don bosco-conversione di una valdese.html |
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Un mezzo le pareva che potesse condurla {71 [329]} al sospirato intento, ed era il fuggire di casa; ma come ciò fare, se era sempre invigilata di giorno, e con maggior cautela chiusa e custodita di notte? Altronde dove andare fuggendo? nel Catecumenato sarebbe stata cercata dai parenti, i quali avrebbero menato tal rumore da non potersi dir più. |
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«Mio Dio, ella andava esclamando ginocchioni sotto a quel sasso, mio Dio, io sono nelle vostre mani, io voglio vivere e morire nella cattolica religione: che se debbo morire prima di giungere al Catecumenato, fate che io mi salvi: fin da questo momento io rinunzio a tutti gli errori che possono essere nella Chiesa Valdese, e mi dichiaro cattolica, e tale sarò fino all'ultimo respiro.». |
A036000354 |
Giunse colà sul fare del giorno, e recatasi tosto alla porta del catecumenato chiese di poter parlare al rettore di quel luogo, significando di aver alcuni importanti affari da manifestare. |
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Di più, sebbene si usi la massima riserbatezza nel ricevere individui nel catecumenato, tuttavia i Valdesi vanno sempre spacciando che essi sono allettati da lusinghe, promesse e che talvolta si usa eziandio la violenza; cose tutte false, ma che servono di pretesto ai Valdesi per calunniare i cattolici. |
A036000370 |
Presumeva egli, che i parenti l'avrebbero tosto fatta cercare nel catecumenato, movendo vive inchieste perchè la loro figliuola fosse rimandata a casa. |
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Allorché io posi piede nel Catecumenato, mi parve, dice Giuseppa, di entrare in un paradiso terrestre; era quale persona che, sbattuta da furioso temporale, giunge in sicuro domicilio; qual persona che, dopo aver corso molto tempo per oscura selva, giunge in ameno giardino; qual persona che, uscendo da oscura e profonda voragine, giunge a rimirar la luce del mezzodì. |