Parola «Amerio» [ Frequenza = 22 ]

don bosco-biografie dei salesiani defunti nel 1882.html
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 La vita del Sacerdote Amerio Secondo fu un continuo esempio di umiltà e di rassegnazione perfetta alla volontà del Signore; imperciocchè tra le dolorose malattie che per 10 anni lo tormentarono e così giovane ce lo tolsero, egli seppe portare allegramente la sua croce, benedicendo Iddio che volesse costringerlo, come diceva, a guadagnarsi il Paradiso.

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 E così fece in D. Amerio; il quale sebbene d'indole vivace e giovane d'età, nei 4 anni di ginnasio {53 [167]} meritò sempre di essere proposto a modello di giovane ubbidiente e studioso.

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 La consolazione che provò allora il nostro D. Amerio fu il principio di quelle pure gioie celesti, {52 [166]} onde trasse poi sempre conforto il suo cuore, che così poche consolazioni doveva trovare dalla terra.

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 Uno di questi amici fu il compianto D. Luigi Gamarra, al quale D. Amerio fu sempre affezionatissimo, perchè diceva di aver imparato da lui quella divozione a Maria, e che al consiglio ed esempio di lui doveva pure la grazia di aver preso parte, sin da quei primi mesi, alle pie società di S. Luigi e del SS. Sacramento.

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 Che cosa hai così tristo, caro Domenico? gli disse D. Amerio.

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 Eravi tra quei giovani caritatevoli il nostro D. Amerio, il quale, dopo fatta la sua offerta, si incamminava più contento a spendere forse in qualche ricordo per la mamma quel denaro che gli restava.

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 Ma invece si deve dire che Amerio fu sempre il più caro tra gli amici, e desideratissima la sua compagnia, per quell'ingenuità che traspariva nel suo fare, e più ancora per la carità affettuosa che usava con tutti, nel sopportarne i difetti che non poteva correggere, e nell'aiutarli amorevolmente, come si fa con un fratello.

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 Non ho nemmeno un soldo da godere cogli amici: mia madre è povera; il padre è morto; come posso star allegro? A queste parole D. Amerio dimenticò il dono ed i libri che voleva comprare; tirò fuori le 6 lire che si trovava d'avere ancora, e mettendone 3 in mano al povero Domenico gli disse: Tieni, queste 3 manderai alla tua madre; il resto godremo insieme noi due.

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 Povero D. Amerio!.

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 Tale era Don Amerio all'età di 16 anni.

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 Quali pensieri e disposizioni avesse D. Amerio nell'abbracciare la vita ecclesiastica e religiosa, appare da queste parole che egli scriveva allora ad un amico, annunziandogli la sua vestizione: Il Signore mi ha scelto tra'suoi ministri; ha scelto me indegno a preferenza di tanti altri migliori di me, perchè vedeva che io nel mondo non potrei salvarmi.

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 Tali propositi, che uditi spesso a ripetere sembrano facili e comuni, ma non sempre pratichiamo, furono invece osservati scrupolosamente in ogni tempo del nostro D. Amerio.

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 Ma chi gli era compagno nell'ufficio di prefetto attesta, che specialmente nei tre ultimi anni di vita la pazienza di D. Amerio fu proprio ammirabile; che egli soffriva spasimi acerbissimi di petto, e che non di meno non fu mai visto turbarsi nè lamentarsi per dolore che sentisse; solo a volte si udiva esclamare: O Vergine santa, aiutatemi; e rispondeva {59 [173]} a chi voleva incoraggiarlo: Ma che vuoi che faccia io? Il Signore mi manda questo male: il padrone è Lui; sia fatta la volontà sua.

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 Quasi sospeso tra la vita e la morte, col pensiero che ogni giorno, ogni momento uno sbocco di sangue poteva travolgerlo repentinamente nella tomba, il caro D. Amerio passò ancora quattro anni, colle celesti consolazioni dell'anima alleviando i dolori e le infermità del corpo.

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 È segno di umiltà il giudicare se stesso superbo; e benchè D. Amerio nella sua umiltà si credesse indietro nella via del bene, i Superiori ne ammiravano la virtù e la pazienza, e lo giudicavano degno di essere promosso agli ordini sacri, quando appena l'età lo permise.

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 Ma quando in pubblico si annunziò la sventura onde era stato colpito l'Oratorio in quel giorno, fu mirabile l'accordo con cui tutti esclamarono: Felice D. Amerio! così umile, così paziente, quanto ha sofferto! Ma le spine e le angustie del mondo gli circondano ora il capo di gloria in cielo.


don bosco-esposizione del sacerdote giovanni bosco agli eminentissimi cardinali della sacra congregazione.html
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 2° " Che ha promesso di ammettere all'Ordinazione Bonora ed Amerio solo nella fiducia che D. Bosco faccia quanto esso Arcivescovo gli ha consigliato nella sua lettera di ieri, di presentarsi cioè al suo Arcivescovo con nessun altro spirito che quello dell'umiltà e della carità a fare venia delle colpe commesse.

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 Verso il 10 o 12 Novembre, cioè quaranta giorni prima, gli si fece domanda formale, perchè volesse ammettere alle Ordinazioni di Natale (22 Dicembre 1877) tre nostri Chierici, Amerio SecondoBonora Francesco ed il Conte Carlo Gays di Giletta.

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 Il 6 Dicembre i due ordinandi Amerio e Bonora si presentano in Curia pregando che venisse loro significato, se erano ammessi all'esame per le prossime Ordinazioni.

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 Intanto i tre Chierici ordinandi Amerio, Bonora e Cays subiscono l'esame con esito favorevole, e ne portano il voto in Curia.


don bosco-societa di s. francesco di sales. anno 1872.html
  A179000107 

 Amerio Secondo stud.





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