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- Scritti di San Giovanni Bosco -
Il giovane provveduto (4/4)
per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'uflizio della Beata Vergine e de' principali Vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc.
SCELTA DI LAUDI SACRE
Al Nome Ss. di Gesu' - Su figli cantate
A Gesu' Bambino - Tu scendi dalle stelle
Sopra il Ss. Sacramento - Rallegrisi
Al Ss. Sacramento - A lieta mensa
Traduzione del Tantum Ergo - Chiniam la fronte supplici
O Sacrum Convivium, Convito adorabile
O Salutaris Hostia, Ostia Santa
Sopra la Passione di Gesu' Cristo - Desolato mio Signor
Al Ss. Nome di Maria - Inni cantiam di Giubilo
I Figli di Maria - Noi siam figli di Maria
Il Cuore di Maria - Cuor di Maria che gli Angioli'
A Maria Addolórata - Stava Maria dolente
A Maria Consolatrice - Mille volte benedetta
Sopra il Ss. Rosario - O Maria Rosa Divina
Atto di Sincero Proponimento - Perdon Caro Gesù
I quattro Novissimi - So che ho da morir
Giudizio Universale - Ahi che l'orribil tromba
Versione del Dies Irae - La Sibilla e David dire
L' Inferno - Un disordine infinito
Paradiso - Paradiso, Paradiso
L'anima e l'angelo Custode - Angioletto del mio Dio
A S. Luigi Gonzaga - Luigi onor dei Vergini
Versione dell’Infensus - Disprezzator magnanimo
Traduzione del Te Deum - Lode a Dio che nell'alto de'Cieli
AL NOME SS. DI GESU'
Su, figli, cantate, Il regno del pianto;
Bell'alme innocenti, Evviva Gesù.
Con dolci concenti, Quell'empia magiore
Evviva Gesù. Si turba e spaventa,
Evviva quel Nome, Che ben si rammenta,
Cui pari splendore Sua prode virtù.
In gloria ed onore Fu il drago maligno
Niun altro mai fu. Sì crudo. sì reo,
Evviva, ridite Suo nobil trofeo;
Il Nome giocondo, Evviva Gesù.
La gioia del mondo, Dal cielo tal vanto
Evviva Gesù. Di vincer la morte,
O Nome Divino, Di romper sue porte
Che a noi dalle stelle Gia dato gli fu.
Fra lodi sì belle Al Nome Divido
Scendesti quaggiù. Il ciel si disserra,
A Nome si caro: L'inferno si serra,
Già ride e già brilla Evviva Gesù.
Ogn'alma e sfavilla: La terra festeggia
Evviva Gesù. Con dolce concento
E mentre il ripete Del nuovo contento
Amando languisce, Provato mai piu.
Languendo gioisce Nell'alma Sionne
Lodando Gesù. Risuona festoso
Se spesso l'invochi. Il Nome glorioso,
Qual gioia, qual festa Evviva Gesù.
Più lieta di questa? Que' cori beati
Evviva Gesu. Con inni di gloria
Qual luce più chiara Già cantin vittoria,
Qual dì più sereno, Onore e virtù.
O Sol Nazareno, Se sento il bel Nome
Ci porti mai tu? Del Re Nazareno,
Si scuote al rimbombo Il cuor mi vien meno,
Di Nome si santo Evviva Gesù. {321 [501]}
O piaga d'amore, E lieti ridite
Che porti la vita, Evviva Gesù.
Oh dolce ferita) Ripieni di gioia.
Profondati più. Con voce giuliva,
Su dunque, miei figli, Rimbombin gli evviva,
Cantate, gioite, Evviva Gesù.
A GESU' BAMBINO
Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
E vieni in una grotta al freddo, al gelo,
O Bambino mio Divino.
Io ti vedo qui tremar,
O Dio beato!
Ah quanto ti costò l'avermi amato!
A te, che sei del mondo il Creatore,
Mancano panni e fuoco, o mio signore.
Caro eletto pargoletto,
Quanto questa povertà
Più m'innamora.
Giacchè ti fece amor povero ancora,
Tu lasci il bel gioir del divin seno,
Per venire a penar su questo fieno,
Dolce amore del mio core.
Dove amor ti trasportò?
O Gesù mio,
Perchè tanto patir? per amor mio!
Ma se fu tuo volere il tuo patire,
Perchè vuoi pianger poi, perchè vagire?
Sposo mio, amato Dio,
Mio Gesù, t'intendo si!
Ah mio Signore!
Tu piangi non per duol, ma per amore.
Tu piangi per vederti da me ingrato
Dopo si grande amor si poco amato.
