Anno IX. {63 [319]} {64 [320]}
[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]
INDEX
Le profezie dello scorso 1861.
Altri poeti saranno desolati dalla siccità.
I grandi avvenimenti del 1861.
Predizione manoscritta d'un villanello semplicissimo di Fiandra
Per la nona volta, venerati amici, vengo a farvi visita e se qualche brutto accidente non mi impedirà, conto di potervi ancora venire molti anni. Debbo mettere questa condizione, perchè avvi uno che è qualche cosa più di me, anzi è mio padrone. Costui, se vuole, in un momento mi fa tacere, o mi manda a fare conversazione coi vermi al campo santo.
Finora però vivo ancora, e con me vive il mio codino il quale mi fu strappato da una palla di cannone nella battaglia di Solferino; ma poco per volta rinacque, crebbe e ritornò al suo stato normale di prima. Mi gode eziandio l'animo il trovarvi ancora voi tutti sani e salvi; ciò dico a voi con cui io parlo, e non a quelli che andarono a cercarsi una dimora sotto terra. Siate adunque tutti felici, vivete molti anni in sanità ed allegria; questi siano i giorni vostri e quelli dei vostri amici. {65 [321]}
Io mi pensava in quest'anno di potervi narrare le mie vicende del passato, e ne avrei molte, ma motivi di prudenza e di rispetto mi persuadono a differire i miei racconti ad un tempo più sereno, in cui non ci sia più pericolo di temporali, di grandine, di turbini e di uragani.
Siate cortesi di contentarvi delle cose ordinarie degli almanacchi, del calendario in cui avvi un cenno sulla vita del santo che occorre nel giorno. Di poi vi noterò il levare ed il tramontare del sole e della luna, del giorno e della notte, quindi con facile induzione ognuno potrà fissarsi l'ora del mangiare, del bere, del dormire, del riposare, del ridere, del piangere, del giuocare, del passeggiare secondo la libertà e secondo il bisogno.
Intendo poi essere mio dovere di spiegarvi le profezie dell'anno scorso, cui seguiranno altre di quest'anno. A proposito di profezie voglio dirvi che o in un modo o in un altro devono sempre conseguire il loro avveramento, perciocchè gli almanacchi hanno il diritto di stiracchiare tanto i loro detti, quanto è necessario per avere sempre ragione. Ciò posto eccomi all'opera, {66 [322]}
Vi diceva che nel 1861 due cospicui personaggi sarebbero scomparsi dal mondo politico. Dal mondo politico già scomparvero il granduca di Toscana ed il duca di Modena. Quest'anno scomparvero dal mondo vivente non più metaforicamente, ma in senso letterale due cospicui personaggi e questi sono il conte di Cavour che andò nel numero dei più il 5 giugno anno corrente, ed il re di Portogallo.
Vedrete il vino a miglior prezzo, ma più caro il pane. Risposta. - Tutti quelli che mangiano e che bevono sanno per esperienza l'aumento del prezzo nel pane e la diminuzione in quello del vino. Ciò l'anno scorso fu in senso allegorico, in quest'anno è in senso letterale.
Un paese sarà rovinato dal terremoto. Ognuno sa che cosa sia avvenuto per la eruzione del Vesuvio nel regno di Napoli. Là vicino a quel monte avvi un paese detto Torre del Greco. Questo paese non è più. Il terremuoto succeduto sul principio del dicembre di quell'anno scosse con tale violenzi le vie, le piazze, le case, che gli abitanti dovettero fuggire per non {67 [323]} rimanere schiacciati. Di più il Vesuvio facendo in quegli stessi giorni terribili e spaventevoli eruzioni con lava, ceneri, bitume, pietre e fuoco orribile, copri o distrusse gli avanzi delle abitazioni e seppellì nelle voragini e nei rottami coloro che non poterono per tempo fuggire.
Ognuno ricorda il calore eccessivo di quest'anno. A memoria d'uomo non fu mai simigliante. Basti il dire che in molti paesi, provincie e regni entro e fuori d'Italia da aprile a gennaio non cadde più una pioggia che si possa dire aver innaffiate le campagne. Ancora presentemente (1 gennaio 1862) vi sono paesi e città che hanno i pozzi e le fontane vuoti d'acqua, le campagne bruciate, i terreni e le seminagioni secche per mancanza di pioggia benefica che da tanto tempo si attende indarno dalla mano del Creatore.
