Don Bosco-Memorie biografiche Vol 04.html |
A004002675 |
Tutti gli altri a poco a poco l'imitarono, eccetto qualcuno che ritirossi in chiesa a pregare, e distesi sui loro letticciuoli provaronsi a riprendere il sonno.. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 06.html |
A006001460 |
Là vedemmo una sterminata quantità di quei bruchi immobili e attaccati al muro, i quali coprivano anche certi travi distesi per terra, mucchi di mattoni e pietre ivi riposte, e alcuni alberelli rachitici. |
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A006005019 |
Quanti vi erano di quei piagati distesi per terra! Io ve lo assicuro, che passai notti e giorni terribili. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 07.html |
A007001730 |
Io era fuori di me stesso, allorchè vidi tutto intorno a me un gran numero di giovani distesi per terra in quello stato miserando.. |
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A007002728 |
Alcuni erano distesi a terra pressochè morti. |
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A007004352 |
Ma faceva intanto compassione il vedere giovani distesi per terra, questo con una piaga in una gamba, quello piagato in un braccio e altri nel cuore. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 09.html |
A009001813 |
Ed ecco nuovamente spuntare da terra una vite nello stesso posto che vidi la prima, quasi sorgesse dalle stesse radici, e questa elevarsi ad eguale altezza, quindi gettar fuori moltissimi tralci orizzontali distesi in un vastissimo spazio, i quali si copersero di foglie, poi di grappoli e in ultimo vidi maturare le uve. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 10.html |
A010000735 |
Dopo qualche istante riavutomi, mi rialzai da terra, e feci un giro attorno, per la valle, onde vedere che ne fosse de' nostri giovani; e, con mia grande sorpresa e meraviglia, osservai che erano tutti prostrati e distesi al suolo, immobili, ed in atteggiamento di chi prega. |
Don Bosco-Memorie biografiche Vol 16.html |
A016004602 |
Ma... che dirò di quegli sventurati che capiuntur in tempore malo, sono colpiti dai fulmini della divina vendetta nell'atto istesso che consumano i loro peccati nefandi e là cessando di vivere l'infame lor vita vanno a dar principio alla loro infelice eternità? Che poi dovrò mai dire di tanti giovani e di tante giovani che si veggono nelle case, o nei ricoveri, oh Dio, quanto è grande il lor numero! distesi in lui letto coperti di fetenti ulceri o consumati da polmonee o da etisie, sì stenuati di forze e sì oppressi da malore, che movono a compassione alle lagrime, e se lor domandiamo la sorgente de' lor mali, sono costretti a confessare a lor confusione, che morbi sunt flagella peccatorum, - i lor disordini e la lor vita licenziosa soli cagione di lor sventure. |