La divina provvidenza dispose che la malata riacquistasse la primiera sanità e scrivesse una serie di notizie, le quali, se non danno di lei compiuto ragguaglio, servono a farci conoscere la sua condizione ed educazione.

 Allora il Conte Cays, più che ogni altro intenerito, prese la parola è le disse: - Io credo di essere fedele interprete di questi signori, e a nome loro la prego a fermarsi; noi tutti le cediamo il posto e lei potrà passare innanzi colla sua malata.

 La buona ed afflitta signora entrata che fu nell'anticamera pose a sedere la sua piccola malata, la quale mosse a compassione tutti gli astanti.

 Don Bosco la esortò ad avere fiducia nella pietà di Maria, indi fatta inginocchiare la madre impartì alla piccola malata la benedizione di Maria Ausiliatrice.

 La malata riferi tosto l'apparizione alle persone che le stavano attorno, e con grande fervore si apparecchiava a quel gran passo.

 Colgo di buon grado questo consiglio, fo il mio voto, metto al collo della malata una medaglia di Maria Ausiliatrice, e incomincio tosto una novena.

 La malata acconsentì di buon grado al mio avviso, e cosi abbiam fatto.

 Fatta la preghiera ed il voto, ritornai a vedere la malata.

 — La signora Baima Giovanna aveva una ragazzina molto malata.

 Senza più nulla dire i parenti della malata andarono in chiesa e dopo alquante preghiere uscirono; la fortunata giovane montò allegramente da sè sulla carrozzetta, e co'suoi parenti ripartì.

 Ma si cangiò ben tosto il loro timore in vivissima gioia, quando la malata si siede sul letto e dice chiaramente: «Io sono pienamente guarita.» Dimanda allora le vesti, e del mattino stesso si alza, si porta in chiesa a ringraziare Iddio e la sua Santissima Madre e a {127 [431]} fare la santa Comunione.

 Tosto fu cominciata la novena sul fare della sera non solo dalla malata, ma altresì {132 [436]} da altre divote persone.

 Anzi fra i valenti medici dalla malata consultati si annovera un valente professore dell'università di Torino.

 Appena dette queste parole la figlia cadde nuovamente malata, ma peggio di prima, poichè credeva che non avesse {230 [534]} più a veder tramontar il sole.

 Poco dopo cadde malata la madre dello stesso fanciullo, il male palesando gravezza e pericolo, si fece ricorso allo stesso farmaco di quella celeste Benefattrice, che già aveva in nostra famiglia prodigati cotanti benefici.

 Ma si cangia ben tosto il loro timore in vivissima gioia, quando la malata si siede sul letto e dice chiaramente: «Io sono pienamente guarita.» Dimanda allora le vesti, e del mattino stesso si alza, si porta in chiesa a ringraziare Iddio e la sua Santissima Madre e a fare la santa Comunione.

 Pregavano, che la povera malata si riavesse almeno tanto da poter ricevere i SS. Sacramenti.

 Senza più nulla dire i parenti della malata andarono in chiesa e dopo alquante preghiere uscirono; la fortunata giovane montò allegramente da sè sulla carrozzella, e co' suoi parenti ripartì.

 Tosto fu cominciata la novena sul fare della sera non solo dalla malata, ma altresì da altre divote persone.

 Le prime due croci nulla operarono; ma appena applicata la terza, la malata sentissi perfettamente guarita e si alzò sul momento.

 Mandata dal papa a trattare alcuni affari colla regina di Napoli, essa cadde malata in Roma, ove rendè 1'anima al suo celeste Sposo l'anno 1380.