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Don Barberis, che faceva ancora la scuola, ma Dio sa come, giacchè a mala pena si reggeva in piedi e stava su [337] per forza di volontà, mancando chi lo potesse sostituire; Don Guidazio, che, sebbene robustissimo e lavoratore indefesso, pure, logoro dalla fatica, basiva talmente, che il medico gl'ingiunse di abbandonare la sua diletta quinta ginnasiale e di rassegnarsi ad un assoluto riposo, che egli andò a prendere in Nizza Monferrato presso la mamma dell'Oratorio la Contessa Corsi. Ma peggio di tutti stava il povero Don Chiala, il zelante catechista degli artigiani..
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