don bosco-vita dei sommi pontefici s. anacleto s. evaristo s. alessandro i.html |
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Mentre queste cose avvenivano ed Alessandro era tuttora sospeso sull'eculeo, la moglie di Aureliano, che chiamavasi Severina, siccome aveva fatto la moglie di Pilato quando era per condannare il Salvatore, mandò a dire queste parole al marito: libera te stesso da una grave sciagura, lascia in libertà codesto Alessandro. |
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A quelle parole Aureliano parve colpito da un fulmine: un terrore invase tutta la sua persona, quindi cominciò a dire a Severina sua moglie: Venne a me un giovinetto con una verga di ferro infuocata, e gettandola davanti a' miei piedi disse: ricevi il premio che ti sei meritato. |
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Cui Severina indirizzò queste parole: Non hai voluto ascoltare le mie parole, ed ecco di mala morte morrai e mi lascerai vedova abbandonata. |
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Prega il tuo Dio {73 [517]} per me, o Severina, affinchè mi perdoni. |
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Severina gli rispose: io andrò e da me sola seppellirò i corpi di quei tre che hai fatto morire, affinchè non accada anche a me simile sventura. |
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Severina poi ritornò in fretta a casa e trovò Aureliano fuor di senno e travagliato da una febbre che lo bruciava vivo. |
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Allora Severina si vestì di cilici, cioè prese un abito che indicava come ella aveva deliberato di passare tutta la sua {74 [518]} vita nella pietà e nella penitenza. |
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Di poi andò a dimorare in quel luogo medesimo dove erano stati sepolti i nostri santi: martiri; nè più di là si allontanò, finchè venne dall'Oriente un vescovo, di nome Sisto, il quale a preghiera di Severina ordinò un sacerdote deputandolo a celebrare ogni giorno il santo sacrificio della messa sulla tomba dei santi martiri. |