Qualora al sopravvenire di qualche siccità, grandine, o perdita di bestiami i suoi parenti mostravansi afflitti, Luigi era colui che li confortava a prendere come favor del Signore quanto accadeva; «anche di questo avevamo bisogno, egli diceva, ogni qualvolta la mano del Signore ci tocchi son sempre tratti di sua bontà, è segno che si ricorda di noi, e vuole che noi pure ci ricordiamo di lui.» Non era mai che si allontanasse da' suoi genitori senza l'espressa loro licenza, di cui ne era tanto geloso osservatore, che una volta essendo andato a visitare certi parenti con limitata licenza, essi, (allettati dall'amabilità del suo edificante parlare) non permettendogli di partirsene per tempo, si ritirò in disparte a piangere nel vedersi a disubbidienza costretto, e come giunse a casa, tosto dimandò perdono della disubbidienza suo malgrado commessa.

 Del che ebbe tale rincrescimento, che si ritirò in disparte a piangere nel vedersi costretto a disubbidire, e, come giunse a casa, tosto dimandò perdono della disubbidienza suo malgrado commessa.

 Chi negasse l'infallibilità pontificia dopo la definizione del Concilio Vaticano commetterebbe una grave disubbidienza alla Chiesa, e se fosse ostinato nel suo errore diverrebbe eretico e non apparterrebbe più alla Chiesa di Gesù Cristo, e noi dovremmo fuggirlo come eretico.

 «Per la qual cosa Valdo e i suoi seguaci, colpevoli di presunzione e di usurpazione del ministero Apostolico, caddero in disubbidienza, quindi in contumacia, finalmente fu pronunciata contro di loro sentenza di scomunica.

 In punizione di tale disubbidienza Dio li scacciò da quel luogo di delizie; ma promise che a suo tempo avrebbe mandato un Salvatore, dicendo al demonio, che li aveva ingannati; - Saranno inimicizie tra te e la Donna; ed Essa per mezzo di Uno che nascerà da Lei ti schiaccierà il capo.

 Per la qual cosa Valdo e i suoi seguaci, colpevoli di presunzione e di usurpazione del ministero Apostolico, caddero in disubbidienza, quindi in contumacia, finalmente fu pronunciata contro di loro la sentenza di scomunica.

 Così Adamo ottenne il perdono della sua disubbidienza: ma dovette farne penitenza per tutta la vita.

 La disubbidienza era il difetto che meno perdonava ad un seminarista, {240 [454]} e se non si emendava, per quante altre buone qualità ei possedesse, lo congedava.

 Ma giunto a casa piangendo chiese umilmente perdona della disubbidienza suo malgrado commessa.

 Ma giunto a casa piangendo chiese umilmente perdono della disubbidienza involontariamente commessa.

 R. Chi negasse l'infallibilità pontificia dopo la definizione del Concilio Vaticano commetterebbe grave disubbidienza alla Chiesa, e se fosse ostinato nel suo credere diventerebbe eretico e non apparterrebbe più alla Chiesa di Gesù Cristo, e noi dovremmo fuggirlo come eretico.

 Adamo ed Eva commettono un peccato di disubbidienza nel paradiso terrestre, e sono tosto ambidue cacciati dà quel luogo di delizie, condannati colla loro posterità a quelle gravissime pene nell'anima e nel corpo, cui noi andiamo pur troppo ancora soggetti.

 Conosceva questi quale scandalo sarebbe nato nella milizia, qualora il figliuolo fosse andato impunito della sua disubbidienza; e perciò anteponendo la giustizia all' amore paterno, fattolo condurre in presenza di tutto l'esercito, gli {56 [56]} fece troncare la testa.

 Chi indusse Eva a questa disubbidienza?.

 Sì: Adamo ed Eva colla loro disubbidienza hanno perduto il cielo e meritato l'inferno.

 R. Commisero una gravissima disubbidienza.

 Uno di essi sotto la forma di serpente andò a tentare i nostri primi genitori e loro fece commettere una gravissima disubbidienza.

 Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre commisero una gravissima disubbidienza.

 Per questa grave disubbidienza i nostri primi genitori caddero dallo stato d'innocenza, ed involsero nella disgrazia di Dio con se stessi tutta la loro posterità.

 Con questa disubbidienza l'uomo si spropriò dell'immortalità, e la morte entrò nel mondo.

 Ma il demonio che per la sua superbia era stato cacciato dal cielo, vedendo l'uomo innalzato a tanto onore, mosso da invidia, lo persuase a fare una grande disubbidienza al Creatore, a quel Creatore che gli aveva dato tutte le cose.

 Un simile atto che sarebbesi facilmente giudicato in altri delicatezza di perfezione, fu in lei difetto si considerevole di disubbidienza, che ne ebbe a tollerare un tremendo castigo dal Signore, il quale per quindici giorni la privò di ogni spirituale dolcezza.