Immaginiamoci di trovarci presenti a Gesù pendente in croce, e che 1'afflitta sua madre dica a ciascuno di noi: Venite, e vedete se havvi dolore eguale al mio.

 In questo primo dolore immaginiamoci di trovarci nel tempio di Gerusalemme, dove la Beatissima Vergine ascoltò la profezia del vecchio Simeone.

 In questo quinto dolore immaginiamoci di trovarci sul Monte Calvario dove l'afflittissima Vergine vide spirare in Croce il suo amato Figliuolo.

 In questo sesto dolore immaginiamoci di vedere la sconsolarsi ma Vergine che riceve fra le braccia il defunto suo Figlio deposto dalla Croce.

 Immaginiamoci di essere nel punto estremo della nostra vita, e che il ministro di Dio ci diriga queste parole: Partiti da questo mondo, anima cristiana: oggi la tua abitazione sarà nella santa Sionne.

 Dopo esserci fermati per alcuni istanti a queste considerazioni, immaginiamoci che un angelo venga a dirci che Dio ci concede ancora un mese di vita, affinchè ci prepariamo a ben morire.

 Immaginiamoci di trovarci vicini a Gesù pendente in croce, e che l'afflitta sua Madre dica a ciascuno di noi: Venite e vedete se c'è dolore uguale al mio.

 Immaginiamoci di trovarci presenti a Gesù pendente in Croce, e che l'afflitta sua Madre dica a ciascheduno di noi: Venite e vedete se c'è dolore uguale al mio.

 Immaginiamoci di trovarci presenti a Gesù pendente in croce, e che l'afflitta sua madre dica a ciascheduno di noi: Venite e vedete se c'è dolore uguale al mio.

 Immaginiamoci quante grazie e quante benedizioni Maria non otterrà nel cielo dal {168 [462]} suo amato Gesù a favore di quelli, che coi loro consigli, colle loro opere, preghiere, limosine o in qualche altra maniera esercitano atti di misericordia verso il prossimo?.

 Immaginiamoci di trovarci presenti a Gesù pendente in croce, e che l'afflitta sua Madre dica a ciascheduno di noi: Venite e vedete se c'è dolore uguale al mio.

 Immaginiamoci che il nostro santo protettore volga per noi a Gesù Cristo, di lui Figlio adottivo, questa commovente preghiera: « O mio divin Figlio, degnatevi di spargere le vostre più abbondanti grazie sopra i miei servi fedeli; io ve lo domando pel dolce nome di padre di cui mi avete tante volte onorato, per queste braccia che vi ricevettero e vi riscaldarono nella vostra nascita, che vi trasportarono in Egitto per salvarvi dal furor di Erode; ve lo chiedo per quegli occhi di cui asciugai le lacrime, per quel prezioso sangue che io raccolsi nella vostra circoncisione; per i travagli e le fatiche che io portai con tanta contentezza {89 [369]} per nudrire la vostra infanzia, per allevarvi nella vostra giovinezza...» Gesù còsi pieno di carità potrebbe egli resistere a tale preghiera? E se è scritto, dice s. Bernardo, che egli fa la volontà di coloro che lo temono, come può negare egli di fare quella di colui che lo servì e nutrì con tanta fedeltà, con tanto amore? Si voluntatem timentium se faciet; quomodo voluntatem nutrientis se non faciet?