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E poichè tutto ciò può diventare molto pratico, che cosa è mai - dicono i Martiri - che cosa è mai, per esempio, il sacrificio che la professione della vita cristiana, l'onore del nome, della dignità cristiana richiede a povere figliuole, a giovani donne, chiamandole a rinunciare ad una moda che offende Iddio, che offende il nome di cristiano, che offende anzi la stessa dignità umana? e che cosa è mai questa rinuncia in confronto di questi supremi sacrifici offerti per la fedeltà a Dio? che cosa è, in confronto ad essi, il dovere umano e cristiano di rinunciare ad una non retta industria o ad un facile non onesto guadagno, di cui forse nessuno saprà mai, ma che non sfugge all'occhio di Dio? Che cosa si domanda a una giovane vita, a un giovane uomo che sente tutta la dignità della sua professione cristiana, del suo nome cristiano, quando si chiede di sfidare con nobile coraggio il rispetto umano (ciò che non dovrebbe essere poi troppo difficile) e di rinunciare a spettacoli, a convegni, a danze che vilipendono l'umana dignità oltrechè l'onore cristiano?.
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