O diletto del mio petto,
Se già un tempo fu cosi,
Or te sol bramo,
Caro, non pianger più, chè io t'amo e t'amo.
Tu [...] mio, ma intanto il core {322 [502]}
Non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore.
Deh! mio bello e puro Agnello,
A che pensi. dimmi tu.
O amore immenso?
Un di morir per te, rispondi, io penso,
Dunque a morir per me, tu pensi, o Dio.
Ed altr'oggetto amar potrò ancor io?
O Maria, speranza mia,
Se io por' amo il tuo Gesù,
Non ti sdegnare;
Amalo tu per' me, s'io noi so amare.
SOPRA IL SS. SACRAMENTO
Rallegrasi ogni alma e giubili.
Chiaro contemplisi da noi Gesù.
Nascondesi sotto quel vel
L'amabilissimo gran Re del ciel.
Vivissimo Pane santissimo,
Cibo dolcissimo, sovran Signor'
V'adorino con viva fè,
Tutti v'incurvino divoto il piè.
Chi fecevi dal ciel discendere,
E in terra piovere manna vitali
Famelico de' nostri cuor,
Ah vi fe'scendere l'Eterno Amor!
Feriteci dunque, piagateci,
E trafiggeteci dardo d'amor:
Feriteci deh! sempre più,
Sposo purissimo. dolce Gesù.
Qual anima può ancor resistere.
Di voi non ardere, amato Sol!
Freddissimo l'umano cor
Convien che struggasi a tanto ardor.
O popoli, tutti inchinatevi,
Tutti prostratevi al sommo Re,
E ditegli con tutto il cuor:
Signor, feriteci del vostro amor.
Di gloria pegno ricchissimo,
Mistero altissimo, chi dir potra {323 [503]}
Il giubilo, che in questo di
Il vostro popolo per voi senti?
Le grazie a voi vi rendano,
Gloria vi cantino la terra e il ciel.
Vi lodino anche di più,
Vi benedicano, caro Gesù.
Voi spiriti del ciel santissimi,
Ubbidientissimi al gran Signor;
Volatene dal ciel quaggiù,
E corteggiatene il buon Gesù.
Rendetegli per noi le grazie
Per ineffabile si gran favor;
Con cantici in lieto ton
Per noi offeitegli il cuore in don.
Or apransi dell'alto Empireo
Le porte, chiudansi quelle d'orror:
Adorisi con viva fè
Quel pan dolcissimo, che il ciel ci diè.
AL SS. SACRAMENTO
A lieta mensa e regia
Del sacro Agnello accolti:
In pure bende e candide
Dell'innocenza avvolti,
Inni cantiam di giubilo
Al Cristo, ai vincitor.
Ah chi già il cieco Egizio
Precipitò nell'onda,
Che scorse il fedel popolo
Mia beata sponda
Degli elementi instabili
Fra gioia, e fra stupor.
A Lui che le tartaree
Infranse ferree porte,
Debellator magnanimo
D'inferno, e della morte,
Noi rese ad aura placida
Di vita e libertà.
Che l' insidioso ed invido {324 [504]}
Orribile serpente
Lo confinò nel baratro
Stagno di zolfo ardente,
Ond'atro fumo elevasi
Per tutta eternità.
Tinte al mirar le soglie
Del sangue dell'Agnello.
Passa e depone l'Angelo
Sterminator flagello
Di lutto inconsolabile
Apportator feral:
Se vede il caro figlio,
Che su d'un tronco muore,
Cade di mano il fulmine
Al sommo Genitore,
Che già s'accende a sperdere
Il suddito sleal.
Per l'aspro cammin arduo
Rischi sprezzando, e guerra,
Lieta s'avvia e impavida
A la promessa terra
La plebe Israelitica
Pasciuta dell'Agnel;
Di carni tai pinguissime,
Di tale Divin sangue
Ne' satollati ed ebbri
Valore mai non langue,
D'inferno ognor trionfano,
Giungon sicuri al ciel.
TRADUZIONE DEL TANTUM ERGO
Chiniam la fronte supplici
Al Sacramento Augusto.
Del nuovo altar all'Ostia
Ceda l'alzar vetusto;
Regga la, fede, il languido
Senso dell'uomo fral.
Al Padre, all'Unigenito
Verbo increato onore. {325 [505]}
Lode, salute, giubilo,
Ed al supremo Amore,
Spirto d'entrambi, in gloria
Ed in possanza egual. Così sia.
O SACRUM CONVIVIUM
O sacrum Convivium, Convito adorabile,
In quo Christus sumitur. Convito d'amor,
Recolitur memoria Qui dove ricevesi
Passionis ejus. L'istesso Signor:
Mens impletur gratia Qui dove rammentasi
Et futurae gloriae Ah f quanto Egli un di
Nobis pignus datur. Per noi sul Calvario
Pietoso soffi.
