Parola «Valentino» [ Frequenza = 129 ]

don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html
  A140001142 

 Cesare Borgia, più comunemente conosciuto sotto al nome di Duca Valentino, aveva deliberato di abbattere i piccoli principi, che signoreggiavano sugli stati della Chiesa.

  A140001142 

 Già era giunto a vincerli tutti, quando rientrati nello stesso tempo ciascuno nei proprii dominii, il nuovo regno fu interamente disfatto; e lo stesso Valentino, dopo di essere stato prigioniero del papa Giulio II, fuggì a Napoli.


don bosco-societa di s. francesco di sales. anno 1872.html
  A179000057 

 Cassini Valentino coad.


don bosco-storia ecclesiastica [4a edizione].html
  A190000125 

 - S. Policarpo discepolo di san Giovanni evangelista e vescovo di Smirne, informato del gran numero di eretici che eransi portati a Roma, venne egli pure in questa città per dissipare le loro arti sotto al pontificato di s. Aniceto successore di san Pio I. La venuta di lui era molto opportuna perciocchè avendo egli conversato cogli Apostoli, godeva grande autorità presso tutti; perciò, come dice s. Ireneo, molti di quelli che erano stati sedotti dagli errori di Valentino e di Marcione, per l'efficacia della sua parola furono ricondotti alla Chiesa di Gesù Cristo.

  A190000139 

 - Fra i più famosi seguaci di Valentino da noi menzionati più sopra, fu l'eretico Marco, uomo astutissimo, e pratico nell'arte d'ingannare.

  A190000146 

 Dalla stessa scomunica furono colpiti Valentino e Cerdone, i quali finirono anche miseramente la loro vita.


don bosco-una famiglia di martiri.html
  A194000004 

 Lorenzo Surio rapporta gli atti del martirio di questa santa famiglia al giorno 14 di febbraio mentre parla di S. Valentino.

  A194000024 

 L'Imperatore Claudio non potendo trovare Mario colla sua famiglia faceva cercare altri cristiani e riuscì ad avere tra le mani un santo sacerdote di nome Valentino.

  A194000025 

 A quelle parole l'Imperatore parve maravigliato, e mentre faceva riflessione su quanto aveva udito, un giureconsulto ovvero avvocato prese la parola in luogo dell'Imperatore e disse ad alta voce a san Valentino: «Che cosa dici del Dio Giove e del Dio Mercurio?».

  A194000025 

 Valentino rispose: «O principe, se mai sapessi quanto siano preziosi i doni del Signore, tu e tutti i tuoi sudditi provereste la medesima consolazione, rigettereste il culto dei demonii, e gli idoli fatti {15 [71]} dalle mani degli uomini, confessereste un solo Dio padre Onnipotente, e Gesù Cristo suo figliuolo, il quale creò il Cielo e la terra, il mare e tutte le cose che in quelli si trovano».

  A194000026 

 Valentino rispose: «Io non dico altro di costoro se non che li ravviso per uomini miseri, che nella loro vita mortale vissero nelle immondezze; che se tu conoscessi la serie delle loro azioni, vedresti quanto sia stata abbominevole la loro maniera di vivere».

  A194000028 

 L'Imperatore per altro ascoltava con calma le parole di s. Valentino, e rivoltosi a lui disse: «Se il tuo Gesù Cristo è Dio, perchè tosto non mi manifesti la verità?» Valentino ripigliò: «Volentieri ti espongo la verità purchè tu mi voglia ascoltare.

  A194000030 

 Il prefetto, di nome Calpurnio uomo scostumato, per impedire il frutto delle parole di Valentino alzò egli pure la voce e disse: «Attento, o Principe, tu ti lasci ingannare da costui; ti par giusto l'abbandonare quegli Dei che abbiamo fin dalla nostra fanciullezza onerato ed adorato?».

