero.
Pipino, nata Bruno. {XVII [161]}
Pulciano Emilia, nata Mangiardi.
Rayteri Angela, nata Piolti.
Ravicchio del Vallo contessa Giuseppina, nata Bestagno.
Reffo Carolina.
Resigo damigelle.
Rocca Paolina, nata Savi.
Romano damigella.
Rovasenda di Rovasenda contessa Giuseppina. nata Chialamberto.
Ruffo Catterina.
Sallier della Torre S. E. contessa Marielta, nata di Agliano.
Sartoris Lucia.
Scaravelli Angela, nata Ceva di Nucetto.
S. Martino di Sale e Castellamonte contessa Teresa, nata d'Agliano.
Spinola marchesa, nata Carega.
Storero damigella Felicita.
Testa Teresa, nata Lumello.
Triulzi damigelle.
Torchio damigella Felicita.
Turvano Vittoria, nata Capello.
Vallauri Rosa, nata Racca.
Zerboglio Ludovica, nata Pinelli. {XVIII [162]}