Sii fonte di grazia
All'alma fedel,
Sii pegno immancabile
Di gloria nel ciel.
O SALUTARIS HOSTIA
O salutaris Hostia, Ostia santa di pace e salute,
Quae coeli pandis ostium, Che dischiudi del cielo le porte.
Bella premunt hostilia, Sei nemici ci premono a r aorte:
La robur, fer auxilium. Tu ci atta, tu forza ne dà.
Uni, trinoqne Domino Al Signor uno e trino la gloria.
Sit sempiterna gloria, Al Signor, che ne doni pietoso
Qui vitam sine termino Nella patria del vero riposo,
Nobis donet in patria. Quella vita che fine non ha.
Amen.
SOPRA LA PASSIONE DI GESU' CRISTO
Desolato mio Signor, Sta la vostra umanità
Dolente - paziente,.... Piagata - straziata
Le colpe piangete, Ila colpi ribelli.
Il sangue spargete, Da orrendi flagelli;
Ahimè! che gran dolor, Ahimè! in che crudeltà
Desolato mio Signor. Sta la vostra umanità.
Accusato dal livor. Quale strana acerbità:
Sentite - soffrite Di stenti - tornenti,
Bestemmie, risate, Al capo cagiona
Percosse, ceffate. La dura corona,
Ahimè! caro Signor. Ahimè! qual empietà!
Accusato dal livor. Quale strana acerbità! {326 [506]}
Chi non piange il suo Deh mirate un Dio aspirar.
Amante-penante.. (fallir? Deriso - conquiso
Languisce il Signore, Sul tristo patibolo!
D'angoscia si muore; O crudo spettacolo!
Ahimè! che gran martir! Ahimè! mi fa tremar;
Chi non piange il suo fallir! Deh mirate un Dio a spirar!
Sulla croce agonizzar, Peccatrici, peccator,
O genti - dolenti. Scuotetevi - doletevi,
Da chiodi trafitto, Di strani furori
Un Dio confitto, D'atroci martori,
Ahimè! che rimirar! Per voi mori il Signor,
Sulla croce agonizzar. Peccatrici, peccator.
AL SS. NOME DI MARIA
Inni cantiam di giubilo Nome che l'alto Empireo
Al Nome di Maria; Tutto abbellisce a festa,
Nome che ognor desia In lutti i cuori addesta
Il mar, la terra, il ciel. Un fonte di piacer.
Nome che in mare torbido Deh! Nome incomparabile
Acqueta le procelle, Ch'in vita e all'ore estre
E le propizie stelle Sei nostra vera speme,(mé
Pronte fa comparir. Conforta i nostri cuor.
Nome che all'uman genere Fa che agli estremi aneliti
Del citi apri le porte, Di morte al tetro orrore
Del regno della morte Pronunzi l'alma e il cuore
Rimase vincitor. Maria.. Speranza.. Amor.
Nome che al mortai misero Intanto sciolti in giubilo
In questa flebil vita Cantiam lodi a Maria,
Porge sostegno aita, Nome che ognor desia
Nell'atto di cader. Il mar, la terra, il ciel
I FIGLI DI MARIA
Noi siam figli di Maria,
Lo ripetan l'acre e i venti,
Lo ripetan gli elementi
Con piacevol armonia,
Noi siam figli di Maria.
Se gradisci un si bel doro
E ci stringi al sen materno, {327 [507]}
Contro noi pur frema Inferno,
S'arma invan di rabbia. ria,
Noi siam ecc.
Il crudele nostro nemico
Se ci aspetta al segno usato,
Se ci tende occulto agguato,
Discoperto e vinto sia,
Noi siam ecc.
Ma se figli esser chiamati,
Se a Lei cari esser vogliamo,
Deh dal cuor presto togliamo
Ogni avanzo di follia,
Noi siam ecc,
Troppo a lei, troppo dispiace
Ne' suoi figli un cuor indegno,
Rimirarlo senza sdegno
Madre tale non potria,
Noi siam ecc.
Dal mio san dunque partite,
Odj antichi, affetti rei,
Io consacro e dono a Lei
Il mio cuor, la lingua mia,
Noi siam ecc.
Sopra noi volgi pietosa,
Cara Madre, i santi rai,
E dall'alma allor vedrai
Ogni macchia fuggir via.
Noi siam ecc.
Senza il tuo potente aiuto
Noi meschini veniam meno,
Siam qual pianta, cui il terreno
Alimento più non dia.
Noi siam ecc.
