Don Bosco-Memorie biografiche Vol 05.html |
A005002186 |
Sembrandomi affatto eccezionale e degno di compassione lo stato di questo sventurato giovanetto, io credo debito mio d'interessare vivamente l'animo benefico di V. S. Ill.ma e Molto Rev.da, onde voglia ammetterlo nell'Istituto ch'Ella dirige, ove, come gli altri ricoverati, sia provvisto del necessario ed incamminato nell'attuale od in altra professione, che gli fornisca un giorno i mezzi di campare onoratamente la vita.. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 07.html |
A007007612 |
La giunta Municipale di Carignano nell'intento di evitare che lo sventurato Ballio, coll'uscire dalla famiglia che divise con lui gratuitamente il suo pane per ben dieci anni, possa riuscire funesto alla Società, deliberò di offrire la somma di L. 100 al R.do Teol. Bosco, quando si disponesse con novello atto di carità a ritirare il giovane più volte menzionato nel suo Istituto.. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 11.html |
A011004453 |
Lo sventurato Giovanni Battista Coda detenuto da più anni nel Penitenziario d'Alessandria supplica umilmente la E. V. di voler ascoltare il fatto che lo rese colpevole e di Voler prendere in benevola considerazione il deplorabile suo stato e quello della sua famiglia infelice.. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 13.html |
A013002509 |
Mi strinse però il cuore e tutto s'imporporò il mio viso a quell'espressione: Te ne ringrazio. Oh! mio amatissimo D. Bosco, Lei ringraziar me che tutto Le debbo dopo Dio, che senza di Lei io sarei stato il più sventurato dei mortali! Ringraziarmi per un atto dovuto non solo dalla riconoscenza, ma dalla più rigorosa giustizia! Questo mi confonde e mi copre la faccia di rossore! La prego di mai più ringraziarmi, ma solo comandarmi. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 16.html |
A016004602 |
Eh uomini, permettetemi questo trasporto di zelo, uomini codardi e vili, conoscete una volta la vostra dignità e ciò che vi rende infelici; cessate pure di cercare medici e medicine pei vostri mali; lasciate bensì il peccato che ne è la cagione e intanto non dite più, deh vi prego, non dite più che il parlar libero, il vestire licenzioso, il conversare immodesto, il trattar scandaloso, il frequentar combricole, trebbi e ridotti sia un picciol male; dite piuttosto che è un male grande, un peccato enorme; peccato che Iddio punì mai sempre coi più severi [600] flagelli; peccato che disonora e avvilisce l'uomo e lo fa eguale a bruti rendendolo pienamente sventurato ed infelice. |