ANNO XXIX
STRENNA OFFERTA AGLI ASSOCIATI ALLE LETTURE CATTOLICHE {89 [441]}
TORINO TIPOGRAFIA SALESIANA {90 [442]}
[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]
INDEX
Nell’accingermi a mandarvi i miei augurii, amici miei, un pensiero mi turba la mente, e siccome tra amici di data antica, conviensi che ogni cosa sia palese, non tralascierò di esternarvelo.
Allo spirar di un anno ed al sorgere di un altro novello, dicono, anzi sogliam dir noi pure, che abbiamo un anno di più.
Io per esempio, a chi mei richiede, senza preamboli e pronto, rispondo che {3 [443]} ho 65 anni. E voi, amici, e voi quanti anni avete?..... Quanti anni ho!... Quanti anni avete!? Ohimè, quanto mal si conviene il verbo avere in questa interrogazione, e quanto andiamo errati nell’adoperarlo nella risposta!
Noi semplicioni, non ci accorgiamo che la cosa awien tutto all’opposto, e che gli anni i quali noi diciam di avere, quelli appunto sono, che più non abbiamo. Sono dessi il terribile sottraendo di quell’operazione aritmetica, incomprensibile direi, e sola, cui dovremmo tener fissa la mente nostra, ogni momento.
A mio giudizio, il buon Dio mettendoci al mondo, segnò nel suo Libro, un numero di anni a Lui solo noto, e cui a nessuno è dato sorpassare, e questo, disse, questo sia, o uomo, il tuo numero minuendo: e noi vivemmo, ed ogni anno il Signore va sottraendo una unità a quel numero. Per me, amici miei, per me già ne sottrasse 65..... e per voi.....? Or bene rimane ancor un resto? Questo {5 [444]} resto è egli ancor considerevole? sono ancor 50, gli anni che ci aspettano, per consumar il nostro minuendo? sono forse soli 20, od ancor meno? sono forse soli 5, oppure questo 1881 farà il saldo? Terribile mistero!
Gli anni che trascorsero, sono il fiore di nostra vita, che già seccò: sono anni durante i quali passammo per mezzo di tutte le sensazioni, le quali ci sforzammo di trovare, e trovate appena, svanirono ancora.
Questo benedetto 1880, agonizzante e morto omai, fu, siccome i passati fratelli suoi, anno di pioggia e di sole, di bene e di male, più di male però, oh sì! più di male, che non di bene; i giovani, questi benedetti giovani, pieno il capo di sempre nuove speranze, il trovarono lungo assai; ma troppo breve l’hanno invece trovato i vecchi come me, che vivono di memorie di un tempo che fu.
Nel rapido succedersi de' dodici mesi di questo omai sepolto 1880, si amò, si odiò, {5 [445]} ci fu chi vìsse felice, come lo si può in questa valle di lagrime, si rise, si pianse e si soffrì non poco.
Qualcuno restò indifferente a tutto: infelice!.....
Ma..... già, se si rallenta il treno alla fantasia, non conosce limite. Invece di augurii lieti e felici, le mie parole non suonano che tristi memorie, da mandarsi ben lontano a quel paese, se non fossero, come pur troppo le sono, belle e buone verità.
Io adunque, Galantuomo di nome e di fatti, offro agli amici miei, in queste pagine, l’Almanacco pel 1881.
Desso fu fatto perchè i Cattolici (che tali son certo i miei amici) abbiano un ricordo a distribuire fra i loro parenti, amici e conoscenti, e perchè tutti vedendo come i giorni ed i mesi volano, cerchino il modo di passarli bene, e con pace ed armonia.
Che però, se tutti che si onorano di esser Cattolici e veri Cattolici, con alla testa l’ammirabile Sommo Pontefice Leone {6 [446]} XIII, non guarderanno con isdegno a questo Almanacco, scritto col santo fine di impedir l’empia ed immorale propaganda di altri non pochi. io prometto ripresentarmi, a Dio piacendo, come ringiovanito l’anno venturo.
Ora, innanzi di congedarmi da voi, non posso a meno di pregarvi e supplicarvi. Cattolici amici miei, del vostro concorso e della cooperazion vostra nel legger questo Almanacco, nel farlo leggere, conoscere, e vendere e propagare.
Trattandosi della causa di Dio, la quale è causa della Società, e causa nostra ancora, causa di vita e di morte per ciascun individuo della grande famiglia cristiana, mi lusingo che riceverete con gusto le mie parole, e colla vostra cooperazione mi allevierete la difficile impresa.
Che Dio intanto ci aiuti, ci benedica, ed ascolti i voti che per voi e per se innalza al suo Trono l’amico vostro
Il Galantuomo. {7 [447]} {8 [448]}
Prefazione - Il Galantuomo a' suoi Amici |
pag 3 |
Calendario per l’anno 1881 |
9 |
Il SS Nome di Maria |
23 |
Pensieri intomo alla correzione dei proprii figliuoli |
25 |
Vegliate sui vostri figliuoli, ed allontanateli dai cattivi libri |
28 |
Snaturata matrigna |
32 |
Protestanti |
34 |
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Varietà. |
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Un Negoziante francese che si ammucchiò un tesoro pel cielo |
36 |
Edificantissimo esempio di un soldato e sua bella risposta |
37 |
La predizione di un marinaro |
38 |
Premio dell’amor del prossimo |
39 |
Generosità di una povera donna |
40 {77 [449]} |
L’arrotino caritatevole pag |
41 |
Un’inglesina missionaria |
42 |
Impariamo bene e sappiamone approfittare |
43 |
La Madonna del nostro Convitto |
44 |
Non maltrattiamo mai nessuno, ma specialmente poi i pazzi |
46 |
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Novelle. |
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Non dubitiamo male del prossimo |
51 |
La paura è fatta di nulla |
54 |
Un avaro |
57 |
Matematica pura |
58 |
Entusiasmo francese |
59 |
Un premio a sproposito |
ivi |
Eleganze lapidarie |
60 |
Il marinaio |
ivi |
Non il come o il dove moriremo ci deve impaurire, ma il come vivremo ci deve star a cuore |
61 |
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Aneddoti, facezie, ecc. |
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Aneddoti e facezie varie |
62 {78 [450]} |
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Cose utili ed istruttive. |
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La penna elettrica di Edyson |
pag 70 |
Il piccolo bucato |
71 |
Nuovo vantaggio che si può trarre dalle ortiche |
72 |
Gli inverni più rigidi |
73 {79 [451]} |
Visto, nulla osta alla stampa.
Torino, 13 Settembre 1880.
ZAPPATA Vic. Gen {80 [452]}