Gli avvenimenti di quest'anno sono molti ed essendo pubblici son noti a voi e a me, {68 [324]} perciò io ve ne andrò accennando alcuni affinchè ne possiate essere giudici e riconosciate in essi il dito del Signore.
Una terribile siccità si fece sentire in tutta Italia e fuori. Molti paesi e città intere dovettero condurre i loro bestiami fino in lontananza di cinque miglia per abbeverarli. I secondi raccolti, cioè meliga, miglio, patate, fagiuoli, ecc., si possono dire interamente falliti. Molti incendi devastarono case, isole ed anche paesi. Ogni dì nei giornali si pubblicavano e si pubblicano parecchi incendi che hanno cagionato danno immenso. Fra i molti avvenuti in Torino si nota soltanto quello di casa Tarino. Mentre io assisteva a quel doloroso spettacolo ho più volte udito dire: dicano gli uomini quello che vogliono, ma questi disastri sono un flagello di Dio.
E la reazione ed il brigantaggio di Napoli?
Tutti si pensavano che una decina di uomini bastassero a disperdere o catturare Chiavone coi suoi cinque o sei compagni briganti, ma intanto sappiamo che furono già spediti colà circa centomila uomini, di cui molti restarono morti o feriti, molti caddero ammalati, e mi dicono che l'affare non sia ancor finito. {69 [325]}
Non pochi si consolano perchè molti briganti siano stati uccisi o presi e fucilati e che così il loro numero fu assai diminuito. Che utile mi dà la morte dei briganti mentre tanti nostri parenti ed amici lasciarono al par di loro la vita? Potrebbe a taluno recare consolazione se la morte di coloro avesse portata la vita ai nostri, ma la cosa non fu così. Furonvi accaniti combattimenti da ambe le parti, restaronvi morti e feriti da ambe le parti, e v'è ancora da fare assai da ambe le parti. Anche qui dobbiamo dire: Bellum dei flagellum. La guerra è un flagello che permette Iddio per castigare i peccati degli uomini.
Io vi dico con sincerità, che vorrei che neppur un brigante fosse morto, neppur uno dei nostri fosse rimasto neanco ferito, che tutti vivessero in pace alle loro case, colle loro famiglie, coltivando le campagne, lavorando ne' loro mestieri. Così potrebbero anche meglio praticare la loro religione, e santificare i giorni festivi, e, se vi piace, anche fare qualche partita a carte, a tarocchi, alle boccie, o se non altro a fare qualche festino, qualche allegria, qualche passeggiata o merenda coi parenti e cogli amici. {70 [326]}
È un grande avvenimento che in mezzo a tanti progetti, tanti desiderii, il papa abbia potuto rimanere tranquillo in Roma, e conservare libere le sue relazioni con tutti i paesi della cristianità.
Al papa stanno uniti i veri cattolici guidati dai loro vescovi che con un cuor solo e con un'anima sola professano, insegnano, difendono le dottrine del Vicario di Gesù Cristo.
É altresì un grande avvenimento la spaventevole eruzione del Vesuvio, la siccità avvenuta, il freddo rigido che ci affligge, la carestia che cresce.
É pure un grande avvenimento la morte del re di Portogallo. Dicesi che poco tempo prima egli co' suoi ministri disprezzasse la scomunica come roba antiquata e di niun effetto. Intanto passarono pochi giorni e moriva suo fratello di morte quasi improvvisa; quasi nel tempo stesso il medesimo re alla verde età di 24 anni dopo appena alcuni giorni di violenta malattia cessava di vivere fra gli spasimi.
Sono eziandio gravi avvenimenti le guerre di America, di Polonia, del Monte Libano, del Montenegro, ma niun fatto ò cosi strepitoso come la morte di Cavour.
Si sa che esso aveva il filo politico di {71 [327]} tutti gli affari. La sua morte precipitata o impedi di comunicar ad altri i suoi secreti; morendo poi in un tempo inaspettato pose il mondo in costernazione e costringe i buoni e non buoni a dire: qui è la mano del Signore che dà e toglie la vita a chi vuole e quando vuole.
