TORINO, 1853
TIPOGRAFIA DIR. DA P. DE-AGOSTINI
Via della Zecca, N. 23, casa Birago. {I [231]} {II [232]}
[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]
INDEX
Non istupitevi, cari lettori, se mi chiamo Galantuomo, prima che voi conosciate i miei pregi e le mie virtù; non è superbia; ma unicamente per additarvi sul bel principio che io, se nol sono ancora, desidero ardentemente di diventare galantuomo, e far galantuomini, se potessi, tutti gli uomini del mondo.
In qual modo, dimanderete voi, tu pretendi farci galantuomini? Breve risposta, miei buoni amici. Io chiamo galantuomo colui il quale compie i doveri che lo stringono verso il suo Creatore, e si adopera per beneficar il suo simile. {III [233]}
Io non voglio farvi prediche, in ciò che riguarda ai doveri verso Dio; andate dai preti e ve li diranno abbondantemente. Parlo solo di ciò che deve fare un galantuomo al suo simile.
Chiamate pure carità, filantropia, limosina, beneficenza, umanità, opere di progresso, lutto quel che fate; poco m'importa del nome, ma, per pietà, non siano questi nomi vuoti; fate che siano nomi applicati al fatto.
Povero me! io sento tutti i giorni libertà ed uguaglianza; e intanto io vedo continuamente signori che camminano in belle vetture, abitano in sontuosi palazzi, si assidono a laute mense, ed io, almeno fossi solo, ma pur troppo sono molti, io cammino a piedi, costretto di far servire la pelle di miei calcagni per tallone delle scarpe; ogni mese debbo cangiar di alloggio, perchè non posso pagare il fitto; e appena posso avere un po'di polenta {IV [234]} da dare a quattro miei figli, cui la camicia serve di giubbone, di corpetto, e direi quasi di calzoni.
Mi si dice che siamo tutti fratelli, ed io veggo che non è vero; la mia fratellanza si estende unicamente a quella povera gente, la quale, per non avere luogo migliore, viene ad abitare nella mia camicia.
Né già pensatevi che io sia stato ridotto alla miseria dal giuoco, dai vizi, o dal fare nulla; so benissimo che molti sono infelici perchè balordi e scialacquatori; di me non è così; e posso assicurarvi in fede mia che tali cose furono sempre da me abborrite. Cagione della mia miseria, vel dico come se fossi in confessione, fu un involontaria bancarotta. Io era negoziante da uova; comprava all'ingrosso, e vendeva al minuto; e così vivevo io còlla mia famiglia; ma da che stabilirono le imposte sopra le povere galline e {V [235]} sopra il loro frutto, fui costretto a desistere dal negozio, perchè que'preposti col contare e ricontare le uova e con quella maniera da taglialegna, me ne ruppero tanti, che, malgrado ogni mia economia, caddi in fallimento e feci bancarotta.
Ma ohimè! invece di raccontarvi il modo di essere galantuomo, vado a rammentarvi le mie sciagure. Perdonatemi questo trasporto. - È questa la prima volta che io vi parlo, perciò fui trasportalo a dirvi chi io sono, e quale sia la presente mia condizione; fanno venturo, se il Cielo mi darà vita, vi darò nuovamente notizie di me.
Intanto qui vi presento un memoriale che contiene più cose suggeritemi da alcuni miei amici, leggetene l'indice posto in fine; poi SE leggerete ancora la materia colà indicala, SE non mi sbaglio, SE voi vorrete prendere lezioni da un {VI [236]} almanacco, se voi desiderate, come ho motivo di credere, di diventare galantuomini, se praticherete quelle cose che l'esperienza di più anni mi ha insegnato; son persuaso che direte che io sono un galantuomo; e che tutti i miei lettori possono diventare altrettanti galantuomini. Chi sa che ciò non sia vero? {VII [237]} {VIII [238]}
Ai miei lettori |
pag. 3 |
Feste mobili, ecc. |
8 |
Calendario |
9 |
Informazioni statistiche |
21 |
Valore delle monete estere al pari |
24 |
Regole per la coltura dei bigatti |
26 |
Nozioni di meteorologia |
48 |
All'ombra d'una quercia |
57 |
Il bifolco, canzone |
67 |
I sei discorsi del venerando Simone |
71 |
Aneddoti |
96 |
Massime morali |
102 |
Fiere principali dello Stato |
111 {IX [239]} {X [240]} {XI [241]} {XII [242]} |