  A194000031 

 L'Imperatore allora per rispetto umano ebbe vergogna di darsi vinto dall'evidenza, e si limitò di consegnare Valentino al prefetto Calpurnio dicendogli: «Ascolta costui con pazienza e se propone una dottrina non sana tu gli applicherai le leggi stabilite contro i sacrileghi: che se la sua dottrina è buona, tu lo lascierai in libertà».

  A194000032 

 Appena Valentino entrò in quella casa si pose in ginocchio e cosi pregò: «Dio padrone di tutte le cose visibili ed invisibili.

  A194000032 

 Asterio condusse Valentino in sua casa disposto ad eseguire gli ordini dati.

  A194000032 

 Calpurnio pertanto prese Valentino e lo diede ad un principe di nome Asterio con queste parole: «Ti raccomando questo uomo.

  A194000033 

 Il principe Asterio udendo quella preghiera disse a Valentino: «Io ammiro la tua sapienza e mi piace di udire che il vostro Gesù Cristo è vera luce».

  A194000034 

 Valentino a chiara voce rispose: «E veramente così: il nostro Signor Gesù Cristo il quale è nato da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo è la vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo».

  A194000036 

 Asterio si mise a correre e con grande ansietà condusse la fanciulla a s. Valentino.

  A194000036 

 Soggiunse tosto Valentino: «Va pure, e in nome del Signor nostro Gesù Cristo mena qua la tua figlia».

  A194000037 

 Finita la preghiera s. Valentino pose la sua mano sopra gli occhi della fanciulla dicendo: «Signor G. Cristo, illumina la tua serva, perchè tu sei la vera luce».

  A194000038 

 Appena Asterio rimirò la sua figlia guarita dalla cecità si prostrò con sua moglie ai pie di s. Valentino dicendo: «Per amore di Gesù Cristo, per cui conosciamo la luce, ti preghiamo di far quanto sai per salvare le anime nostre».

  A194000039 

 S. Valentino soggiunse: «Se volete salvare le anime vostre, credete con tutto il cuore nel nostro divin Salvatore, spezzate tutti gli idoli, digiunate, pentitevi delle vostre colpe, e facendone umile confessione ricevete il Battesimo e così sarete salvi».

  A194000040 

 Di poi Valentino ordinò un digiuno di tre giorni.

  A194000040 

 Per compiere l'opera del Signore, s. Valentino chiamò s. Calisto perchè venisse a prendere parte ai tratti di misericordia che il Signore usava a quella casa.

  A194000041 

 Ma quando udirono che s. Valentino aveva dato la vista ad una cieca, e che per quel miracolo tutta la casa di Asterio aveva creduto in Gesù Cristo, vennero con grande allegrezza alla casa di Asterio per ringraziare il Signore della misericordia usata.

  A194000053 

 Il santo sacerdote Valentino che tanto aveva faticato per incoraggiare i cristiani {26 [82]} a rimanere fermi nella fede, e per cui egli medesimo aveva già patito gravi tormenti, in fine fu egli pure condannato a morte.

  A194000053 

 Intorno alle reliquie di s. Valentino, dicono gli atti del suo martirio, si operarono molti miracoli a maggior gloria di Dio e a lode del suo santo nome.


don bosco-valentino o la vocazione impedita.html
  A198000001 

 Erano due genitori di età alquanto avanzata e non avevano che un solo figliuolo chiamato Valentino erede unico delle vistose loro sostanze.

  A198000001 

 « Caro Valentino, gli diceva talvolta, sii buono e sarai sempre amato ed onorato da tutti.

  A198000001 

 « Caro Valentino, soleva dirgli, non mai dimenticarti che l'ozio è il padre di tutti i vizi, e che i cattivi compagni conducono se stessi e chi li segue alla rovina: guai a te se ti lasciassi dominare da questi due nemici fatali.

  A198000002 

 Nella sua tenera età Valentino non rifletteva molto agli avvisi paterni.

  A198000002 

 Per correggere e nobilitare gli ammaestramenti {4 [182]} del marito, la virtuosa madre andava spesso ripetendo al suo Valentino: « Mio figlio, ricordati che Dio vede tutto.