Qualcheduno dirà: Gli affari non andarono con Cavour alla tomba.
Sono anch'io del medesimo parere. Io credo e ne sono persuaso che il mondo non andò nè andrà alla tomba con Cavour; ma intanto colla sua morte si è perduto il bandolo e da allora in qua la matassa politica fu ognora più ingarbugliata. Vi era uno che aveva l'altra estremità del filo; ma adesso egli non sa più dove fissarne la parte opposta. Costui, che è ancor vivo, sa benissimo giuocar alla palla, ma da solo non può fare la partita, nè sa dove trovare un amico che voglia o sappia fargli compagnia.
Qui siamo di nuovo al punto di prima, cioè che la mano di Dio confuse la mente degli uomini.
Farà stupire che nel 1861 sia cominciata l'èra di pace; pure è così. Gli uomini sono miseri strumenti della divina potenza. {72 [328]} Facciano a talento quello che vogliono, ma la bussola è perduta e non si trova più. Ci sarà ancor la guerra, ci saranno ancora disordini di altro genere, ma niuno potrà impedire la mano di Dio che agisce tra noi, perciò verrà il tempo, e non sarà lontano, che ogni buon cattolico potrà vivere in pace professando la sua religione. Ma nel tempo stesso debbo dirvi che gli avvenimenti del 1861 sono soltanto l'indice di quelli che succederanno nel 1862.
Sebbene sia cominciata l'era di pace, tuttavia lo stato delle cose del 1861 non è altro, come vi dissi, che l'indice di quanto avverrà nel 1862. Perciò quelle piccole guerre che l'anno scorso cominciarono, in quest'anno prenderanno assai più vaste proporzioni, ma passati tre quarti dell'anno cesseranno le ostilità, e gli uomini che prima camminavano come privi di testa comincieranno a conoscere i loro condottieri e faranno un passo indietro in quella medesima strada per cui ciecamente hanno camminato molto tempo senza frutto. Ma guai a coloro che saranno incontrati mentre si farà quel passo indietro. {73 [329]}
Una malattia terribile affliggerà molti in quest'anno. Ma farà assai bene alle anime. Questo flagello si potrebbe mitigare assai se gli uomini santificassero meglio il giorno festivo.
Verranno la sete, la fame, gli ulceri a punire le bestemmie che ogni giorno si proferiscono contro al nome di Dio, contro alle cose di religione. Guai ai bestemmiatori. Si pentiranno fino quelli che di essi hanno compassione.
Sino ad un certo tempo dell'anno si temerà assai dei fratti della terra, che di fatto saranno molto devastati, ma dopo i due terzi dell'anno non vi sarà più pericolo di carestia.
Ora vi dirò una cosa assai importante, state attenti e procurate di capire. Avvi un verme terribile che gira rodendo la vita degli uomini. Molti studiarono di assalirlo ed ucciderlo, ma inutilmente, niuno lo può arrestare. L'anno scorso forò il cervello a molti, che perciò divennero semipazzi, di poi andò a passare per la spina dorsale di un uomo grande e lo rose fino al cervello; questa fu la cagione di sua morte.
Ora è già entrato nella spina dorsale di chi da alcuni pazzamente credesi direttore {74 [330]} del mondo. La metà è rosa, gli effetti li vedrete in quest'anno.
Io vorrei ancora dirvi molte cose, ma la prudenza mi dice che basta, perciò mi limito ad aggiungere soltanto alcune profezie antiche le quali hanno relazione coi nostri tempi.
Un povero villanello della Fiandra francese ha fatto nel 1792 le predizioni seguenti. Egli non fu condotto a ciò per alcun motivo d'interesse. Ebbe a sostenere dileggi e beffe, sebbene egli abbia narrate queste cose con ammirabile semplicità. Questo virtuoso fiammingo disse adunque:
1. «Ch'egli vedeva nell'avvenire delle persecuzioni, guerre e mali d'ogni genere.
2. «Egli annunziò lo spegliamento dei templi, ed il sistema esecrabile del terrore.
