don bosco-la storia d-italia.html |
A139001043 |
Fra gli allievi di Cimabue fuvvi il famoso Giotto, che è diminutivo di Angiolotto, rinomatissimo pittore, scultore e architetto. |
A139001043 |
Suo padre, che era contadino, mandava Giotto all'età di dieci anni a pascere le pecore; e il buon fanciullo le conduceva qua e là nei prati; ma invece di starsene oziosamente sdraiato come pur troppo mal usano molti pastorelli, prendeva diletto a delineare sull'arena o sulle pietre i contorni delle cose naturali che più gli ferivano la fantasia. |
A139001044 |
Allettato dalla manifesta disposizione per l'arte, e dalle pronte risposte di Giotto, gli domandò se voleva venire a stare con lui. |
A139001044 |
Giotto, che rispettava soprattutto i suoi parenti, gli rispose: «volentieri, o signore, ma prima è necessario che se ne contenti mio padre; cui per nessuna cosa del mondo io disubbidirei.». |
A139001045 |
Il padre accondiscese di buon grado, e Cimabue condusse Giotto a Firenze, ove prese ad istruirlo con amore nella pittura. |
A139001046 |
Una volta essendo Cimabue uscito fuor di bottega, Giotto dipinse una mosca così al naturale su di un ritratto colorito dal maestro, che tornando a casa Cimabue, e mirando la mosca, si mise a scacciarla colla mano, persuaso che fosse veramente viva: del che molto risero i garzoni e quelli che erano allora nella bottega. |
A139001048 |
Giotto, che era garbatissimo, prese un foglio, ed in esso con un pennello tinto di rosso, fece senza compasso un tondo perfetto. |
A139001048 |
Il gentiluomo, giunto in Firenze, andò una mattina nella bottega di Giotto, e gli espose la mente del Papa, ed in ultimo gli chiese qualche suo disegno per mandarlo a Sua Santità. |
A139001048 |
Pareva che poco provasse quel semplice tondo; perciò tenendosi quasi per beffato, disse: non ho io ad aver altro disegno che questo? Cui rispose Giotto: «Egli è anche troppo, mandatelo a Roma insieme con gli altri, e vedrete che ben sarà conosciuto.». |
A139001049 |
Così fu; perciocchè il Sommo Pontefice e molti valenti artisti conoscendo la gran difficoltà di segnare un circolo perfetto senza aiuto di strumenti, giudicarono che Giotto superava tutti i pittori del suo tempo. |
A139001049 |
Da questo fatto nacque il detto che si usa riguardo agli uomini di poco ingegno: sei più tondo dell'O di Giotto. |
A139001050 |
Giotto andò col Santo Padre in Francia, e in molte città di quella lasciò bellissime pitture. |
A139001050 |
Salito al soglio pontificio Clemente V, il nuovo papa ebbe sì caro Giotto, che la sede pontificia essendosi trasferita in Avignone città di Francia, egli fu invitato a seguirlo. |
A139001051 |
Nell'anno 1316 Giotto si restituì alla patria carico di doni preziosi e d'onori. |
A139001053 |
Giotto era nato contadino, eppure collo studio e colla virtuosa sua condotta si acquistò molti onori in vita ed una fama immortale. |
don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html |
A140000932 |
Fra gli allievi di Cimabue v'ebbe Giotto (che è diminutivo di Angiolotto), rinomatissimo pittore, scultore e architetto. |
A140000933 |
Allettato dalla manifesta disposizione per l'arte, e dalle pronte risposte di Giotto gli domandò se volesse venire a dimorare con esso lui. |
A140000933 |
Giotto, che rispettava soprattutto i genitori, gli rispose: «Volentieri, o signore; ma prima è necessario che se ne contenti mio padre, cui per nessuna cosa del mondo io disubbidirei.». |
A140000934 |
Il padre accondiscese di buon grado, e Cimabue condusse Giotto a Firenze, ove prese ad istruirlo con amore nella pittura. |
A140000934 |
Una volta essendo Cimabue uscito fuori di bottega, Giotto dipinse una mosca così al naturale su di un ritratto colorito dal maestro, che tornato a casa Cimabue e veduta quella mosca si mise a scacciarla colla mano, persuaso che fosse veramente viva, del che molto risero i garzoni e quelli che erano allora nella bottega. |
A140000936 |
Giotto, che era garbatissimo, prese un foglio ed in esso con un pennello tinto di rosso fece senza compasso un circolo perfetto. |
A140000936 |
Il gentiluomo giunto in Firenze andò un mattino dove teneva bottega Giotto, e gli espose la mente del Papa, ed in ultimo gli chiese qualche suo disegno per esser presentato a sua Santità. |
A140000936 |
Pareva che poco provasse quel semplice circolo; perciò il gentiluomo tenendosi quasi per beffato, disse: Non ho io ad avere altro disegno che questo? E Giotto a lui: «Egli è anche troppo, recatelo a Roma insieme cogli altri, e vedrete che ben sarà conosciuto.». |
A140000937 |
Così fu; perciocchè il sommo Pontefice e molti valenti artisti, conoscendo la grande difficoltà di segnare un circolo perfetto senza aiuto di strumenti, giudicarono che Giotto superava tutti i pittori del suo tempo. |
A140000937 |
Da questo fatto nacque il detto che si usa riguardo agli uomini di poco ingegno: Sei più tondo dell'O di Giotto. |
A140000938 |
Giotto andò col santo Padre in Francia, e in molte città di quel regno lasciò bellissime pitture. |
A140000938 |
Salito al soglio pontifìcio Clemente V ebbe sì caro Giotto, che'lo strinse a seguirlo quando la sede pontificia fu trasferita in Avignone. |
A140000939 |
Nell'anno 1316 Giotto si restituì alla patria carico di doni preziosi e di onori; ma non gli fu possibile di fermarsi molto in Firenze, perchè in tutte le città era chi invitavalo per avere a qualunque prezzo dei suoi lavori. |
A140000940 |
Giotto era nato contadino, e pure collo stadio e colla virtuosa sua condotta si acquistò molti onori in vita ed una fama immortale. |
don bosco-novelle e racconti.html |
A158000025 |
Nella villa di Vespignano, quattordici miglia fuor di Firenze, correndo l'anno 1179, nacque ad un certo Bondone, lavorator di campi, un bambino, cui pose il nome di Giotto. |
A158000026 |
Appena Giotto ebbe compito i dieci anni che il padre gli diede a pascere le pecore. |
A158000027 |
Allettato dalla manifesta disposizione all'arte, e dalle pronte risposte di Giotto, gli domandò se voleva venire a star con lui. |
A158000027 |
Giotto che rispettava sopratutto i suoi parenti, gli rispose: « Volontieri, o signore; ma prima è necessario che se {19 [411]} ne contenti mio padre, cui per nessuna cosa al mondo io disubbidirei. |
don bosco-storia ecclesiastica [4a edizione].html |
A190000473 |
Una pittura fatta dal celebre Giotto che viveva a que'tempi, e che esiste ancora nella basilica Lateranese, rappresenta papa Bonifacio VIII nell'atto di publicare la detta bolla. |