  A198000002 

 Un giorno Valentino se ne dimenticò e la madre lo rimproverò acremente.

  A198000002 

 « Caro Valentino, gli disse, pensa che soltanto gli animali irragionevoli si mettono ingordamente a mangiare senza riflettere da chi ricevono l'alimento.

  A198000002 

 » Sebbene Valentino apparisse qualche volta sbadato non dimenticava nessuno degli amorevoli avvisi che l'affettuosa madre studiava di seminare nel tenero di lui cuore.

  A198000003 

 Ma un gran disastro incolse Valentino nella perdita della madre quando appunto cominciava ad averne maggior bisogno.

  A198000004 

 Ella ricevette con somma fretta gli ultimi conforti della religione: di poi chiamò Valentino al suo letto, e gli indirizzò queste ultime parole: « Caro Valentino, io ti debbo lasciare nell'età più pericolosa.

  A198000006 

 Valentino fu addoloratissimo per quella perdita, e passò più mesi travagliato da tale malinconia che la stessa sua esistenza era in pericolo.

  A198000008 

 Valentino aveva già compiuto il corso elementare e nel paese nativo non essendovi classi superiori era mestieri mandarlo in un collegio per fargli proseguire gli studi.

  A198000010 

 Cionondimeno Valentino seppe guadagnarsi l'affezione de' suoi novelli superiori e si applicò di buon animo all'adempimento de' suoi doveri.

  A198000010 

 Valentino acconsenti alla proposta, e andò ad intraprendere un nuovo tenor di vita in collegio.

  A198000013 

 Queste cose cagionavano grande angustia nel cuore di Valentino.

  A198000013 

 Spaventato a quei pericoli Valentino scrisse a suo padre una lettera in cui lo ragguagliava minutamente dei pericoli dell'anima sua, facendo notare quanto la vita di collegio fosse per lui perniciosa.

  A198000013 

 » Valentino aveva un carattere dolce e un'indole molto pieghevole, laonde alle parole del padre si calmò e senza badare a quello che sarebbe per avvenire di lui si pose a leggere libri e {11 [189]} giornali d'ogni genere.

  A198000014 

 Ciò tanto più gli doleva, perchè il suo Valentino sempre erasi fatto onore nelle classi percorse, e sapeva che una mediocre diligenza gli avrebbe bastato perchè venisse onoratamente promosso.

  A198000014 

 Di mano in mano che Valentino prendeva {12 [190]} gusto alla vita spregiudicata, come avevagli detto il padre, provava ripugnanza allo studio; sicchè gli ultimi cinque mesi di quell'anno furono affatto perduti.

  A198000015 

 Ma i dispiaceri di Osnero crebbero assai quando Valentino ritornò dal collegio.

  A198000015 

 Un giorno suo padre voleva condurlo seco a passeggio, ma Valentino si rifiutò dicendo avere un appuntamento coi suoi compagni, perciò non potere andare con lui.

  A198000016 

 Gli venne in mente di condurlo dal suo prevosto, cui per lo avanti era sempre stato affezionatissimo, ma Valentino si rifiutò dicendo che dal prevosto ognuno deve recarsi a Pasqua per confessarsi, e non per cagionare disturbo lungo l'anno con visite inopportune.

  A198000016 

 Un giorno mentre Valentino si tratteneva con alcuni compagni gli passò il prevosto vicino, ma egli volgendo la faccia altrove finse di non vederlo e voleva andarsene senza neppure salutarlo.

  A198000016 

 « Mio Valentino, gli disse, hai fatto buon viaggio, stai bene, tuo padre è in salute? Egli allora confuso restituì il saluto in fretta, ed asserendo che sarebbe poi {15 [193]} passato a fargli visita continuò cammino e discorso co' suoi amici.

  A198000017 

 Oltre a ciò Osnero si accorse che Valentino aveva contratto alcune pericolose abitudini quali sono mentire, giuocare e rubare in casa.

