Parola «Ratleico» [ Frequenza = 6 ]

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 Il viaggio di Ratleico, lo scoprimento dei corpi de' Ss. Marcellino e Pietro martiri, {50 [106]} il trasporto delle loro reliquie, ed i miracoli che furono operati lungo il cammino formano l'oggetto della citata storia della traslazione delle reliquie dei Ss. martiri Marcellino e Pietro.

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 Nel rimetterle a Ratleico lo avvertì, come queste reliquie dovessero tenersi nella stessa venerazione che quelle dei Ss. Marcellino e Pietro, perchè gli uni e gli altri di questi santi, erano di egual merito presso a Dio; e che facilmente Eginardo vi avrebbe creduto, quando i nomi ne avesse conosciuto.

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 Quali fossero nol volle dire a Ratleico, riservandosi di farli egli stesso conoscere ad Eginardo quando si sarebbe recato da lui, come fece di lì a non molto.

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 Riguardo ai Ss. martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco è da ricordare, come al momento in cui Ratleico stava per partire da Roma con seco i corpi de' Ss. Marcellino e Pietro, il Diacono Deusdona gli consegnò un involto, contenente altre reliquie di santi martiri, destinate pure ad Eginardo.

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 Partitosi di Roma con quel sacro deposito Ratleico venne per Pavia, ove si fermò alcuni giorni: quindi passate le Alpi discese a S. Maurizio nel Vallese, di là pel cantone e città di Soleure calò pel Reno {51 [107]} fino a Strasborgo d'onde accompagnato da immensa moltitudine di fedeli, che si recavano a venerare le sante reliquie, arrivò a Michlinstadt.

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 Poco dopo quello stesso Ratleico che aveva portato da Roma quelle sacre ceneri, si recò da me con un libro che conteneva molti capitoli, e dissemi esser egli venuto, perchè quel cieco di cui si parlò gli aveva imposto, a nome di questi martiri, di scrivere quei capitoli e di portarmeli {56 [112]} affinchè ne prendessi conoscenza, e li leggessi allo stesso Imperatore.» (Fin qui Eginardo nel suo libro, De Historia Translationis Ss. Marcellini et Petri.





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