Parola «Baccino» [ Frequenza = 47 ]

don bosco-l-unita cattolica (1864-1888).html
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 Alle 8 e mezzo, avendo già noi celebrato quattro messe, entrò nella nuova cappella il comandante col dottore di bordo in tenuta solenne, e dietro ad essi tutta l'ufficialità, e, preso posto con religioso contegno, D. Baccino cominciò la messa solenne, mentre noi al suono dell' harmonium intonavamo il Sit nomen Domini benedictum.

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 Don Fagnano e D. Baccino ne avevano venticinque caduno; le monache una quarantina; e fatta per un'ora e mezzo di dottrina cristiana, si andò da tutti a pranzo.

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 E come la fede incomincia e progredisce ex auditu, la frequenza fu tale da non bastare i due soli Don Cagliero e Don Baccino rimasti a Buenos Ayres, essendo gli altri già partiti per San Nicolas.

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 Finora non vi ho parlato che del nostro viaggio da Genova a Buenos-Ayres, e di quel po' di bene che s'è incominciato a fare in quest'ultima città dai missionari don Cagliero, don Baccino, Belmonte.

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 Partimmo il 16 gennaio con don Cagliero e col commendatore Gazzolo, lasciando soli in Buenos-Ayres don Baccino e Belmonte.

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 A notte il popolo era accorso numerosissimo ad udire il discorso della istituzione del Santissimo Sacramento, annunciato dal diario America del Sud, fatto dal Padre don Baccino.

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 Ma, essendo ammalato don Cagliero, vi supplì il Padre Baccino.


don bosco-societa di s. francesco di sales. anno 1872.html
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 Baccino Gio. Batt.

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 Baccino Gio. Battista ch.


don bosco-societa di s. francesco di sales. anno 1878.html
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 È questi il sacerdote Giovanni Battista Baccino, di cui si intraprende qui con gran dolore a scriverne alcuni cenni necrologiei.

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 Nasceva Giovanni Battista Baccino ai 24 aprile 1843 in Giusvalla, paesello della Diocesi d'Acqui, da Giuseppe e Margherita Scarrone, entrambi pii genitori.

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 Ma Baccino non si lasciò sgomentare, e con una costanza più unica che rara, in meno di due anni compì tutti gli studi classici, e con'ammirazione di tutti quei che lo conoscevano ai Santi del 1869 potè con indicibile sua consolazione vestire l'abito clericale.

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 Baccino Giovanni.

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 Per molti di loro poi il nominare D. Baccino, è nominare colui che li aiutò più efficacemente a {38 [372]} mettersi sul sentiero della virtù e ad essere perseveranti in quello.

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 Ecco come il Direttore di quel collegio si esprime a suo riguardo in una lettera ad un suo amico che richiedeva qualche notizia: "D. Baccino fece sempre quanto poteva per contentare i superiori e promuovere il bene negli alunni, sia con istruzioni e conferenze, sia con la scuola.

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 D. Baccino mira la messe copiosa che se gli presenta, vede che le sue forze sono insufficienti; nulladimeno si avanza all'opera, pronto a lavorare fino all'ultimo respiro.

  A182000031 

 Essendo stato scelto D. Baccino a Rettore, l'Arcivescovo gli diede tutte le facoltà opportune.

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 Le cordiali accoglienze, il parlarne che si fece per tutta Buenos Ayres e nelle regioni circostanti, l'entusiasmo pei missionari novelli, fece sì che da ogni parte si correva a loro, e in breve il lavoro si moltiplicò talmente che fin dai primi giorni Don Baccino si trovò costretto scrivere a D. Bosco che da solo non bastava: aver bisogno di aiuto.

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 " {45 [379]} In questo medesimo tempo il Console Gazzolo, stupito del bene che si cominciava a fare in Buenos Ayres, non si potè trattenere, in riguardo a Don Baccino, di scrivere a D. Bosco: "Fin dai primi giorni D. Baccino fece una pesca eccellente; il primo pesce era di 36 libbre, voglio dire che fu un uomo, il quale da 36 anni non si era piò confessato; il secondo era un facsimile di questo.

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 Il caro D. Bosco aveva prevenuto i suoi desiderii; la sua lettera era già per viaggio quando D. Baccino scriveva, e pochi giorni dopo il nuovo missionario fu consolato dai caratteri dell'amato Padre, da una lettera tutta piena di espressioni tenere ed incoraggianti; ed ecco come rispondeva il nostro confratello tutto ripieno di contentezza.

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 Dove D. Baccino in modo speciale apre il suo cuore e si fa conoscere proprio tal quale è, fu specialmente in alcune lettere scritte ad un suo antico {48 [382]} amico, già suo maestro, con cui continuò più che con altri la corrispondenza.

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 Non cessi, caro Padre, di pregare pel povero D. Baccino; se no, si perde nel gran deserto di questo nuovo mondo.

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 Esso appositamente ci volle raccontare il modo, con cui D. Baccino passò la seconda domenica del febbraio 1876, assicurandoci che quasi del medesimo modo passava tutte le domeniche e tutti i giorni dell'anno.