Fa che ginnica l'ora estrema
Chiami tutti i figli tuoi
A goder de' Santi suoi
La beata compagnia,
Noi siam figli di Maria. { 328[508] }
IL CUORE DI MARIA
Cor di Maria, che gli Angioli
Ammiran come il core,
In cui dopo il Signore,
Splende maggior bontà,
Sei Cor di Madre tenera
Per gl'innocenti, e insieme
Pel peccator che geme,
Che spera in tua pietà.
La terra e il Ciel t'onorano,
T'onora il Re tuo Figlio,
Tu sei l'intatto Giglio
Che il serpe non guastò.
Del sangue tuo virgineo
Formossi il cor si bello
Dell'adorato Agnello
Che il mondo riscattò.
Evviva dunque l'inclito
Cor della gran Regina,
Cui suddito s'inchina
E l'uomo, e il Serafin!
Prendi il mio core, o Vergine
Tu trasformar lo puoi,
Dagli gli affetti tuoi,
Dagli il tuo amor divin.
Di Cristo il Core giubila
Sovra il tuo cor si puro;
Due mai non ne turo
Più simili in amor.
Come possiam noi rendere
Omaggi a Te graditi
Noi figli indeboliti
Da'falli e dal timor?
A me venite, o figli,
( Cosi Maria risponde)
Chi tante preci effondo
Respinger io non so:
Intorno a me stringetevi, {329 [509]}
Statemi sempre accanto,
Vi coprirò col manto.
Difesa a voi sarò.
A MARIA ADDOLÓRATA
Stava Maria dolente
Senza respiro e voce
Mentre pendeva in croce
Del mondo il Redentor.
E nel fatale istante
Crudo materno affetto
Le trafiggeva il petto,
Le lacerava il cor.
Qual di quell'alma bella
Fosse lo strazio indegno,
No, che l'umano ingegno
Immaginar non può.
Veder un figlio... un Dio...
Che palpita.., che muore...
Si barbaro dolore
Qual madre mai provò?
Alla funerea scena
Chi tiene il pianto a freno
Ha un cor di tigre in seno,
O cor in sen non ha.
Chi può mirare in tante
Pene una Madre, un figlio,
E non bagnare il ciglio,
E non sentir pietà?
Per cancellare i falli
D'un popol empio, ingrato,
Vide Gesù piagato
Languir e spasimar.
Vide fra crudi spasimi
Il figlio suo diletto
Chinar la fronte al petto,
E l'anima spirar. {330 [210]}
O dolce Madre, e pura.
Fonte di santo amore,
Parte del tuo dolore
Fa, che mi scenda in cor.
Fa che il pensier profano
Sdegnosamente io sprezzi.
Che a sospirar m'avvezzi
Sol di celeste ardor.
Le barbare ferite,
Prezzo del mio delitto
Dal figlio tuo trafitto
Passino, o Madre, in me.
A me dovuti sono
Gli strazi ch'ei soffrio;.
Deh! fa che possa anch'io
Pianger almen con te.
Teco si strugga in lagrime
Quest'anima gemente;
E se non fu innocente
Terga il suo fallo almen.
Teco alla croce accanto
Star, cara Madre, io voglio
Compagno a quel cordoglio
Che ti trafigge il sen.
Ah tu, che delle Vergini
Regina in ciel t' assidi
Ah tu propizia arridi
A' voti del mio cori
Del buon Gesù spirante
Sul fero tronco esangue,
La croce, il fiele, il sangue
Fa ch'io rammenti ognor.
Del Salvator rinnova
In me lo scempio atroce;
Il sangue, il fiel, la croce
Tutto provar mi fa. {331 [511]}
Ma nell' estremo giorno
Quand'ei verrà sdegnato,
Rendalo a me, placato.
Maria, la tua pietà.
Gesù, che nulla nieghi
A chi tua Madre implora,
Del mio morir nell'ora
Non mi negar mercé
E quando sia disciolto
Dal suo corporeo velo
Fa che il mio spirto in Cielo
Voli a regnar con te.
A MARIA CONSOLATRICE
Mille volte benedetta,
O dolcissima Maria,
Benedetto il nome sia
Di tuo figlio Salvator.
O Maria Consolatrice
Noi ti offriamo il nostro cuor.
Fin d'allora che di colpa
Fu l'umana stirpe infetta.
Dio la Madre ha in te predetta
Del futuro Redentor.
O Maria ecc.
O purissima Maria,
Il tuo piede immacolato
Schiacciò il capo avvelenato
Del serpente insidiator.
O Maria ecc.
Tutti i secoli son pieni,
O Maria, di tue glorie,
E di tenere memorie,
Di prodigi e di favor.
