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Non ostante le sofferenze patite per la perdita dell'amico e lo spavento provato per quell'apparizione, sofferenze che diedero il tracollo alla sua salute già indebolita dalle lunghe, veglie sui libri e lo trassero, com'egli stesso dice, sull'orlo della tomba, un giovanetto chierico, spiritello irrequieto e allora irriflessivo, che non apparteneva alla camerata del nostro Giovanni, stizzito di vederlo sempre contegnoso, gli andava sovente vicino ripetendogli - Bosco, Bosco, Bosco sono salvo! - Giovanni sentiva riaprirsi una dolorosa ferita; quelle parole ripetute per burla suonavano male al suo, orecchio, eppure ci sorrideva, minacciava scherzosamente col dito e taceva.
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