don bosco-il pastorello delle alpi ovvero vita del giovane besucco francesco d-argentera.html |
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Il tenore della sua vita pel tempo in cui frequentò la scuola in Argentera fu il seguente. |
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Nella mia qualità di Maestro comunale d' Argentera debbo per maggior gloria di Dio dichiarare, che il pio giovinetto Besucco, nei cinque {25 [267]} anni in cui frequentò la mia scuola, non mai fu secondo ad alcuno nella diligenza nel recarsi alla scuola. |
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Lo scelse per suo stabile confessore, e continuò a confessarsi da lui in tutto il tempo che visse in Argentera. |
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Qui pare a proposito di accennare, come Francesco fosse molto divoto verso il crocifisso miracoloso, che da tempo immemorabile si venera nella Confraternita dei disciplinanti d' Argentera, di Sambucco, Pietra Porzio, Ponte Bernardo, e Bersezio. |
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In questa come in tutte le altre sue pratiche religiose seguiva un altro suo compagno e cugino dell' Argentera morto nel 1861 di nome Valorso Stefano. |
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La mattina accostossi per l' ultima volta in Argentera ai SS. Sacramenti. |
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- Cessate quelle momentanee risposte seguitava a pregare, e assicurò il padre, che il viaggio da Argentera a Torino fu per Francesco quasi una continua preghiera. |
A112000083 |
A misura che si allontanavano da Argentera il buon genitore andava interpellando il figlio, se non gli rincresceva di abbandonare la patria, la famiglia, e principalmente la madre. |
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- Io sono Besucco Francesco dell' Argentera. |
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- Mio padrino è il mio prevosto, l' arciprete dell' Argentera, che mi vuole tanto bène. |
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La prima di queste è indirizzata a suo padrino Arciprete dell' Argentera colla data 27 settembre 1863. |
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Il padre di Francesco di professione arrotino passa la bella stagione lavorando la campagna, e coltivando i bestiami in Argentera, ma di autunno parte e va in varii paesi per guadagnar pane per se e per la famiglia esercitando il suo mestiere. |
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Nella lettera inviata al suo arciprete, e colla medesima data, Francesco ne chiudeva eziandio un' altra indirizzata ad un suo amico e virtuoso cugino di nome Antonio Beltrandi dell' Argentera. |
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Le virtù che in questo maraviglioso giovanetto risplendettero per lo spazio di circa 14 anni nel paese di Argentera divennero più luminose ancora quando egli mancò dai vivi, e quando si ebbero notizie della preziosa sua morte. |
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Il culto del benedetto crocifisso in Argentera risale a tempo immemorabile, e la tradizione ce lo dà come fonte inesauribile di grazie. |
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Da documenti autentici giurati ed approvati dall' autorità ecclesiastica e civile, che il paroco di Argentera mi trasmise, e che sono propri dell' archivio parochiale, si ricava quanto segue: Nell' anno 1681, il giorno 6 del mese di gennajo, precipitando una valanga di neve da una montagna, che domina il paese dell' Argentera, fu colpita la sottoposta cappella della compagnia dei disciplinanti sotto il titolo {182 [424]} del nome di Gesù e dei ss. Rocco e Sebastiano. |
A112000331 |
Pareva impossibile che non fosse anch' esso stato ridotto in pezzi; perciò gli abitanti di Argentera testimonj dell' accaduto giudicarono che il Signore con un atto di speciale provvidenza lo avesse voluto loro conservare. |
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di Berzesio, si portò ad Argentera a fine di accertarsene co' propri occhi. |
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Dopo questo pubblico e straordinario avvenimento la venerazione verso al benedetto crocifisso fra gli abitanti dell' Argentera e della valle superiore di Stura fu sempre più costante e segnata da diversi fatti parimente prodigiosi. |
A112000338 |
Nell' ultima invasione dei Francesi in Italia un generale passando per l' Argentera entrò nella confraternità fece bere al cavallo l' acqua benedetta vicino alla porta, quando il suo domestico fatto ardimentoso disse al padrone: Generale, voi usate una grande irriverenza a questa chiesa, osservate là quel Crocifisso, che sta alla custodia della santa {186 [428]} sua casa. |
A112000339 |
Certa Giovanna Maria Bosso moglie di Lunbat sapendo che il mattino vegnente i francesi sarebbero venuti in Argentera per saccheggiare il paese, sollecita di salvare il benedetto Crocifisso, notte tempo dalla Confraternita lo trasportò nella propria casa. |
A112000339 |
Infatti la mattina seguente tutto il paese fu derubato e l' unica stanza rispettata in Argentera fu quella, in cui la predetta donna nascosto avea il benedetto Crocifisso, il quale a tempo opportuno fu restituito al suo posto. |
don bosco-la storia d-italia.html |
A139001280 |
Allora Giovanni Trivulzio, milanese, che da gran tempo serviva la Francia, essendo pratico di quelle, varcò le Alpi al colle detto dell'Argentera, e calando per la valle di Stura giunse a Cuneo ed a Saluzzo, mentre gli Svizzeri stavano guardando invano tutti i passaggi che menano a Susa. |
don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html |
A140001148 |
Allora Giovanni Trivulzio, Milanese, che da gran tempo serviva la Francia, essendo pratico delle Alpi, le varcò al colle dell' Argentera, e calatosi per valle di Stura, giunse a Cuneo ed a Saluzzo, mentre gli Svizzeri stavano guardando invano tutti i passaggi che menano a Susa. |