Parola «Pisani» [ Frequenza = 30 ]

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  A139000926 

 Se non che i Pisani ingelositi per la prosperità degli Amalfitani colsero motivo per muovere loro guerra nell'occasione che quelli di Amalfi eransi dichiarati contro a Ruggero re di Sicilia, di cui Pisa era alleata.

  A139000927 

 Approfittando i Pisani di tal congiuntura spedirono contro di Amalfi un gran numero di soldati, imbarcati sopra vascelli da guerra, a' quali si dava il nome di galere.

  A139000927 

 Egli fu un doloroso spettacolo il vedere uomini della medesima nazione, fino allora amici, esercitando il medesimo commercio e la medesima industria, compagni di viaggi nelle lunghe loro spedizioni, ciò nonostante venire a battaglia, e fare da una parte e dalla altra orribile carnificina! Dopo ostinatissimi combattimenti i Pisani, impadronitisi di quella sventurata città, la saccheggiarono per modo che d'allora in poi non potè più riaversi da quel disastro.

  A139000928 

 Mentre i Pisani sfogavano la loro rabbia contro ai vinti, e assetati di rapine portavano via quanto vedevano di prezioso, un soldato trovò a caso un rotolo di pergamena scritta (specie di carta fatta di pelle), e lo raccolse senza neppure darsi la briga di esaminare ciò che quello contenesse.

  A139001027 

 Eransi i Pisani appropriate alcune tene possedute dai Genovesi nell'isola di Corsica.

  A139001027 

 I Genovesi, i quali non potevano vedere senza invidia le prosperità sempre crescenti dei Pisani, colsero questa occasione per dichiarare loro la guerra.

  A139001028 

 Fra i Pisani si distinguevano il Podestà Morosini, ed il conte Ugolino, che divenne prestamente celebre nella storia.

  A139001031 

 Ma le condizioni ne erano talmente dure, che gli stessi Pisani tenuti colà in prigione sconsigliarono di conchiudere una pace cotanto vergognosa.

  A139001036 

 Infatti non passò molto {292 [292]} tempo, che i Pisani si sollevarono, combatterono i seguaci del tiranno, appiccarono il fuoco al palazzo ove egli risiedeva, e presero Ugolino con due suoi figliuoli e due piccoli nipoti, e li chiusero in una prigione.

  A139001036 

 Ugolino colle sue prepotenze s'era inimicato i più ragguardevoli Pisani, fra cui 1'arcivescovo Ruggieri.

  A139001038 

 Fu già un tempo che i Pisani soggettaron Amalfi ad orribile saccheggio; ed ora sono eglino stessi costretti a vedere la loro città in preda ai maggiori disastri.


don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html
  A140000830 

 Se non che i Pisani, ingelositi della prosperità degli Amalfitani, movessero loro guerra, perchè quelli di Amalfi eransi dichiarati contraili a Ruggero re di Sicilia, di cui Pisa era alleata.

  A140000831 

 Approfittando i Pisani di quella congiuntura, spedirono contro di Amalfi un gran numero di soldati imbarcati sopra vascelli da guerra, ai quali si dava il nome di galere.

  A140000831 

 Egli fu doloroso spettacolo il vedere uomini della medesima nazione, fino allora amici, i quali esercitavano il medesimo commercio e la medesima industria, compagni di viaggi nelle lunghe loro spedizioni, venire a battaglia e fare da una parte e dall'altra orribile carnificina! Dopo ostinatissimi combattimenti, i Pisani impadronitisi di quella sventurata città, la saccheggiarono per modo, che d'allora in poi non potè più riaversi da quel disastro.

  A140000832 

 Mentre i Pisani sfogavano la propria rabbia contro ai vinti, e assetati di rapine portavano via quanto di prezioso veniva loro a mano, un soldato trovò a caso un rotolo di pergamena tutta scritta e lo raccolse, senza neppure darsi briga di esaminare ciò che vi si contenesse.

  A140000922 

 Eransi i Pisani appropriate alcune terre possedute dai Genovesi nell'isola di Corsica; e i Genovesi, i quali non potevano vedere senza invidia le prosperità sempre crescenti dei Pisani, colsero questa occasione per dichiarare ad essi la guerra.

  A140000923 

 Fra i Pisani si distinguevano il Podestà Morosini e il conte Ugolino della Gherardesca, il quale, divenne prestamente celebre nella storia.

  A140000926 

 Essendo essa una città ghibellina, che aveva maltrattato alcuni cardinali e vescovi, non osava certo ricorrere agli aiuti del sommo Pontefice; laonde si rivolse direttamente a Genova, chiedendo pace; ma le condizioni ne erano talmente dure, che gli stessi Pisani tenuti colà in prigione sconsigliarono la conclusione di una pace cotanto vergognosa.

  A140000928 

 Infatto non passò molto tempo che i Pisani si sollevarono, combatterono i seguaci del tiranno, appiccarono il fuoco al palazzo, ove egli risedeva, e preso Ugolino con due suoi figliuoli e con due piccoli nipoti li chiusero in una torre.

  A140000928 

 Ugolino colle sue prepotenze erasi inimicati i più ragguardevoli Pisani, fra cui l'arcivescovo Ruggieri; nè punto curavasi di affezionarsi i minori cittadini, i quali opprimeva con insopportabili gabelle.

  A140000929 

 Fu già un tempo che i Pisani soggettarono Amalfi ad orribile saccheggio, ed ora sono eglino stessi costretti a vedere la loro città in preda ai maggiori disastri.

  A140000964 

 Dopo la morte dell'imperatore, i Pisani, che erano quasi tutti Ghibellini, raccolsero un migliaio de' soldati dell'imperatore per opporsi ai Guelfi, e ne affidarono il comando ad un generale detto Uguccione della Faggiola.

  A140000989 

 Ma gli avvenimenti che, dopo le gloriose gesta del doge Dandolo, fecero parlare assai de' Veneziani nella storia, furono quelli di Marino Fallerò e di Vittor Pisani.

  A140000992 

 Vittore Pisani, ammiraglio veneto, valoroso guerriero, ottimo cittadino, avea più volte menato per mare i Veneziani alla vittoria.

  A140000993 

 Vittor Pisani, dopo prodigi di valore, riuscì a fuggir loro di mano con sette galee, quantunque assai malconcie.

  A140000994 

 Il Consiglio, che prima dava al Pisani taccia di vile, perchè, conoscendo la debolezza delle proprie forze, non accettava battaglia, quando combattè e fu vinto, lo disse traditore, richiamollo in patria, e lo fè'chiudere in orrida prigione.

  A140000996 

 Quest'arrogante risposta scosse i Veneziani, e memori di {269 [269]} colui, che tante volte li avera condotti alla vittoria, corsero tumultuariamente alla sua prigione gridando: Viva Vittor Pisani! Quel prode, udendo da' sotterranei del palazzo ducale migliaia di voci acclamare al suo nome, trascinossi alla ferriata, Fermatevi, Veneziani! esclamò, voi non dovete gridar altro che Viva San Maico! Era il grido della repubblica, con cui solevasi invocare la protezion di quel santo nelle pubbliche calamità e specialmente in tempo di guerra.

  A140000997 

 Il Pisani frenò il primo impeto fin che avesse esercitate lo inesperte sue genti, mentre attendeva di Grecia il naviglio di Carlo Zeno.

  A140000997 

 Il Pisani, rifatto ammiraglio, respinge i consigli di chi lo stimola a insignorirsi della ingrata patria.





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