  A198000018 

 Pieno di dolore l'afflitto padre disse un giorno a Valentino:.

  A198000025 

 Ma, come potrò risolvere Valentino ad entrare in un collegio di questa fatta, adesso che già contrasse tante pessime abitudini? ».

  A198000026 

 Si avvicinava la fine di Ottobre, ed era giuocoforza deliberare intorno al luogo da scegliersi per Valentino.

  A198000028 

 - Caro Valentino, ti ricordi ancora di tua madre?.

  A198000033 

 A quelle parole Valentino senti commuoversi il cuore, le lagrime cominciarono a spuntargli sugli occhi, di poi dando in dirotto pianto si strinse al collo d' Osnero dicendo: - Caro {18 [196]} padre, voi sapete di quanto sia debitore a mia madre, e quanto io l' abbia amata in vita; se ella ancora vivesse, io mi lancerei nell'acqua e nel fuoco per ubbidirla, voi volete propormi cosa a lei cara? Mio padre, parlate, dite pure, io sono pronto a fare qualunque sacrifizio che possa tornare a lei gradito.

  A198000034 

 - Valentino, io vorrei proporti un collegio che tua madre prima di morire mi aveva nominato, un collegio dove tu possa studiare e praticare la pietà come appunto facevi nei giorni felici della compianta tua madre.

  A198000037 

 Abiti nuovi e fatti con eleganza, un cappellotto alla calabrese, un cannino in mano, una catenella luccicante sul petto, una lisciata spartita dei capelli azzimati erano le cose che pronosticavano lo spirito di vanità che già regnava nel cuore del nostro Valentino.

  A198000037 

 Il direttore fu non poco maravigliato alla prima comparsa di Valentino.

  A198000037 

 Ritornato poi il padre, {20 [198]} appena potè discorrere liberamente con Valentino, « che te ne sembra, gli disse, ti piace questo luogo, che ne dici del direttore? ».

  A198000043 

 Pochi giorni dopo Valentino entrò nel nuovo collegio.

  A198000043 

 Si erano già fatte novene, celebrate solennità, in cui gli altri allievi procurarono tutti di accostarsi ai Santi Sacramenti: ma Valentino non si potè mai risolvere a confessarsi.

  A198000043 

 Una sera il direttore lo chiamò in sua camera e memore della grande impressione che faceva sopra il suo cuore la memoria di sua madre, prese a dirgli così: « Mio buon Valentino, sai di quale rimembranza ti è la giornata di domani? » - Si che lo so.

  A198000048 

 Il direttore che altro non aspettava, lodò il divisamento, lasciò che si calmasse la commozione, di poi lo preparò e con reciproca consolazione lo confessò; e il di seguente Valentino si accostò alla santa comunione facendo molte preghiere per l'anima della compianta genitrice.

  A198000050 

 Conservava ancor Valentino alcuni libri parte proibiti, parte dannosi ai giovanetti, e li portò tutti al direttore perchè li consegnasse alle fiamme dicendo: « Io spero che bruciando essi non saranno più cagione che l'anima mia bruci nell'inferno.

  A198000054 

 Richiamando alla memoria come nella casa paterna vi erano parecchi {24 [202]} libri e giornali cattivi scrisse Valentino tante lettere a suo padre, seppe tanto accarezzarlo soprattutto in tempo di vacanza, fecegli tante promesse, che lo risolse a disfarsi di tutto.

  A198000054 

 Valentino col suo contegno, con parole, raccontando esempi, e facendone umile richiesta al padre, riuscì a farlo desistere, inducendolo ad osservar le vigilie comandate dalla Chiesa appunto come deve fare ogni buon cristiano.

  A198000055 

 Intanto Valentino percorreva già l'ultimo anno di Ginnasio con una condotta che lasciava niente a desiderare, e in tutti quei cinque anni non parlò mai di vocazione.

