3° legge il principio del Vangelo di s. Giovanni, o qualche altro squarcio dei ss. Evangeli.

 Due di questi tosto si avanzarono, e mentre l'uno sopra di un desco presentava i trentacinque franchi raccolti in mezzo a loro, l'altro pronunciava un semplice, ma ben sentito discorso, di cui presenteremo uno squarcio ai nostri lettori.

 Talvolta questo squarcio non è di alcuna epistola, ma di altri libri della sacra Scrittura, non però dei Vangeli.

 È anche il leggere che fa il sacerdote, e nella messa solenne il soddiacono uno squarcio delle epistole di s. Paolo, o d'altro Apostolo.

 Quantunque non ci rimanga più tutta la lettera sovra citata, ch'egli scrisse a Fiorino, pure il sovra detto Eusebio ce ne conservò uno squarcio, dal quale rilevasi il grande amore di Ireneo verso il suo maestro, e il desiderio vivissimo di imparare, di cui il suo cuore era acceso.

 Il libro fu distrutto dalle vicende dei tempi: se non {69 [165]} che Eusebio ce ne preservò uno squarcio in cui l'autore finisce così: «O voi, che trascriverete, questo libro, io vi scongiuro pel nostro Signor Gesù Cristo e per la sua gloriosa venuta, nella quale giudicherà i vivi ed i morti, di riscontrarlo dopo di averlo compiuto, e di correggerlo esattamente sull'originale, e di scrivere anche questa mia esortazione» Dal che vedesi che S. Ireneo dava una grande importanza a questo suo scritto.