3. «Parlò in questo medesimo tempo d'un governo, in cui alla testa dei dipartimenti si vedrebbero dei prefetti e dei sotto-prefetti.
4. «Egli ha detto che allora si vedranno {75 [331]} guerre micidiali, quasi continue. Tutta la gioventù francese sarà mietuta.
5. «Annunziò che questi tempi finiranno con due guerre contro l'Austria; nella prima questa monarchia sarà come scrollata, ma non distrutta. Il nemico entrerà in Vienna, ma non saccheggierà la città.
6. «Le guerre intestine non saranno tollerate. La pace sarà segnata. L'imperatore d'Austria rientrerà nella sua capitale; il suo governo sarà carezzato.
7. «Un'altra guerra sarà suscitata alla Prussia: in una battaglia la sua armata sarà distrutta, ed il re potrà raccogliere gli avanzi sotto una pianta di pomo; tuttavia questo reame non sarà interamente distrutto.
8. «La Russia prenderà parte in queste due guerre, ma non ne riceverà alcun vantaggio, nè in quest'epoca, nè in alcuno degli avvenimenti seguenti.
9. «Infine il termine arriverà in cui, dopo indegni trattamenti che si saranno fatti subire al Capo della Chiesa, l'Austria prenderà le armi e coprirà tutta l'Alemagna coi suoi innumerevoli battaglioni.
10. «L'epoca felice pel paese sarà venuta {76 [332]} quando gli arciduchi saranno posti alla testa di tutti gli affari.
11. «Il nemico, malgrado i primi vantaggi, non trionferà o non andrà a Vienna.
12. «Egli armerà tutta la Francia, e farà marciare anche i fanciulli; egli s'impadronirà dei beni delle persone, e porterà l'iniquità fino al colmo; ma i suoi sforzi saranno vani.
13. «Il tempo d'allarme e di spavento durerà tre mesi (quelli che conoscono l'ingenuo profeta dicono, che questi saranno agosto, settembre ed ottobre).
14. «La Prussia prenderà le armi. In tre battaglie consecutive distruggerà l'armata francese, la quale non entrerà più in Francia che a piccoli drappelli. Neppure un francese fuggirà d'Italia.
15. «I Turchi che avranno preso parte nella vertenza non verranno che sino alle frontiere.
16. «Gli stranieri entreranno in Francia.
17. «I paesi oppressi si solleveranno. Il Belgio comincierà; la Bretagna e la Maine seguiranno.
18. «Gli Austriaci verranno fino alle porte di Parigi; il loro imperatore morrà all'armata. {77 [333]}
19. «Gl'Inglesi che sbarcheranno sovra otto punti, faranno uscire gli Austriaci da una, posizione pericolosa.
20. «Parigi sarà occupata, poi evacuata e bruciata.
21. «Il disordine e lo sterminio avranno fine prima del cader dell’anno in cui tutti questi avvenimenti avranno avuto luogo.
22. «Il primo gennaio dell'anno seguente la pace e la felicità rinasceranno.
23. «Tutti i prefetti ed i maires che avranno fatto marciare dei coscritti periranno, siccome eziandio tutti gli acquisitori dei beni nazionali.
24. «La Francia avrà quindi vent'anni di prosperità.»
Questa profezia non si riferisce soltanto alla rivoluzione francese del secolo XVIII, ma si estende sin verso al fine del XIX.
(V. I futuri destini ecc. pag. 220).
Con approvazione della Revisione ecclesiastica. {78 [334]}
Le quattro stagioni: Ecclissi: Computi ecclesiastici |
Pag. 3 |
Feste mobili: I quattro tempi: Tempo proibito per cel e no. Solenni |
4 |
Real Casa di Savoia |
5 |
Romano Pontefice |
6 |
Calendario |
7 |
Varietà utili e curiose d'agricoltura |
41 |
Varii modi di moltiplicare le patate |
42 |
Delle piante fruttifere |
46 |
Contra' l vissi dl'ubriachessa. Canson |
59 |
Il Galantuomo a' suoi amici |
65 |
Predizione manoscritta d'un villanello semplicissimo di Fiandra |
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Torino 1861 - Tip. Paravia e Comp. {80 [336]} {81 [337]} {82 [338]} |