O Maria ecc.
Ma Torino, o cara Madre, {332 [512]}
Sempre fu da te protetta,
E fra tutte prediletta
Da Gesù consolator.
O Maria ecc.
Per te il cieco gli occhi aperse
Di miracoli presago
Quando fu della tua immago
Fortunato scopritor.
O Maria ecc.
O dei sole assai più bella.
Della luna più leggiadra,
Più terribile che squadra
Di accampati bellator.
O Maria ecc.
Deh, proteggi, o gran Reina,
Il Re nostro, il tempio, il trono.
D'ogni grazia il più bel dono
É la pace del Signor.
O Maria ecc.
O Maria, nostra Avvocata,
L'universo in te confida,
Perchè sei rifugio e guida,
All' nom giusto, e al peccator.
O Maria ecc.
O conforto degli afflitti,
D'ogni grazia dispensiera.
Di salute messaggera,
Nostra speme, e nostro amor.
O Maria ecc.
Deh! dal ciel, madre pietosa,
Piega il guardo a tuoi divoti,
Esaudisci i nostri voti,
O gran madre del Signor.
O Maria ecc. {333 [513]}
SOPRA IL SS. ROSARIO
O Maria, Rosa divina,
Sei splendor del Paradiso.
Ogni cuore a te s'inchina.
O Maria, Rosa divina.
O Maria, col tuo bel Figlio.
Che delizia è del tuo cuore.
Sembri rosa unita al giglio.
O Maria, col tuo bel Figlio
O Maria, madre d'amore,
Tu sei Rosa fiammeggiante
Di celeste e santo ardore;
O Maria, madre d'amore.
O Maria, Rosa adorata,
Tu col sangue dell'Agnello
Fosti tutta imporporata,
O Maria, Rosa adorata.
O bel fiore, o bella rosa,
Il gran spirto del Signore
Sopra te lieto riposa,
O bel fiore, o bella rosa.
Sono in te, Rosa divina,
E le grazie, ed i favori,
Qual rugiada mattutina
Sono in te, Rosa divina.
Di tue rose, o gran Signora,
Noi Rosario sacrosanta
Ogni cuor vago s infiora
Di tue rose, o gran Signora.
Ne' Misteri sagrosanti,
Lieti, mesti, e gloriosi,
Tutto il ciel vi lodi, e canti.
Ne' Misteri sagrosanti.
ATTO DI SINCERO PROPONIMENTO
Perdon, caro Gesù,
Pietà, mio Dio, {334 [514]}
Prima di peccar più
Morir vogl'io.
Perché siete, o Signor,
Bontà infinita.
Detesto l'empio error,
L'empia mia vita.
Come possibil fu
Che vi abbia offeso.
Amato mio Gesù.
E vilipeso?
Con un vero doler
Mi dolgo, e pento,
Piango di vero cor
Tal tradimento.
Non più, non più peccar,
Vada ogni bene,
Son pronto anche a provar
Tutte le pene.
Il propongo, e il farò.
Mi dolgo, é intanto
Il pegno ve ne do
Con questo pianto.
I QUATTRO NOVISSIMI
So, che ho da morir, e non so l'ora.
Posso dunque mancar
Nell'atto di peccar,
E non vi penso.
Pietà, Signor, pietà d'un miserabile
Pietà d'un traditor,
Pietà, perdon, Signor,
Se no son perso.
Spirato che sarò, ecco il giudizio,
Senza pietà il Signor,
Pien d'ira e di terror
Mi cerca i corti.
Pietà, Signor, pietà, ecc. {335 [515]}
Mi vedo sotto i piè l'inferno aperto,
Demoni, Turchi, Ebrei
Bruciar, gridar co'miei
Tristi compagni.
Pietà, Signor, pietà, ecc.
Quante delizie hai mai, bel Paradiso!
Tu, mondo, hai bel. gridar,
Mia vita ve' cambiar
Per guadagnarlo.
Pietà. Signor. pietà. ecc.
GIUDIZIO UNIVERSALE
Ahi! che l'orribil tromba
Già mi rimbomba intorno,
E dell'estremo giorno
Già sento in me l'orror.
Scorre per ogni parte
E con sonori accenti
Desta l'estinte genti
L'angelo banditor.
Venite al gran giudizio,
Olà venite, o morti,
Là delle vostre sorti
Decider si dovrà.
Uno vedrassi al destro,
L'altro al sinistro lato,
Fra il giusto, o fra il dannato,
Qual luogo il tuo. sarà?
Il gran -volume è aperto
Ove contiensi il tutto,
E d'onde o lieto!ietto,
O trist' avrai mercè.
