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Nell'estate del 1877 stettero alcuni giorni nell'Oratorio il curato della cattedrale di Ventimiglia e due altri sacerdoti suoi amici; dopo di che il curato scrisse al Beato [448]: " Io non so esprimerle la soddisfazione, la effusione di cuore che ho provato durante il nostro soggiorno in cotesto suo paradiso terrestre, in cui si respirano aure così pure di vera pace, di intima carità fraterna; in cui un'angelica serenità risplende sulle fronti, la dolce innocenza leggesi negli occhi di cotesti fortunati abitanti ".
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L'atmosfera stessa che li circonda, l'aria che respirano è impregnata di pratiche religiose.
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