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Tale l'apostrofe ai prati di Valdocco [21]: "Prati di Valdocco prima deserti e solitari ed ora coperti di edifici, e popolati di migliaia di giovanetti modesti, laboriosi e pii; prima muti e silenziosi, ora risonanti dello strepito delle officine intrecciato col canto delle lodi di Dio, e come avrei potuto non parlare di voi tessendo l'elogio dell'uomo che associando al vostro il suo nome vi ha consacrato all'immortalità? Non vi ho io forse visitato nei giorni della mia vita? Non mi son io sentito l'anima inondata di pensieri santi, pregando sotto la cupola di Maria Ausiliatrice, che addita di lontano e protegge con la sua ombra grave e solenne i miracoli della carità di Don Bosco? Non ho io forse visto a morire il sorriso beffardo sulle labbra del razionalista e del miscredente costretti a darsi per vinti e a riconoscere che la carità la vince sulla scienza e che il balsamo ristoratore delle piaghe sociali assai più che dalle accademie sgorga dall'altare? [22].
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Dalla piazza l'occhio, misurando in tutta la sua lunghezza l'ampia Via Po, fiancheggiata da' suoi grandiosi portici e solenni edifici, non scorge che drappi multicolori pendere da tutte le finestre e da tutti i balconi, e vede di qua e di là un fitto pubblico gremire i portici, contenuto a stento sui marciapiedi.
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Drappi multicolori ornavano dai balconi e dalle finestre gli edifici.
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Non mancavano agli edifici laterali gli addobbi vistosi e alle finestre e sui tetti i grappoli umani.
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Spettacolo fantastico! Due file di truppe rinforzate lungo il percorso, sotto la pioggia da diverse ore, stentano a trattenere la marea di gente, che, dietro i cordoni, gremisce letteralmente i larghissimi viali stipandosi fin contro gli edifici e servendosi di mille mezzi per alzarsi dal suolo e raggiungere con lo sguardo la parte più maestosa della lunghissima sfilata.
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