  A198000055 

 Valentino aveva passato cinque anni in collegio colla massima soddisfazione del genitore e de' suoi superiori.

  A198000070 

 « Appunto queste osservazioni, ripigliò Valentino, mi spingono ad abbracciare lo stato ecclesiastico.

  A198000071 

 Al mese di maggio di quell' anno Valentino scrisse al padre una lettera {29 [207]} in cui gli manifestava la sua deliberazione e gliene chiedeva il consenso.

  A198000072 

 Egli aveva una vistosa fortuna; Valentino era unico erede, e atteso il suo ingegno non ordinario, il suo amore alla fatica, la vivacità del carattere, la bontà e la pieghevolezza dell' indole se gli {30 [208]} presentava davanti una delle più brillanti carriere civili.

  A198000074 

 Valentino lesse la lettera, e con tutta tranquillità rispose al padre così:.

  A198000076 

 Valentino con esito felicissimo subì i suoi esami, ma non sapeva risolversi di andare a casa per timore che il padre continuasse ad opporsi alla sua vocazione.

  A198000076 

 Valentino desiderava che prima di partire il padre gli assicurasse il sospirato consenso di farsi prete; questi nulla voleva promettere, e l'altro non voleva nulla {33 [211]} risolvere.

  A198000077 

 A quelle parole, a quelle promesse Valentino si arrese.

  A198000077 

 Nel congedarsi dal collegio il direttore gli indirizzò queste parole: « Mio buon Valentino, una gran battaglia ti aspetta.

  A198000077 

 » Valentino molto commosso tutto promettendo parti col padre alla volta della patria.

  A198000078 

 La più trista sventura che possa cogliere un giovanetto è una mala guida; di essa pur troppo fu vittima anche il nostro Valentino.

  A198000079 

 Giunto Valentino alla casa paterna fu lasciato alcuni giorni in balìa di se stesso, senza che gli fosse fatta parola di vocazione.

  A198000080 

 Il mio Valentino vuol farsi prete, io non voglio....

  A198000080 

 Osnero adunque affidò Valentino ad un certo Mari, affinchè lo conducesse in mezzo al mondo, glielo facesse bene conoscere, dipoi deliberasse intorno alla sua vocazione.

  A198000081 

 Così il perfido Mari dopo di avere fatto girare l'infelice Valentino per alberghi, giuochi, caffè, balli, teatri, dopo averlo fatto viaggiare in varii paesi e città, finalmente riusci a sedurlo e per colmo di sventura ingolfarlo in quel vizio che S. Paolo vuole che sia nemmen nominato fra {37 [215]} i cristiani.

  A198000081 

 Quasi insensibilmente Mari abituò Valentino ai cattivi discorsi, ad ogni lettura perversa, e richiamando alla memoria il buon tempo goduto nel primo anno di collegio si abbandono ad ogni sorta di vizio, anzi dopo sei mesi di vita disordinata {38 [216]} non solamente non faceva più opposizioni a Mari, ma di buon grado lo secondava in ogni suo malvagio volere.

  A198000081 

 Quindi gli somministrò libri di materie oscene che a prima vista Valentino rigettò con orrore; ma che poco a poco cominciò a leggere per passatempo, di poi per curiosità, e non era ancora scorso un mese quando il povero Valentino erasi già abituato ad ogni genere di lettura e discorsi.

  A198000081 

 Valentino fu dolente e provò tale rincrescimento e giunse a tal segno di disperazione che era per precipitarsi giù da una finestra del terzo piano dell'albergo, se Mari non fosse corso a rattenerlo per gli abiti.

  A198000081 

 Valentino vedeva l'abisso verso cui camminava e sul principio ne sentiva i più acuti rimorsi.

  A198000081 

 Vedendo le cose a questo punto, persuaso così di avere compiuta la diabolica sua missione, Mari ricondusse Valentino al padre.

  A198000081 

 « In quel momento, disse più tardi Valentino, io giudicava che la morte fosse un male minore dei rimorsi di coscienza, da cui era in quell'istante travagliato.

