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Ma con tanta unione dell'Episcopato colla S. Sede, con sì splendido esempio di subordinazione che in generale dànno i Sacerdoti di tutte le Diocesi d'Italia, anzi del mondo intero, con tanti mezzi che si hanno oggidì per conoscere non solo i voleri, ma i desiderii stessi del Supremo Gerarca della Chiesa, ogni male cesserà ben presto anche tra noi, quando il futuro Pastor nostro non sia aulico, ma sia Papale in tutta la forza della parola, e nè in pubblico, nè in privato non mostri mai di temere che la Cattedra di S. Pietro oscuri quella di S. Massimo, come malauguratamente avvenne tra noi.
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