Tutti i peccati tuoi
Verranno a te davante
Ohimè! le gravi e quante
Vedransi colpe in le.
Qual candida colomba, {336 [516]}
Qual innocente Abele.
Tu puro. e senza fiele,
Eri creduto un di.
Qual vista allor faranno
I tuoi pensieri indegni.
E que'livori e sdegni
Che l'alma in sen nutrì.
E se per vil rossore
Tacesti il tuo peccato,
Sarà in quel dì svelato
Per farti vergognar.
Monti, su me cadete,
Apriti, terra, ornai.
Confuso griderai,
Ma invan sarà il gridar.
Del Giudice supremo
L'orribile presenza,
E la fatai sentenza
Fa d'uopo sostener.
Venite, in prima udrai,
Venite, o benedetti
Figli del Padre eletti,
Il cielo a posseder.
E poi a te rivolto
Ma con grand'ira e scherno:
Vanne nel fuoco eterno.
Lungi da me ten va.
O voce! o dì che porta
A' buoni tutto il bene,
A' rei tutte le pene
Per tutta eternità.
Di quel gran dì fatale
Scuotiti al lampo, al tuono,
Ed or, che puoi, perdono {337 [517]}
T'affretta ad implorar.
Accusa qui te stesso,
Condanna il tuo peccato,
Prima che un Dio sdegnato
Ti venga a giudicar.
VERSIONE DEL DIES IRae
La Sibilla, e David dice,
Che arso il mondo alla radice,
Sarà un di pien d'ira ultrice.
Che timor sarà in quel punto,
Quando il Giudice sia giunto
Per ridurci a stretto conto?
Ogni luogo u' morti sono,
Udirà di tromba un suono
Chiamar tutti al divin trono.
Stupiran natura e morte
Di veder genti già morte
Per dar conto a Dio risorte.
Sarà un libro ivi portato,
In cui tutto sta notato
Onde ognun sia giudicato.
Dunque assiso ivi il Signore,
L'opre occulte apparse fuore,
Emendato fia ogni errore.
Lasso, ohimè, che farò io?
Qual rifugio sarà il mio,
S'anco teme il giusto, e 'l pio?
Re tremendo, alta Maestade,
Tu, che salvi per bontade,
Salva me, somma Pietade.
Rammentar, Gesù, dovresti,
Che per me dal ciel scendesti;
Fa quel di, ch'io teco resti.
Se cercandomi sudasti,
Se morendo mi salvasti,
Non sian tanti affanni guasti. {338 [518]}
Giusto Dio, che i mali emendi,
Deh! pietoso a me ti rendi,
Pria che Giudice tu scendi.
Io son reo, fra pianti involto,
Ho di colpa il segno in volto:
Fa, Signor, che io muoia assolto.
Tu assolvesti Maddalena,
E il Ladron da colpa. e pena,
L'alma anch'io di speme ho piena.
Di pregarti indegno cono;
Tu che sei benigno e buono,
Dammi il ciel, non fuoco in dono.
Tra gli eletti esser vorrei,
Non tra tristi, oziosi e rei.
Ma alla destra, onde tu béi.
Discacciati i maledetti,
Giri nel fuoco eterno astretti,
Chiama me co' benedetti.
Prego, supplico, e prostrato,
Quasi in polve ho il cuor spezzato
Il mio fin rendi beato.
Mesto è il di, che fiamma e fuoco
Scorgerassi in ogni loco.
Giudicato il peccatore,
Deh! perdonagli, o Signore.
Gesù, pieno di grazie.
A morti dona requie. Cosi sia.
L' INFERNO
Un disordine infinito,
Urli, fremiti, tormenti,
Dappertutto fiamme ardenti.
Regno d'odio e di terror.
Ed in mezzo a tanti affanni
Ricordarsi il Paradiso,
Da ogni pace esser diviso.
Vane brame aver ognor! {339 [519]}
Quest' idea ritorna sempre
Del dannato alla memoria
Gioia eterna, eterna gloria,
Savia stata in mio poter;
Per salvarmi dall'inferno
Uomo fatto s'era Iddio;
Ho schernito il suo desio,
Il suo sangue, il suo vomeri
Di Gesù ma Madre pia
A me madre esser volea;
Il buon Angiolo mi chiedea,
Mi volea con lui guidar.
A Maria non diedi ascolto,
L'Angiolo santo ho disprezzato,
Per mia colpa son dannato,
Non ho grazia da aspettar.
Tali grida, tali angosce
Dei perduti son ma sorte:
Mai più calma, mai più morte,
Mai più termine, mai più i
Oh terror! ma siamo in tempo,
Evitiam sì gravi pene,
Acquistiamo il vero bene,
Seguitiamo al ciel Gesù.
