Parola «Amarono» [ Frequenza = 9 ]


Don Bosco-Memorie biografiche Vol 04.html
  A004001343 

 Ma altri da D. Bosco aiutati direttamente furono insigniti del sacerdozio; altri appresero onorevoli professioni, tutti lo amarono, molti gli si mostrarono riconoscenti, e sovente andavano a visitarlo in Valdocco.


Don Bosco-Memorie biografiche Vol 05.html
  A005003117 

 Tutti i giovani l'amarono grandemente, essendo dessa un angelo di bontà; ma le sue cure rivolgevale a preferenza alla classe degli artigiani, perchè più poveri e più ignoranti degli altri.


Don Bosco-Memorie biografiche Vol 08.html
  A008005900 

 Due cattivi signori, che non ne volevano sapere di religione, lo sentirono una volta l'amarono, e stassera verranno qui a confessarsi.


Don Bosco-Memorie biografiche Vol 11.html
  A011001231 

 I bravi direttori di collegi, che rivedremo ora far corona a Don Bosco, sono precisamente quei folletti più o meno sbarazzini, che pochi lustri innanzi con le loro irrequietezze ne mettevano a dura prova la pazienza, ma che giorno per giorno trattati con bontà, istruiti, posti in salvo da pestilenziali esempi, imbevuti di pietà spontanea e lieta, amarono d'un amor tenero, forte e perseverante il loro buon Padre e furono suoi per la vita e per la morte..


Don Bosco-Memorie biografiche Vol 15.html
  A015000490 

 Per la nostra storia la realtà che s'impone é questa, che Luigi Antonio Fleury [64] Colle e la sua nobile consorte Maria Sofia dei baroni Buchet amarono veramente Don Bosco, amarono cattolicamente le sue opere, si svolgessero esse cioè in Francia o in Italia o nell'America, e dimostrarono tale amore col [75] fatto di una carità che non disse mai basta, quando si trattò di soccorrere il Beato Padre, confortandolo indicibilmente nelle angustie de' suoi anni estremi..

  A015002821 

 Eppure questi due uomini sinceramente si amarono.


Don Bosco-Memorie biografiche Vol 18.html
  A018001610 

 [318] I suoi antagonisti amarono rappresentarlo come acerrimo nemico del risorgimento italiano e i loro epigoni o altri male informati ripetono ancora di tratto in tratto una così sommaria condanna; ma quali fossero i suoi genuini sentimenti, traspare da tre periodi d'una lettera da lui scritta a un amico banchiere il 12 aprile 1876 e posseduta dal senatore Alfredo Baccelli [234]: "Sette secoli fa i nostri Padri inalberavano la Croce sul carroccio, epperò erano grandi e vittoriosi.

  A018002840 

 Verso di Lei dunque si rivolgono tutti i cuori che amarono il Santo da noi [627] lacrimato ed io oso rammentarle il tempo da Lei passato a Digione".





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