Credo non esagerare calcolando pressochè a centomila gli spettatori, malgrado la marcia continua dalle quattro del mattino alle nove di sera.

 La banda italiana si diede a suonare una bella marcia, mentre scoppiavano in aria razzi e bombe.

 Nessun ostacolo si {13 [185]} opponeva alla sua marcia.

 Chiunque in una marcia si fosse allontanato a segno di non udire il suono della tromba, era considerato come disertore.

 Un suonatore di flauto apriva la marcia, seguivano le trombe, quindi una schiera di prefiche, che erano donne pagate perchè piangessero l'estinto.

 Salito il Petrarca sopra quel carro, cominciò la marcia trionfale.

 Il duca di Borbone con una turba di soldati mercenarii, tra cui tredicimila Tedeschi luterani, le cui brame nulla poteva saziare, si pose in marcia alla volta di Roma.

 La madre ebbe ad uscire, e tornata di lì a poco, ritrovò con incredibil gioia e stupore, che la figliuola non sentiva più quegli spasimi, che le piaghe non davano più marcia.

 Qui giunta provò per breve tempo un qualche sollievo, ma poscia la fistola si inacerbì per modo, che la faceva spasimare più di prima, con questo di più, che uscendo da quelle sue piaghe insieme colla marcia un puzzo insopportabile, fu abbandonata dai medici, e dai suoi domestici stessi.

 Se non che in luogo di scemare, il male si aggravò; dai tagli aperti usciva continuo profluvio di marcia, e la misera donna non aveva più riposo nè giorno, nè notte.

 Inoltre vi era uno squadrone di soldati datici dal governo, i quali chiudeano la marcia.