don bosco-i concili generali e la chiesa cattolica.html |
A065000137 |
{94 [94]} I loro capi furono Ciro patriarca di Alessandria, Sergio e Pirro di Costantinopoli. |
don bosco-la storia d-italia.html |
A139000187 |
Giovane intrepido, ma vago di gloria, Pirro erasi già segnalato con molte vittorie; ed era sommamente ansioso di misurare le sue forze con quelle dei Romani. |
A139000187 |
I Tarantini conoscendosi incapaci di combattere con un popolo, il cui nome faceva ormai tremare tutta Italia, ricorsero ad un principe straniero di nome Pirro, re di Epiro, paese della Grecia. |
A139000188 |
Guidava l'esercito romano un console chiamato Levino, capitano valoroso, il quale assalì con tale impeto i nemici che ben sette volte ruppe le loro file, ma sette volte ne fu dagli Epiroti respinto, sicchè dubbiosa rimaneva la vittoria; quando Pirro fece avanzare un gran numero di elefanti che seco aveva condotti. |
A139000189 |
Anche Pirro ebbe a deplorare grave perdita. |
A139000190 |
Alla vista di tanti morti e feriti, dicesi che Pirro esclamasse: Se ottengo un'altra vittoria simile a questa, io sono perduto. |
A139000191 |
I Romani non potevano darsi pace della battaglia perduta, e incoraggiti dal senatore Fabrizio rifiutarono i regali e le proposte di Pirro dicendo, che avrebbero trattato di pace quando egli avesse sgombrato l'Italia. |
A139000192 |
Per la grande sua prudenza fu mandato {61 [61]} a Pirro per riscattare gli ottomila Romani rimastigli prigionieri. |
A139000193 |
Ed egli senza muoversi nè punto sbigottirsi, sorridendo disse al re: «Questi terrori possono sopra di me nè più nè meno dei regali che ieri mi offriste.» Attonito Pirro a tanta nobiltà e fermezza d'animo, appagò i desiderii di lui, e gli diede i prigionieri da condursi a Roma sopra la sola sua parola, che li dovesse nuovamente a lui condurre a semplice richiamo. |
A139000193 |
Pirro, che aveva più volte udito a parlare, di lui, provò gran piacere in vederlo, e si studiò di farselo amico con doni e con promesse. |
A139000194 |
I due eserciti stavano a fronte presso Benevento, gli apparati erano formidabili da ambe le parti, quando il medico di Pirro scostatosi dal campo, si recò celatamente dal console, e gli offerse di avvelenare il suo padrone, se gli dava una generosa ricompensa. |
A139000194 |
Intanto i Romani ristorate le loro perdite, crearono console il valoroso Fabrizio, il quale di buon grado si pose alla testa di un nuovo esercito per tentare un'ultima volta di respingere Pirro. |
A139000195 |
La proposizione di quel traditore mosse a sdegno lo intemerato Fabrizio, che scrisse immediatamente una lettera a Pirro per avvisarlo di non fidarsi di quell'uomo malvagio, e conchiudeva: «punisci questo traditore, {62 [62]} e da questo fatto impara quali siano i tuoi amici, e quali i nemici.» Il re si accertò del fatto, e scoperta la verità, nell'eccesso dello stupore «ammirabile Fabrizio, esclamò: è più facile far cangiare direzione al sole, che deviar te dalla via dell'onore.» Volendo poi in qualche maniera compensare la generosità di Fabrizio, gli mandò tutti i soldati che poc'anzi aveva fatti prigionieri. |
A139000197 |
Dicesi che Pirro prima di lasciare la Sicilia abbia con dolore esclamato: «Che bel campo lasciamo ai Romani ed ai Cartaginesi.». |
A139000197 |
Pirro forzato dai Romani ad abbandonare l'Italia, passò prima in Sicilia, ma poco tempo dopo alcune turbolenze il richiamarono in Epiro, dove morì colpito da una pietra lasciatagli cadere sul capo da una vecchia, di cui aveva fatto morire il figliuolo. |