Il saper che v'è un abisso,
Il pensare a non cadervi.
Ci rinforzi, ci preservi
Dall'udire il tentatore.
E pesante, è ver, ma Croce,
Ma ci scampa dall'inferno;
Ma ci aspetta un premio eterno:
Celò promise il Redentor.
PARADISO
Paradiso! Paradiso!
Degli emetti, o gran città,
In te gioia. canto, e riso. {340 [520]}
Regna, e sempre regnerà.
Sono puri in te i diletti.
Non mai mirti di dolor,
Paghi sempre son gli affetti.
Scevri affatto. di timor.
O felice e mieto giorno.
Che a goderti volerò,
Io che amabile soggiorno
Ivi ognor mi troverò?
Che gioconda compagnia
Fra gli Angiomi conversar,
Goder sempre, e amar Maria,
E co' Santi festeggiar.
Oh che gioia è poi vedere.
Goder pur l'alma beltà,
Dio stesso possedere
Quanto dura eternità!
Al Dio nostro non eguali.
Ma simili nel goder
Là saremo, e come tali
Sempre avrem sommi piacer.
Oh che premio, oh che corona
Alla nostra fedeltà!
Il Signor promette e dona
Per esimia sua bontà.
Se si prova un ver contento
Nel soffrir qui per Gesù
Che sarà star solo intento
A goderlo colassù.
Lassù sempre sarà Iddio,
Pieno gaudio del mio cuor.
Sempre ancor sarà il cuor mio
Tutto immerso nel suo amor.
Glorie eccelse, eterne modi
Lieto allor io canterò
Al mio Dio, e in mille modi {341 [521]}
Grazie, e onor gli renderò.
Le delizie di quel regno
Non si udiron mai quaggiù.
Di scoprir nessun fu degno.
Nè d'intender tanto più.
Chi di Dio le sante leggi
Sulla terra osserverà,
Godrà nei celesti seggi
Questa gran felicità.
Caro Dio, bontà infinita,
Esser voglio a voi fedel;
T'offro il cuor, v'offro mia vite.
Sol mi diate un giorno il ciel.
L'ANIMA E L'ANGELO CUSTODE
An. Angioletto del mio Dio,
Di te degna non son io;
Angioletto dei mio Dia,
Che fai tu vicino a me?
Ang. Son l'amico del tuo cuore,
Sono un Angiol del Signore
Quando vegli, quando dormi,
Sempre, sempre son con te.
An. Angioletto' del mio Dio,
Di te degna non son io.
Angioletto del mio Dio,
Non sai tu che debil son?
Ang. So che Misera è tua argilla,
So che inferma è tua pupilla:
Ti compiango, ti soccorro,
Spera ed ama, e avrai perdon.
An. Angioletto del mio Dio,
Di te degna non son io:
Angioletto del mio Dio,
Io vorrei con te volar.
Ang. Se vuoi l'ali del fervore,
Sia la Vergine il tuo amore: {342 [522]}
Una mente a lei fedele
Si può al cielo sollevar.
An. Angioletto del mio Dio,
Dite degna non son io:
Angioletto del mio Dio,
A Maria vorrei piacer.
Ang. Per piacere a mia Regina
Lascia il mondo e t'incammina
Sulle traccie di suo Figlio,
Della croce sul sentier.
An. Angioletto dei mio Dio,
Di te degna non son io:
Angioletto del mio Dio,
Ah Gesù, dimmi, dov'è?
Ang. Egli è in cielo, e sull'altare.
In te stessa il puoi trovare:
Chi in lui fida, lo respira,
Chi ben l'ama, l'ha con se.
An. Angioletto del mio Dio,
Di te degna non son io
Angioletto del mio Dio,
Il timore approvi tu?
Ang. Temi pur, ma come figlia,
Che osa al padre alzar le ciglia.
Sia un affanno pien d'amore,
Un sospiro di virtù.
An. Angioletto del mio Dio,
Di te degna non son io
Angioletto del mio Dio,
L'allegria mi inonda il sen.
Ang. Ridi pur, ma il tuo sorriso
Gioia sia di Paradiso
Sia contento d'alma pura
Che di Cristo a' piè si tien.
An. Angioletto del mio Dio,
Di te degna non son io: {343 [523]}
Angioletto del mio Dio,
Dammi il core, il mio ti do.
Ang. Prendo il tuo, il mio tu l' hai.
Separati non sien mai
Ah! formiamo un solo coro
Per colui che ci creò.
A S. LUIGI GONZAGA
Luigi, onor de'Vergini.
