Don Bosco-Memorie biografiche Vol 06.html |
A006004039 |
Gli uscieri attraversavano la sala, guardavano il povero prete con aria beffarda, sorridevano malignamente e incontrandosi si facevano cenno coll'occhio, movendo il capo.. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 07.html |
A007001259 |
Intanto i battaglioni dell'esercito regio attraversavano la Toscana appressandosi ai confini delle provincie rimaste al Pontefice, per entrare in Roma onde reprimere i preveduti eccessi dei Garibaldini, se questi fossero riusciti a penetrarvi, e rimanervi come padroni. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 08.html |
A008000586 |
Per tal guisa, mentre parea ornai vicino un accordo col Papa, profondi e palesi dissidii erano sorti fra i ministri, che attraversavano fortemente per varie guise i disegni del Vegezzi. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 13.html |
A013000378 |
Ma spiacenti intoppi attraversavano la via a impedire il risorgere e il rifiorire dell'Istituto. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 14.html |
A014000479 |
Appressatosi poi egli all'argomento scottante con un accenno vago a difficoltà che gli attraversavano il passo, il Ministro gli osservò che, essendosi ormai formata un'opinione pubblica favorevole, non aveva nulla da temere. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 15.html |
A015002445 |
Nella ressa di tante cure gli attraversavano spesso la mente e gli davano travaglio le preoccupazioni per la chiesa del Sacro Cuore. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 17.html |
A017000976 |
Allora non sorgevano tante case nei dintorni, ma s'attraversavano ancora campi e prati. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 18.html |
A018003607 |
- E poi mi dicevano che era baldanza in quinta ginnasiale, e che voleva pensare colla mia testa, e che non riceveva con il dovuto rispetto le parole dei professori! Io che, facendo uno sforzo e rinnegando il mio sentimento, passai il tempo più bello de' miei giovani anni a far quello che lui dicevano! Io che in quinta ginnasiale stava su di notte a copiare nei miei quaderni le particelle eleganti del Corticelli e del Cinonio! Era di estate, nel mese di giugno e luglio; nella camera vi era un'aria pesante, mefitica, che impediva il respiro quasi; i miei compagni, più saggi di ne, russavano allegramente, ed io in un cantuccio, dove colla coperta da letto aveva alzato una specie di tenda, scriveva frasi, molestato (lo dirò) continuamente da pulci che attraversavano saltellando i miei quaderni, e tormentato dal sonno. |