  A198000081 

 » Partirono, e nel partire Mari si adoperò che Valentino seco non avesse alcun libro di divozione; laonde per fargli passare la noia del cammino gli andava raccontando mille storielle di frati, di preti, di monache; da prima indifferenti, di poi andò avanti grado per grado in cose invereconde.

  A198000084 

 - Padre, disse Valentino correndo ad abbracciarlo, padre, io sono tutto ai vostri cenni.

  A198000088 

 Osnero era come colui che cammina tranquillo sopra un terreno coperto di fiori ignorando che sotto ai medesimi vi sia un abisso profondo, nè sarebbesi {39 [217]} giammai immaginato che il ritorno di Valentino dovesse per lui essere presagio d'immensi mali.

  A198000089 

 Ma dove prendere danaro per soddisfare a tante passioni? Da prima il padre ne somministrava, ma quando esso glielo negò, Valentino cominciò per mettere a pegno il suo orologio, di poi a vendere alcuni abiti e parecchi sacchi di frumento.

  A198000089 

 Valentino non parlò più di sacramenti, si diede alle cattive letture, ai giuochi, all'intemperanza, e ad altri vizi detestabili.

  A198000089 

 Valentino si diede ad una vita disordinata.

  A198000090 

 - Padre, rispondeva Valentino, le lezioni di Mari producono il loro effetto, mi è impossibile tornare indietro.

  A198000091 

 - Caro Valentino, disse il padre piangendo, dammi ascolto.

  A198000091 

 Conobbe allora la conseguenza fatale di una vocazione impedita, detestò la conoscenza del perverso Mari, deplorò il momento in cui gli aveva affidato il suo caro Valentino, ma fu pentimento senza frutto.

  A198000091 

 Nell' eccesso del dolore si mise a piangere, ed andava per le vie di quella città esclamando: « Se mai potessi far tornare a casa il mio Valentino sarei contento che si facesse prete, frate, e qualunque altra cosa, purchè tornasse indietro dalla via del disonore! Padre infelice, figlio sventurato! che tristo avvenire si prepara mai per te! » {42 [220]}.

  A198000091 

 Valentino lo guardò fisso, e come volesse dire essere quello per colpa sua soggiunse: « Perchè mi avete impedita la vocazione? » Ciò detto abbandonò il padre in mezzo di una piazza, andò da un sensale per contrarre un altro mutuo maggiore dei primi, poi ritornò ai suoi tristi compagni.

  A198000092 

 Giunto a casa supplicò il suo paroco a dargli lume e consiglio: il paroco provò a scriver lettere a Valentino, che nulla rispose.

  A198000092 

 Ma mentre queste cose si trattavano giunse la notizia che Valentino si era associato ad alcuni malandrini i quali lo fecero prender parte ad una delle più nefande azioni.

  A198000094 

 Di Valentino erasi soltanto saputo come tradotto da uno ad un altro carcere, la sua causa era giudicata assai grave, la sua stessa vita in pericolo, di poi passarono più anni senza che niuno avesse potuto avere sentore di lui.

  A198000094 

 L' altra parte venne devoluta al fisco che per dare corso ai processi, pagare i mutui fatti, indennizzare alcuni cui Valentino aveva cagionato grave danno, mandò a fondo ogni sostanza.

  A198000094 

 Morto Osnero i creditori di Valentino vollero essere tutti pagati, perciò si dovette vendere ai publici incanti parte delle sostanze paterne.

  A198000105 

 Giunto a casa con sua grande sorpresa trovò una lettera inviatagli da Valentino.

  A198000106 

 Questi rimproveri furono un colpo di fulmine all'abbattuto animo di Mari, sicchè vie più sembravagli di essere inseguito dallo spettro di Osnero, e dal rimorso di aver fatto infelice Valentino.