A139000238 |
- Dopo Pirro?. |
A139000241 |
- Io sarei al disopra di Alessandro e di Pirro |
don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html |
A140000199 |
Giovane intrepido e vago di gloria erasi Pirro già segnalato con molte vittorie; ed era sommamente ansioso di misurare le sue forze con quelle de' Romani. |
A140000199 |
I Tarantini conoscendosi incapaci di combattere con un popolo, il cui nome faceva ormai tremare tutta Italia, ricorsero ad un principe straniero di nome Pirro, re di Epiro, paese della Grecia settentrionale. |
A140000200 |
Gnidava l'esercito romanu un console chiamato Levino, capitano valoroso, il quale assalì con tale impeto i nemici, che ben sette volte ruppe le loro file; ma sette volte fu dagli Epiroti respinto, cosicchè dubbiosa rimaneva la vittoria, quando Pirro fece avanzare un grande numero di elefanti che seco avea condotti. |
A140000201 |
Alla vista di tanti morti e di tanti feriti dicesi che Pirro esclamasse: Se ottengo un'altra vittoria simile a questa, io sono perduto. |
A140000201 |
Ma anche Pirro ebbe a deplorare grave perdita. |
A140000202 |
Ma i Romani non potevano acquietarsi di quella battaglia perduta, e incoraggiati dal senatore Fabrizio rifiutarono i regali e le proposte di Pirro, dicendo che avrebbero trattato di pace quando egli avesse sgombrata l'Italia. |
A140000203 |
Per la grande sua prudenza fu inviato a Pirro a fine di riscattare i prigionieri. |
A140000204 |
I due eserciti stavano a fronte l' uno dell'altro presso Benevento; gli apparati erano formidabili da ambe le parti, quando il medico di Pirro, scostatosi di soppiatto dal campo, si presentò al console e gli promise di avvelenare il suo padrone, se gli dava una generosa ricompensa. |
A140000204 |
Intanto i Romani, ristorate le loro perdite, crearono console il valoroso Fabrizio, il quale di buon grado si pose alla testa di un nuovo esercito per tentare con ogni sforzo di respingere Pirro. |
A140000205 |
La proposizione di quel traditore mosse a sdegno l'intemerato Fabrizio, il quale scrisse immediatamente una lettera a Pirro per avvisarlo di non fidarsi di quell'uomo malvagio e conchiudeva: «Punisci questo traditore, e da questo fatto impara quali siano i tuoi amici e quali i nemici.» Il re si accertò del fatto e, scoperta la verità, nell'eccesso dello stupore, «ammirabile Fabrizio, esclamò, è più facile far cangiare direzione al sole, che deviar te dalla via dell'onore.» Volendo poi in qualche maniera compensare la generosità di Fabrizio, gli mandò tutti i soldati che poco prima aveva fatti prigionieri. |
A140000207 |
Dicesi che Pirro prima di lasciare la Sicilia abbia con dolore esclamato: «Che bel campo lasciamo ai Romani ed ai Cartaginesi!». |
A140000207 |
Pirro, forzato dai Romani ad abbandonare l'Italia, passò {60 [60]} prima in Sicilia; ma poco dopo alcune turbolenze il richiamarono in Epiro. |
A140000247 |
- Dopo Pirro?. |
A140000250 |
- Io sarei al di sopra di Alessandro e di Pirro |
don bosco-storia ecclesiastica [4a edizione].html |
A190000394 |
Capi de'Monoteliti furono Sergio e Pirro patriarchi ambidue; il primo di Costantinopoli, l'altro d'Alessandria. |
don bosco-vita di s. paolo apostolo.html |
A214000113 |
Lo accompagnarono Sosipatro figliuolo di Pirro di Berea; Aristarco e Secondo di Tessalonica, Caio di Derbe, e Timoteo di Listri, Tichico e Trofimo di Asia. |