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Comprendo bene che la merce é tanto più rara quanto più preziosa, e che perciò i figli e le figlie di quel prodigio di operosità ch'é Don Bosco, vengono meno ai bisogni di ogni fatta ed alle innumerevoli richieste, le quali gli son fatte dal vecchio e dal nuovo mondo." Infine conchiudeva così: "Se sono troppo importuno, la S. V. R. lo addebiti alla grande fiducia, che la Congregazione di Don Bosco m'ispira." Don Bosco fissò in queste righe a Don Durando la traccia per la risposta: "Scrivere bella lettera.
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Sua Eminenza, invece di consigliare, si riprese la lettera del Vespignani e la inviò a Don Bosco, accompagnandola asciuttamente con questa postilla: "Il sig. Curato Don Dalmazzo Francesco mi scrive che cosa si può rispondere e quale assicurazione può darsi al sig. Architetto che le sue prescrizioni saranno adempite." Don Bosco ordinò anzitutto a Don Dalmazzo che mettesse in carta il suo modo di vedere sui singoli addebiti dell'architetto e mandasse le sue osservazioni a Torino.
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