  A198000123 

 Mari ne mostrò piacere, prese la penna e sorretto nella persona dai {60 [238]} suoi amici, e appoggiando la mano sul braccio del prevosto scrisse queste parole: « Valentino, perdono dello scandalo dato, vivi da buon cristiano e sarai felice in punto di morte.


don bosco-vita dei sommi pontefici s. aniceto s. sotero s. eleutero s. vittore e s. zeffirino.html
  A200000005 

 Di più una misera donna, detta Marcellina, {6 [210]} della setta de' Gnostici, d'accordo con Valentino erasi pure di recente portata a Roma per sedurre coi vizii quelli che non potevano sedursi coll'errore.

  A200000005 

 L'eresiarca Valentino, venuto a Roma sotto al Pontificato di s. Igino, faceva tuttora grandi sforzi per dilatare la sua eresia.

  A200000006 

 Dice egli adunque: «Questi due eretici, Marcione e Valentino, persuasi che se avessero potuto far credere alle genti che essi erano uniti alla Chiesa Romana, sarebbero stati favorevolmente accolti da tutte le chiese del mondo, studiarono di guadagnar l'animo del Pontefice.

  A200000006 

 Tertulliano, che viveva a que' tempi, nota di Marcione e di Valentino alcune particolarità, che sembrano degne della storia.

  A200000014 

 Perciò, come dice s. Ireneo, molti di quelli che erano stati sedotti da Marcione e da Valentino furono da s. Policarpo ricondotti alla Chiesa di G. Cristo.

  A200000050 

 Fra i più famosi seguaci dell'eretico Valentino fu l'eretico Marco, uomo astutissimo nato per ingannare i semplici cristiani e far del male alla religione.

  A200000056 

 Dalla medesima scomunica furono colpiti Valentino e Cerdone, i quali finirono anche miseramente la loro vita.


don bosco-vita dei sommi pontefici s. sisto s. telesforo s. igino s. pio i.html
  A203000051 

 L'anno quarto del pontificato di S. Telesforo (anno 146) si levò a turbare la Chiesa un eretico detto Valentino, che insegnava molte nefandità contro Gesù Cristo e contro alla santissima sua madre; fra le molte empietà predicava che il Salvalore era stato mandato giù dal cielo in corpo ed anima, che perciò non aveva preso umana carne da Maria Vergine.

  A203000081 

 Valentino, Marcione e Cerdone, approfittarono del tempo in cui i cristiani erano ridotti alle più gravi angustie per dar mano a spargere i loro errori.


don bosco-vita di s. ireneo vescovo di lione e martire.html
  A211000014 

 I Valentiniani si chiamavano così da un certo Valentino, il quale quando era cattolico era stato promosso al sacerdozio, ed aveva predicato in Egitto e quindi a Roma con grandissimo applauso.

  A211000016 

 E da queste due prime divinità Valentino faceva discendere {64 [160]} trenta altre divinità, quindici maschi e quindici femmine, che esso chiamava Eoni e dai quali diceva essere governato l'universo e le cose tutte di questa terra.

  A211000016 

 Valentino continuò a spargere i suoi errori nell'isola di Cipro, poi passò in Italia e quindi nelle Gallie.

  A211000025 

 S. Ireneo non si perdette di animo, e sia per difendere la verità, sia per tentare di nuovo la conversione dell'amico, scrisse il suo libro Dalle Ogdoadi, ossia degli Otto Eoni, cioè delle otto principali divinita a cui Valentino attribuiva la creazione del mondo.


don bosco-vita di s. policarpo.html
  A215000024 

 S. Policarpo, mentre si prendeva cura di questo affare, non cessava di esercitare il suo zelo nella conversione degli eretici, epperò s. Ireneo ci assicura, che durante il suo soggiorno in Roma, esso convertì molta gente che si erano lasciati ingannare dagli eretici Marcione e Valentino, {25 [121]} i quali insegnavano non esservi un Dio solo, ma molti dei.





Copyright © 2009 Salesiani Don Bosco - INE