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 D. Baccino sentito il racconto, non ha animo di far aspettare ulteriormente quella povera gente, ed impressionato del pensiero di salvar delle anime, lascia il pranzo, discende a confessarli o dà la Comunione a quelle persone tanto desiderose della forza e consolazione che recano questi Sacramenti.

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 È presto detto passare tante ore in confessionale senza muoversi punto: ma chi s'intende del ministero {52 [386]} d'udir le confessioni, sa quanto stanchi, anzi quanto uccida, una simile vita a chi l'esercita per tante ore del giorno! Il confessionale lo stancava immensamente; ma per D. Baccino le fatiche non finivano ancora qui.

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 Il sullodato Console credè di fargli coll'autorità, che aveva su di lui, qualche rimostranza, affinchè curasse maggiormente la sua sanità; ma D. Baccino rispondeva: Come vuole che si lascino andare perdute tante anime e che mi risparmii io, mentre per {54 [388]} la loro salvezza G. Cristo non dubitò di versare il suo preziosissimo Sangue? In questo modo passavano le giornate del nostro caro D. Baccino.

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 In modo speciale il Segretario Dottor Espinosa e l'Arcivescovo testimoniarono in mille modi il loro contento e il loro buon animo inverso Don Baccino.

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 " Scriveva ancora: "D. Baccino nelle sue prediche piace assai per la sua semplicità, quantunque non manchi alle volte di tuonare molto forte.

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 Il dottor Espinosa si esprime in questi termini: "D. Baccino fa un bene immenso: predica, catechizza, confessa, che è una maraviglia il vederlo.

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 La stima che l'Arcivescovo aveva di D. Baccino era ben meritata; e non solo lo attestano il suo gran lavoro e lo zelo con cui lo faceva, ma anche la benevolenza universale che seppe attirarsi; poichè dobbiamo dire con grande nostra soddisfazione,che veniva amato e stimato da tutti.

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 Questo era necessario e l'abbiamo stabilito, ma ci porta grande aumento di lavoro; le assicuro che andiamo gobbi tutti e due, io e D. Baccino, il quale però non dice mai basta.

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 Si mirava specialmente di venire in aiuto a D. Baccino, il quale si temeva avesse poi a soffrirne della sanità, e s'inviò chi proprio lo potesse aiutare.

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 " E in data del 19 agosto 1876, dopo d'essere stato {57 [391]} assente circa due mesi, D. Cagliero scriverà: "Ho travato D. Baccino in buona salute, però molto stanco e chiama aiuto, aiuto dall'Italia; e bisogna mandargliene.

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 D. Bodrato, capo della nuova missione, scriveva nei seguenti termini: "D Baccino è sepolto nei confessionali, i quali sono il suo cibo, il suo divertimento, il suo sollievo, il suo centro, la sua vita, il suo tutto.

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 I nuovi fratelli arrivati in Buenos-Ayres, mentre lo aiutavano a tutta possa, ogni giorno restavano più maravigliati al vedere il bene immenso che si era già operato, e al pensare alla maravigliosa operosità di cui D. Baccino aveva dovuto dar prova nel primo anno delle sue fatiche apostoliche in quella grande capitale.

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 Pare impossibile che possa resistere a tante fatiche; e non so come facesse prima del nostro arrivo, essendo esso solo prete nei varii mesi in cui mancava D. Cagliero: e D. Scavini soggiunge: "Non posso trattenermi dal parlare di D. Baccino, in cui aiuto fui mandato, come prefetto di sacrestia.

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 Quando esce D. Baccino di casa, tutti i ragazzi del vicinato corrono a lui d'attorno; chi salta, chi corre, chi grida, chi batte le mani.

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 Così andavano le cose prosperamente con un lavoro straordinario, senza che la sanità di D. Baccino deteriorasse per niente; ma pare che colla gravità e eolla moltitudine del lavoro Dio lo preparasse al gran premio, che tiene in cielo riserbato ai suoi servi fedeli, dandogliene non oscuro presentimento.

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 Non passarono 3 mesi dalle lettere sovraccennate che D. Baccino stesso scriveva, e chi l'avrebbe detto? l'ultima sua lettera a D. Bosco, la quale credo bene riprodurre qui tutta per intero.

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 Nello stesso tempo D. Cagliero scrivea a D. Bosco: "D. Baccino lavora per 4 e riesce bene in tutto.

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 Si fu allora che Don Baccino, per non lasciar cadere il bene già incominciato e così bene avviato, sperando di giorno in giorno nuovi aiuti, moltiplicò ancora se stesso e si mise nel lavoro, dirò così, disperatamente.

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 La domenica 10 giugno 1877 D. Baccino diresse ancora la processione del Corpus Domini fatta dagli Italiani.

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 Nella sua ultima lettera D. Baccino dimostra il gran desiderio di vedere D. Bosco ancora una volta su questa terra.

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 Intanto giunsi io; D. Baccino, sentendosi fortemente male, volle stare da solo con me per alcun tempo.

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 "L'amato D. Baccino ieri 13 giugno, alle ore 11 antimeridiane, usciva per visitare un ammalato.





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