De' secoli splendor,
Dolce speranza, amor
De' tuoi divoti
Propizio ah! tu dal ciel
D'un ceto a te fedel
Accogli i voti.
Tu fin dagli anni teneri
Già caro al tuo Signor
Preci con vivo ardor
Offrir sapesti.
Ne' freddi nostri cuor
Parte del tuo fervor
Fa che si desti.
Tu che negli anni labili
Che ognun suole cader
Ne' folli e rei piacer
Che il mondo ha guasti.
Tu pel divino Amor
De' gigli il bel candor
Puro serbasti.
Tu che d'Abele il merito
Potesti conseguir..
E vivere e morir
Sempre innocente.
Fa che possiamo ognor
Seguire i tuoi candor
Con brama ardente. {344 [524]}
Or nell'immensa gloria
Che il ciel ti comparti,
Vivi immortali di
Scevri d'affanni
Fa che possiam pur noi
Al ciel, poi merci tuoi,
Erger i vanni.
VERSIONE DELL INFENSUS
Disprezzator magnanimo
Degl' agi d' una corte,
Inno di gloria sciolgasi
A Luigi il santo, il forte.
Mercè dell' alma Vergine
La madre dalle ambasce
E tolta, e al fonte mistico
Un'altra volta Ei nasce.
Sin da fanciullo i teneri
Suoi labbri in lingua pia
Sciogliendosi, ripetono
Gesù. Gesù, Maria.
Dieci anni appena Ei novera,
Che già al Signor devoto
E in tutto, e alla gran Vergine
Di castità fa il voto.
Si puro segue a vivere
Di cor, tratto dal cielo,
Che sembra in carne un Angelo,
O spirto in mortal velo.
Punto gli onor noi muovono
Del secol, non te genti
Di Corte, non i titoli
Di fasto, e gli attenenti;
Ma pien di santo giubilo,
Tai cose avendo a vile,
Sotto le insigne Si milita
Di Cristo in vita umile. {345 [525]}
Non mai pensiero instabile.
Men retto, in cor gli cade;
Va d'ogni macchia scevero,
E guida à santitade.
All'alta, ed alma Triade,
Al crocifisso Amore,
A San Luigi l' inclito
Cantisi gloria e onore. Così aia.
TRADUZIONE DEL TE DEUM
Lode a Dio, che nell'alto de' cieli
Regna eterno supremo, potente,
Solo a lui d'ogni età, d'ogni gente,
A lui solo il tributo d'onor.
A te, Padre, gli angelici cori
Incessabile innalzano il canto,
Santo, Santo, proclamanti Santo
Degli eserciti il forte Signor.
Di tua gloria risplendono i cieli,
Di tua gloria risplende la terra,
Terra e cieli in suo grembo rinserra
La tua gloria, che fine non ha.
Te de'Martiri, Te de' Profeti,
Degli Apostoli esaltan le schiere;
Tu sei Padre d'immenso potere,
Tu sei Padre d'immensa bontà.
Te la Chièsa tua figlia, tua sposa,
Padre, Sposo, confessa ed adora
Ella è sparsa per l'orbe, ma ognora
Un sol vincol la stringe di fè.
Ti confessa, ti onora, ti canta,
Te coli' unico Figlio adorato.
Col Paraclito Spirto increato,
Dio verace, Dio solo con te.
O Signor delle glorie celesti,
O Gesù, Verbo Eterno del Padre, {346 [526]}
Disdegnata una Vergine Madre
Tu non hai fra le figlie dei duol.
E pietoso all'umana sciagura,
Rotto il dardo temuto di morte,
Ne schiudesti del cielo le porte.
Ne facesti più libero il vol.
Su nel ciel ritornasti, beato
Or del Padre alla destra ti stai;
Ma di nuovo tremendo verrai
Al giudizio dell' ultimo di.
Riconosci, o signore, i tuoi servi
Dal tuo sangue prezioso redenti:
Il sospiro di servi gementi
Quando mai a te invano sali'
Ah! benigno li guarda: la mano
Porgi ad essi tra tanti perigli;
Benedici, difendi i tuoi figli,
Li solleva ai beati splendor.
Ed un inno ti sciolgano, in cielo.
Ripetuto dai cori superni;
A te un inno pei secoli eterni
Di tripudio, di gloria, d'amor.
Oggi e ognor dalle colpe, o Signore,
Ne allontanino gli Angioli tuoi!
Deh! ti muovi a pietade di noi
Di chi tutto in te spera pietà.
Solo in te la mia speme riposa.
Solo in te questo core confida!
Nè, colui che al Signore si affida
Mai deluso in eterno sarà. {347 [527]}
F I N E {352 [532]}
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