A002000344
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Inculcava che i sermoni fossero adattati all'intelligenza dell'uditorio, semplici nel periodo e nei vocaboli, ordinati, mondi da ogni frase triviale o plebea, rispettosi verso i fedeli che ascoltano, brevi per non disgustarli, abborrenti da ogni allusione irritante o personale, interessanti coi paragoni presi dalle cose sensibili, dagli usi comuni della vita, ricchi di esempi ricavati dalla S. Scrittura e dalla storia ecclesiastica, umili col far intendere che l'oratore fa causa comune col popolo collocandosi nel numero dei peccatori, eccetto quando si ragionasse della disonestà.
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A002000437
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La terza domenica dopo Pasqua, aveva terminato, nel monastero del Suffragio, il suo discorso sul desiderio del paradiso e si avviava alla sagrestia; ma, fatti due passi, tornò subito indietro, e collocandosi accanto l'altare inculcò caldamente di pregare per la Maestà di re Carlo Alberto e per tutta la famiglia reale; quindi, sollevando le braccia e fissati gli occhi al cielo come chi cerca un segreto e trovatolo prega che quel segreto non si compia, coll'anima penetrata da profondo dolore, esclamò: - Fintanto che ci sarà Carlo Alberto! - e si tacque.
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