don bosco-fatti ameni della vita di pio ix.html |
A059000263 |
«Il papa si rivolse a Monsignore De Mérode, scelse il crocifisso più grande e più bello degli altri e dandolo all'infermiere, con accento tutto paterno dissegli:. |
don bosco-la storia d-italia.html |
A139000972 |
Tra questi dogi uopo è ch'io vi parli di uno chiamato {273 [273]} Enrico Dandolo, uomo segnalatissimo pel suo valore in guerra e per la sua probità in tempo di pace. |
A139000974 |
Un giorno in cui il doge Dandolo aveva convocato una grande assemblea di popolo, sei cavalieri francesi coperti delle loro armature e colla croce rossa sulle spalle, si presentarono in mezzo all'adunanza, si posero in ginocchioni, e piangendo, uno di loro prese a parlare ad alta voce così: «signori Veneziani, noi siamo venuti qui in nome de' principi e de' baroni più possenti della Francia, per supplicarvi ad aver pietà di Gerusalemme, la quale è ricaduta in mano de' Turchi. |
A139000976 |
I Veneziani pel desiderio di cooperare alla santa impresa accettarono l'offerta, e Dandolo {274 [274]} stesso malgrado la sua vecchiezza volle prendere la croce e far allestire un numero sufficiente di galere per quella grande spedizione. |
A139000980 |
Pochi giorni dopo l'intera flotta de' Veneziani, che il vecchio Dandolo comandava, veleggiò verso Costantinopoli, e dopo parecchi mesi di tragitto assai pericoloso per un sì gran numero d'uomini e di cavalli, la {275 [275]} flotta dei crociati giunse ad un mare detto Propontide, oggidì mar di Marmara. |
A139000981 |
Però dopo quel primo momento di sorpresa da cui i più intrepidi non avevano saputo guardarsi, ognuno rinfrancato dalla presenza e dalla perizia di Dandolo, ripigliò coraggio, e si preparò coraggiosamente a combattere nel tempo stesso e per mare e per terra. |
A139000983 |
Dandolo ed i baroni francesi non avevano più se non un passo a fare per rendersi padroni della città, quando l'imperatore Alessio, atterrito al vedersi attorniato da tanti guerrieri, ordinò che fosse apparecchiato un piccolo naviglio carico d'oro e di ricchezze, e sopra quello montando, col favor dell'oscurità della notte, riuscì ad ingannare la vigilanza de' Veneziani e a fuggire. |
A139000986 |
Allorchè la nuova di queste cose giunse a Dandolo ed ai capitani francesi, non poterono trattenersi dallo spargere lacrime sul destino del giovane Alessio. |
A139000987 |
Allora {277 [277]} i crociati vedendosi padroni della gran città di Costantino, proposero a Dandolo di salire sul trono imperiale, ma il vecchio doge se ne scusò a cagione della sua grave età, asserendo che amava meglio essere doge di Venezia e finire i suoi giorni nell'amore de' suoi cittadini, che venire imperatore di Costantinopoli, e in sua vece fu eletto Baldovino conte di Fiandra, provincia di Francia. |
A139000988 |
Il venerando Dandolo dopo di aver rifiutato il trono imperiale per fare ritorno a' suoi, prima di partire di Costantinopoli, assalito da grave malattia, conseguenza delle ferite riportate in battaglia, finì i suoi giorni fra quelle mura che erano state testimoni delle gesta della sua vecchiezza. |
don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html |
A140000870 |
Tra questi dogi uopo è che io vi parli di uno, chiamato Enrico Dandolo, uomo segnalatissimo pel suo valore in guerra e per la sua probità in tempo di pace. |
A140000872 |
Un giorno, in cui il doge Dandolo aveva convocato una grande assemblea di popolo, sei cavalieri francesi coperti delle loro armature e colla croce rossa sulle spalle si presentarono in mezzo all'adunanza, si posero in ginocchio, e piangendo uno di loro prese a parlare ad alta voce così: «Signori Veneziani, noi siamo venuti qui in nome dei principi e dei baroni più possenti della Francia per supplicarvi ad avere pietà di Gerusalemme, la quale è ricaduta in mano dei Turchi. |
A140000874 |
I Veneziani pel desiderio di cooperare a tale impresa accettarono l' offerta, e Dandolo stesso, malgrado la sua vecchiezza, volle crociarsi; e fece allestire un numero sufficiente di galere per quella grande spedizione. |
A140000878 |
Pochi giorni appresso l'intiera flotta dei Veneziani comandata dal vecchio Dandolo veleggiò verso Costantinopoli; e dopo parecchi mesi di tragitto pericoloso per un sì grande numero di uomini e di cavalli giunsero ad un mare detto Propontide, oggidì mare di Mannara. |
A140000879 |
Ciò nondimeno, dopo quel primo momento di sorpresa, da cui anche i più intrepidi non avevano saputo guardarsi, ognuno rinfrancato dalla presenza e dalla perizia di Dandolo, ripigliò coraggio e si preparò valorosamente a combattere nel tempo stesso e per mare e per terra. |
A140000881 |
Dandolo ed i baroni francesi non avevano più se non un passo a fare per rendersene padroni, quando l'imperatore Alessio, atterrito al vedersi attorniato da tanti guerrieri, ordinò che fosse apparecchiato un piccolo naviglio carico d'oro e di ricchezze, e sopra quello montando col favor dell' oscurità della notte riuscì ad ingannare la vigilanza dei Veneziani e a fuggire. |
A140000883 |
Allora che la nuova di queste cose giunse a Dandolo ed ai capitani francesi, non poterono essi trattenersi dallo spargere lagrime sul destino del giovane Alessio. |
A140000884 |
Allora i crociati divenuti padroni della grande città proposero a Dandolo di salire sul trono imperiale: ma il vecchio doge se ne scusò a cagione della grave età, asserendo che amava meglio essere doge di Venezia e finire i suoi giorni nell'amore dei suoi cittadini, che diventare imperatore di Costantinopoli. |
A140000885 |
Dopo rifiutato il trono imperiale Dandolo pensava di fare ritorno a' suoi; ma prima di salpare da Costantinopoli assalito da grave malattia, conseguenza delle ferite riportate in battaglia, fini i suoi giorni fra quelle mura, che erano state testimoni delle gesta di sua vecchiezza. |
A140000886 |
La storia loda il valore e la generosità di Dandolo nell'assalire i Greci e soggiogare Costantinopoli; ma lo biasima, {237 [237]} perchè invece dì condurre le sue genti alla conquista di Terra santa, come aveva promesso al Papa ed ai Francesi, consumò uomini e tempo per uno scopo assai diverso; motivo per cui i Luoghi santi continuarono ad essere in mano dei Turchi. |
A140000989 |
Ma gli avvenimenti che, dopo le gloriose gesta del doge Dandolo, fecero parlare assai de' Veneziani nella storia, furono quelli di Marino Fallerò e di Vittor Pisani. |